Starship - Starbase / Boca Chica

Attività del 10 settembre.

Posato il quinto, e penultimo, pilastro della rampa per il Super Heavy.

3 Mi Piace

Attività del 11 settembre.

La palude dopo la pioggia.

2 Mi Piace

SN 7.1 verso il nuovo test stand per un test a pressione che si spera possa eccedere tutti i record e parametri di sicurezza.

5 Mi Piace

SN7.1 in posizione per il botto :laughing:

1 Mi Piace

Sembrerebbe che SN8 tenterà il salto da 20 km il 2020-10-10T22:00:00Z, come anche scritto da AstronautiCAST.

Elon la fa molto facile: in una settimana flaps e nosecone, poi static fire, controlli, static fire nuovamente, si va a 20 chilometri e si torna.

Nel frattempo, SN8 berrà un caffè, da quanto è veloce e facile la cosa.

Speriamo che fili tutto liscio, sia come tempistiche (un po’ stringenti, come è solito di Musk, in quanto per i precedenti tentativi di hop passavao circa 35 giorni) che come assenza di intoppi e abort.

9 Mi Piace

Da quanto dicono entro ottobre/novembre potremmo anche vedere un salto del super heavy con montati due raptor. A me sembra incredibile la velocita’ con il quale stanno procedendo. Spero vivamente che proseguano senza intoppi, perche’ stiamo assistendo a qualcosa di incredibile!

4 Mi Piace

Per quanto riguarda il salto del Super Heavy, secondo me è ancora troppo presto per avere un hop, anche solo da 150 metri.

Credo che il percorso riguarderà principalmente lo sviluppo di Starship fino ad arrivare ad una qualità nel processo di saldatura, testing, hop, rientro ed eventuale refurbishment molto elevata, in modo poi da trasferire gran parte della forza lavoro per produrre efficientemente un SuperHeavy.

Sicuramente sarà da testare anche lui, sebbene la parte relativa ai serbatoi non dovrebbe differire troppo da SS (ricordiamo che finora abbiamo avuto pochissime informazioni sui SH, dal momento che giustamente ci si concentra solo su una parte. Questo significa che il design può ulteriormente variare da quello “attuale” a 28 Raptor). In particolare si dovranno testare l’accensione di 28 motori in contemporanea, evento sempre compliato che forse può vedere SpaceX avvantagiata grazie ai 27 motori del FH.

Detto questo, secondo me bisognerà aspettare ancora 3/4/5 mesi (ipotizzo un gennaio/febbraio 2021, ma con un punto interrogativo più grande di SS+SH) prima di vedere un salto da parte di un SH. Sicuramente i seriali successivi a SN8 compiranno altri voli, compreso quello orbitale (e sarà da valutare quindi se ci saranno i margini per un rientro controllato). Come dicevo, una volta che SS avrà un grado di prontezza del 90%, vedremo spuntare SH.x a manetta.

2 Mi Piace

Sono state avvistate anche delle aft fin su di un camion e da un sorvolo aereo.

2 Mi Piace

Sorvolo del 12 settembre.

SN5, SN6 e SN8.

Alette

Area metano.

High Bay.

Supporti.

Nuove fondamenta?

Rampa del Super Heavy.

Piazzola di atterraggio.

Zona di costruzione.

SN7.1.

Zona Starhopper.

Ogive.

6 Mi Piace

Attività del 12 settembre.

Terminati i controlli post-volo di SN6.

3 Mi Piace

E abbiamo anche baby SN9!

4 Mi Piace

Per quanto verosimilmente meno ardua di Starship, pure Super Heavy presenta le sue sfide ingegneristiche. Stando a Musk probabilmente la più impegnativa sarà il “thrust puck”, che dovrà essere in grado di resistere a sollecitazioni veramente notevoli e al contempo il più leggero possibile.

E conoscendo Musk e quanto sia uno showman, non mi stupirebbe che per la presentazione di ottobre integrassero uno dei vari prototipi in costruzione con il prototipo di Super Heavy. L’effetto scenico sarebbe garantito.

2 Mi Piace

A questo punto mi chiedo se le due gemelle (5 & 6) voleranno più. Musk ha parlato di molti hop per affinare le procedure, ma questi sembra che stiano spingendo già con SN8 e oltre.

