Terminata la missione per il telescopio Akari

L’agenzia nipponica JAXA ha comunicato lo scorso 24 novembre che sono cessate le attività del telescopio astronomico ad infrarossi Akari. La missione ha ecceduto sia il termine minimo richiesto (un anno), sia la durata attesa (tre anni), in quanto era iniziata nel febbraio del 2006 con il lancio dal poligono Uchinoura.
La conclusione della missione è stata imposta da problemi al generatore di energia, che si sono manifestati lo scorso maggio ed hanno portato alla sospensione delle attività osservative in giugno. In pratica, le batterie di bordo non si ricaricavano più a sufficienza, comportando la mancanza di energia durante i passaggi “notturni” dell’orbita.

Lo strumento principale di Akari era un telescopio operante nell’infrarosso, con un’apertura di 27 pollici e raffreddato da elio liquido quasi allo zero assoluto. L’esaurimento del refrigerante aveva già imposto lo spegnimento di questo elemento nell’agosto 2007. Tuttavia Akari (“luce” in giapponese) era stato in grado di proseguire le osservazioni nell’infrarosso vicino, grazie ad altri sensori raffreddati in modo meccanico.

Alla missione ha contribuito anche l’ESA, fornendo alcune stazioni di terra per i collegamenti ed il download dei dati, in cambio del dieci per cento di tempo osservativo del telescopio. Nei suoi 5 anni di attività. Akari ha catalogato 1,3 milioni di sorgenti infrarosse, grazie ai suoi due strumenti tarati a 1,7 e 180 microns di lunghezza d’onda.

L’osservazione in questa banda elettromagnetica è importante perchè permette di attraversare le dense e fredde nubi di polvere che circondano le zone ove nascono le stelle; purtroppo la nostra atmosfera blocca la maggior parte della radiazione infrarossa, e pertanto occorre effettuare queste osservazioni dall’orbita.

La scansione del cielo condotta da Akari ha consentito di focalizzare l’attenzione degli studiosi su alcuni elementi che sono stati poi oggetto di studi successivi, culminati nella missione NASA WISE del 2010. Da rimarcare anche l’osservazione di numerosi asteroidi all’interno del sistema solare.

Nell’immagine JAXA, una foto a falsi colori di una “nursery” stellare nella costellazione del Cigno, realizzata da Akari nel 2007.

fonte: JAXA


Un bellissimo strumento, di cui forse si è parlato un po’ poco…il telescopio principale era raffreddato fino a -267°C, come scritto da Paolo, e con la capacità di osservare lunghezze d’onda da 1,7 a 180 micron.

Tra le altre cose, ha consentito di tracciare il più grande database mondiale di asteroidi e nel corso del tempo ha fornito moltissimi dati sulla formazione di nuove stelle e sull’origine dell’intero universo…insomma, complimenti a questo “piccolo” telescopio di quasi una tonnellata!
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Ottimo lavoro!


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