segnalo un nuovo libro (in italiano !) dedicato allo Space Shuttle.
Si intitola appunto “Space Shuttle” ed è scritto da Carlo Di Leo. IBN Editore. 2008 18.50 euro
Su JP4 di un paio di mesi fa c’era anche la recensione. Io cell’ho e mi sembra un ottimo libro.
IBN sta per Istituto Bibliografico Napoleone che è anche titolare della libreria Aviolibri di Roma.
A Sat Expo 2009 Aviolibri avrà un proprio stand dove saranno in vendita libri di aeronautica e spazio e dove, ovviamente, si potrà trovare anche il suddetto libro.
Per prospettive future l’autore intende quei progetti di spazioplano che rimasero sulla carta senza mai vedere la luce. Ossia Hermes Hope Sanger e Hotol oltre ai vari aerei X.
Un accenno anche a Buran ma il tutto in poche pagine.
Io l’ho comprato proprio alla fiera. Sto a metà libro, bah sinceramente mi aspettavo di meglio.
Le prime 80 pagine ripete ogni pagina la stessa cosa, sembra una specie di enorme lavaggio del cervello…opinione personale eh
Ho letto sia quello di Carlo di Leo che “Dallo Sputnik allo Shuttle” di Guidoni.
L’impressione sul primo non è cambiato per tutto il libro, non amo criticare ma quando ci vuole ci vuole. Mi sono sentito un pò preso in giro leggendo il libro di Carlo di Leo, pesantissimo come modo di scrivere e ripetitivo e prolisso come mio nonno che mi racconta 100 volte della “guerra”.
Ma non è possibile che abbia ripetuto per 200 volte le stesse identiche cose, anzi ogni volta dava un’approssimazione diversa ai numeri (tipo peso, spinta…).
Ogniuno dia il suo giudizio e badate bene non voglio fare nessuna critica in particolare sto solo esprimendo il mio parere…ma il risultato è un libro veramente pessimo.
Il libro di Guidoni è un altro universo, ma non c’è neanche paragone. Carinissimo con aneddoti e nozioni serie, sebbene fosse senza figure e in un formata di stampa “meno attraente”. Insomma l’apparenza inganna e secondo me questo è il classico esempio.
Non so se avete presente le copertine ma a primo impatto davo come migliore lo “Space Shuttle” dieci a zero su Guidoni e invece…
Io sono arrivato solo a pagina 100 più o meno, del libro di di Leo… l’impressione sulla sua prolissità la concordo pienamente. Penso che la frase “lo shuttle atterra come un aliante” l’avrò letta una trentina di volte, già
e non sai quello che ti aspetta dopo, cioè prima della fine ti ripete per la centesima volta “ehi ti ricordi che gli SRB sono due e sono un componente dello Shuttle”…no me ne ero dimenticato grazie che me lo hai ricordato un’altra volta
L’ho letto anch’io ed ho scritto una recensione per Coelum (dovrebbe essere sul numero di Maggio in uscita).
Concordo con voi sullo stile e sulla forma (penso che AJ abbia notato che ci sono fino a 8 pagine consecutive senza la chiusura del capoverso: molto stancante…) e sul fatto che è ripetitivo (anche le illustrazioni sono un po’ approssimative), ma è da tenere presente che se cerchiamo qualcosa in lingua italiana, purtroppo, non troviamo nulla che contenga i dati presenti in questo volume.
Diciamo che comunque non è tutto da buttare e alcune informazioni sono anche interessanti, ma purtroppo si perdono nella marea di parole…
Insomma, per chi non sa nulla dello Shuttle e non conosce l’inglese, oltre a non avere molte alternative, alla fine di questo libro le cose le ha imparate…
Il fatto strano è che dà l’idea che non sia nemmeno stato riletto: un correttore di bozze che rilegge questo libro si accorge di frasi infinite, concetti ripetuti e impaginazione ferraginosa. E’ un po’ un peccato… Nell’era di internet ci vuole un po’ di più per far presa sul pubblico. Esigente come non mai in questo campo.
Con il senno di poi io lo riacquisterei comunque. Restano molti difetti ma probabilmente lo ricomprerei anche per dare coraggio ai futuri scrittori di libri in italiano del settore
Semmai il dubbio è: “rischiare” i miei soldi, specialmente in questo periodo nerissimo per il mondo del laoro per incentivare i futuri scrittori di libri in italiano, oppure astenermi dall’acquisto, sperando così di fare una spece di selezione naturale, premiando con l’acquisto, un libro più meritevole?
Ragazzi, capisco e condivido le vostre obiezioni, ma non dimentichiamo mai che le critiche vanno poste con il giusto fair play.
Visti alcuni errori non solo tecnici direi che se il libro è da “stroncare”, una buona parte di responsabilità è dell’editore, che non ha pensato di far rileggere ad un correttore di bozze preparato un manoscritto legato ad una materia tanto tecnica.
Potremmo anche fargli sapere che esistiamo, e che tra noi qualche volontario per la rilettura di almeno parte del testo lo troverebbero, in cambio di buona pubblicità e menzione nel volume