Ho fatto un primo volo, non è andata malaccio anche se ho ancora qualche problemino da risolvere Provo a buttare giù un rapporto, in modo di fare il punto della situazione e magari stimolare qualche commento/suggerimento.
Cominciamo con l’“attrezzatura” ho cercato di installare il minimo essenziale, in pratica ho usato:
- Shuttle fleet v4.0.1 (che a quanto ho capito è un po’ più facile da pilotare dello S.S. Ultra)
- ISS Fleet v2.0.5 (in modo da avere una stazione che mantiene l’assetto giusto)
- Auto FCS v2.1 (per il rientro e l’atterraggio)
- Il programmino TLE to Orbiter converter (per creare uno scenario realistico e contemporaneo.)
Lo scenario, creato da me, aveva:
- L’Atlantis equipaggiato con l’ODS
- L’ISS in configurazione 13A (la più recente nel pacchetto ISS Fleet di base) e con i parametri orbitali presi dal mondo reale.
Lancio
In un certo senso è la parte più facile, perché lo Shuttle Fleet ha il suo GPC MFD che gestisce l’autopilota. All’inizio ho fatto tre o quattro lanci di prova per capire come funziona: alla fine dato che è impostato di “default” con l’azimut giusto per raggiungere l’iss alla fine ho deciso di usarlo così com’è, ma ancora adesso ho qualche punto interrogativo da chiarire:
Impostando l’apogeo a 228km (valore di default) mi ritrovo sempre al MECO con un apogeo di 250-260 km, è un errore o lo deve fare?
In quali casi si deve fare l’OMS1? Nel manuale sembra sia una manovra pianificata in precedenza, da altre parti mi sembra di aver letto che serve a correggere gli errori del lancio. Nel dubbio, ho deciso di saltarla a piè pari.
Il manuale dice che è possibile controllare l’assetto usando i tasti shift+V e shift+F, ma a me non hanno sortito alcun effetto… per l’OMS2 ho semplicemente usato l’assetto diretto di orbiter e ho circolarizzato l’orbita in corrispondenza dell’apogeo.
Sincronizzazione
Usando i pannelli di base non si può certo pianificare una manovra di avvicinamento precisa come fanno alla nasa, ma comunque sono riuscito a seguire una procedura non perfetta ma abbastanza verosimile, magari butterò giù una guida dettagliata in proposito, se avrò un po’ di tempo. Ovviamente rimane molto difficile calibrare la spinta finale, quella che posiziona lo shuttle sulla v-bar a un centinaio di metri dalla ISS, lasciando che sia la gravità a guidare la navetta: nel mio caso ho dovuto manovrare con gli RCS abbondantemente per mettere lo shuttle nel punto prefissato.
Aggancio
Dopo aver compiuto il “quarto di cerchio” per portarmi davanti all’ISS, ho cominciato le manovre di Docking… e qui sono stati dolori, forse avrei fatto meglio a installare un pannello per controllare l’assetto perché agganciarsi a una stazione che ruota, anche se lentamente, è tutt’altro che facile! Inoltre non è neanche immediato passare dal Delta glider (che ha il portello sull muso) allo shuttle, sembra una differenza da poco ma è stato un po’ come reimparare da zero. Dopo un ora di tentetivi infruttuosi stavo quasi per arrendermi, ma alla fine, recuperando un un po’ di calma, ce l’ho fatta. Meno male non c’erano astronauti veri a bordo, altrimenti gli avrei fatto vomitare anche l’anima!
Rientro
Avendo deciso di far fare tutto all’Auto FCS, la parte più difficile è stata leggere il manuale! Ero indeciso se prendere in mano i comandi nel finale, ma poi ho deciso di far fare tutto all’autopilota.
Purtroppo non sono riuscito a farlo atterrare: durante il finale lo shuttle è letteralmente impazzito, ha cominciato a ruotare su sé stesso come quando si accende i motori con il time-warp al massimo… peccato perchè mancava veramente poco alla fine della missione. Mi sa che riproverò l’atterraggio per vedere se il bug si ripresenta.
Insomma nonostante qualche inconveniente è venuto fuori un volo decente, magari la prossima volta riprovo con un pannello tipo Attitude MFD per avere un controllo “professionale” dell’assetto.