SpaceShipTwo - Primo volo con le ali in bandiera

Nelle prime ore del mattino di mercoledi 4 Maggio nei cieli sopra il deserto del Mojave, SpaceShipTwo, la prima astronave commerciale del mondo, ha effettuato un volo di rientro utilizzando per la prima volta la sua peculiare configurazione con le ali in bandiera.

Questo volo di prova, il terzo in meno di due settimane, segna una nuova pietra miliare nel cammino verso i test di volo a motore e per l’inizio sempre piu’ vicino dei primi voli suborbitali commerciali.

SpaceShipTwo (SS2) battezzato con il nome di VSS Enterprise, ha gia’ effettuato sette voli solitari da quando e’ stato presentato al pubblico nel dicembre del 2009.

SpaceShipTwo e’ decollato alle 06:43 ora locale, attaccato all’aereo madre WhiteKnightTwo (WK2) chiamato anche VMS Eve.
Ai comandi di SpaceShipTwo vi erano i piloti collaudatori di Virgin Galactic Pete Siebold e Clint Nichols, mentre Mark Stucky, Brian Maisler and Brandon Inks erano a bordo dell’aereo madre, caratterizzato dal design a doppia fusoliera gemella.

Dopo una salita di 45 minuti che ha permesso al complesso composto da WhiteKnightTwo e SpaceShipTwo di raggiungere la quota di 51500 piedi, SpaceShipTwo si e’ staccato dall’aereo madre WhiteKnightTwo.
Dopo aver raggiunto uno stabile profilo di discesa e’ stata attivata la tipica modalita’ di rientro di SpaceShipTwo con le ali in bandiera, cioe’ la rotazione di 65 gradi, rispetto alla fusoliera, dei profili alari di coda permettendo una discesa controllata quasi in verticale, ad una velocita’ di circa 15500 piedi al minuto.

Dopo circa 1 minuto e 15 secondi, al raggiungimento della quota di circa 33500 piedi, i piloti hanno ripristinato il profilo alare dell’astronave permettendo in questo modo al velivolo di volare come un aliante e di toccare la pista di atterraggio circa 11 minuti dopo il distacco dall’aereo madre.

Il test e’ stato completato con successo cosi’ come sono stati pienamente raggiunti tutti gli obiettivi prefissati.

La genialita’ di questa soluzione semplice ma altamente innovativa e’ merito delle idee e della filosofia di Burt Rutan, fondatore di Scaled Composites, l’azienda che ha curato, per conto di Virgin Galactic, la progettazione e la realizzazione di questi velivoli mediante un massiccio utilizzo delle fibre di carbonio.

La configurazione che vede i profili alari di coda ruotati di 65 gradi, nella prima fase di rientro nei bassi strati dell’atmosfera, permette un controllo stabile del velivolo anche senza ricorrere a controlli computerizzati dell’assetto, i cosiddetti fly-by-wire.

La combinazione di semplicita’ costruttiva unita al peso ridotto ed alla elevata resistenza dei materiali ha fatto si che non servano particolari sistemi di protezione termica. Infatti SpaceShipTwo non e’ dotato di scudi termici o di piastelle di protezione.

Fonte: Virgin Galactic

Decisamente una buona notizia!

A quando i primi voli commerciali?

Si beh, non gli serve uno scudo termico anche perchè è un “semplice” volo sub-orbitale e quindi non raggiunge le velocità orbitali. Non è tutto merito della progettazione…

Foto dell’Enterprise bandierata


Molto bella la foto! :ok_hand:

Veramente una bella foto! :clap:

Deve avere lo stesso rapporto portanza/peso di un mattone pieno. Già che vien giù a 280 km/h di velocità verticale… come un mattone, appunto. Direi che è uno stallo controllato, ma qui lascio la parola agli aerodinamici.

Che strana espressione: ali in “bandiera”.
Ho dovuto impiegare un minuto per cercare di capire cosa significasse…

E’ strana anche per il mondo aeronautico, in genere si usa il termine (sin dagli albori) di “elica in bandiera” per indicare il fatto che le eliche (quelle a passo variabile) si dispongono secondo il flusso aerodinamico, appunto come una bandiera che si dispone nella direzione del vento prevalente.

