TRAINING SNERVANTE PER IL PRIMO ASTRONAUTA EUROPEO DELLA STAZIONE ISS

VIVERE nello spazio, una sfida per il corpo e per la psiche. Stavolta tocca al tedesco Thomas Reiter: sarà il primo europeo a vivere per sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale, l’ISS. Finora il privilegio spettava solo ad americani e russi che si avvicendavano due volte l’anno. Agli altri era consentita solo una «visita» al laboratorio spaziale orbitante, di non più di una decina di giorni. Il conto alla rovescia prosegue e il lancio si avvicina, nonostante una serie di ritardi: Reiter arriverà sull’ISS a luglio grazie allo shuttle, che continua a mostrare gli acciacchi dell’età. Dopo il disastro del febbraio 2003, il serbatoio esterno era stato riprogettato per risolvere il problema del distacco delle piastrelle termiche. Lo scorso luglio, però, durante il «ritorno al volo» della navicella, l’inconveniente si è ripresentato, costringendo la flotta a rimanere a terra per un altro anno. Il serbatoio, ora nuovamente modificato, è stato consegnato a Cape Canaveral il 1° marzo, ma, durante i test, i tecnici hanno riscontrato un ennesimo malfunzionamento: così la NASA li ha sostituiti e ha rimandato la partenza di «Discovery» a inizio luglio. Intanto Reiter sta completando un addestramento molto complesso, anche se non è nuovo a quest’esperienza, dato che nel ‘95 trascorse 179 giorni sulla vecchia stazione russa «Mir». Per ogni singola ora spesa nello spazio ogni astronauta deve dedicare centinaia di ore di training per prepararsi. Reiter ha seguito un corso per apprendere le basi delle tecnologie e delle scienze spaziali, le operazioni svolte dai centri di controllo di Terra e una serie di nozioni mediche. L’addestramento, tra l’altro, è incentrato su esercizi snervanti e discipline specifiche, come l’immersione subacquea e i voli parabolici per simulare le condizioni di assenza di peso, il corso di paracadutismo e di pilotaggio, oltre all’addestramento alla sopravvivenza, svolto con il 9° reggimento Col Moschin della brigata paracadutisti Folgore. Alla prima fase sono seguiti 18 mesi di formazione presso i centri di addestramento dei partner della stazione orbitante negli Usa, Giappone, Canada, Russia e presso il centro europeo astronauti, l’EAC, a Colonia. Negli ultimi mesi l’astronauta ha fatto il pendolare tra Usa e Russia per completare il training e impadronirsi di tutti i particolari tecnici, dai sistemi dello Shuttle a quelli della navicella russa Soyuz, usata come scialuppa di salvataggio. Prima si erano svolte le lezioni sugli esperimenti che saranno eseguiti durante il periodo in orbita e, a Houston, Reiter aveva completato l’allenamento con i sistemi della ISS. L’ultimo appuntamento, invece, sarà la simulazione conclusiva, che nei prossimi mesi coinvolgerà i centri di controllo: l’astronauta simulerà di essere a 400 chilometri dalla Terra e, seguendo le procedure di volo, verificherà il supporto dei controllori di Mosca, Monaco e Houston. Se non ha avuto tempo di annoiarsi nella fase di preparazione della missione, è certo che Reiter non ne avrà sulla stazione, dove farà otto ore di lavoro giornaliero e, per contrastare gli effetti dell’assenza di gravità sul corpo, due ore e mezzo di attività fisica. La stazione è dotata di due aree fitness con attrezzi da palestra ridisegnati per funzionare in orbita. Se in ogni palestra terrestre gli istruttori verificano i progressi dei propri iscritti e cambiano la scheda degli esercizi, anche sulla ISS gli astronauti vengono sottoposti alla valutazione del livello raggiunto («Periodical Fitness Evaluation») e, in base ai risultati, gli specialisti consigliano il nuovo programma di allenamento. Al rientro, dopo una lunga permanenza nello spazio, Reiter avrà bisogno di riadattarsi: ci vorrà almeno una settimana per riprendere le normali funzioni fisiche e almeno un mese di riabilitazione con un programma di allenamento per riacquistare la forma completa. Di certo, alla fine della spedizione avrà contribuito a migliorare le conoscenze sul comportamento dell’organismo in assenza di gravità. L’agenzia spaziale europea, l’ESA, sta gettando le basi per missioni lunghe e sempre più lontane: gli obiettivi sono la Luna e poi Marte.

da La Stampa Web

Conosco bene Thomas Reiter avendo spesso lavorato insieme alla preparazione del training per il laboratorio FSL (Fluid Science Laboratory) ed è un’ottima persona, nonché un gran narratore.

Ricordo l’emozione di quando, una sera a cena, raccontò ai presenti la sua prima esperienza di EVA a bordo della Mir (dove trascorse circa 6 mesi nel 1996).

Dato che dal 4 al 6 aprile sarò presso l’EAC dovrei incontrarlo, nel caso gli chiederò un autografo con dedica al Forum di Astronautica… :wink: :smiley:

Beh, Peppe, giusto in tempo per esibirli alla YN 2006. :smiley: