È una tecnica adottata sin dagli anni 60 e nemmeno così necessaria con le starship, che vengono progettate per sopportare carichi e relativi stress strutturali, naturalmente con dei limiti.
Nel prototipo accartocciatisi nel 2020 il problema fu procedurale, e si andò a sottoporre la struttura a un carico non previsto.
In casa Spacex sanno quello che fanno, nel senso che siedono sulle spalle di giganti…
marcozambi mi ha battuto sul tempo, ma certo sanno quello che fanno, sono tecniche consolidate. Già i serbatoi (di sottile alluminio) dei missili ICBM degli anni '60 erano fatti su quel principio. E se veniva a mancare la pressurizzazione collassavano. Vedere ad esempio l’incidente di Damascos, che per di più non coinvolse un ‘bombolone’ di metano e ossigeno ma un ICBM Titan II con una bomba H da 9 MTon - https://en.wikipedia.org/wiki/1980_Damascus_Titan_missile_explosion
È stato installato il flight termination system. Solitamente questo evento era successivo ad uno (o più) static fire nominali, mentre questa volta non lo è. Potrebbe essere segno di fiducia verso SN11 e la possibilità di effettuare un solo static fire e nel giro di poco tempo volare. O semplicemente hanno sfruttato un tempo morto per guadagnare qualche ora più avanti.
Parliamo di primo static fire in generale o di static fire avvenuto con successo? Perché nel primo caso la prima accensione è avvenuta una settimana fa
Sulla falsa riga di quanto provato con i Falcon 9, alcuni utenti sono riusciti ad ottenere qualche pacchetto dati da SN11. Non ci sono video, purtroppo