Vaccini antitumorali

Apro questo topic su questo soggetto perché ne sono venuto a conoscenza ad ottobre dell’anno scorso e da allora ne ho sentito parlare pochissimo dai mezzi di informazione. Visto che non guardo molto la TV, è abbastanza comprensibile. Voi ne avete saputo niente?

Le mie uniche fonti di informazioni sono queste:

Ogni tanto leggo notizie di nuovi farmaci, ma davvero poco di questi nuovi trattamenti che sembrano rivoluzionari, ma sopratutto cambiano le regole del gioco: non si tratta di farmaci preconfezionati, ma di vaccini specifici per ogni paziente ottenuti dai campioni di tessuto oncologico.

Interessante inoltre la dichiarazione dei medici di uno di questi laboratori, che ha dichiarato che la loro ricerca stava per essere interrotta per mancanza di finanziamenti, nonostante gli esiti positivi della sperimentazione. Fu l’articolo in prima pagina sull’Washington Post di una paziente guarita a cambiare le sorti di quella cura.

Guarda, nemmeno io che lavoro nell’ambiente ne ho mai sentito parlare; così a prima vista (senza avere ulteriori informazioni) potrebbe essere che possa essere una possibile soluzione per questo tipo di malattia. Bisognerà vedere se eventuali guarigioni saranno effettivamente dovute a questi farmaci o no, solo il tempo (e i “peer review”) ce lo diranno.

Per alcune forme di cancro esistono dei virus che possono essere utilizzati. Se c’è la combinazione ideale tra virus e DNA tumorale allora magari qualche farmaco specifico potrebbe essere scoperto. Ma siccome è probabile che la reazione più forte si abbia in casi particolari è probabile che non sia un tipo di ricerca “che porti tanto profitto economico”. :thinking:

non è il caso di fare le solite affermazioni per cui la medicina è schiava della multinazionali del farmaco. il fatto che la malattia neoplastica non si sia ancora sconfitta è dovuto al fatto che non si tratta di una malattia di organo, ma una malattia del genoma del paziente.
L’unica strada reale che si sta affrontando è quella della target terapy che cerca recettori e mutazioni specifiche sui pazienti per dare una terapia personalizzata.

Il mio punto di vista è sicuramente biased, lavorando per un’azienda farmaceutica, ma hai scritto tutte cose a mio avviso condivisibili.

Tuttavia, questo tipo di considerazione:

è secondo me altrettanto corretta. E’ un problema che coinvolge tutte le moderne “targeted therapies” antitumorali, e il concetto in generale di “personalised medicine”: abbiamo oggigiorno gli strumenti per sviluppare terapie molto mirate, e quindi potenzialmente in grado di offrire risultati in termini di beneficio/rischio impensabili fino a qualche anno fa. Il problema è che più una terapia è personalizzata più piccola è la popolazione che ne beneficerà, e questo è un problema serio per le assicurazioni o i sistemi sanitari, insomma per chi deve pagare. Lo sviluppo di un farmaco rivolto a una nicchia di pazienti non è più economico, anzi è più complicato e costoso perchè è difficile reclutare i pazienti negli studi clinici, ed alla fine potrò vendere il mio prodotto in un mercato molto piccolo, quindi il prezzo di quello sviluppo dovrà spalmarsi su poche unità…è una sfida, bisogna affrontarla da molti punti di vista, sia scientifici sia politico/economici.

Tornando ai vaccini antitumorali, l’area di ricerca è immensa e promettente, anche gli approcci che usano vettori virali (lentivirus perlopiù, tipo HIV, appunto) sono molto molto interessanti, anche se nello sviluppo di nuovi farmaci vale sempre il principio che di tutte le nuove strategie innovative e promettenti, quelle che poi riescono davvero a superare con successo gli studi clinici sono una frazione risibile…

il problema è come detto prima che non esiste un tomore, ma esistono tumori di un cero organo paziente dipendente.

mi spiego. una neoplasia mammaria di base sarà di un certo tipo, ma più nado a effettuare indagini immunoistochimiche o molecolari, la stessa neoplasia si differenzia da altre con medesimo istotipo. Sono le differenze molecolari e genetiche del paziente a rendere più o meno rispondente la neoplasi, non i parametri storici tipo, dimensione e differenziazione.

Il problema risiede nel sistema economico attuale a questo punto capitalismo finanziario. Per avere i fondi per la ricerca ci si affida ad azionisti che sponsorizzano alcune aziende/gruppi di ricercatori affinché se ne escano con un farmaco da vendere e non donare. Insomma i farmaci antitumorali seguono la stessa regola di farmaci tipo per l’epatite C la cui ricerca mi pare sia costata 2 miliardi e la vendita all’asta è andata per 11 miliardi. Sta di fatto che quei 9 miliardi in più non erano nell’interesse della società.

