Ma i messicani non hanno alcuna voce in capitolo?
Può essere che mettere SN10 così vicino serva per testare la sua resistenza in caso di incidenti al fratello maggiore?
Ma i messicani non hanno alcuna voce in capitolo?
Può essere che mettere SN10 così vicino serva per testare la sua resistenza in caso di incidenti al fratello maggiore?
Da | A | P/B/A |
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Fonti: Contea di Cameron - FAA
Bella domanda. Non so come zone coperte da NOTAM che vanno oltre confine siano gestite, onestamente.
Servirebbe qualche pilota civile qui sul forum. @albyz85 ?
I messicani non hanno voce in capitolo fintanto e fin quando Starship resta entro i confini dello spazio aereo USA.
In caso di “sconfinamento” non credo che valgano le regole FAA, probabilmente le cose vengono gestite a livello di accordi interstatali.
I NOTAM “stretti” sui pad possono anche essere legati alla volontà di evitare sorvoli dell’impianto che, ricordiamoci, valgono anche per la maggior parte dei droni. Prima o poi qualcuno che dentro ai bussolotti ci picchia càpita di sicuro. Non credo abbiano in questo momento la necessità, i requisiti, o volontà, di trasformare l’area in una non sorvolabile ( P ) senza richiesta di NOTAM specifici.
Come vediamo tutti i giorni di oggetti volanti più o meno grandi lì intorno ce ne sono parecchi, hop o meno.
Nuovo articolo di Marco Zambianchi pubblicato su AstronautiNEWS.it
Lo stato di assemblaggio di BN1.
Pongo un altro quesito che si collega sul come sollevare il Boster: come lo trasporteranno dalla “produzione” al zona del pad?? stiamo parlando di un cilindro alto 60 mt con un presunto baricentro molto alto. Il metodo attuale con la Starship mi sembra già al limite
70 metri…
Non penso sia tanto differente dal trasporto del saturm V
I bracci della torre non fungevano da sostegno
Useranno 4 SPMT collegati insieme meccanicamente, stesso metodo di trasporto attuale ma con una base di appoggio più ampia.
Mi son guardato alcune foto ma li avevano una struttura con superficie di base molto ampia che nella strada attuale non ci passerebbe
Stesso problema con i SPMT, anche facendo un 2+2 la superficie di base nel senso perpendicolare della strada sarebbe molto poca.
Vedremo
Da | A | P/B/A |
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Fonti: Contea di Cameron - FAA
Attività del 1 febbraio.
Arriva il primo Raptor per SN10.
L’anno scorso di questi tempi era in corso di assemblaggio SN1 e in costruzione la Mid Bay.
Qualcuno conosce le differenze tra SN9 e SN10, a parte le placche dello scudo termico visibili a prima vista?
Dovrebbero essere quasi identici. Fra l’altro sono stati costruiti nello stesso periodo quasi in parallelo.
Da | A | P/B/A |
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Fonti: Contea di Cameron - FAA
Da questi test sembra che la cosa più immatura di starship sia proprio il motore, o almeno il loro riutilizzo, 2 su 3 sostituiti nella sequenza rapida di static fire, e uno che perde pezzi durante il volo… mi chiedo come faranno a fare test sul super heavy che ne ha 28 se attualmente non riescono a farne funzionare perfettamente 3
Ma magari sn9 è solo sfortunato
Stavo pensando la stessa cosa. I motori sembrano ancora lontani da avere una buona affidabilità.
Penso che il motivo sia esattamente questo. La SS orbitale arrivera’ con il propellente tirato, i margini sono limitatissimi, e per raggiungere l’orbita e non disintegrarsi al rientro nell’atmosfera servira’ un bel reentry burn (e vedremo come sara’, e’ un’altra grossa curiosita’).
La tecnica di atterraggio si SS permette di ridurre moltissimo con l’aerodinamica, e quindi a costo zero, la velocita’ di discesa. Stando a una animazione ufficiale dell’anno scorso qualcosa tipo 60 metri al secondo. Accendere i raptor all’ultimo senza librarsi e rallentare a lungo permette di bruciare solo il propellente necessario per un delta V di 60 m/s o poco piu’, con pochissime perdite per gravita’.
In teoria e’ una traiettoria molto “risparmiosa”. In pratica i margini di errore e di recupero sono ridotti a zero. I Falcon accendono i motori molto prima, e frenano retropropulisvamente da velocita’ ben superiori, modulando la spinta nell’ultima fase… quindi se un motore si accende in ritardo ci sono buone probabilita’ che la cosa possa essere recuperata frenando di piu’ successivamente.
Aggiungiamo che i Merlin sono molto piu’ affidabili perche’ piu’ maturi ovviamente, ma anche perche’ basati su una tecnologia di combustione molto piu’ consolidata e “facile” (gas generator), lavorano a pressioni molto piu’ basse e soprattutto la riaccensione utilizza dei consumabili chimici (in inglese triethylaluminium e triethylborane, TEA e TEB per gli amici) , che e’ un procedimento piu’ zozzo e meno adatto ad un riutilizzo spinto, ma evidentemente piu’ sicuro dell’accensione a “scintilla” usata dal Raptor.
Stanno cercando di fare un bel po’ di cose difficilissime tutte insieme. E come suggerisce la statistica, le probabilita’ di fallimento di singoli elementi non ridondati si compongono in modo di far crescere molto velocemente la probabilita’ di fallimento di tutto il sistema…
Boh… vediamo se ce la fanno. Di mortaretti da lanciare ne hanno parecchi.
PS: e’ del tutto evidente che non salira’ nessuno a bordo di quelle bombe volanti, soprattutto al rientro e atterraggio, se non dopo una lunghissima serie storica di lanci di successo…