Nel 1972, all’indomani della scelta della configurazione dello Shuttle (040-C), il Flight Research Center della NASA propose la realizzazione di una versione in scala ridotta dello Shuttle, con un singolo pilota, allo scopo di investigare il comportamento in volo del nuovo veicolo spaziale con velocità comprese tra Mach 1 e 5.
Il veicolo spaziale sarebbe stato realizzato grazie ad una serie di sottosistemi ereditati dai programmi più disparati, il “collage” risultante (per risparmiare soldi e tempo) avrebbe sfruttato componenti dei programmi X-15, Apollo, M2-F3, YF-12, F-4 ecc.
Il mini-shuttle sarebbe risultato simile all’Orbiter realmente costruito con qualche differenza significativa dovuta al fatto che la proposta si rifaceva alla configurazione congelata dalla NASA e proposta a varie ditte (Boeing, McDonnell-Douglas, Lockheed-Martin, Grumman e North American-Rockwell Int.) per la RFP. Val la pena di ricordare che la configurazione definitiva dell’attuale Orbiter fu congelata dalla North American- Rockwell solo nel 1974 (prima 3/4 e poi la attuale 5/6). Le differenze maggiori si sarebbero avute nella pianta alare, la posizione dei “pod” per gli OMS e nella presenza di un “cockpit” sopraelevato per garantire una migliore visibilità al pilota.
Il mini-shuttle era da intendersi come un veicolo con prestazioni “incrementali”, così come il precedente X-15, equipaggiato con vari motori (fino al potente XLR-99) proprio per ottenere una vasta gamma di velocità ed assetti.
Il rifiuto della proposta di mini-shuttle privò la NASA dell’acquisizione di una serie di dati importanti sull’inviluppo di volo dello Shuttle, nella fase post-rientro, dalla velocità di Mach 5/6 fino al contatto con la pista. Contrariamente ai russi, che realizzarono i modelli in scala non pilotati Bor-5, gli americani non ritennero necessario alcun test intermedio e verificarono, di fatto, la configurazione dello Shuttle solo in occasione del primo volo nel 1981, assumendosi un rischio non da poco.
No, assolutamente. Enterprise potè contribuire solo per l’approccio alla pista di atterraggio e alle caratteristiche di volo a bassissima velocità. E bisogna ringraziare Enterprise anche per il primo vero collaudo dei software di gestione del veicolo dal vero. Dopo i voli Enterprise fu utilizzato per i test di vibrazione sulla rampa di lancio, e servì per modello di costruzione di facilities di lancio a Vandenberg, che non vennero comunque mai usate.
No, assolutamente. Enterprise potè contribuire solo per l’approccio alla pista di atterraggio e alle caratteristiche di volo a bassissima velocità. E bisogna ringraziare Enterprise anche per il primo vero collaudo dei software di gestione del veicolo dal vero. Dopo i voli Enterprise fu utilizzato per i test di vibrazione sulla rampa di lancio, e servì per modello di costruzione di facilities di lancio a Vandenberg, che non vennero comunque mai usate.
L’OV-101 “Enterprise” fu realizzato solo, ed esclusivamente, per il collaudo della configurazione in regime subsonico ed in aria densa.
In effetti l’Enterprise doveva validare solo il comportamento del veicolo durante la fase di avvicinamento ed atterraggio planato.
Ma naturalmente questo veicolo non fu mai pensato,neanche in fase di ideazione, per un collaudo orbitale?
P.S.
Il vero “Shuttle monoposto” sperimentale avrebbe potuto essere l’X-20.
Ovviamente no, il veicolo in questione sarebbe stato un veicolo di “sviluppo” assimilabile per caratteristiche e prestazioni all’X-15 (da cui comunque ereditava molti sistemi, non ultimo il vettore che sarebbe stato lo stesso NB-52A).
Se si pensa ad un aerospazioplano ideato “ab initio” come veicolo orbitale il pensiero corre, naturalmente, al Boeing X 20 Dyna-Soar.
In questo caso, comunque, è corretto parlare di Shuttle “monoposto” dato che si tratta di una versione in scala ridotta di quello vero (più o meno).
Benché non orbitale sarebbe stato in ogni caso un veicolo spaziale in grado di raggiungere e superare i 100 Km di altezza durante i voli.
Il “Mini-Shuttle” a differenza degli X-15, avrebbe avuto un profilo di volo “alto e veloce”, laddove gli X-15 avevano due distinti profili uno “alto e lento” e l’altro “basso e veloce”.