Si conoscono i dettagli del rientro in atmosfera di HTV

Non tutto il cargo giapponese HTV-2 si e’ disintegrato durante le fasi di rientro nell’atmosfera terrestre avvenute nella notte tra martedi e mercoledi.
Il de-orbit burn, che ha permesso un incandescente rientro a Terra della navicella, e’ avvenuto alle 02:44 GMT di mercoledi.

A bordo di HTV e’ stato installato un sensore, il Re-entry Breakup Recorder (ReBR) che, protetto da uno scudo termico, ha registrato tutte le fasi del rientro sulla Terra permettendo, per la prima volta in assoluto, di poter analizzare dall’interno di una navicella spaziale cosa esattamente succede, ed in che modo, durante un rientro in atmosfera.
Tale studio verra’ utilizzato per trovare un modello di previsione sulla caduta dei detriti spaziali.

Progettato e costruito dalla Aerospace Corp. una azienda indipendente di ricerca tecnologica con sede a El Segundo in California, ReBR e’ stato progettato per misurare autonomamente diversi parametri tra i quali i valori di temperatura, accelerazione e rotazione della navicella durante le fasi di rientro distruttivo, in modo da ottenere una visione senza precedenti delle dinamiche cui e’ sottoposto un velivolo spaziale in fase di rientro in atmosfera.

Prima di ReBR solo lo Shuttle Columbia aveva potuto dare un’idea di come una navicella spaziale di disintegra al contatto con atmosfera terrestre.

Escludendo l’incidente del Columbia, pochissimi detriti sono stati recuperati ed analizzati dalle navicelle spaziali rientrate sulle Terra; si contano meno di 250 frammenti in circa 40 anni di esplorazione spaziale.
La principale causa di cio’ dipende dal fatto che il nostro pianeta ha circa il 75% della propria superficie costituita da mari ed oceani.

Per questo studio sara’ altrettanto importante il prossimo rientro del cargo europeo ATV, su cui e’ stato posizionato un secondo sensore ReBR, portato sulla ISS da HTV.

In giugno sara’ quindi possibile estendere l’indagine analizzando i parametri di rientro di ATV. ReBR non essendo dotato di paracadute non potra’ essere recuperato. Il sensore avra’ a disposizione circa 5 minuti di tempo per trasmettere a Terra, utilizzando la costellazione satellitare Iridium, i dati raccolti prima di inabissarsi nell’oceano.

Fonte: Aerospace Corp.

E’ interessante questo esperimento, oltre che per l’argomento in sè, anche perchè dimostra come si riesca ad escogitare di tutto per accumulare dati in ogni situazione :clap: