L’uomo alla conquista dello spazio. Tuttavia ci sono molti ma, come le vittime accertate degli ultimi clamorosi fallimenti spaziali. Ecco che un modo per rendere piu’ sicura l’esplorazione dello spazio consiste nell’approntare, per ogni lancio, un lancio di riserva con tanto di missile identico al primo ed equipaggio di riserva. In caso di normale svolgimento della missione nessun problema. Tuttavia, in caso di grave malfunzionamento, ecco che nel giro di cinque ore parte la missione di salvataggio.
Questo sarebbe anche un modo per far sentire molto piu’ sicuri gli astronauti che partono per una data missione.
Basti pensare che qualcuno ha fatto un calcolo delle probabilita’ composte che lo Space Shuttle avesse un malfunzionamento: 1/27. Con uno Space Shuttle di riserva si sarebbe ottenuta una probabilita’ composta pari a 1/27 * 1/27 =^= 1/1000mo.
Non mi torna molto il tuo uso delle probabilità:
Il challenger sarebbe esploso in volo a prescindere dalla presenza o no di un altro shuttle pronto a partire ( che cmq sarebbe stato sottoposto alle stesse condizioni climatiche dell’altro quindi stesso rischio …)
E’ più o meno la strategia adottata post Columbia e che ha dato una grossa mano a far chiudere il programma
Era già troppo costoso avere UNO shuttle pronto, figuriamoci due.
Questo se parliamo al passato.
Al presente\futuro direi che il punto 1 rimane tale e quale e per il punto 2 al momento non ne esiste neanche una di capsula/spazioplano/astronave ( parlando di USA ) e tu ne vorresti addirittura due
Per i russi beh sull’iss ci sono tante soyuz quanti occupanti, quindi perchè mandare su un altra squadra?
Se la soyuz non riesce ad agganciarsi può sempre tornare giù e se non può neanche tornare giù cosa vorresti fare? Mandare su un altra soyuz per fare un rendez vous con la capsula danneggiata e portare in salvo in “qualche modo” l’altro equipaggio fino alla ISS ( perchè in 6 non ci stanno nel modulo di discesa ( sempre che ci “entrino” in 6 a prescindere )
E poi che tipo di missione di salvataggio intendi?
Se il malfunzionamento è un KABOUM alla partenza c’è poco da salvare, e per tutte le altre emergenze che mi vengono in mente direi che sarebbe più semplice avere una " scialuppa " a bordo della missione già in orbita che mandare una squadra di soccorso
Per come la vedo io, le fasi + pericolose e critiche di uno shuttle sono il decollo, e l’atterraggio. In quelle due fasi avere un altro shuttle pronto in rampa non serve a molto.
A parte l’ultimo disastro, ammesso che si fossero effettivamente accorti del danno allo scudo, cosa che non é chiara.
E per salvarli sarebbe bastato che lo shuttle avesse la possibilità di agganciarsi alla ISS cosa che al momento hanno tutti i velivoli manned
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Semplicisticamente parlando per la NASA il Columbia non era in serio pericolo, quindi se anche (paradossalmente) avessero avuto uno shuttle di salvataggio in rampa probabilemente non lo avrebbero lanciato.
Non hanno neanche trovato i soldi/tempo/volontà di fotografare lo scudo termico figurati lanciare un altra missione
Il Columbia è esploso al rientro perché nessuno si era accorto del danno. Con uno shuttle di riserva non cambiava nulla perché nessuno si aspettava il danno all’ala e all’epoca gli shuttle non erano equipaggiati per effettuare ispezione dello scudo termico in orbita. Questa possibilità è stata implementata dopo l’incidente.
Sia la sciagura del Challenger che quella del Columbia con il tuo metodo non la evitavi. Idem tutti gli incidenti avvenuti alle Soyuz agli albori quando persero due equipaggi in fase di rientro.
Per il resto condivido pienamente quello scritto da Isapinza.
Il danno non è stato valutato come pericoloso per il rientro. Era stato anche rilevato l’impatto del pezzo di schiuma/ghiaccio, ma appunto non considerato pericoloso per il rientro.