1 Mi Piace

Dalla mia ignoranza mi chiedo: ma invece di produrre in serie i vari prototipi, non avrebbe piu’ senso testarne uno a uno, vedere i risultati e apportare i miglioramenti testati nelle versioni successive? Stanno in pratoca costruendo sn11 senza nemmeno aver testato la versione 8 :grimacing:

A me quella do Musk sembra quasi una rincorsa. Probabilmente c’e’ un aspetto di marketing per sostenere i continui finanziamenti, ma dall’altra non ci puo’ anche essere la volonta’ di dimostrare alla NASA la fattibilita’ del progretto in vista dell’assegnazione della gara per il lander a febbraio? Chiaramente, come gia’ mi avete risposto il lander sara’ altra cosa rispetto a quanto visto fino ad ora, pero’ da un punto di vista marketing potrebbe funzionare dimostrare la propria velocita’ di progettazione ed esecuzione.

1 Mi Piace

Il marketing è sempre un’arma a doppio taglio: ci sono situazioni in cui costruire mille esemplari può essere visto come un punto di forza (e qui secondo me c’entra tanto l’hype creato da Elon, SpaceX, il complesso di Boca Chica all’aperto, le telecamere H24 che riprendono) mentre da altre potrebbe sembrare sinonimo di poca visione del progetto e incapacità manageriale e tecnica.

La situazione che si delinea a Boca Chica è che si deve costruire un vettore mai costruito prima, che sarà contemporaneamente da secondo stadio e conterrà il payload, umano e non. Essendo, a memoria, il più recente esempio di razzo così strutturato (non me ne vogliano gli esperti, quando ha smesso di volare STS avevo 11 anni e manco sapevo che ci fossero dei satelliti in orbita) lo Shuttle, le differenze sono evidenti.

Detto questo, l’approccio di crearne uno o due potrebbe essere vantaggioso come dici tu sotto l’aspetto delle modifiche, ma secondo me, essendo già solamente Starship (e analogo discorso per SuperHeavy) un qualcosa di così diverso dal solito, avrai da apportare un sacco di modifiche nel giro di poco tempo. Se si aggiunge che il tutto veniva fabbricato all’aperto, con metodi di saldatura e leghe ancora da affinare, prototipi che esplodono, farne uno o farne 5 non cambia, anzi. Ti permette di concentrarti su un seriale “vecchio” su uno specifico punto (potrebbe essere SN7 per i serbatoi) e portare le modifiche su esemplari più avanzati.

A maggior ragione, se ti dovesse esplodere dovresti ripartire da capo a costruirne un altro, per cui avresti degli addetti ai lavori che certi giorni lavorano come matti, altri in cui possono andare a farsi un bagnetto a Boca.

Infine, c’è da considerare tutto il lavoro di analisi dei dati che ti porta via un test. Non puoi farne uno ogni altro giorno: nei momenti senza test affini le procedure che stai sviluppando, applichi le lesson learned al nuovo seriale e nel frattempo analizzi i dati. Non c’è da dimenticare poi tutti i vari permessi che devono essere richiesti: non sono un impasse importante, ma comunque porta via tempo. E hai nuovamente tempi morti.

Per darti un’idea, sono stati effettuati pochissimi test dopo i voli di Starhopper: non li ho contati, ma di sicuro non superano i 25, considerando gli static fire, hop, abort e simili. Se avessero dovuto costruire da zero SN5 dopo il collasso di SN4, probabilmente dovremmo ancora avere l’hop. All’epoca della distruzione di SN4 i due gemelli successivi erano quasi pronti, come puoi vedere dal primo post.

In conclusione, l’approccio, per quanto grezzo sia stato inizialmente si applica bene al concetto rivoluzionario che Starship vuole essere: con questo non significa che debba esserlo anche il metodo di costruzione, ma solamente che è quello che permette di ottimizzare i tempi minimizzando gli sforzi economici, di personale e soprattutto di tempo.

Ovviamente, se mai SS dovrebbe diventare operativa, si avrà un cambio nei ritmi, processi e strutture di produzione, a maggior ragione se dovrà essere un veicolo super human rated, data l’annunciata capacità di trasporto di esseri umani.

10 Mi Piace

Grazie per la risposta.
Quello che pero’ non mi e’ chiaro e’ come poter sistemare alcune modifiche che dovessero emergere durante i test e successive verifiche.
Esempio concreto: se dovessero accorgersi durante i test di volo di sn8 che ci sono grosse modifiche da fare dovrebbero attuarle su un’ipotetica sn12, ma nel frattempo hanno gia’ investito tempo e risorse per costruire altri 3 prototipi non piu’ modificabili.
Chiaro, sto “tagliando con l’accetta” il concetto, pero’ non riesco a capire che vantaggio possono avere (al di fuori del marketing) ad operare in questo modo.
Nel mio immaginario il processo di sviluppo dovrebbe prevedere: progettazione, test delle singole compotenti, assemblaggio, test del prototipo completo, verifiche successive ai test e progettazione/modifica del prototipo successivo.
Sono molto curioso di sentire il vostro parere a riguardo.

