Tute spaziali Americane.

Questa è la versione successiva (1963-64) sempre della Hamilton Standard,sempre usata per test ingegneristici:la A1H.L’astronauta che prova la tuta a zero G all’interno di un aereo in volo parabolico è John Young (siamo nell’ottobre del 1963).Sempre Young scende da un mock up del modulo lunare indossando la A1H ,nel 1964.

Questi sono modelli successivi (1964),sempre Hamilton Standard,sempre utilizzato per test ingegneristici:la A2H e la A3H (che non ha più la copertura alluminizzata). In una delle immagini vediamo John Young con una A3H.Una volta arrivati sulla luna era previsto che gli Astronauti indossassero una sopratuta termica di colore bianco.Il concetto di sopratuta fu abbandonato solo nel 1967 con la A6L ILC suit.

La ILC-64 Apollo test suit,alluminizzata,fu un altra tuta commissionata per test ingegneristici nel 1964-1965,e servì da modello per le tute spaziali del film “2001 odissea nello spazio”.La A4H Hamilton Standard (quì indossata dal neo astronauta Dottor Joseph Kerwin ,nel 1965) era essenzialmente una A3H che oltre a piccole modifiche incorporava il casco della ILC.

Nel 1964-65 la NASA si accorse che le tute Hamilton Standard avevano le spalle troppo voluminose per i sedili della capsula Apollo.I primi voli del Block-1 (modulo di comando senza interfaccia per il docking) erano in programma per la fine del 1966,così si decise di utilizzare le tute Gemini David Clark con alcune modifiche.Le più vistose furono l’aggiunta di uno scudo di materiale plastico sagomato a protezione della visiera del casco Gemini,e l’aggiunta di bottoncini a pressione sul petto per agganciare la “life vest”,il riposizionamento della bandiera Americana sul braccio destro anzichè sinistro (per differenziare la tuta Apollo block-1 da quella gemini nei depositi).Vennero poi ideate delle cinghie di sostegno di colore giallo (come le sovrascarpe di plastica) anzichè grigie (come per il Gemini).Questa tuta avrebbe volato solo sulle missioni Block-1 che nel 1966 erano:Apollo-1 (Grissom,White,Chaffe) e Apollo-2 (Schirra,Cunningham,Eisle). Quest’ultima missione fu cancellata per essere sostituita dalla prima Block-2 (Mc Divitt,Schweickart,Scott).Conseguentemente la A block-1 suit avrebbe volato unicamente su Apollo-1

Nell’autunno del 1965 la NASA bandì il concorso per l’assegnazione del contratto per le tute dell’Apollo Block-2.Parteciparono l’Hamilton Standard,la ILC,e la David Clark.Quest’ultima azienda presentò una versione modificata della tuta Apollo Block-1 (e quindi Gemini).La migliore quanto a mobilità risultò la A5L,che si aggiudicò il contratto.Una curiosità:la Hamilton e la ILC presentarono delle tute colorate di azzurro.Era inteso che dopo il lancio,prima di una EVA lunare o spaziale la tuta venisse ricoperta con una sopratuta termica bianca.Nel 1967 con la versione successiva,la A6L,si preferì incorporare la sopratuta direttamente nello strato esterno dello scafandro,così come era già accaduto per le missioni Gemini.Nelle foto sotto,le tre tute presentate alla gara di appalto (Hamilton è a sinistra, ILC è al centro,la Clark a destra).La ILC A5L indossata nel 1965 da un tecnico ,e da Joe Kerwin e Rusty Schweickart il 7 Gennaio del 1966 durante un test in un mock up del modulo lunare.Più sotto l’equipaggio di Apollo 2 (poi spostati ad Apollo 9) Mc Divitt,Scott,Rusty Schweickart ,fotografati il 26 Gennaio del 1967.Per ultimo Gene Cernan,durante l’addestramento come riserva per l’Apollo 7.

