SPACE OPERATION CENTER (1/144)

Riguardo ad alcune piccolissime cose che tu hai scritto, i nostri pti di vista non sono simili. Per quel che riguarda il sito di lancio SLICK-&, era stato realizzato ed era ormai pronto ad essere utilizzato; a causa della sfiducia da parte dei militari, il tutto venne abbandonato comunque sia, l’ho sempre ritenuta una buona idea e un buon progetto!
Stessa cosa dicesi x l’X-38 e l’X-33.

-La prima foto mostra una vista pi๠ravvicinata dello shuttle agganciato al SOC.
-Questa seconda foto mette meglio in evidenza anche i vari lavori svolti, nella stiva, per arricchire il tutto; oltre ai classici mancorrenti , posti sul carico utile, si puಠben vedere come siano anche posizionati sulla parte posteriore della stiva. Oltre quello, in piccolo, si puಠnotare anche il dispositivo per la chiusura manuale dei portelloni, in caso di problemi.
Pur essendo agli albori, avevo già l’immaginazione e la fantasia per creare pi๠dettagli possibilie per rendere pi๠“realistico” il tutto.
-Ecco, finalmente, una bella vista esterna dell’angar dove, al suo interno, vi è posto lo SPACETUG. In merito a quest’ultimo, mi sono sempre chiesto se, quando era chiuso, era pressurizzato e per lavorarci necessitava sempre l’utilizzo di tute EVA. Altra domanda, che mi sono sempre posto: " ma come avrebbero fatto a trasportarlo in orbita? " sicuramente smontato perಅ
-La vista da questa angolazione, a parer mioè fantastica! Lo Shuttle e il SOC visti dal basso .
Sul modulo della stazione, con un poco di fantasia, si puಠvedere i due punti di aggancio per il braccio robot ( i cerchietti di pvc nella parte superiore), i supporti per il sostegno del carico nella stiva( le due mezze lune gialle poste in vicinanza dei mancorrenti) e i mancorrenti stessi.

In un imballaggio piatto, come i mobili dell’ikea!!! :stuck_out_tongue_winking_eye:

Lo spacetug,in tutte le sue configurazioni,ha sempre avuto una cabina pressurizzata per l’equipaggio (ed in alcune versioni,anche un airlock).
Gli spacetugs avrebbero dovuto essere portati in orbita nella stiva dello Shuttle.

Su questo non avevo alcun dubbio dato che, con un veloce raffronto nella stiva dello Shuttle, del modellino, ho ben potuto evincere un suo stivaggio senza alcun problema. Il mio dubbio era in merito all’angar dove sarebbe stato posto lo SPACETUG, durante la permanenza in orbita.

Spero vivamente che non vi siate già stufati di queste foto, la carrellata è ancora lunga e quello da vedere ancora tanto. Se poi siete come il sottoscritto, non smetterei mai di guardare i miei modelli e le foto a tematica spaziale.

  • :scream: Vista dello Shuttle e del modulo inferiore della stazione.
    -In primo piano si può notare una porzione dell’angar con al suo interno lo Space tug; Questa vista serve a stimolare la vostra curiosità però, visto la mole di foto è ancora lontana quella che meglio vi farà vedere l’interno di quest’ultimo.
    -Una bella panoramica della stazione , vista da un’altra angolazione.
    -Questa foto, presa da una distanza inferioe, mette meglio in evidenza la struttura e i vari particolari presenti.
    -Una bella vista di “testa” della stazione con una bella vista della parte anteriore dell’angar. Da questa angolazione si può vedere meglio la sua forma e i due portelli che venivano aperti per permettere la fuoriuscita del TUG.

Quando hai iniziato a occuparti di modellismo astronautico?

Paolo Amoroso

Con il modellismo in generale, tipo aerei, elicotteri, carri armati, circa nel 1981; per quanto riguarda il modellismo nel settore dell’astronautica, si può dire il 1985-86, quando comprai a Salò, un bellissimo modello dello Shuttle in 1/72 , ancora presente nelle mie vetrinette!
All’inizio era solo un montare e verniciare poi, arricchendo la mia cultura e il mio sapere con riviste specializzate e libri, ho iniziato pia, piano a superdettagliare.
Confrontando i modelli di allora con quelli di oggi, devo dire che sono passato dalla capsula mercury all’X-33.

_La prima foto mostra la parte esterna dell’angar con, leggermente visibile, all’interno lo Spacetug; si può infatti notare, quello colorato di nero, il reattore che gli avrebbe permesso di muoversi sulle varie orbite e poter così andare a recuperare i vari carichi.
-Una bella vista del complesso dalla parte sotto.
-Un’altra vista dell’insieme SOC-SHUTTLE.
-Una vista più ravvicinata.
-Cambia l’inclinazione e la prospettiva del SOC; fra breve vi mostrerò le foto inerenti l’interno dell’angar con lo Spacetug.

Ecco finalmente lo SPACETUG all’interno del suo angar; forse vi aspettavate qualcosa di particolare però, vista la mia esperienza a quei tempi, sarebbe chiedere troppo. Comunque sia, nella sua semplicità, mi ha sempre affascinato .
-Alcune viste dall’alto dei moduli del SOC e dello Shuttle nella parte più bassa.
nell’ultima foto, si può vedere una parte della stazione dal lato dx.

