Tute spaziali Americane.

Guardando le fotografie delle EVA lunare di Apollo 12 ,persino gli stessi astronauti Conrad e Bean ebbero difficoltà a riconoscersi,distinguendosi l’uno dall’altro.Fu così che a partire da Apollo 13 il comandante fu distinto dal pilota da bande rosse sulle braccia,sulle gambe e sulla sommità del casco.Incomprensibilmente questo uso fu interrotto per le missioni Skylab,per riprendere con lo Shuttle.A partire da Apollo 13 i caschi per l’EVA sulla luna vennero rinforzati con l’aggiunta di calotte in materiale plastico ,e dotati di alette parasole applicabili per proteggere gli occhi degli astronauti dal riverbero.

A partire da Apollo 15 (luglio 1971) iniziarono le missioni cosidette “J” di più lunga durata,missioni nelle quali venne usata la rover lunare.Per queste missioni venne impiegata un ulteriore versione della tuta A7L,sviluppata nel 1969,chiamata A7LB.Questa tuta,oltre ad una disposizione differente della zip di entrata,presentava una maggiore mobilità ed un notevole aumento del confort e dell’autonomia,necessarie per EVA della durata di ben 7 ore.Durante le missioni “J” era previsto che il pilota del modulo di comando dovesse compiere una passeggiata spaziale durante il volo di rientro dalla luna.Per questo motivo venne dotato di una nuova tuta A7LB-CMP.Praticamente una tuta da pilota del modulo di comando con una serie di due connettori sul lato destro,e ulteriori strati protettivi.Durante questa EVA il sopracasco con i visori era “prestato” dal comandante.

Ottimo Carmelo mi aggrego alla “Standig Ovation”!!!
Ci infilo qualcosina pure io:
Sotto le 2 tute A7L (a sinistra) e A7LB "nude"senza protezione esterna, sono evidenti le differenze e le migliorie adottate prima tra tutte nella zona ventrale, nella disposizione dei connettori, alle spalle e alle ginocchia:

La nuova conformazione della zona ventrale garantiva maggior mobilità agli astronauti che in questo modo potevano eseguire dei veri e propri piegamenti sul busto. Così facendo erano in grado di eseguire dei compiti più specifici come chinarsi verso terra per raccogliere un campione di roccia, cosa impossibile da eseguire con la versione precedente.
Differenze nelle tute si possono anche riscontrare analizzando gli incarichi degli astronauti assunti durante la missione; il pilota del modulo di comando che non sarebbe sceso sulla Luna ma avrebbe eseguito l’EVA durante il viaggio di ritorno disponeva di un posizionamento dei connettori differente. Quì l’equipaggio di Apollo 17 Schmitt,Cernan ed Evans (la cui tuta differisce da quella di Cernan e Schmitt)

A partire da Apollo 15 (luglio 1971) iniziarono le missioni cosidette "J" di più lunga durata,missioni nelle quali venne usata la rover lunare.Per queste missioni venne impiegata un ulteriore versione della tuta A7L,sviluppata nel 1969,chiamata A7LB.Questa tuta,oltre ad una disposizione differente della zip di entrata,presentava una maggiore mobilità ed un notevole aumento del confort e dell'autonomia,necessarie per EVA della durata di ben 7 ore.Durante le missioni "J" era previsto che il pilota del modulo di comando dovesse compiere una passeggiata spaziale durante il volo di rientro dalla luna.Per questo motivo venne dotato di una nuova tuta A7LB-CMP.Praticamente una tuta da pilota del modulo di comando con una serie di due connettori sul lato destro,e ulteriori strati protettivi.Durante questa EVA il sopracasco con i visori era "prestato" dal comandante.

:wink: mi hai preceduto! :wink:

Schema di funzionamento di massima del PLSS:

Cernan si gratta il naso durante un test impegando un striscia di Velco applica sulla visiera del casco…

Tute lunari nel “ripostiglio” del LM dopo l’ultima EVA di Apollo 17 … notare lo “zozzume” (polvere lunare) accumulato…

Le missioni di sbarco Apollo avrebbero dovuto essere dieci,da Apollo 11ad Apollo 20.Dopo sarebbero seguite da tre a cinque missioni lunari Apollo AAP,che avrebbero portato la permanenza sul suolo del nostro satellite fino ad un massimo di una settimana.Per queste missioni vennero studiate vari modelli di tuta sia “hard” che “soft”.Alla fine ci si decise per il secondo modello ibrido postato in fondo (visto “nudo”,senza copertura in beta cloth").Con la cancellazione delle missioni AAP queste tute rimasero solo allo stadio di prototipi.