CONTINUA. :wink:

Bello questo escursus temporale!!! :grinning: :grinning:
Ste tute ci fanno proprio impazzire :wink: Aspettiamo altre fotine Carmelo!
Come certamente posterai più tardi, ricordo che le tute A7L e A7LB impiegate per le missioni lunari, furono le tute spaziali più avanzate prodotte fino ad allora dalla NASA. Per realizzarle oltre a soluzioni tecniche d’avanguardia furono “inventati” di sana pianta nuovi materiali e nuovi tessuti che poi ebbero una diffuzione capillare a livello commerciale. Queste tute oltre che proteggere l’astronauta durante il percorso Terra-Luna, dovevano anche proteggerlo dall’ambiente ostile che avrebbe trovato durante le “passeggiate” sulla superficie lunare.
Ci sentiamo più tardi ora di nuovo a “laurà”

Dopo il tragico incidente dell’Apollo 1 venne deciso di aggiungere alle nuove tute Apollo block-2 A6L (versione più avanzata e con maggiore mobilità della A5L) uno strato esterno in tessuto ignifugo “beta cloth”. Con questa tuta viene definitivamente abbandonato il concetto di “overgarnment” da indossare al momento dell’EVA.Ultima vestigia dell’overgarnment è la copertura ventrale dei connettori (per proteggerli dalla polvere lunare)assicurata mediante bottoncini a pressione.Sopra al casco a “bolla” in policarbonato durante la EVA viene aggiunto una calotta in materiale plastico di colore rosso che protegge i vari visori anti radiazioni ultraviolette.Questo sopra casco verrà mantenuto anche nelle successive versioni A7l e A7lB,ma dopo l’EVA di Apollo 9 verrà dotato prima di una copertura in beta cloth,per un migliore isolamento termico,poi da un ulteriore calotta in materiale plastico bianco sagomato.

Carmelo ma dove eri nascosto fino ad oggi ?
Davvero complimenti (senza togliere nulla agli altri) per la tua Cultura (con la C maiuscola) spaziale !!!
Propongo una standing ovation per Carmelo.

Paolo D’Angelo

Nel corso del 1968 viene sviluppata una successiva versione della tuta Apollo,la A7L.Le migliorie riguardano sopratutto la mobilità.Viene costruita anche una versione “intraveicolare” della tuta destinata al pilota del modulo di comando per il quale non sono previste EVA;questa tuta però all’occorrenza può affrontare i rigori dello spazio,come dimostrerà la SEVA (in pratica l’affacciarsi dal portello soltanto col busto)di David Scott durante la missione di Apollo 9.Alla tuta viene assemblato il “Portable Life Support System (PLSS or “Pliss”) backpacks”,ossia lo “zaino” con il sistema di supporto vitale.Nel corso del 1969 viene definitivamente eliminato la copertura ventrale per i connettori di ossigeno,e viene aggiunto un sopracasco in beta cloth bianco (dopo aver riscontrato delle lineature dovute agli sbalzi termici sul casco rosso di Rusty Schweickart dopo l’EVA di Apollo 9).Durante l’attività extraveicolare sulla luna vengono indossate anche delle speciali soprascarpe,e dei guanti protettivi.

Scovare amici come Carmelo sparsi in tutta Italia, ecco la mia più grande aspirazione.
Caro Paolo, capisci ora cosa intendevo quando durante le ns. conversazioni telefoniche tante volte ti ho detto che era NECESSARIO creare un mezzo di aggregazione? Sono CONVNTO che vi siano ancora appassionati con la A maiuscola che ancora non ci conoscono. Devono essere scovati come diamanti in una miniera di carbone.
Siceramente, sono commosso e grato per il contributo di tutti a forumastronautico.it.
Carmelo di certo è uno degli elementi di maggiore “qualità”.
L’Amministratore, intanto, scorgendo sempre più gli abissi della propria ignoranza, legge e apprende. :flushed: