Spazioplano segreto dell'USAF rivelato?

Se confermata, questa notizia sarebbe una bomba!
http://www.aviationnow.com/avnow/news/channel_awst_story.jsp?id=news/030606p1.xml

Mi associo se la notizia è vera rappresenterebbe uno scoop cosmico!!!

Anche se nell’ambiente “rumori” di possibili collaudi di piccoli veicoli spaziali da parte dell’USAF sono sempre girati (del resto a che servirebbe l’Area 51?? Escludendo la ridicola ipotesi che possa ospitare alieni vivi o morti e-o relitti di dischi volanti…).

Il progetto di un piccolo aerospazioplano lanciato da un aereo madre ha radici antiche, infatti risale alla fine degli anni '50 il primo progetto che prevedeva di lanciare una mininavetta (Fish - Kinghfish) da un B-58 Hustler, un bombardiere (costruito dalla Convair) capace di arrivare a Mach 2,2.

Durante gli anni '60 la NASA, in collaborazione con l’USAF, ha studiato estensivamente una versione orbitale del famoso North American X 15, equipaggiata con ali a delta e denominata X 15B.

L’X 15B doveva avere come aereo madre (manco a dirlo) il secondo prototipo del Valkirye, quello precipitato nella drammatica collisione in volo con lo NF 104 pilotato da Joe Walker.

A questo punto entrano in gioco i corpi portanti ed il famoso programma “Aurora”.

Infatti, a partire dalla fine degli anni '60 l’USAF investiga con la NASA ben tre configurazioni di corpi portanti: X24A, HL 10 e M2F2-F3.

Quella più promettente si rivela essere il Martin Marietta X24A (che poi darà origine allo X38), agli inizi degli anni settanta l’X24A viene estesamente modificato nella versione X24B, praticamente passa dalla configurazione a corpo portante a quella di un tipico veicolo ipersonico a pianta triangolare.

Dopo una serie di voli coronati da successo USAF e NASA decidono di andare oltre e progettano, insieme alla Martin da poco divenuta Lockheed-Martin (questo nome vi dice niente??) l’X24C un vero e proprio mini spazioplano destinato ad investigare il volo ad alti numeri di Mach, praticamente l’anello di congiunzione tra l’X15 e lo Space Shuttle (in quegli anni in corso di progettazione).

C’è da notare che tutti i corpi portanti necessitano, così come l’X 15, di un aereo madre per poter volare…

Alla fine degli anni settanta il progetto X24C comincia a far perdere le sue traccie, ufficialmente viene sospeso (si badi bene, non cancellato sospeso) ma dopo un pò di tempo la sua denominazione viene mutata in NHFRF (National Hypersonic Flight Research Facility) una denominazione di comodo che non dice nulla ed ha il solo scopo di far “sparire” l’X24C dalla circolazione.

A questo punto anche la sigla NHFRF viene fatta sparire ed incominciano, insistentemente, a circolare delle voci circa un possibile programma Aurora, legato (erroneamente) allo sviluppo di aerei “stealth”, in realtà sappiamo che il programma sugli aerei stealth rientrava sotto la voce “XST” o con il nome in codice di “Have Blue”.

All’inizio degli anni '80 dovrebbero essere cominciati i primi voli della combinazione aereo-madre (Valkirye 3??) e veicolo ipersonico triangolare (X24C??), ed infatti a partire da questo periodo che vengono fatti risalire i primi avvistamenti attendibili nell’area intorno al Dry Groom Lake (dove si trova Area 51).

Nel giugno del 1982 l’allora rivista aeronautica pubblico un interessante articolo sullo sviluppo degli aerei stealth (continuando ad associare a tale progetto la denominazione Aurora).
Nell’ambito di questo articolo venne pubblicata una fotografia, mai più vista altrove, la cui didascalia recitava essere uno dei prototipi dello Stealth.

