Sulle Alpi della Luna Olimpiadi da record!

LA NASA SI DIVERTE A IMMAGINARE I GIOCHI DI TORINO SULLE MONTAGNE DEL NOSTRO SATELLITE. PRESTAZIONI E SALTI FANTASTICI, MA NON PER TUTTI

15/2/2006

LA Nasa si diverte e in un suo sito Internet prova a immaginare le Olimpiadi di Torino 2006 sulle Alpi, sì, ma quelle della Luna, una catena di montagne visibile al primo quarto anche con un binocolo. E’ un gioco, naturalmente. Ma non del tutto privo di qualche fondamento scientifico. Sulle Alpi lunari uno sciatore avrebbe handicap pesanti: niente aria, sbalzi termici da 120 °C al sole a -110 °C all’ombra e, manco a dirlo, niente neve. Ma scoprirebbe anche qualche vantaggio. La forza di gravità lunare è un sesto di quella terrestre: i muscoli risultano sei volte più potenti. Non c’è vento né resistenza aerodinamica dovuta all’atmosfera. Quanto alla neve, può essere surrogata dalla polvere lunare, che è spessa e soffice, quasi farinosa. Il primo (e unico) sciatore lunare è stato Harrison H. Schmitt, in questi giorni di nuovo molto popolare perché negli Usa è uscito il suo libro «Return to the Moon», ed. Springer. Geologo, è stato l’unico scienziato puro e l’ultimo astronauta a passeggiare sulla Luna, durante la missione Apollo 17 (7-19 dicembre 1972), nella regione di Taurus-Littrow. Schmitt esplorava una valle tra questi due crateri quando il comandante Cernan gli ricordò di scattare immagini del sito. «No, sono più interessato a sciare!», scherzò Schmitt. Dopo 34 anni spiega: «Provai a scendere da una collinetta di polvere: bastava dondolarsi con tutto il peso su uno scarpone e si scivolava giù dolcemente. Alternando l’appoggio ora su un piede ora sull’altro, sembrava di essere sulla neve. La polvere lunare fa scivolare meglio della sabbia terrestre perché è più fine. Il problema è che la polvere lunare è molto abrasiva e consumerebbe presto gli sci. Ma potremmo ricoprirli di teflon». Come sarebbero le prestazioni olimpiche sulla Luna? Discesa libera, slalom e bob non sarebbero esaltanti perché l’attrito della polvere lunare, molto maggiore di quello della neve, e la gravità ridotta rallenterebbero la discesa. Anche l’atleta però peserebbe un sesto e potrebbe spingere con muscoli sei volte più efficienti. Le stesse considerazioni valgono per lo slittino: la nostra medaglia d’oro Armin Zoeggeler, 130,3 km all’ora, sulla Luna peserebbe non 84 kg ma 14 e lo slittino non 23 ma 4, difficilmente però potrebbe scendere a più 40 all’ora. Lo sci di fondo sarebbe invece meno faticoso: Stefania Belmondo, 42 kg, sulla Luna ne peserebbe 7, come la massa dei suoi muscoli sulla Terra. Il salto dal trampolino potrebbe avvenire con la stessa velocità che si raggiunge sulla Terra a patto di disporre di un trampolino più lungo e ripido: il balzo sarebbe spettacolare e la parabola, a Torino 2006 di 100-105 metri, potrebbe sfiorare il chilometro, perché alla minor gravità si aggiungerebbe la mancanza di resistenza aerodinamica. Sarebbe però più difficile mantenere l’assetto per atterrare in piedi. Capriole, avvitamenti e salti mortali plurimi sarebbero facili con lo snowboard e nel freestyle lunari. Nel curling la pietra di granito, che peserebbe 3 kg anziché 20, ma non si potrebbe lanciarla se non sul ghiaccio che forse esiste in crateri presso i poli lunari. I pattinatori, aiutati dal peso minore e dalla maggiore efficienza muscolare, in teoria potrebbero fare salti alti fino a 4-5 metri. In pratica, dei tre principali fattori che differenzierebbero le Olimpiadi lunari - resistenza aerodinamica nulla, gravità ridotta e dune di polvere - l’ultimo è il più importante. Con un attrito così alto, certo sulla Luna vincerebbe chi ha la sciolina giusta.

da www.lastampa.it