Qual'e' il primo evento astronautico che ricordate?
Bellissimo argomento. Il mio primissimo ricordo è della passeggiata di Neil e Buzz. Mio papà mi aveva svegliato apposta per assistere alla storica discesa sulla luna, verso le tre del mattino, ma la sera prima si era stati alla TV con Tito Stagno. Avevo meno di cinque anni, ma ricordo che stavo seduto ai piedi del TV brionvega bianco e nero.
Poi, poco dopo, l’Apollo 13. Ricordo soprattutto l’ansia e la rabbia di mia mamma, che inveiva contro quegli scienziati pazzi che mandavano tre disgraziati su astronavi difettose. Poi il discorso di Papa Paolo VI che in diretta TV pregava per gli astronauti, almeno così mi pare.
Poi, l’Apollo 15. Una sera al TG1 ci fu un servizio di una giovanissima Angela Buttiglione, che rapportava della passeggiata di Irwin e Scott che stavano trivellando la superficie lunare e improvvisamente uno dei due capitombolò per “terra” esclamando: “mamma mia!”. E la giornalista sottolineò il fatto che lo avesse fatto in italiano. Non ho prove di quanto sto dicendo ma è per me un ricordo nitidissimo. Ricordo inoltre le immagini della lunar rover, mi ricordo, all’epoca avevo sette anni, che pensavo che avrei vissuto nel futuro, un futuro che mi avrebbe permesso di andare anch’io sulla luna con qualche sistema di turismo di massa. Ormai sulla luna c’erano già automobili.
Dello Skylab ricordo bene i lanci delle capsule con equipaggio, mentre ho mancato completamente il lancio del Saturn V più potente della storia, non lo ricordo proprio. Ricordo soprattutto i filmati dei giochini degli astronauti e soprattutto del fatto che si parlava molto della cometa di Kohoutek, ripresa dal telescopio dello Skylab.
Per l’Apollo-Soyuz ero ormai perfettamente informato, leggevo i giornali e mi appuntavo l’ora dei collegamenti TV. Ho visto tutti i servizi in diretta e ho assistito a tutte le dirette con Tito Stagno. Compresa la stretta di mano tra Slayton e Leonov. In quei momenti mi commuovevo sul serio.
Poi arrivò il mitico Viking 1. Fu un’estate tremenda, tutti i giorni qualche notizia entusiasmante. Ma arrivarono anche i giorni delle fotografie terrorizzanti, con le lettere incise sulle rocce, e poi la faccia sulla superficie. Marziani dappertutto, mancava poco che li pensassi sotto il letto. Ma dal punto di vista scientifico, mi sentivo all’apice della mia “carriera” di curioso e in quei momenti pensavo che volevo fare lo scienziato.
Poi il rientro dello Skylab, momento di vera sconfitta tecnologica. Non paura, anzi, tutt’altro. Speravo che cadesse su di me… per acchiappare qualche pezzetto. Cosa che poi avvenne in Australia.
Il dodici aprile 1981, fu nuovamente storia, con Young e Crippen. Dopo due tentativi in diretta, rinvio di lancio, Columbia, alla quale già ero affezionato da più di due anni, decollava e compiva quella incredibile piroetta appena sopra la rampa di lancio. Ma il vero momento tremendo fu l’accensione dei tre SSME e anche, un pochino, deludente. Il decollo fu per me troppo veloce e facile, pareva che l’astronave da duemila tonnellate salisse troppo velocemente rispetto ai gloriosi Saturn V e mi feci l’idea che tramontava un’era e ne nasceva un’altra, fatta di un veicolo spaziale potentissimo e sicuro. Almeno questa era la prima impressione.
Poi Challenger. Non ero davanti alla TV, anche se avevo visto moltissimi lanci in diretta negli anni precedenti. Ormai non venivano più trasmessi… e quella sera uscendo dalla ditta, il vicino gioielliere mi fermò e mi chiese se avevo sentito “cosa era successo in America, dove lanciano i razzi per la luna”. Sapevo che Challenger doveva partire e ero lontanissimo dal pensare alla catastrofe. “No”, dissi, “cosa è successo?”, pensando a un rinvio… “E’ scoppiato tutto, sono tutti morti”, mi disse l’anziano signore. E io lì per lì NON gli diedi alcun credito, perchè era un vecchio signore anche un po’ ignorante della materia. Però la notizia, anche se impossibile in realtà, mi aveva messo in ansia… e, arrivato a casa, mia madre aveva due occhi molto ma molto diversi dai suoi soliti e allora capii, prima ancora che me lo disse, che era tutto vero. Stava per iniziare il TG uno delle venti e agguantai un registratore e un microfono e registrai le parole di Albertini che diceva “la più grande sciagura della storia dell’astronautica si è verificata questo pomeriggio a Cape Cadaveral…”
Brutto momento, il secondo peggiore della mia vita di appassionato di spazio (ma all’epoca era il primo). Mi crollò il mito dello shuttle. Ma mi nacque, in certo senso, quello del coraggio e dell’eroismo di alcuni astronauti, sia vecchi che nuovi. Mi aumentò la stima e la riconoscenza per il lavoro delle persone che queste macchine pensano e costruiscono e… un sacco di altra roba.
Poi il Discovery volò nuovamente, due anni dopo. Non era più la stessa cosa, ma intanto si sapeva che una nuova navetta veniva costruita, era il momento della caparbietà americana, e io ero orgoglioso di questa testardaggina americana per lo spazio; perchè ero convinto, come lo sono tuttora, che lo shuttle fosse una macchina straordinaria e non già un bidone.
Poi, la routine… missioni sempre più anonime, un Glenn che torna nello spazio quasi ottuagenario, eccetera.
Il “mio” Columbia torna a terra molto diverso da come è partito due settimane prima, e QUESTO è il fatto più doloroso della mia personale storia di appassionato di spazio e astronautica. Vissuto quasi in diretta web. Mio fratello mi aveva detto che la navetta era stata “persa” dai radar, erano le tre e mezza del pomeriggio… e siccome per radio e TV non c’era ancora nulla di preciso, girai per il web. La pagina NASA era sparita, sostituita da un comunicato in nero che diceva che… il collegamento con il Columbia era perso. Passai tutto il pomeriggio al computer.
E così… alcuni fatterelli dello spazio mi si sono fissati nel cervello.
Grazie per lo spunto, avrei voglia di scirvere per ore, ma non ho più la possibilità. Ho fatto più presto che potevo e nella maniera più breve possibile. Chiedo scusa per la lunghezza, come sempre.
ciao
Cristiano
Http://www.criscaso.com
Per quanto mi riguarda ricordo confusamente
- la missione Apollo-Soyuz (avevo 4 anni)
- il rientro dello Skylab (ne avevo 8)
ma il primo ricordo netto e' il flyby di Saturno del Voyager 2. Inutile dire che e' un evento che mi ha segnato. e ho ancora i ritagli di giornale d'epoca