1 Mi Piace

Il discorso delle grosse modifiche dipende da quali sono. Se si tratta di modifiche al software, non importa la presenza di uno o mille seriali. Le modifiche importanti potrebbero al più riguardare i punti critici di saldatura, un eventuale miglioramento nel bilanciamento del centro di gravità del seriale, ma la forma del “cilindro” è quella e quella rimarrà. Potrebbero esserci modifiche alle fins, al nosecone o ad altre parti mai testate finora, però ora che il design, le saldature e la composizione della lega sono definiti, non avrebbero motivo di produrre un seriale per volta, per i motivi di prima.

Hanno seugito un approccio come hai indicato tu, anche se non troppo, nella prima fase, per applicare le lesson learned, anche se il ritmo di un pop al mese praticamente obbligava ad avere già in costruzione un altro seriale.

Tutto questo nella più completa e personale opinione.

P.S.: Il tuo metodo potrebbe andare bene su qualcosa di già collaudato (non solo come vettore della sua classe, ma come design, ambiente di operazione, eccetera). Sempre rimanendo in casa SpaceX, migliorare nel tempo il Falcon 9, introducendo per esempio le grid fins in titanio dopo che quelle in alluminio (?) non garantivano le prestazioni volute. Ma lì si tratta di un vettore operativo, che non necessita di 4 o 5 esemplari di test. Devi solo aggiornare qualche componente (anche se non è così facile, delle volte), ma tutto sommato hai già qualcosa che ha portato in orbita dei carichi e tutto, si tratta solo di migliorare il migliorabile.

5 Mi Piace

Capisco il tuo ragionamento, pero’ continuo a trovare assurdo costruire sn11 senza nemmeno aver testato (e quindi compreso cosa funziona, cosa no e cos’e’ migliorabile) sn8.
Io continuo a trovarla piu’ un’enorme operazione di marketing e comunicazione, ma ben felice di comprenderne meglio gli aspetti tecnici :blush:

Sono arrivati ad un punto in cui sembra che non ci siano problemi (spero di non essere un :owl:): non ci sono più state esplosioni, i due hop sono proceduti normalmente, anche se ci sono stati degli abort (per SN6 legati al vento, non mi sembra a cause tecniche, ma non essendoci conferme ufficiali di SpaceX, non si sa nulla). Per il resto, i test su SN7 erano proceduti bene, pur essendo antecedenti al salto di SN5, mentre SN7.1 testerà una nuova lega, che se darà i risultati sperati, potrà essere implementata sui seriali futuri. E adesso arriva il punto forte di questo approccio: la nuova lega la applichi a SN12, ma quella che hai da SN5 a SN11 (7 escluso) ti garantisce comunque ottime performance e ti da la sicurezza e le possibilità di fare un hop da 20 km con quella vecchia. Quella nuova, in teoria, dovrebbe performare meglio sotto l’aspetto della tenuta criogenica e si spera anche per quella (sub)orbitale.

Eventuali miglioramenti nel processo produttivo dei prototipi di Starship (non la struttura intera, comprensiva di fin e altro), non possono essere che piccole cose: assemblaggio in 4 anelli al posto di 3, miglioramento delle condizioni di saldatura, precisione, temperatura, modo di far fluire il carburante nel serbatoio. Ma sono tutti accorgimenti che anche se i seriali già costruiti non hanno, non incidono troppo sul funzionamento. Un po’ come dire “Beh le landing leg di un F9 non sono in fibra di carbonio come vorremmo, però per ora funzionano. In questo lancio le utilizziamo e dal prossimo facciamo l’upgrade”.

Tutto quello che finora non è stato testato, sarà oggetto di intensa revisione, ma seguirà l’approccio del tubo di acciaio che vola: parliamo di landing leg, fins, nosecone, magari l’assetto dei thruster direzionali più tante piccole modifiche che inevitabilmente nasceranno.

4 Mi Piace

Solo alcune che mi vengono in mente e che non credo di poco conto: parte idraulica, elettronica, di ingegneria strutturale, sulle saldature, eventuali difetti di fabbricazione di alcune compotenti, aerodinamica, comportamento di alcuni materiali sotto sforzo, etc…

Insomma le modifiche potrebbero riguardare infinite compotenti :grimacing:

O forse e’ semplicemente un approccio “learning by doing”… immaginando una prima fase del progetto durante la quale apprendere sbagliando e “facendo”, per poi partire con una seconda fase in cui le competenze acquisite verranno messe on pratica su prototipi di miglior qualita’ costruttiva.

1 Mi Piace