No. Semplicemente non c’era alternativa al rientro. Il punto e’ che non era stata approntata una missione di salvataggio. Le immagini parlano chiaramente, c’era l’intera superficie di un’ala squarciata.
Due punti
il Colunbia non esplose, ma subì danni da eccessiva accellerazione cii la struttura non era proggettata a resistere.
i sistemi automatici di bordo sino a ad una certa fase corressero l’iniziato cedimento dell’ala sino a quando pilota e comandante non presero in carico manualmente il veicolo per l’ultimo tentativo di riallineare il sistema.
Il danno era stato evidenziato, ma in precedenti occasioni l’integrità del sistema era stata conservata e le decisioni (col senno di poi) si rivelarono infauste.
La dietrologia denigratoria, spicciola fatta dopo, con argomentazioni superficiali non portano ad alcuna crescita, né fra esperti del settore, né fea amatori dello stesso.
Poniti quo ante ed allora puoi fare le corrette valutazioni. Poniti coi dati scaricabili gratuitamente e poi puoi giudicare fallimentare o meno un sistema.
STS fu chiuso anche perché aumentando i parametri di controllo di qualità interni ed esterni aumentavano i costi, cosa che avviene in tutte le aziende serie del mondo. Poi se i fondi non possono aumentare di deve necessariamente dare una data di fine.
Purtroppo il Columbia lo avresti salvato solo dopo averlo perso.
I controlli e le verifiche studiate per evitare incidenti come quello del Columbia sono stati approntati solo dopo la tragedia…
Dalle foto orbitali che ho visto io si vedeva una crepa di qualche decina di centimetri di lunghezza e forse 1 cm di larghezza, no un’ala completamente squarciata. Hai una foto di questa ala? Sono davvero curioso!!!
O forse non frequentiamo lo stesso mondo!?!
Diciamocelo onestamente, al di là di pubbliche relazioni istituzionali o di voler trovare un colpevole a tutti i costi, il rientro era l’unica cosa fattibile, anche se il danno fosse stato compreso come potenzialmente letale.
Columbia non avrebbe potuto rimanere in orbita più a lungo nè attraccare alla ISS a causa della insufficenza del propellente e dei consumabili di bordo per quanto riguardava ossigeno ed energia( fuel cell).
la scelta era tra lasciare morire gli astronauti in orbita o tentare il rientro con qualche risicata possibilità di riuscire ad atterrare .
Non avrei mai voluto essere nei panni di chi si è dovuto assumere questa difficile responsabilità.
Per quanto riguarda invece un ipotetico mezzo futuro per effettuare missioni di salvataggio, io pensavo ad una specie di mini ATV / cygnus modificato in grado di agganciarsi autonomamente ad un mezzo spaziale in difficoltà, per fornire energia, spazio abitabile , magari poter fare un reboost dell’ orbita, consumabili(cibo,acqua aria/ossigeno) , fornire un airlock per eventuali EVA di emergenza ecc… per dare il tempo di organizzare una missione di recupero vera e propria, lanciabile con un vettore a basso costo (falcon1 , vega ecc…) da tener pronto in rampa o preparabile in pochi giorni .
Anche disponendo di un mezzo simile, comunque, degli incideti finora successi l’unico recuperabile sarebbe stato solo ed esclusivamente quello del Columbia.
Potrebbe essere un’idea quella del miniATV ma devi usare almeno un Atlas 5 o Falcon 9. Con il Falcon 1 e Vega non riesci a lanciare neanche un miniATV monoposto.
The frog in una discussione che sia fondata e non “da bar”, quello che si asserisce va circostanziato.
Anche perché l’azione di circostanziare é conseguente a quella di informarsi, di cercare su internet e non, e quindi di arricchire se stessi e con obiezioni fondate gli altri, e quindi questo forum.
Ciò che si conosce “per sentito dire” non é conoscenza, ogni argomento va sviscerato a fondo, se si vuole essere protagonisti e non sùccubi.
ciao! guarda che quella foto che tu hai visto sui quotidiani o servizi televisivi dell’epoca non riguardavano quel volo! lo posso assicurare tranquillamente: è più di quarant’anni che colleziono quotidiani con imprese spaziali!!!
P.S: eventualmente posta la foto che dici. grazie