Si prosegue con la carrellata di foto che da adesso mettono in evidenza il lato sx del SOC; certo è completamente uguale all’altro lato però , almeno dal mio pto di vista è sempre molto bello.
-In questa prima foto è messo in evidenza una parte del modulo di collegamento che serviva per unire i vari moduli. Incredibile il numero di punti di aggancio previsti, probabilmente era stata scelta questa configurazione in previsione di un suo ampliamento e un utilizzo a lungo termine.
In particolare si può vedere l’anello di connessione per le due ali di pannelli solari e , leggermente sfuocato, il sistema di razzi vernieri che avrebbero consentito gli spostamenti del SOC.
Probabilmente, anche in questo caso, come per la ISS, era stato previsto l’utilizzo dello Shuttle per gli alzamenti di orbita e i vernieri, presenti sul SOC, sarebbero stati utilizzati per eventuali orientazioni .
-Una vista dell’ultimo tratto, del modulo di connessione , con agganciato il modulo loigistico/laboratorio della BOEING.
-Una bella foto dell’angar con al suo interno lo Space tug; Qui si può ben vedere come era stata prevista la connessione con il SOC. C’era una sorta di doppio aggancio che fungeva da prolunga per l’angar; probabilmente tale soluzione era stata presa per tenere le distanze minime, dalla SOC ed evitare così un contatto in caso di apertura dei portelli.
Non conoscendo il sistema ideato, per il montaggio dell’angar, guardando con attenzione la foto, viene spontaneo immaginare uno scheletro interno composto da un reticolato che si apriva e poi, all’esterno, per proteggere il tutto, si ricopriva con una coperta termica. Potrei pure sbagliarmi però…
-Ancora un particolare che mette meglio in mostra, la struttura interna dell’angar.
-una bella prospettiva, dello Shuttle, agganciato al SOC.

Proseguiamo con una carrellata di viste che mostrano meglio alcuni particolari dei moduli e le poche decals presenti sul modello.
Nella prima foto è messo in primo piano il modulo pi๠in alto, escludendo quello della BOEING e si puಠben vedere come sarebbe stato “attaccato” al traliccio superiore
La seconda foto mette meglio in evidenza i particolari dei portelloni che avrebbero messo in comunicazione i vari moduli; come si puಠben vedere, come è ormai consuetudine in ogni modulko della iSS o navetta spaziale, al centro c’è sempre un piccolo oblಠche avrebbe permesso agli astronauti di vedere all’esterno della stazione stessa o meglio essereun pto di osservazione per vedere la Terra o altre parti del SOC.
Ancora un particolare del pto di connessione tra l’angar e il resto della stazione.
Ultimo particolare del SOC con in evidenza entrambi i moduli .

Belle ! :clap:

Grazie, fa sempre piacere sapere che altri apprezzano il lavoro enorme fatto.!!

Scusa se fino ad ora non ho commentato la tua realizzazione ma ero sempre preso a gustarmi i dettagli!
Un bel pezzo da collezione! :wink:
Tienilo stretto e con cura…
avrà sempre maggior valore…anche affettivo immagino! :stuck_out_tongue_winking_eye:

E’ un pezzo in “ostaggio” a casa dei miei genitori, non vogliono farmelo portare via , comunque sia è protetto in una vetrinetta ANTI-NIPOTI ed è sempre visionabile.
Stessa cosa dicesi per un ARIANE 4 (1/125), tenuto in “ostaggio” da mio fratello.

procediamo con la carellata di foto del SOC, mostrando qualche vista della parte posteriore dello Shuttle, zona motori e alcune viste della stiva con il suo carico.
Una bella vista dei motori, che con la poca esperienza di cui disponevo, ho cercato di valorizzare e di ricreare l’effetto usura dei tre motori. Non dico che quanto cercato mi sia riuscito perಠfa il suo effetto.
-La seconda foto mostra una bella vista all’interno della stiva; come si puಠben vedere c’è lo SPACELAB con il tunnel di collegamento e l’ODS. Per rendere il tutto pi๠relistico, ho aggiunto i vari mancorrenti per un’eventuale eva.
-La terza foto mette meglio in evidenza l’ODS e il piccolo modulo per l’uscita in eva degli astronauti. Oltre questo si possono ben notare i mancorrenti presenti sulla parte anteriore della stiva; Anche questi servono a rendere il tutto pi๠fedele al reale.
-Questa quarta foto mostra tutta la stiva dal lato sx della navetta; Per ricreare la tridimensionalità e i volumi, ho fatto uso di un grigio molto diluito e che rasenta quasi un bianco panna. Per quel che concerne il rivestimento termico dello Spacelab, ho fatto uso di stucco molto diluito e passato a pennello. Certo non è uguale al vero perಠfa il suo effetto. Se ora dovessi ripetere il lavoro, per riprodurre quel tipo di rivestimento, farei uso di altre tecniche e altri materiali.
-Una vista particolare della stiva che mette in luce altre zone e altri particolari.

Altre foto che mostrano il modello da altra angolazione.
queste quattro foto postate, mostrano più in dettaglio sia il braccio robot che sarebbe stato utilizzato dul SOC, sia la parte sx bassa della stazione con annesso lo Shuttle.
Ci sarebbero ancora tante foto da postare su questo modello però, visto che con il “servizio fotografico” ho già fatto abbondantemente il “giro di boa”, e si è potuto vedere il modello in tutte le sue parti e i suoi aspetti, chiudo qui la sezione fotografica.