Se la foto non è un falso (e non sembra tale, nemmeno secondo l’opinione dell’autorevolissimo Nico Sgarlato redattore dell’articolo) mostra la silohuette di un velivolo molto grosso, dotato di ala a delta, con una sezione propulsiva posta sotto la coda e presumibilmente supersonico.

Tutte caratteristiche che con lo Stealth così come lo conosciamo non hanno niente a che vedere.
Sgarlato diceva (a ragione) che il velivolo aveva un che di “deja vu” ma non riusciva a collocarlo nella giusta casella. Dopo una lunga analisi configurativa ho determinato che si tratta (guarda caso) di un Convair Hustler modificato (nuova sezione propulsiva e winglets alle estremità dell’ala). Dato che il velivolo, dipinto di “nero-Blackbird” sembra avere la classica fascia gialla della NASA sulla deriva, potrebbe trattarsi di uno dei tre NB-57 posseduti dalla NASA negli anni '60 ed impiegati (guarda un pò) proprio come test-bed per impianti propulsivi innovativi.

Questa, dunque, sarebbe la prima prova diretta del fatto che negli anni '70 gli americani avevano allo sviluppo una tecnologia (seppur primitiva) ipersonica della quale l’NB 57 raffigurato nella foto (sempre che non sia un falso) era probabilmente un dimostratore di tecnologia in attesa di installare l’unità propulsiva a bordo dell’X24C.

A questo punto, e siamo alla metà degli anni '80, si parla sempre più diffusamente di Aurora come di un velivolo ipersonico in grado di decollare, volare in ipersonico ed atterrare come un normale aereo.
Tutto questo perfettamente in linea con il progetto NASP della NASA.

Personalmente ritengo che questo sia stata l’ennesima opera di disinformazione attuata dagli americani, in maniera analoga a quanto avvenuto con la vera configurazione dell’F-117 (erano state rilasciate molte immagini e modellini di un bel velivolo ad ala ogivale molto aerodinamico, all’opposto di quello vero sgraziato ed angoloso).

In realtà l’Aurora (oppure il Blackstar?? Ancora un cambio di denominazione???) era un velivolo ipersonico-sub-orbitale o “once around” ma derivato dall’X24C e sganciato in volo da un potente aereo madre molto supersonico (ricordiamici che il B 70 era stato progettato per volare a Mach 3 ed oltre).

Alla fine degli anni '80 circola una fotografia che (se non è falsa) rappresente un X24C in volo poco dopo lo sgancio dall’aereo madre.

Probabilmente la descrizione dell’Aurora data in pasto alla opinione pubblica era volutamente vicina a quella del NASP per poter giustificare l’esistenza di questo progetto, ed a questo punto c’è da credere a quel tizio della Lockheed-Martin che dice che la sua azienda non ha mai davvero lavorato al programma NASP e che i fondi andavano in altra direzione (e questo spiegherebbe anche l’estinzione del programma X 30).

Arrivati agli inizi degli anni '90 il sistema Blackstar dovrebbe essere divenuto operativo o semi-operativo (dopo una decina d’anni di sviluppo e sperimentazione) sopratutto a giudicare dalla mossa “a sorpresa” dell’USAF che nel 1991 mise a terra tutta la sua flotta di SR-71 adducendo motivi di costo. Molti all’epoca pensarono che semplicemente l’USAF aveva messo in linea il suo successore, e che quindi non aveva più senso mantenere operativi i Blackbird.

Il sistema Blackstar potrebbe essere stato operativo o comunque funzionale durante gli anni '90, ed arriviamo alla clamorosa dichiarazione di questi giorni, che se confermata dai fatti renderebbe evidenza (e giustizia) di oltre 40 anni di studi, ricerche e sperimentazioni in questo campo.

Il sistema Blackstar potrebbe essere stato operativo o comunque funzionale durante gli anni '90, ed arriviamo alla clamorosa dichiarazione di questi giorni, che se confermata dai fatti renderebbe evidenza (e giustizia) di oltre 40 anni di studi, ricerche e sperimentazioni in questo campo.

