Soyuz 11 - Salyut 50° anniversario

1971/06/06. Alle 07:55 di domenica 6 giugno 1971, ora di Mosca, dal Cosmodromo di Baikonur viene lanciata la Soyuz 11 con a bordo tre cosmonauti, Georgi Dobrovolsky, Victor Patsayev e Vladislav Volkov. Obiettivo: abitare per un lungo periodo il primo laboratorio spaziale della storia, la Salyut 1 inviata in orbita intorno alla Terra il 19 aprile. Impresa fallita nella precedente missione della Soyuz 10. (dalla mia collezione cartacea)


(Il giornalista Tito Stagno annuncia nel corso del Telegiornale serale il lancio della Soyuz 11 - Credits RAI Tv)


(La prima pagina del quotidiano “L’Unità” del 7 giugno 1971, dalla mia collezione cartacea)


(La prima e seconda pagina di “Stampa Sera” di lunedì 7 giugno 1971, dalla mia collezione cartacea)

- Edit - Rimosse immagini prese dal sito spacefacts.de - In generale la sola indicazione della fonte non rende una immagine pubblicabile, come da Regolamento

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1971/06/07. A 24 ore dal distacco dalla rampa di lancio di Baikonur e dal pianeta Terra, i tre cosmonauti della Soyuz 11 raggiungono con successo la Salyut . Alle 10:45, ora di Mosca, in diretta TV, l’ingresso nel laboratorio. Dobrovolsky, Volkov e Patsayev, sono i primi inquilini a bordo di una stazione spaziale.


(dalla prima pagina de “La Stampa” 1971/06/08. dalla mia collezione cartacea)

- Edit - Rimosse le immagini senza fonte, come da Regolamento

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1971/06/08. Prosegue regolarmente il lavoro nello spazio dei tre cosmonauti sovietici giunti con successo a bordo della Salyut in orbita dal 19 aprile, primi inquilini a vivere su un laboratorio in orbita intorno alla Terra.


(immagine ripresa dalla edizione serale del Telegiornale - Credits RAI Tv)


(“La Stampa” del 9 giugno 1971. dalla mia collezione cartacea)

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1971/06/09. Da una altezza di circa 290 km dalla superficie terrestre, Dobrovolsky, Patsayev e Volkov a bordo della Salyut durante un nuovo collegamento con i telespettatori sovietici si dichiarano soddisfatti di come sia maneggevole la “casa spaziale” nonostante le sue enormi dimensioni.


(“La Stampa” di giovedì 10 giugno 1971. dalla mia collezione cartacea)

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1971/06/10. Quarta giornata a bordo del primo laboratorio spaziale della storia dei tre cosmonauti sovietici Dobrovolsky, Patsayev e Volkov tra controlli medici e l’ormai rituale collegamento televisivo con i telespettatori sulla Terra

(“La Stampa” di venerdì 11 giugno 1971. dalla mia collezione cartacea)

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1971/06/13. Prima settimana completa nello spazio per i tre cosmonauti della Soyuz 11. Oltre alla consueta seduta di ginnastica Dobrovolsky, Volkov e Patsayev hanno fatto anche il loro dovere di “bravi cittadini” sovietici, votando dallo spazio per le elezioni dei membri del Soviet Supremo.

(notizia all’interno dell’edizione di “Stampa Sera” di lunedì 14 giugno 1971. dalla mia collezione cartacea)

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Contribuisco al thread con un paio di bellissime illustrazioni spaziali russe della Salyut 1 provenienti dal libro “Dom na orbite” (casa in orbita) di P. Klushancev:

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Giusto per fare coppia con la prima illustrazione, di seguito, il famoso ed iconico poster sovietico con la vista in sezione della Salyut 1, quest’immagine per molti anni fu l’unica disponibile con vista interna di una stazione spaziale russa e pertanto riprodotta in numerose pubblicazioni anche occidentali.

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Bello! Eccone un’edizione “digitale”…
https://litresp.ru/chitat/ru/К/klushancev-pavel-vladimirovich/dom-na-orbite/2

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1971/06/14. Georgy Dobrovolsky, Viktor Patsayev e Vladislav Volkov proseguono regolarmente i compiti a loro affidati a bordo del laboratorio Salyut in orbita intorno alla Terra. Uno degli esperimenti in programma più importanti è la capacità dell’organismo umano di adattarsi alla mancanza di peso durante una probabile lunga permanenza nello spazio.

(da “La Stampa” del 15 giugno 1971. dalla mia collezione personale)

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1971/06/19. Prosegue il lavoro nello spazio in orbita intorno alla Terra dei tre cosmonauti della Soyuz 11. Oggi è un giorno speciale per uno dei membri dell’equipaggio: è il compleanno di Viktor Patsayev, 38 anni, e per lui non mancano dei regali “speciali” dai suoi due compagni di viaggio, Dobrovolsky e Volkov.

