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IL GIORNO DEL LANCIO

Durante lo svolgimento del programma Apollo le operazioni che precedevano ed accompagnavano il lancio si svolsero tutte colle medesime caratteristiche, tanto da divenire una sorta di rituale che per molti aspetti si continua ancora oggi per il lancio dello Shuttle.

L’equipaggio principale e di riserva giungeva al KSC, dal JSC a bordo di un T38 della NASA, il piu’ delle volte pilotandolo personalmente; dopo la riunione di tutti i membri si effeetuava una rilettura congiunta del piano di volo e il controllo delle Check-List.
Allora vigeva il terrore di un contagio e venivano ristretti al massimo i contatti umani, praticamente gli astronauti erano solo a contatto coi membri dell staff tecnico.

La sveglia avveniva 8 ore prima del lancio; subito era effettuato un controllo medico. Dopo di che vi era la colazione rigorosamente presieduta da D. Slayton, presenti l’equipaggio che avrebbe volato, quello di riserva e alcune persone scelte dagli astronauti; il menu era rigorosamente il medesimo: uova, bacon, succo d’arancia, caffe e la torta propiziatoria.

Iniziava adesso la Suiting-Up cioe la vestizione; gli astronauti erano assisititi dal personale dell’International Latex Company (ILC), la società che produceva le tute, coadiuvati da personale NASA; esano applicati i sensori biomedici, inossata la sottotuta termica i mutandoni che avrebbero contenuto i deflussori dell’urina, infine la tuta; poi si indossavano le cuffie dette Snoopy-Heat i guanti ed infine il casco detto vasca di pesci; si regolava l’afflusso d’aria e gli astronauti si accomodavano sulle poltrone per acclimatarsi. In questa fase ogni astronauta aveva a disposizione tre regolazioni differenti d’aria per assicurare il massimo confort nella tuta prima del lancio.

Frattanto mentre avveniva la vestizione il Launch Control Center (LCC), effettuava tutte le verifiche degli apparati del Saturn V, mentre avveniva il termine del riempimento del vettore; al Pad il pilota del modulo di comando dell’equipaggio di riserva si accomodava al posto e verificava che tutti gli interruttori fossero fisicamente nel giusto posizionamento.

Terminata la vestizione gli astronauti ricevevano la rituale stretta di mano da D. Slayton e potevano uscire dal Manned Spacecraft Operation Building (MSOB) effettuando quello che divenne codificato come Walk-out davanti la stampa e cinecamere per salire sul Craw Tranfert Veicle (CTV). Il viaggio era eterno: 20 minuti!

Adesso bisognava salire sull’ascensore e percorrere i 100 metri che separavano il suolo dal braccio mobile ove era la white-room. Qui li attendeva lìultimo check effettuato dal mitico Guenter Went che autorizzava l’ingresso nel CM; entrava prima il Comandante, poi il Pilota LM ed in ultimo il Pilota CM; assicurati alle cinture di sicurezza era chiuso il portello. Ancora 110 minuti d’attesa

E l’avventura iniziava.

Prima immagine: Apollo15 colazione
Seconda immagine: Apollo15 vestizione
Terza immagine: Apollo15 walk-out
Quarta immagine: Apollo15 White-room

Chissà che gli girava per la testa mentre stavano lì a fare colazione…

la preghiera di Shepard?

Please, dear God, don’t let me fuck up

Io non mi riferivo solo al pericolo a cui andavano incontro… ma anche agli aspetti positivi… immagina Armstrong a colazione: stava per iniziare qualcosa che nessun uomo aveva mai fatto nella storia, e sapeva che qualche giorno dopo quella colazioni il suo nome sarebbe stato scolpito per sempre nella roccia.
Deve essere una sensazione pazzesca, che in qualche modo inevitabilmente ti destabilizza…

infatti …

la mia risposta era ironica, pero’ osserva bene la foto e vdi che e’ in accapatoio, potrebbe anche essere che alcuni pensassero che stavano andando al lavoro [in effetti erano tutti ex piloti militari (salvo Shmit di Apollo17)], chissa’, sono emozini che non potremo non sapere, se non trovandocisi, o no? :wink: