STS-124 FD12: undocking

Lo shuttle Discovery ha lasciato la ISS dopo più di otto giorni ad essa attraccato. Ieri si è infatti effettuata l’operazione di undocking a una quota di 210 miglia sopra l’Oceano Pacifico, a nord della Nuova Zelanda. A bordo della navetta americana c’è ora un astronauta non presente nel viaggio d’andata: Garrett Reisman ha occupato il sedile di Gregory Chamitoff destinato a rimanere in orbita sulla ISS con i membri dell’equipaggio della Expedition 17, Volkov e Kononenko.
Dopo avere completato la manovra di “fly around”, una sorta di giro completo attorno alla Stazione orbitante, il pilota del Discovery Ken Ham ha acceso i propulsori orbitali per allontanarsi da essa. L’operazione di fly around è stata svolta in maniera egregia: il pilota ha usato meno propellente di quanto viene normalmente impiegato per completare la manovra, e ciò gli è valso gli elogi dei controllori di Terra. Nel frattempo Chamitoff, all’interno dell’avamposto orbitante suonava la campana posta nel modulo Destiny, seguendo la tradizione navale che vuole venga annunciata la partenza di una nave dal porto.
Dopo una pausa pranzo, gli astronauti Ham, Nyberg e Fossum hanno cominciato a programmare le operazioni di ispezione dello scudo termico dello Shuttle e in particolare sul “nose cap”, la prua della navetta, e i bordi d’attacco delle ali. L’operazione verrà svolta grazie all’OBSS recuperato dalla ISS prima della partenza. Una prima ispezione del TPS (lo scudo termico) del Discovery era già stata compiuta durante la manovra RPM (una rotazione della navetta su se stessa) prima del docking con la ISS, tramite una serie di fotografie scattate dall’equipaggio della Stazione. Nonostante ciò, come annunciato dal Direttore di volo Matt Abbott, si rende necessaria un’ispezione più dettagliata delle superfici interessate e a maggior ragione con mezzi che garantiscono la precisione, come i sensori e i laser presenti sull’OBSS. In ogni caso, dalle fotografie analizzate in precedenza non si sono riscontrati particolari problemi al TPS, se non poche “aree di interesse” che comunque non dovrebbero destare preoccupazioni. Nel caso si fossero trovate nuove aree danneggiate, ci sarebbe stata ancora la possibilità di tornare sulla ISS per provare a ripararle: sulla Stazione infatti è sempre presente un kit di riparazione per questi casi d’emergenza. Il dietrofront sarebbe stato quindi possibile, se non fosse che attualmente il suddetto kit sta tornando a Terra proprio a bordo dello Shuttle; il motivo è che dovrà poi volare sull’Atlantis, nella futura missione STS-125 diretta verso Hubble che non avrà la possibilità di contare su una base di appoggio come la ISS.
L’analisi del TPS e dei dati ricavati ha comportato l’allungamento di un giorno dell’intera missione STS-124: il Damage Assessment Team (DAT), cioè la squadra che si occupa di questa operazione di analisi dati, necessita di almeno 34 ore di tempo per dare il via libera ai membri dell’equipaggio di cominciare le operazioni di rientro. La procedura standard sarebbe di 26 ore, ma siccome l’ispezione non è stata effettuata completamente nei primi giorni allora è necessario più tempo.
L’equipaggio oggi sarà quindi impiegato nell’ispezione allo scudo termico e per il resto della giornata sarà libero da impegni, in attesa del go per l’atterraggio previsto Sabato alle 17.02 ora italiana al KSC.