Testato con successo lo scudo termico gonfiabile della Aero Sekur

L’azienda inglese, che ha un ufficio commerciale anche in Italia, è specializzata nei sistemi di sicurezza e nei materiali flessibili. Essa fornisce paracadute, fuel tanks, sistemi di galleggiamento di emergenza, maschere antigas, tute di sicurezza ecc. ai mercati aerospaziali e della difesa.

L’Aero Sekur ha testato lo SPEM (SPacecrew Emergency Module) presso la galleria del vento al plasma ad alta entalpia “Scirocco” del Centro di Ricerca Aerospaziale CIRA di Capua, in Italia.
Il test ha confermato che il modulo ha resistito a temperature che hanno raggiunto i 1250 °C, che si possono generare durante il rientro atmosferico.

Il modulo, che dovrebbe diventare operativo per il 2015, è progettato come sistema di fuga per gli astronauti in orbita e per l’invio a terra di campioni, ed è stato realizzato con una base ablativa al silicio, supportata da una struttura gonfiabile. Esso pesa circa la metà di uno scudo termico tradizionale, e quindi dovrebbe contribuire ad un risparmio sui costi di missione.

Il modulo SPEM è il risultato di tre anni di ricerche condotte nelle strutture della Aero Sekur.

In allegato il comunicato ufficiale.

Quindi potrebbe essere la risposta alla necessità di scialuppe di salvataggio per la ISS…senza dover tenere costantemente 2 Soyuz attraccate…

Essendo la Aero Sekur un’azienda che lavora necessariamente per le agenzie governative, non è specificato nel loro sito il target finale dello SPEM, credo soprattutto per riservatezza aziendale. Ovviamente va da sè che se questa azienda ha investito per tre anni su questo tipo di ricerca, naturalmente avrà già avuto in mano quantomeno dei pre-contratti con dei potenziali clienti.

AeroSekur ha una gran varietà di prodotti che offre sul mercato aeronautico e spaziale per svariati utilizzi e non prettamente Governativo.
La ricerca a mio parere è per know how interno da poter rivendere come brevetti e idea a chi ne fosse interessato, non credo ci sia necessariamente dietro già un pre-contratto.

Si, certamente…il know how fa parte del patrimonio che un’azienda può vendere.
Quindi più know how hai, e più ne puoi vendere… :grin:

Si dovrebbe però dotare di propulsori, sistemi vitali, sistemi di comunicazione, batterie e quant’altro. La vedo piuttosto lunga sebbene molto affascinante. Assomiglierebbe alla sfera in cui vengono lanciati D3BO e C1P8 all’inizio del terzo episodio di Star Wars, quando cadono sul pianeta del giovane Skywalker.

Stavo proprio pensando a quello!!! :blush:

Anche se, per come la avevo in mente io, si tratta di una cosa molto semplice! Il viaggio di rientro non sarebbe molto lungo! Ci si stacca e si rientra! Proprio per le emergenze! Una scialuppa vera e propria!
Quindi con sistemi vitali ridotti al minimo, per supporto vitale di un paio d’ore massimo!

Certo poi bisognerebbe garantire il recupero veloce a terra…soprattutto in ambienti ostili…