Si, archipeppe,
infatti a me personalmente interessa poco (e non mi sorprenderebbe più di tanto) la rivelazione dell’esistenza di un segreto militare ben custodito; piuttosto sarebbe straordinario il fatto che sia esistito un progetto tanto avanzato nel campo dei veicoli spaziali, e che attinge ai primi design dello space shuttle “ibridati” con i concetti dei lifing bodies.

Sarebbe una vera libidine poterne sfogliare i dettagli tecnici…

Se fosse vera, anche solo in parte, la mia analisi potremmo osservare che questo presunto progetto Blackstar in realtà attinge a progetti e tecnologie che risalgono a più di 30 anni fa e che sarebbero giunte a maturazione non prima di 15-20 anni fa.

Anch’io sbaverei (e non poco) per dare un’occhiata ai progetti, dubito che sarà mai (parola grossa) possibile farlo… :wink: :wink:

Negli ultimi tempi giravano parecchie voci.Tra i vari “rumors” raccattati sui forum Americani,si parlava appunto dei materiali per assemblare il terzo B-70,che avrebbero dovuto essere custoditi in un certo hangar e di cui si erano perse le tracce da tempo.C’era la storia di un testimone credibilissimo che giurava di aver visto,alla fine degli anni 90,un Valkirye con un X-20 Dyna Soar attaccato sotto la pancia.Se l’esistenza dello spazioplano fosse confermata sarebbe una notizia clamorosa.L’USAF avrebbe per le mani una navetta che per quanto più piccola è notevolmente più avanzata dello Space Shuttle ! Tra l’altro questo potrebbe spiegare perchè la NASA punta allegramente su una capsula anzichè studiare un sostituto dell’Orbiter.Certo,mi sembra incredibile che vi siano stati voli spaziali senza che nessuno ne abbia saputo nulla.Inoltre,a che dovrebbe servire lo spazioplano militare? per lo spionaggio ormai ci sono i satelliti.Sabotaggio ? i Russi volano insieme agli Americani,i Cinesi procedono a passo di lumaca,e non mi risulta che “Al Queida” abbia un programma spaziale militare.

…non e che x caso i militari e la NASA ci fanno bere la storia dell CEV come sostituto dello shuttle,e invece presenterano alla fine dei voli dello shuttle…X24C…come sostituto,e il CEV come mezzo per trasporto x la ISS, e per andare sulla luna ???
Sarebbe bello…! :roll_eyes: :roll_eyes:

No,questo è impossibile.Lo spazioplano è capace di volare soltanto in orbita molto bassa,inoltre deve avere un abitacolo piccolissimo,tipo Jet da caccia.Però partendo da questa tecnologia si potrebbe forse costruire una navetta per il LEO (Low Earth Orbit).

In ogni caso chi lo ha visto in forma di X20 e sotto la pancia di un B 70 dice due inesattezze:

  1. Assolutamente non può essere l’X20 la cui linea di sviluppo è stata arrestata nel 1963 senza nemmeno arrivare al primo prototipo. E’ probabile che sia stato scambiato con l’X24C, e per un occhio inesperto non è difficile sbagliare (entrambi piccoli, neri, angolosi e bideriva). In questo caso, però, X24C sarebbe più plausibile perché la sua linea di sviluppo si sarebbe arrestata intorno al 1980, con almeno un prototipo costruito e collaudato.

  2. Se il vettore madre è davvero il B 70, la mininavetta (quale che sia) non può essere lanciata da sotto la pancia perché non c’è sufficiente spazio per farlo. La pancia del B 70 era ingombra del grosso vano motori.
    L’unico velivolo che poteva avere un payload di quel genere sotto la pancia era il B 58 perché era stato progettato appositamente per ospitare il proprio carico bellico (sotto forma di un pod grosso quasi quanto il velivolo stesso) sotto la pancia tra le gambe di un altissimo carrello (tanto che l’aereo veniva chiamato “mantide religiosa”).
    Se al posto di un B 70 è un altro aereo che però solo gli somiglia allora può anche essere…

Ancora, la stessa notizia ripresa e commentata da James Oberg.

