wow… vedere il truck sotto il serbatoio, ti fa capire decisamente meglio di quale dimesioni stiamo parlando!
cmq… li costruiscono in serie? velocissimi!
wow… vedere il truck sotto il serbatoio, ti fa capire decisamente meglio di quale dimesioni stiamo parlando!
cmq… li costruiscono in serie? velocissimi!
La prima che hai detto.
Ragionando a voce alta, con cosa sappiamo per certo :
-il materiale è acciaio inox
-hanno assunto centinaia di saldatori
Ergo: il processo è manuale ed è un processo standard nella carpenteria metallica (altrimenti dove si trovavano tutti quei saldatori?).
Il processo inoltre non avviene in una camera ad atmosfera controllata (no, un tendone non lo è).
Infine le lastre d’acciaio così sottili deformano termicamente nelle direzioni maggiori, e più sono sottili peggio è.
Considerando questo, eseguendo saldature manuali su componenti tenuti assieme da stampi e dime non si possono assolutamente ottenere delle tolleranze decenti, non solo per l’industria spaziale.
Non sappiamo inoltre se tutte le saldature subiscano controlli non distruttivi tramite RX, ultrasuoni, correnti parassite. Tipicamente nell’industria aerospaziale il controllo si fa al 100%, ma qui? A questi ritmi inoltre?
Basta un millimetro di saldatura fatta male per far fare i botti che abbiamo visto…
In corso test pressure su SN02.
Sembra sia andata bene
Il test sembra essere andato discretamente bene, adesso bisognerà vedere quale sarà il suo futuro, visto che la bulkhead inferiore andrebbe sostituita con una common bulkhead (questo é il serbatoio superiore) e poi unito al serbatoio inferiore. All’ interno della High bay nel frattempo é in construzione in altra Bulkhead con serbatoio annesso, visti i dati che abbiamo, si presume sia quella del serbatoio inferiore.
Almeno non ha fatto il botto.
Non ancora intendo dire…
Ciao a tutti.
Sto seguendo assiduamente lo sviluppo dello Starship ma rimane sempre qualcosa che mi lascia perplesso. Mi spiego: essenzialmente credo che lo Starship basi la sua consistenza strutturale sulla pressurizzazione, più o meno come fu il primo vettore Atlas a suo tempo. Spesso e volentieri Elon ha elogiato le caratteristiche del materiale che a suo dire migliorano a contatto con liquidi criogenici. Lo possiamo considerare come un secondo stadio, quindi durante il superamento di Max Q è ancora completamente pressurizzato ed in grado quindi di resistere alle sollecitazioni aerodinamiche ecc. Ma durante la fase di rientro dubito fortemente che possa aver conservato un livello di pressurizzazione tale da sopportare lo stress aerodinamico. Tanto più che intende tuffarsi di pancia. Secondo Voi cosa gli impedirebbe di schiacciarsi come una lattina? Chiedo scusa se ho detto castronerie.
Ciao Renato, benvenuto tra noi.
No, Starship sta “in piedi da solo” avendo integrita’ strutturale anche senza propellenti criogenici a bordo. Come giustamente hai intuito, se cosi’ non fosse, si affloscerebbe una volta esauriti i propellenti, specialmente in fase di rientro.
Non aver previsto questo fattore in fase di progettazione sarebbe un errore colossale, e infatti non e’ stato questo il caso
Come giustamente dice @marcozambi lo Starship, da un punto di vista strutturale, è indipendente dai suoi serbatoi, così come lo erano Saturn V ed N-1 e così come sarà, ad esempio, lo SLS (essendo derivato dall’ET dello Shuttle, il quale strutturalmente era molto “tosto” dovendo sopportare anche le 90 tonnellate della navetta al lancio).
Per quel che riguarda l’Atlas, il “trucco” di utilizzare la pressione dei serbatoi per contribuire all’integrità strutturale del razzo era dovuto alla necessità di risparmiare quanto più massa strutturale al lancio il possibile. Questo per due motivi:
Tieni presente che, nel caso delle missioni Mercury, il vettore Atlas-D entrava in orbita insieme alla capsula, per questo ha senso parlare di SSTO.
Il concetto del “balloon tank” si deve al genio di Karel Bossart (uno scienziato americano nato in Belgio) allora “ingegniere capo” alla Convair.
Il paragone con la Starship non funziona perché la SS è uno TSTO (Two Stage To Orbit) essendo composto da SuperHeavy e Starship. Da un punto di vista strutturale SS deve sopportare diversi profili di accelerazione/decelerazione considerando le varie fasi di missione, fino all’atterraggio (allunaggio, ammartaggio) sulle sue proprie zampe.
Analogo discorso vale per lo SH.
Capito.
Forse funziona con queste versioni che sostengono solo “se stesse”, ma quelle da trasporto, con il loro carico (previsto) di 100/200 tonnellate, avranno bisogno di una struttura piu’ robusta?
Evoluzioni incrementali sono sempre possibili, ma cambiamenti strutturali equivalgono a riprogettare completamente il veicolo.
Tenderei ad escludere tale scenario.
No le strutture attuali devono essere progettate già in vista del carico massimo.
certo che questa commistione di acciaio inox per SS con tondini di ferro e cemento lascia perplessi