Sonno criogenico per gli astronauti Nasa verso Marte

Beh sì, ma i robot si guastano. E poi hai bisogno di un robot per riparare il robot guastato, ma anche quello si può guastare, etc…
Più aumenti la complessità di un sistema automatizzato, piú aumenti le probabilità di guasto.

In più, non credo che la robotica possa mai raggiungere un livello tale da potersi paragonare alla presenza umana in situ, i cinque (o sei) sensi degli esseri umani imho non sono sostituibili dall’intelligenza artificiale

Perché usare robot umanoidi :smile:? I robot umanoidi si usano a contatto con l’uomo, per interagire con esso e per vivere nel suo ambiente

Vogliamo mettere la semplicità di gestire le situazioni al volo senza aspettare che il segnale venga trasmesso a Terra e qualcuno risponda?

Concordo, se non altro sul piano dell’eventuale (inevitabile?) antropizzazione dello Spazio. Però non escludo che nel giro di qualche decennio dei robot possano rimpiazzare gli astronauti in buona parte delle missioni, e anticiparli nelle esplorazioni più estreme. In qualche misura è già cosi, ed i progressi nella robotica e nello sviluppo di IA sempre più complesse mi fa pensare non ci vorrà tanto per avere robot in grado di esplorare un corpo celeste in relativa autonomia (i.e. senza i comandi inviati da Terra, almeno per le attività principali). Mi sembra una prospettiva decisamente più vicina rispetto al warpdrive e al sonno criogenico, per intenderci…

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Mi sembra una prospettiva decisamente più vicina rispetto al warpdrive e al sonno criogenico, per intenderci…
[/quote] tipo sonde di von neumann…

L’uso di robot umanoidi ha senso se li mando a creare un habitat lontano che poi dovrà essere abitato da un equipaggio umano. In più può essere usato come avatar da un uomo lontano. Ma questo serve solo a complicare le cose, un robot dovrebbe essere realizzato con una architettura idonea al lavoro da svolgere.

Quanto al sonno prolungato, non è male, perché questo comporterebbe un minor consumo di elementi vitali, acqua e aria e cibo. Però un sonno prolungato è comunque debilitante. In più ci sono aspetti tecnici da considerare. Se oggi la ISS richiede un certa mole di personale a terra per la sua gestione, come si risolve il problema di un veicolo complesso come e forse più della ISS lontano dalla Terra, dove i tempi d’invio di segnali telemetrici si allungano considerevolmente?

E’ assolutamente vero,da un punto di vista razionale ha senso creare dei robot la cui forma sia idonea al lavoro da svolgere.
Ma non potendo o essendo estremamente complicato e costoso inviare uomini,poniamo sulle lune di Nettuno,l’impatto emotivo ed il coinvolgimento sarebbero estremamente maggiori se quei robot avessero una forma umanoide.
Diciamo che in questo caso la forma della macchina risponderebbe ad un esigenza,o meglio un urgenza,psicologica del creatore (il chè non è meno importante).
Veder saltellare su quei mondi lontani un umanoide artificiale fornirebbe all’umanità un surrogato molto più coinvolgente.
Del resto mi pare che i primi passettini in questa direzione abbiano visto delle forme di androide.
Io sono assolutamente convinto che l’umanità biologica non potrà mai andare nello spazio oltre un certo punto relativamente vicino,e che l’esplorazione del cosmo e il perpetuarsi della memoria della nostra specie sarà possibile solo attraverso i “nostri figli non biologici”.

Quanto al “sonno criogenico”,credo che si tratti di un espediente della fantascienza non più plausibile o realizzabile di un “astronave a curvatura” o di una macchina del tempo in grado di viaggiare nel passato.
Per ora,certo,ma di sicuro un “per ora” destinato a durare molti,molti e molti decenni (se non per sempre).

In teoria anche gli Astronauti…

E ripararli è difficilissimo.

Varo, ma le probabilità di guasto che metta il sistema fuori uso sono estremamente inferiori rispetto a un robot :wink:

Si,ma se si guasta un robot,pazienza.
Parliamo comunque di un whatiffing che riguarda un futuro piuttosto lontano.
La mia sensazione è che per allora inviare una squadra di androidi potrebbe essere più sicuro (e forse economico) che portare fin laggiù un equipaggio umano.

Tornando in-topic, se si parla di Marte, il viaggio non richiede l’uso del sonno criogenico: non lo trovo così lungo.

In effetti non esiste una destinazione possibile x astronauti umani nel sistema solare oltre a Marte ed agli asteroidi; mercurio é troppo caldo, venere é inospitale, giove e saturno non ne parliamo… sono solo “interessanti” le lune di Giove, ma a parte Europa non vedo al momento la necessità di inviarci missioni scientifiche umane.

I robot umanoidi sarebbero solo un espediente per scucire qualche soldo al contribuente. Di fatto non sono per nulla performanti.
Quanto al sonno, io intendevo il sonno vero, indotto con farmaci o altro. Non credo all’ibernazione.
Sul fatto che l’uomo non può… lascio la risposta a VvB con una delle sue massime: l’uomo è fatto per ovunque voglia andare.

Ma si infatti, dalla Terra a Marte si parla di 6-8 mesi al massimo mi pare, no ? per le lune di Saturno siamo sui 2 anni, per un’asteroide si può trattare anche di poche settimane se abbastanza vicino alla Terra.
Questi sono gli obbiettivi massimi a cui verosimilmente può ambire l’uomo per almeno altri 50-70 anni, a meno che domattina qualcuno non si svegli scoprendo/realizzando un motore a curvatura.

Insomma, nulla di trascendentale e che un buon habitat non possa supportare (si veda l’esperimento di Kelly e Kornienko), magari ancora meglio se con una sezione a gravità artificiale.

Anche e soprattutto leggendo questo forum, mi sono reso conto che il problema non é solo quello di avere un motore sufficientemente potente, ma risiede nel disporre di grandi quantità di energia in uno spazio ristretto, una schermatura efficace per le radiazioni, uno scudo per i detriti spaziali e, a meno che uno non voglia fare solo il turista, una nave con un’attrezzatura scientifica ed esplorativa formidabile. Quindi lasciamo passare molti ma molti anni ancora… :skull:

Realisticamente (whattiffing costruttivo), da quì a cinquanta-sessanta anni quale velocità potrebbe raggiungere un astronave,con i vari tipi di propulsione oggi allo studio o con quelli ipotizzabili (whattiffing costruttivo,niente “wharp”),nel migliore dei casi?

Credo che la risposta dipenda sempre da quanto costerà in futuro portare un chilo in orbita.

Io ho sentito parlare da Michio Kaku di un limite fisico ipotetico per una nave a propulsione nucleare, che é max 1/3 della velocità della luce. Oltre occorrerebbe troppa energia.

Questa è la chiave di volta.