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1971/06/24. “Mosca. Con quindici ore di ritardo l’agenzia Tass ha annunciato oggi che i tre cosmonauti della Salyut hanno battuto tutti i precedenti primati di permanenza umana nello spazio”. Così i quotidiani italiani, (qui “La Stampa” del 25 giugno) danno notizia di un nuovo record stabilito dall’uomo nel cosmo. (dalla mia collezione cartacea)

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1971/06/28. Da più di venti giorni a bordo del laboratorio Salyut e dopo aver battuto ogni record di permanenza umana nello spazio, circola sempre più insistentemente nella capitale sovietica la voce dell’imminente ritorno sulla Terra dell’equipaggio della Soyuz 11, Dobrovolsky, Patsayev e Volkov. (“Stampa Sera” dalla mia collezione cartacea)

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1971/06/29. Il quotidiano “Stampa Sera” da notizia in un trafiletto in prima pagina del previsto rientro, da qui a qualche ora, sulla Terra dell’equipaggio della Soyuz 11. Una missione definita dall’agenzia sovietica Tass trionfale, ma che negli ultimi giorni ha visto svilupparsi un pricipio d’incendio ad un telescopio, una delle principali apparecchiature a bordo della Salyut, ed un deterioramento nei rapporti tra l’equipaggio. Comunque a Mosca i tecnici e gli scienziati che hanno seguito il lungo volo, insieme ai cittadini sovietici via TV, sono pronti ad accogliere i tre cosmonauti protagonisti di un nuovo record umano, che per il Cremlino rappresenta la risposta al primo sbarco umano sulla Luna, targato USA.

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L’epilogo tragico in agguato rende questa nota davvero triste…

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Che tristezza leggere che oltretutto, pure il rapporto fra i 3 si era logorato, un bel rientro a terra avrebbe sancito per loro la fine di stress,dolori,e chissà anche paura. terribile.

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E’ la notte tra il 29 e 30 giugno 1971, dopo la più lunga permanenza umana nello spazio da parte di un’equipaggio, i tre cosmonauti della Soyuz 11, Dobrovolsky, Volkov e Patsayev lasciano il la boratorio Salyut, dove hanno vissuto per più di tre settimane, preparandosi al rientro sulla Terra. Alle 23:35 ora italiana ha inizio la discesa. Tutte le operazioni di rientro funzionano “quasi” perfettamente (c’è da registrare un guasto nelle comunicazioni radio con la Base, non nuovo comunque durante i rientri delle Soyuz). Non appena la capsula tocca terra nella steppa del Kazahkstan le squadre addette al recupero aprono il portello: i protagonisti di una nuova grande avventura spaziale umana, sono al loro posto ma senza alcun segno di vita. Georgi Dobrovolsky, Viktor Patsayev e Vladislav Volkov hanno lasciato la loro vita nello spazio. E’ la terza tragedia umana nella storia dell’esplorazione umana nello spazio. ( “La Notte” e “Stampa Sera”, primi quotidiani con uscita pomeridiana a riportare il dramma della Soyuz 11. dalla mia collezione cartacea)

Il Disinformatico: 45 anni fa l’incubo della Soyuz 11 (attivissimo.blogspot.com)

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C’è da dire perché sia successo.

La causa fu individuata, praticamente da subito, in una valvola di equalizzazione che serve a riequilibrare la pressione interna con quella esterna a bassa quota, una volta aperto il paracadute principale della Soyuz.
Questa valvola aveva (ed ha) un sensore che in base allo “scossone” indotto dal dispiegamento completo del paracadute fornisce il comando di apertura della valvola.
Questo sensore ha letto, per errore, il distacco del modulo di rientro della Soyuz da quello di servizio come l’apertura del paracadute principale, aprendo la valvola ed esponendo al vuoto lo sfortunato equipaggio della Soyuz 11.

All’epoca per risparmiare peso e spazio gli equipaggi della Soyuz volavano sostanzialmente con una tuta di lana e lo “Snoopy Cap” con cuffie e microfono. Una situazione analoga a quanto facevano gli americani con i voli dello Shuttle (eccetto i primi tre) fino alla tragedia della missione STS-51L con il Challenger.
Per di più la valvola aveva un dispositivo di chiusura manuale il quale impiegava circa 60 secondi per completare il ciclo. 60 secondi che Dobrovolsky, Volkov e Patsayev non hanno avuto.

A valle dell’incidente accaddero i seguenti fatti:

  1. la Soyuz venne riprogettata passando dal modello 7K-OKS a tre posti al modello 7K-KT a due posti.
  2. I due cosmonauti indossavano (ed indossano ancora) le tute Sokol sviluppate dalla Zvezda a partire da combinazioni pressurizzate ad uso aeronautico dell’epoca (come fecero gli americani con la Mk IV per la marina divenuta la tuta Mercury).
  3. La valvola di equalizzazione fu dotata di un sistema automatico di chiusura al posto di quello manuale.

Nel corso degli anni seguenti la Soyuz, nelle sue varie declinazioni, ha avuto numerosi incidenti ma mai più nessuno mortale.

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Ed ecco due miei disegni (tratti dal libro “Spacecraft”) che illustrano le differenze tra 7K-OKS e 7K-T:

Nonché la tuta Sokol-K, impiegata a partire dalla Soyuz 12 in poi:

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wow, bei disegni e schemi. Cosa cambia da queste Sokol a quelle odierne? mi pare di ricordare che dai primi '80 abbiano adottato il design corrente. Oltretutto, in caso di depressurizzazione completa della capsula con indosso una di queste non si corre nessun rischio?
/domando proprio esplicitamente: se una Soyuz di oggi si dovesse depressurizzare totalmente, i membri dell’equipaggio con indosso le Sokol sarebbero al sicuro ,vivi e vegeti al rientro?) Nessuno nessuno? Certo oggi fa molto strano immaginare voli spaziali senza tute pressurizzate .Mi faceva stranissimo da ragazzino imbattermi nelle foto del periodo Pre-esplosione Challenger in equipaggi senza tute ma solo con caso munito di cuffie e microfoni…

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