Silvio Scaroni: il secondo della classe

Leggevo qualche giorno fa, che quest’anno cade il trentesimo anniversario della morte di Silvio Scaroni. Penso che molti di voi lo conosceranno, ma per i più è un perfetto sconosciuto (tra questi pure il sottoscritto…almeno fino ad oggi!!!). Già perché se si parla di Francesco Baracca tutti quanti sappiamo di chi stiamo parlando, ma come spesso accade, del secondo classificato non si dice mai nulla. Scaroni fu il secondo asso dell’aviazione della I guerra mondiale. In soli otto mesi di guerra al suo attivo ebbè 26 abbattimenti di aerei nemici (in realtà dovevano essere 30 ma gliene riconobbero solo 26 ufficiali). Silvio nasce il 12 maggio 1983 a Brescia. A 16 anni circa nasce in lui l’amore per l’aviazione. Siamo infatti nel 1909 e Silvio si trova Brescia, quando nel settembre di quell’anno si tiene il “Primo circuito Aereo Internazionale di Brescia”…manifestazione a cui erano presenti piloti quali Curtiss, Bleriot, D’Annunzio…insomma gli eroi dell’epoca, che subito affascinano il nostro futuro pilota, lasciando in lui un ricordo indelebile. Scoppia il primo conflitto mondiale e Silvio è inviato ai reparti di artiglieria, una destinazione poco apprezzata da chi sente di avere il volo nel sangue. Ecco che quindi non appena gli si presenta l’occasione, fa domanda per l’ammissione ad un corso per allievi pilota di aeroplano. Pochi mesi dopo, nel marzo del 1915 è inviato presso la scuola di Pisa San Giusto per seguire l’ambito corso, conseguendo il brevetto di pilota nell’agosto dello stesso anno e poi un mese dopo quello di pilota militare. Il primo incarico lo vede impegnato a partire da novembre, presso la 4° squadriglia per L’Artiglieria, ovvero una squadriglia di osservazione aerea. Così come adesso, la specialità dell’osservazione aerea non era delle più apprezzate e amate, e anche Silvio non è esente da tale considerazione. In lui scorre l’azione, il desiderio di confrontarsi con il nemico. Tuttavia si dedica al suo compito con grande dedizione, e assistito anche da una buona dose di fortuna riesce a sopravvivere a tre atterraggi di emergenza e ricevendo anche qualche medaglia al valore. La sua bravura comunque viene presto notata, e nel giugno del 1917 Scaroni viene inviato a Malpensa per iniziare l’addestramento sui Nieuport, i velivoli da caccia. Il 1 novembre 1917 Scaroni effettua la sua prima missione di caccia!! Come ogni novellino si sente un aviatore esperto, il Francesco Baracca della situazione. Tuttavia come riporterà lui stesso riguardo a quei primi giorni, si accorse di essere niente di più che un pivellino. Ma bastano solo 2 settimane per fare di Scaroni un buon pilota da caccia. Il 17 novembre SCaroni abbatte il suo primo aereo. Il giorno dopo arriva il bis e il giorno successivo ancora abbatte un terzo aereo. Il 10 dicembre abbatte il suo quinto aereo diventando così a tutti gli effetti un Asso. Mentre la guerra si sussegue Scaroni diventa sempre più bravo abbattendo sempre più aerei fino a quando il 12 luglio 1918 la fortuna lo abbandona. Durante un duello, un attimo di distrazione lo trova da predatore a preda del suo avversario, il quale ovviamente non si lascia scappare l’occasione. Colpito, Scaroni precipita da 4000 metri privo di sensi. Sarà poi grazie ad una forte capocciata che Silvio riesce a riprendere i sensi e ad atterrare alle meno peggio nelle vicinanze del Monte Grappa. Le ferite sono così gravi che lo attendo ben 5 mesi di convalescenza in ospedale, da cui uscirà a conflitto terminato.

Terminata la guerra, Scaroni continua a far parte del mondo dell’aviazione Ad esempio solo un anno dopo la fine delle ostilità, Scaroni partecipa ad una spedizione in Sud America per presentare i velivoli dell’industria italiana, con la speranza di poterne esportare qualcuno. Nel 1920 si congeda ma non dall’aviazione. Riceverà numerosi incarichi, come quello di addetto aeronautico presso l’ambasciata all’estero. Parteciperà verso la fine degli anni 30 ad un missione in Cina, in risposta alla richiesta di quel paese di aiuto per costituire una propria forza aerea. La missione poi fallirà a causa dell’allenza dell’Italia con il Giappone. Durante la seconda guerra mondiale ottiene il grado di generale di divisione aerea ed è al comando dell’Aeronautica della Sicilia dal dicembre 1941 al gennaio 1943. Finita la guerra si ritira sul lago di Garda. Morirà a Milano all’età di 84 anni il 16 febbraio 1977.

Grazie Sivodave per aver ricordato una bella figura dell’aeronautica italiana degli esordi. Mi sembra di ricordare che Scaroni abbattè anche diversi palloni da osservazione austronugarici, fra cui un paio distrutti andandogli fisicamente addosso con tutto l’aeroplano (tuttavia potrei confondermi con Ancillotto, a cui è intitolato l’aeroclub d Venezia).
Grazie ancora e a presto

Grazie Sivodave per aver ricordato una bella figura dell'aeronautica italiana degli esordi. Mi sembra di ricordare che Scaroni abbattè anche diversi palloni da osservazione austronugarici, fra cui un paio distrutti andandogli fisicamente addosso con tutto l'aeroplano (tuttavia potrei confondermi con Ancillotto, a cui è intitolato l'aeroclub d Venezia). Grazie ancora e a presto

Infatti, secondo la mitologia, era Ancillotto, che poi era anche quello che lanciava razzi verso i palloni e ci si gettava urlando… Un bel peperino! :scream: