2007-08-24 16:35 Enrica Battifoglia
[i]MARRAKECH - Scatta la caccia a Marte sulla Terra. L’Europa comincia a prepararsi alle non troppo lontane missioni robotiche su Marte (la prima è prevista fra appena sei anni), destinate ad aprire la strada alla futura esplorazione umana. Ed ecco allora che, al fianco dell’Italia, l’Agenzia Spaziale Europa (Esa) esplora, sulla Terra, i siti che per le loro caratteristiche geologiche e climatiche sono ideali per simulare atterraggi e manovre di veicoli automatici sulla superficie del pianeta rosso. Il luogo ideale per simulare sulla Terra le missioni su Marte é il Sahara, in particolare la zona sud-occidentale del Marocco dove nel raggio di qualche decina di chilometri da Marrakech si trovano distese sabbiose di dune e zone rocciose dalle caratteristiche molto simili a quelle della superficie marziana.
Sono queste le aree che da oggi si prepara a valutare la delegazione della quale fanno parte Agenzia Spaziale Europea (Esa), Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Scuola Internazionale per la ricerca sulle Scienze Planetarie (Irsps), una fondazione no profit dell’università “Gabriele D’Annunzio” di Pescara per la ricerca e l’alta formazione nelle scienze planetarie. E’ in queste aree desertiche del Marocco che entro un anno dovranno cominciare i test per simulare l’atterraggio dei robot che l’Esa si prepara a inviare su Marte per il 2013, nella missione ExoMars, il primo progetto previsto nell’ambito del programma europeo di esplorazione Aurora.
Il finanziamento di ExoMars, approvato finora per 592 milioni di euro, è in fase di ampliamento. Per l’Italia il progetto ha un particolare rilievo. Il nostro Paese lo finanzia infatti per il 40% ed è direttamente coinvolta anche l’industria, con la Thales Alenia Space Italia. Sempre nel contesto europeo, “l’Italia sta investendo anche nei progetti futuri di esplorazione”, osserva Simona Di Pippo, responsabile dell’Asi per i programmi di osservazione dell’universo e presidente del Comitato di programma dell’Esa per Volo umano, microgravità ed esplorazione.
“Nella conferenza ministeriale dell’Esa del 2005, infatti, l’Italia - prosegue Di Pippo - ha deciso di finanziare in modo sostanziale il Core Programme di Aurora, che preparerà i progetti da approvare nella prossima ministeriale dell’Esa, a fine 2008, e nel quale rientrano i test che saranno eseguiti in Marocco”. Importante anche il contributo scientifico dell’Italia nella preparazione dei test in vista delle missioni su Marte. E’ infatti italiano e lavora all’Irsps di Pescara il più grande nucleo di esperti di geologia planetaria in Europa. Nato una decina di anni fa, il gruppo è attivo da allora nella ricerca dei siti ottimali nei quali sperimentare le tecnologie destinate all’esplorazione di Marte.
“E’ necessario sviluppare tecnologie per ottenere la massima precisione durante l’atterraggio”, rileva il direttore dell’Irsps, Gian Gabriele Ori. I robot sono destinati ad aprire la via all’esplorazione di Marte, con sistemi capaci di atterrare e operare autonomamente sul pianeta. Per assicurare il successo di queste missioni, prosegue l’esperto, è necessario condurre sulla Terra intense campagne di test prima del lancio. “Questo - osserva Ori - è stato sperimentato già dalla Nasa per le sue missioni e l’Irsps, partecipando a queste attività, ha avuto l’opportunità di acquisire una considerevole esperienza in questo settore”. Alla luce di queste considerazioni l’Irsps ha proposto all’Asi di realizzare un’infrastruttura in Marocco, a Marrakech, che sia parte dell’Irsps e chiamata Ibn Battuta, dal nome dell’esploratore arabo del XIV secolo al quale è stato dedicato anche un cratere lunare.[/i]
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