Senza dubbio i farmaci antitumorali sono fondamentali, estremamente importanti. Quello che l’attuale sistema blocca è il progresso verso terapie ancora più efficienti, purtroppo :disappointed:

Dovresti spiegare meglio quello che hai scritto, altrimenti è difficile interpretare: la “vendita all’asta” di cui parli sarebbe l’acquisizione di Pharmasset da parte di Gilead, insieme a tutta la sua pipeline ovviamente, che comprendeva quello che di lì a qualche anno, nelle mani di Gilead, sarebbe diventato Sovaldi. La transazione in effetti fu sugli 11 miliardi, ma non includeva solo sofosbuvir e comunque nessuna di queste transazioni equivale al costo della R&D equivalente: quando compri un’auto la paghi per il suo valore di mercato, non per il costo dei materiali + manodopera.

Inoltre il costo esorbitante di Sovaldi (e dei suoi follow-on) non è solo figlio del costo di sviluppo del farmaco: questo è un argomento frequente, ed ha un suo senso nell’ottica di mantenere un benchmark ragionevolmente etico per i prezzi rispetto al costo delle Ricerche, tuttavia i farmaci sono primariamente prezzati, soprattutto in EU, sulla base del beneficio atteso. E questi farmaci prendono una malattia diffusa e cronica, incurabile, che richiede terapia a vita ed esita quasi invariabilmente con cirrosi epatica o carcinoma epatico e quindi potenzialmente trapianto d’organo, e trasforma questa malattia in una infezione curabile con un trattamento farmacologico. Il paziente che prende Sovaldi e guarisce non avrà l’epatite C a vita, non avrà insufficienza epatica e non avrà tumore al fegato…i risparmi sono immensi e per ogni paziente vanno ben al di sopra del costo del farmaco (cosa che per inciso non si verifica spesso invece in oncologia, dove i prezzi alti sono la norma eppure molti trattamenti hanno un beneficio -purtroppo- contenuto).

Il problema è che nessun sistema sanitario (o molto pochi) possono permettersi di curare tutti i malati di epatite C, così come non si possono fornire farmaci innovativi per ogni paziente con il cancro…e questo ovviamente frena la ricerca a monte, perchè difficilmente investirò in un prodotto se so già che nessuno me lo rimborserà al prezzo che mi serve per giustificare l’investimento…

Non è un problema banale, ci sono molte discussioni in atto ed ultimamente anche negli USA stanno iniziando a farsi qualche domanda in più (giustamente) sul prezzo dei farmaci…

Non ho mai detto che fosse banale.

Da un lato è giusto che l’investimento venga recuperato. Qualche dubbio può venire sul profitto una volta recuperato l’investimento oppure il sovrapprezzo approfittando di condizioni di urgenza. Si possono per esempio avere allungamenti dell’esclusività per un abbassamento dei prezzi. Ovvio questo non permette un rientro repentino dell’investimento ma garantisce una certa stabilità a chi lo produce.

Una cosa però che non puoi assolutamente fare è confrontare la vendita di un auto con quella di un farmaco. Sono concetti che sarebbe utile tenere separati per non rendere la questione banale.

E’ complicato perché da un lato per vivere devono rientrare delle risorse dall’altra devono cercare di trovare un modo di garantire l’accesso ai farmaci alla popolazione, che di solito non ha lo stesso tempo di chi produce il farmaco.
Come detto all’inizio però di modi per rientrare dell’investimento ci sono a patto che non si aspettino guadagni miliardari in breve tempo. Ma è chiaro che questo dipende da un gruppo di azionisti.

Mi son imbattuto in questa notizia:

Pur essendo un test clinico effettuato in un centro privato della Florida, l’articolo appare su una rivista peer review in 12° posizione su una classifica di 213, per impact factor (per gli amanti del peer review), almeno secondo il giornalista dell’ANSA.

Nuovo centro a Siena

http://www.ao-siena.toscana.it/index.php/dipartimento-oncologico/immunoterapia-oncologica

Anche se l’approccio sembra essere farmacologico.

----------aggiornamento: 2018-09-28 14:51--------------------

Grazie per la notizia… purtroppo è in ritardo di 18 anni

Rispetto a cosa?

a 2 persone che ora non ci sono piu

Credo sia questo. Già commercializzato per il solo tumore al polmone.

Ma per favore! sostenitori.info è un sito di clickbait noto per le più disparate teorie bufalare. E’ attendibile quasi come il noto geometra sanremese o il regista di oltre oceano. Confrontare con le varie blacklist di Bufale.net e Butac.

A’ Vittò la notizia però é vera. Non lo sapevo un sito bufalaro, ma é riportato anche su siti autorevoli

http://www.aifa.gov.it/content/cda-aifa-rimborsabilit%C3%A0-pembrolizumab

PS: in effetti la notizia sulla rimborsabilità é vecchia, e viene presentata come una News. Però avevo letto la stessa news sul fatto quotidiano qualche gg fa, si vede che l’iter é stato lungo o non so