Gli Usa si preparano a tornare sul nostro satellite naturale, questa volta per fermarcisi un po’: in progetto una sorta di “motel” lunare
HOUSTON (Stati Uniti) - Nel 2004 il Presidente G.W. Bush ha annunciato una ripresa del «progetto lunare» statunitense, destinato a riportare l’uomo sulla Luna entro il 2020. Lo stesso progetto prevede che il nostro satellite serva da trampolino di lancio per nuove missioni spaziali che hanno per obiettivo il pianeta rosso, Marte. Il piano americano è sicuramente ambizioso, ma deve fare i conti con risorse finanziarie non illimitate, oltre che con i noti e funesti problemi degli Space Shuttle. Così, se da un lato è probabile che l’uomo tornerà a mettere piede sulla Luna solo qualche anno dopo il previsto 2020, dall’altro è però vero che la Nasa sta facendo le cose sul serio. L’ente spaziale americano ha infatti annunciato che entro i prossimi sei mesi porterà a termine l’elenco di tutto ciò che ci servirà non solo per toccare il suolo lunare, ma addirittura per stabilirci lì permanentemente.
BASE LUNARE - Gli scienziati americani hanno infatti previsto di costruire una base lunare permanente, una sorta di motel spaziale all’interno del quale saranno ospitati scienziati e ingegneri, e che costituirà la direzione del cantiere per la costruzione delle nuove navicelle spaziali che decolleranno alla volta di Marte. E così gli appassionati di fantascienza, che tanto a lungo hanno pazientato, finalmente vedranno prendere forma le cupole lunari di cui hanno soltanto letto o immaginato.
GLI OSTACOLI - I problemi che gli scienziati si troveranno a risolvere sono però moltissimi. In parte si tratta di ostacoli noti - quali la ridotta gravità lunare, il costante bombardamento di raggi cosmici e di micro-meteoriti, l’eccezionale aggressività della polvere lunare e le forti escursioni termiche - e in parte solo ipotizzabili: certamente la ridotta gravità lunare influirà, in modo ancora sconosciuto sulle funzioni fisiologiche e su processi corporei quali per esempio i tempi di saldatura delle fratture ossee. Senza contare, inoltre, che nessuno è attualmente in grado di prevedere come reagiranno gli umani confinati per periodi di tempo più o meno lunghi in spazi ristretti. Altri problemi appartengono invece al campo dell’imponderabile, e non è escluso che proprio la fervida immaginazione degli scrittori di science fiction possa dare agli scienziati della Nasa interessanti spunti di riflessione a proposito.
TUTTI AL POLO – Tuttavia, la missione spaziale destinata a impiantare una base lunare ha già una sua precisa destinazione. Il sito più adatto alla costruzione è infatti stato individuato attorno al Polo Sud lunare, in una zona particolarmente favorevole per quanto riguarda l’esposizione ai raggi solari (ovvero la disponibilità di energia) e dove sono presenti formazioni di ghiaccio. Gli scienziati puntualizzano che si deve parlare di base lunare e non di colonia, in quanto quest’ultima implicherebbe una vera e propria attività di immigrazione umana.
NON SOLO USA - L’interesse dell’umanità per un nuovo sbarco sulla Luna e per la fondazione di una base sul suo suolo non è soltanto americano. La Cina ha annunciato il proprio progetto spaziale, e anche la Russia e l’Europa hanno recuperato interesse per questo genere di missioni. Alcuni scienziati Usa si sono pertanto spinti a ipotizzare un abbandono del progetto lunare americano in favore di un potenziamento dei preparativi per Marte, ma non è dato sapere se la proposta sia basata sullo sviluppo di sinergie di esplorazione con le altre nazioni della Terra o più semplicemente dettata dal desiderio di arrivare per primi.
Alessandra Carboni
27 marzo 2006
tratto da corriere.it