Msnbc.com (Oberg) -- Did Pentagon create orbital space plane?

Magazine reports evidence for classified project, sparking some skepticism

http://www.msnbc.msn.com/id/11691989/

By James Oberg, NBC News space analyst // Special to MSNBC

Updated: 2:38 a.m. ET March 6, 2006

A prestigious aerospace magazine on Sunday laid out what it called “considerable evidence” that the U.S. military funded the development and testing of a small orbital space plane in the 1990s.

In an article posted to its Web site, Aviation Week & Space Technology reported that the two-person “Blackstar” space vehicle may have made more than one orbital mission. But it said the project may have since been “quietly mothballed,” possibly for budgetary or operational reasons.

The report was met with skepticism from other aerospace industry observers, and even Aviation Week conceded that the evidence was inconclusive.

In the report, senior editor William B. Scott said that Aviation Week has been investigating “myriad sightings of a two-stage-to-orbit system that could place a small military spaceplane in orbit” over the past 16 years.

“Now facing the possibility that this innovative ‘Blackstar’ system may have been shelved, we elected to share what we’ve learned about it with our readers, rather than let an intriguing technological breakthrough vanish into ‘black world’ history, known to only a few insiders,” Scott wrote.

Aviation Week reported that the “highly classified” project involved a large carrier aircraft called the SR-3, modeled on the XB-70 Valkyrie supersonic bomber of the 1960s, as well as a small space plane called the XOV (for “experimental orbital vehicle”). The mothership would carry the XOV under its fuselage, rise to high altitude, then release the space plane at supersonic speeds. After the release, the XOV would fire its rocket engines to rise into orbit, and the mothership would return to base.

At the end of its mission, the XOV would return to Earth along a flight profile much like that of the space shuttle.

Landings reportedly observed – Aviation Week said the system was designed in the 1980s “for reconnaissance, satellite insertion and, possibly, weapons delivery.” The report said the Pentagon could conceivably use the system to conduct surprise reconnaissance of foreign military activities that were hidden from regularly scheduled spy-satellite overflights.

Scott wrote that “observed spaceplane landings have been reported” at Hurlburt Air Force Base in Florida, Kadena Air Base in Okinawa and Holloman Air Force Base in New Mexico. To preserve secrecy, the space planes were reportedly transported back to their home base in special C-5 Galaxy transports, and Blackstar’s costs may have been charged to other projects such as the National Aero-Space Plane and the Navy’s A-12 fighter, the magazine said.

“One Pentagon official suggests that the Blackstar system was ‘owned’ and operated by a team of aerospace contractors, ensuring government leaders’ plausible deniability,” Scott wrote. The report identified Boeing Aerospace as the likely prime contractor, noting that Boeing was granted patents in the late 1980s on exactly such a space system.

Despite the patent, engineers had difficulty developing an engine powerful enough for the small spaceplane, Aviation Week reported. It said that a “fuel breakthrough” was achieved in 1990-1991 when a high-energy, boron-based gel was developed to power the rocket.

Skepticism voiced – Aviation Week’s report did not make clear exactly why such a program might be shelved - and after reading the report, aerospace experts questioned a number of claims made for the Blackstar concept.

Speaking on condition of anonymity, sources told MSNBC.com that they believed the concept was unworkable, based on principles of rocket design. One source said the mothership would be flying much too slow and too low for a space plane to reach orbital speed after release. When the Defense Advanced Research Projects Agency sought proposals for an unmanned RASCAL satellite launcher five years ago, the specifications called for the carrier aircraft to go much higher, and the submitted designs still needed two stages to reach orbital speed.

Another skeptical expert referred to the boron-based “fuel breakthrough.”

