L’idea del “bombardiere orbitale” nasce con gli studi di Eugene Sanger negli anni '30 e si concretizzano in piena Seconda Guerra Mondiale con i due progetti concorrenti del fantastico (e fantascientifico) Sanger-Bredt “Silbervogel” (Uccello d’argento) e del più realistico A9/A10 di von Braun.
Nessuno degli alleati pensò minimamente ad attaccare le forze dell’Asse dallo Spazio, specie considerando che proprio gli USA furono in grado di sfornare bombardieri con un’autonomia sempre maggiore dal Boeing B29 fino al colossale Convair B36.
Nel dopoguerra gli studi tedeschi provocarono un enorme eco sia negli USA come negli URSS. Stalin voleva a tal punto un bombardiere orbitale da convincere (o costringere, a seconda dei punti di vista)l’accademinco Msistlav Keldysh a rimaneggiare il progetto del Silbervogel in un qualcosa di tecnicamente più realistico, senza però approdare comunque a nulla.
Nel frattempo gli americani avviano una vasta serie di progetti tutti più o meno incentrati sulla possibilità di realizzare un bombardiere orbitale in grado di sganciare ordigni atomici sull’URSS, quindi assistiamo al proliferare dei vari “Brass Bell”, “RoBo (Robot Bomber)”, “BoMi (Bomber Missile)”, “Hywards”, “Fish”, “Kingfish” ecc. i cui risultati vengono poi fatti confluire, in un modo o nell’altro, nel programma DS-1 Dyna Soar poi X-20.
Nel 1963, quando oramai è entrata in servizio la prima generazione di ICBM (Atlas A, Titan I, Titan II e Minuteman 1) con la fine del programma X-20 finisce anche l’idea di realizzare un bombardiere orbitale, almeno negli Stati Uniti.
In russia gli studi continuano ancora con una serie di spazioplani, più o meno militari, progettati a cavallo tra la fine degli anni '50 e l’inizio degli anni '60 (VKA, VKA-23, M-48, Kosmoplan/Raketoplan, PKA ecc.) i quali confluiscono tutti nel progetto del 50/50 Spiral. Naturalmente anche i russi si rendono conto, alla fine degli anni '60 che il gioco non vale la candela e cercano di trasformare, senza successo peraltro, il progetto dello Spiral OS da bombardiere in un caccia/ricognitore spaziale.
Come si può vedere quando gli americani avviano il programma STS, nel 1969, è chiaro a tutti che un veicolo del genere non è competitivo, rispetto agli ICBM, come bombardiere orbitale e l’unico utilizzo militare di un certo rilievo è come vettore. Nel 1976 quando i russi decisero di avviare il programma Buran, come mera copia dello Shuttle (anche se poi si è evoluto in maniera differente) i loro militari erano stranamente convinti che gli americani potessero utilizzaro, contro ogni evidenza, come bombardiere orbitale nonostante la comunità scientifica russa abbia sempre trovato risibile questa idea.
I fatti hanno poi dimostrato che, nel corso degli anni, le poche missioni militari svolte dallo Shuttle sono state principalmente rivolte al lancio di satelliti spia ed a qualche esperimento tecnologico (nel campo delle comunicazioni criptate ad esempio). Il costo, la sua intrinseca vulnerabilità, i tempi di preparazioni biblici ed il personale coinvolto rendono lo Shuttle il mezzo meno idoneo in assoluto a compiere delle azioni di guerra, di qualsivoglia tipo esse siano.