Starship - Starbase / Boca Chica

Ancora vista laterale del “thrust puck” mentre viene calato all’interno della SN1.

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Il disegno qui sotto (copyright di @fael097) indica con la freccia rossa la posizione del “thrust puck”

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Attività del 3 marzo.

Attività del 4 marzo.

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Attività del 5 marzo.

4 messaggi sono stati spostati in un nuovo Argomento: I piani di Elon Musk per Starship e la colonizzazione di Marte

Ecco il serbatoio SN02 verso la rampa di lancio per un nuovo test di pressione.

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Attività del 6 marzo.

wow… vedere il truck sotto il serbatoio, ti fa capire decisamente meglio di quale dimesioni stiamo parlando!

cmq… li costruiscono in serie? velocissimi!

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Attività del 7 marzo.

La prima che hai detto.

Ragionando a voce alta, con cosa sappiamo per certo :
-il materiale è acciaio inox
-hanno assunto centinaia di saldatori
Ergo: il processo è manuale ed è un processo standard nella carpenteria metallica (altrimenti dove si trovavano tutti quei saldatori?).
Il processo inoltre non avviene in una camera ad atmosfera controllata (no, un tendone non lo è).
Infine le lastre d’acciaio così sottili deformano termicamente nelle direzioni maggiori, e più sono sottili peggio è.

Considerando questo, eseguendo saldature manuali su componenti tenuti assieme da stampi e dime non si possono assolutamente ottenere delle tolleranze decenti, non solo per l’industria spaziale.

Non sappiamo inoltre se tutte le saldature subiscano controlli non distruttivi tramite RX, ultrasuoni, correnti parassite. Tipicamente nell’industria aerospaziale il controllo si fa al 100%, ma qui? A questi ritmi inoltre?

Basta un millimetro di saldatura fatta male per far fare i botti che abbiamo visto…

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In corso test pressure su SN02.

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Sembra sia andata bene

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Attività del 8 marzo.

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Il test sembra essere andato discretamente bene, adesso bisognerà vedere quale sarà il suo futuro, visto che la bulkhead inferiore andrebbe sostituita con una common bulkhead (questo é il serbatoio superiore) e poi unito al serbatoio inferiore. All’ interno della High bay nel frattempo é in construzione in altra Bulkhead con serbatoio annesso, visti i dati che abbiamo, si presume sia quella del serbatoio inferiore.

Almeno non ha fatto il botto.
Non ancora intendo dire…

Attività del 9 marzo.

Ciao a tutti.
Sto seguendo assiduamente lo sviluppo dello Starship ma rimane sempre qualcosa che mi lascia perplesso. Mi spiego: essenzialmente credo che lo Starship basi la sua consistenza strutturale sulla pressurizzazione, più o meno come fu il primo vettore Atlas a suo tempo. Spesso e volentieri Elon ha elogiato le caratteristiche del materiale che a suo dire migliorano a contatto con liquidi criogenici. Lo possiamo considerare come un secondo stadio, quindi durante il superamento di Max Q è ancora completamente pressurizzato ed in grado quindi di resistere alle sollecitazioni aerodinamiche ecc. Ma durante la fase di rientro dubito fortemente che possa aver conservato un livello di pressurizzazione tale da sopportare lo stress aerodinamico. Tanto più che intende tuffarsi di pancia. Secondo Voi cosa gli impedirebbe di schiacciarsi come una lattina? Chiedo scusa se ho detto castronerie.

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Ciao Renato, benvenuto tra noi.

No, Starship sta “in piedi da solo” avendo integrita’ strutturale anche senza propellenti criogenici a bordo. Come giustamente hai intuito, se cosi’ non fosse, si affloscerebbe una volta esauriti i propellenti, specialmente in fase di rientro.
Non aver previsto questo fattore in fase di progettazione sarebbe un errore colossale, e infatti non e’ stato questo il caso :wink:

Come giustamente dice @marcozambi lo Starship, da un punto di vista strutturale, è indipendente dai suoi serbatoi, così come lo erano Saturn V ed N-1 e così come sarà, ad esempio, lo SLS (essendo derivato dall’ET dello Shuttle, il quale strutturalmente era molto “tosto” dovendo sopportare anche le 90 tonnellate della navetta al lancio).

Per quel che riguarda l’Atlas, il “trucco” di utilizzare la pressione dei serbatoi per contribuire all’integrità strutturale del razzo era dovuto alla necessità di risparmiare quanto più massa strutturale al lancio il possibile. Questo per due motivi:

  1. i motori LR-105 (utilizzato come sustainer) e i due LR-101 (utilizzati come boosters) almeno inizialmente avevano una spinta risicata e perché il razzo avesse un payload ragionevole (sia come vettore spaziale sia come ICBM) bisognava necessariamente risparmiare peso strutturale.
  2. per quanto può sembrare strano l’Atlas (almeno fino all’Atlas-D) era, di fatto, uno SSTO (Single Stage To Orbit) considerando che due motori LR-101 non erano veri boosters (come quelli dello Shuttle per fare un esempio) perché attingevano propellente dagli stessi serbatoi del sustanier LR-105. I due motori venivano rilasciati (insieme alla carenatura) perché la loro spinta non era più necessaria e dunque si poteva fare a meno anche della loro massa.

Tieni presente che, nel caso delle missioni Mercury, il vettore Atlas-D entrava in orbita insieme alla capsula, per questo ha senso parlare di SSTO.
Il concetto del “balloon tank” si deve al genio di Karel Bossart (uno scienziato americano nato in Belgio) allora “ingegniere capo” alla Convair.

Il paragone con la Starship non funziona perché la SS è uno TSTO (Two Stage To Orbit) essendo composto da SuperHeavy e Starship. Da un punto di vista strutturale SS deve sopportare diversi profili di accelerazione/decelerazione considerando le varie fasi di missione, fino all’atterraggio (allunaggio, ammartaggio) sulle sue proprie zampe.
Analogo discorso vale per lo SH.

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