Pur essendoci stati in passato velivoli che utilizzavano ali incernierate ad incidenza variabile (uno per tutti il Vought F-8U Crusader, che utilizzava questa tecnica per ridurre la velocità di appontaggio alle portaerei) nessuno prima di Rutan aveva ipotizzato un uso simile per un’ala, o meglio per una generosa porzione di essa dato che il bordo d’attacco resta fisso, in cui la parte rotante dell’ala si comporta (in buona sostanza come direbbe Camilleri) come un grosso aerofreno.

Il termine “messo in bandiera” (feather) si usa di solito per descrivere un operazione che un elica di barca oppure di aereo subisce al fine di ridurne la portanza idro o aerodinamica.

Mettere in “bandiera” l’elica serve a disporre le pale trasversalmente al flusso dell’acqua o dell’aria.

Questo meccanismo di riduzione della portanza aerodinamica e’ stato utilizzato da Scaled Composites per le ali del troncone di coda dei velivoli SpaceShipOne e SpaceShipTwo.

Grazie per le sipegazioni.

Per me la messa in bandiera è “parallelamente” al flusso; se la metti trasversale hai la massima resistenza. In termine marinaro è una vela messa a collo, cioè parallela al flusso d’aria, e serve per non far avanzare la barca (messa in cappa).
Per quel che riguarda l’ala di Rutan non saprei… in effetti lui ruota la coda in modo trasversale al flusso, per ottenere la massima resistenza. Forse ci va una traduzione migliore? Di sicuro una bandiera non si mette di traverso al vento :slight_smile:

non vorrei sbagliare ma non credo che sia così, a me sembra che la parte posteriore dell’ala, quella appunto messa in bandiera, vada a disporsi secondo il flusso dell’aria mentre lo spazioplano rientra nell’atmosfera con la parte fissa dell’ala posta perpendicolarmente al flusso dell’aria.

il corretto funzionamento del sistema dell’ala mobile credo che sia poi generata dall’effetto stabilizzatore e dalla portanza che si genera sulla parte mobile dell’ala man mano che lo spazioplano incontra strati sempre più densi dell’atmosfera…
assolutamente IMHO…

Oggi non faccio molto testo, ma io la penso esattamente come corgius.
Il velivolo scende planando con le ali del troncone di coda che fungono da stabilizzatore, ponendosi in direzione del flusso aerodinamico, o meglio, credo che l’inclinazione del troncone di coda determini l’assetto di discesa del mezzo.

Per quel che può valere (lim x → 0+), anche secondo me è così.
Le parti mobili danno la stabilità e determinano la traiettoria di rientro, in pratica viene giù quasi verticale di “pancia” fino a che non trova uno strato sufficientemente denso di aria

Si esatto, in realtà non è la parte mobile che agisce da freno ma la fusoliera in quanto il velivolo in quella condizione di volo “plana” con un AOA elevatissimo, in pratica è fortemente stallato, e comunque stabile per via delle superfici aerodinamiche posteriori.

A quelle velocità le alette perpendilcolari (in opposizione) al moto per mè si sarebbero dovute strappare via a causa dello sfozo.
Certo che scendono con un angolo bello ripido.

ma non credo rientri a velocità molto elevate… in effetti la velocità massima che raggiunge SS2 credo sia nell’ordine di Mach 4, poi, spento il motore inizia il volo parabolico che la porta fuori dell’atmosfera fino a ridurre la velocità praticamente a zero, al rientro in atmosfera avrà una velocità elevata ma non paragonabile assolutamente, per esempio, a quella di uno Shuttle…

D’accordo, ma se quelle alette fossero in opposizione, vista anche l’ampia superficie, anche un minimo di velocità le strapperebbe via. Sono rimasto un bel pò a guardare al foto sopra, ed il mio mezzo sospetto è stato chiarito anche da altri interventi prima del mio.

sicuro si fermi all’apogeo della parabola? credo che a zero si riduca solo la velocità rispetto a Z e non a X, ma questa è solo una mia ipotesi.

ciao

Raffaele

P.S.
Ma il buon Archipeppe ha già fatto delle tavole sulla VSS Enterprise?