Mentre il lavoro in orbita procede senza problemi e imprevisti con l’installazione ieri della piattaforma esterna n°3 utilizzando il braccio robotico, le notizie più importanti giungono da terra dove si è sempre più dell’idea di non eseguire la riparazione allo scudo termico.
I test computazionali si sono conclusi e hanno mostrato che l’alluminio della struttura non supererà mai durante la fase di rientro la temperatura critica di 180°C, se i test in galleria confermeranno il risultato numerico si va verso un rientro senza interventi.
Le simulazioni matematiche sono state eseguite al Ames Research Center e si stanno ricontrollando al Langley Research Center.
La temperatura massima che si è raggiunta nei test numerici è stata di 160°C mentre quella critica (conservativa, non di rottura) per la struttura in alluminio è di 180°C, ora si attendono i test in galleria con una risposta prevista per oggi.
Se ci fosse invece bisogno di un intervento il programma è quello di annullare la EVA di venerdì ed effettuarla sabato per la riparazione, con Mastracchio e Williams. Le possibilità di intervento sono due, la prima è quella di “verniciare” le piastrelle danneggiate con una vernice speciale nera termoresistente che isolerebbe il materiale sottostante, la seconda invece prevede di riempire il buco con un materiale termoresistente simile al silicone chiamato STA-54.
Se ci fosse questa possibilità Domenica verrebbe poi riscasionata la riparazione per controllare che tutto sia ok e lunedì ci sarebbe la EVA rimandata di Venerdì, per la manutenzione della ISS, effettuata da Williams e Anderson.
Se si effettuasse questo scenario, lo Shuttle infrangerebbe il recordo precedentemente stabilito dalla STS-80 di 17 giorni in orbita, raggiungendo i 19, aiutato anche dal nuovo sistema di trasferimento di energia SSPTS che sta lavorando egregiamente, in tutto oltre all’estensione preventivata, e già confermata, di tre giorni, l’orbiter potrebbe rimanere ancora agganciato alla ISS per ulteriori 3 giorni e altri 2 giorni aggiuntivi in orbita in caso di problemi meteo per l’atterraggio.
Una possibile spiegazione che è stata data al problema è l’aggiunta dopo l’incidente del Columbia, di un’ora extra dopo il rifornimento di idrogeno e ossigeno liquidi nel countdown per permettere l’ispezione della squadra di controllo, ma quell’ora aggiuntiva potrebbe causare la formazione di ghiaccio in maniera maggiore rispetto alle precedenti missioni che non la prevedevano.
A terra intanto si è ispezionato il tank per la prossima missione che è già stato collegato ai SRB per cercare di individuare possibili cause e soluzioni al problema che si è verificato durante l’attuale missione.
Con il rollout dell’orbiter previsto per il 5 settembre il tempo non è ancora stretto per cui si cercherà di analizzare la situazione del tank senza pregiudicare la data di lancio che per il momento non sembra possa essere spostata.