“Boron-based fuels were the white hope of the 1950s because they have about 140 percent the energy/weight ratio of kerosene,” the expert advised MSNBC.com by e-mail. “The B-70 and F-108 were designed to use them, and production plants were built. But when they actually tested the stuff, it turned out to produce combustion products that were liquid and destroyed the engines. Also, borane compounds are so poisonous they have been considered as CW [chemical weapon] agents! The whole program collapsed, and B-70 went back to kerosene.”

Diciamo che Aviation Week non e’ nuova a questi “scoop”. Non mi risulta che nessuno abbia mai ricevuto conferma

Infatti se fosse tutto vero sarebbe propio clamoroso.

A dire la verità mi è sempre parso strano che il Pentagono abbandonasse così facilmente il programma Shuttle (le famose missioni militari degli anni '90) se non avesse avuto qualche altro mezzo per accedere alla orbita bassa in modo più “anonimo” e fuori dagli occhi indiscreti…
Le applicazioni poi potrebbero essere utili per l’USAF anche in caso di volo suborbitale (e quindi richiederebbero molta meno spinta…). Basta pensare ad un intervento in qualsiasi parte del globo (magari anche nelle montagne dell’Afghanistan alla caccia di Bin Laden…) in tempi che si misurano in minuti.
Se la notizia si rivelerà fondata dovremmo anche chiedere scusa a tutti quei “pazzi” che nelle vicinanze di Groom Lake (Area51?), affermavano e filmavano strane luci nel cielo…
Comunque una cosa è certa… il sistema Two Stage to Orbit è quello più funzionale e realmente riutilizzabile che c’è (Burt Rutan ed il suo Space Ship One insegnano…) peccato che alla NASA (ma in fondo anche all’ESA, in Russia, Cina, India…) non ci voglia investire seriamente nessuno!!

Bhè, staremo a vedere se questo scoop si rivelerà un floop … o meno.

Dopo una lunga analisi configurativa ho determinato che si tratta (guarda caso) di un Convair Hustler modificato (nuova sezione propulsiva e winglets alle estremità dell'ala). Dato che il velivolo, dipinto di "nero-Blackbird" sembra avere la classica fascia gialla della NASA sulla deriva, potrebbe trattarsi di uno dei tre NB-57 posseduti dalla NASA negli anni '60 ed impiegati (guarda un pò) proprio come test-bed per impianti propulsivi innovativi.

Questa, dunque, sarebbe la prima prova diretta del fatto che negli anni '70 gli americani avevano allo sviluppo una tecnologia (seppur primitiva) ipersonica della quale l’NB 57 raffigurato nella foto (sempre che non sia un falso) era probabilmente un dimostratore di tecnologia in attesa di installare l’unità propulsiva a bordo dell’X24C.

B-57? Forse intendevi un altro aereo?

No, scusami si tratta di un mero errore di battuta, non intendevo il Martin B-57 (derivato dall’inglese BAC Canberra), quanto il Convair B 58 Hustler.

Per quanto la NASA abbia tuttora in servizio dei WB-57D da alta quota le prestazioni di questo velivolo lo rendono inadatto a fungere da “aereo madre”.

Per tornare al discorso “Blackstar” quando gli americani sostengono che abbia volato nello spazio bisognerebbe vedere cosa intendono, come Burt Rutan ha dimostrato (ripetutamente) con successo si può volare nello spazio senza andare in orbita.
Se il Blackstar (posto che esista) è un discendente della linea di sviluppo dell’X24C è più porbabile che si tratti di un veicolo suborbitale (magari con un elevato “crossrange”), le cui prestazioni in fin dei conti potrebbero essere più appetibili per i militari rispetto ad un veicolo orbitale vero e proprio.

Oppure potrebbe trattarsi di un “once around” cioé di un veicolo in grado di compiere un’orbita (solo una) a bassissima quota rimbalzando sugli strati alti dell’atmosfera come una pietra in uno stagno (idea che era alla base dell’ambizioso progetto di Sanger durante la II Guerra Mondiale).