Per il progetto Skylab (ex Apollo AAP in orbita terrestre) venne inizialmente valutata la possibilità di impiegare la ottima tuta che la Hamilton Standard aveva ideato per il MOL ,il laboratorio orbitale dell’USAF cancellato nel 1969.Tuttavia dato che i voli sarebbero stati solo tre (i due successivi Skylab B e C sembravano già allora ,in clima di tagli di bilancio, improbabili) si preferì impiegare le tute A7LB in versione CMDR e LMP,modificandole con l’eliminazione di alcuni strati protettivi e l’aggiunta di un nuovo sopracasco in materiale plastico sagomato (sotto al quale restava il portavisori di colore rosso modello Apollo 9).Al posto dello zaino lunare per gli EVA venne disegnato un “Astronaut Life-Support Assembly (ALSA)” ombellicale.Incomprensibilmente vennero eliminate le bande rosse per il comandante,e furono aggiunte due brutte cinghie marroni (lo stesso orrendo colore delle divise (“jumpsuit”) di volo,colore evidentemente molto amato alla NASA negli anni 70-primi 80,tanto da ritrovarlo sulle tute a pressione dei quattro voli inaugurali dello Shuttle).

Per la missione dell’Apollo-Sojuz (ASTP test project),l’ultimo volo di una capsula Apollo,non erano programmate attività extraveicolari.Venne perciò deciso di dotare l’equipaggio (Stafford,Brand,Slayton)di tute intraveicolari simili a quelle indossate dal pilota del modulo di comando nelle missioni Apollo 7-Apollo 14,ma in versione migliorata.Poco prima del volo,il vecchio e glorioso stemma circolare (“meatball”,letteralmente “polpetta”)della NASA,portato sul gomito destro della tuta ,fu sostituito dal nuovo “worm” ,rosso su fondo bianco, introdotto nel 1974.Il “worm” non fu mai amato dagli Astronauti che riuscirono a riavere il vecchio “meatball” sulle loro tute di volo già dai primi anni 80.Negli anni 90 il brutto simbolo di un era oscura di tagli di bilancio e programmi chiusi fu definitivamente abolito in favore dell’amatissimo “meatball”.

Ringrazio Spacewalker per le belle foto.CONTINUA. :smiley:

Yesssss! Certo che continua! Avanti così Carmelo!!! :grinning:

Fin dagli albori del programma Shuttle si pensò di separare le tute intraveicolari per lancio e rientro da quelle per l’attività extraveicolare,e di realizzare entrambe con un sistema di taglie che ne consentisse il riutilizzo da parte di più astronauti (ricordiamo che tutte le tute dei programmi Mercury,Gemini,Apollo,Skylab,e ASTP erano confezionate su misura ed utilizzate solo una volta).Da un rapporto preliminare datato 1972 apprendiamo che la NASA intendeva utilizzare per lancio e rientro una tuta derivata dalla A7L per pilota del modulo di comando,con un riposizionamento della cerniera di entrata ed un casco soffice a cappuccio del tipo utilizzato nelle tute del Gemini 7 e nelle Sovietiche Sokol.Questa tuta sarebbe stata in grado di performare delle brevi EVA in caso di emergenza (ad esempio il trasferimento da un Orbiter in avaria ad un altro in missione di soccorso).Per l’attività extraveicolare si pensava ad una “hard suit” derivata dagli scafandri studiati per le missioni AAP lunari.Rammentiamo che all’inizio dello sviluppo del programma STS il primo volo dello Shuttle era previsto per il 1976-77.Sotto,i disegni NASA del 1972 per le combinazioni EVA e lancio e rientro.A seguire due fotomontaggi da me eseguiti che mostrano il possibile aspetto della tuta lancio e rientro.