Verso i sistemi di occultamento?

Due matematici teorizzano
la tecnologia della non-visibilità
di Ivan Fulco

Tra gli appassionati di Star Trek è noto come “dispositivo di occultamento”, una tecnologia in grado di rendere invisibili intere navi spaziali, in uso sugli sparvieri Klingon o sugli incrociatori romulani, ma non sulle astronavi della Federazione. Un dispositivo che, per il momento, rimarrà confinato agli spazi della fantascienza, ma che ha ispirato qualcosa di lontanamente simile nella realtà.

Graeme Milton e Nicolae-Alexandru Nicorovici, rispettivamente della Utah University e della Sydney University of Technology, sono due matematici al lavoro su una tecnologia in grado di rendere gli oggetti non-visibili. Una ricerca che li ha portati, finora, a teorizzare la possibilità di costruire un dispositivo denominato “Superlente”, capace di alterare le condizioni di visibilità della materia. Nella teoria dei due scienziati, la Superlente, costruita con un materiale di recente scoperta, sarebbe in grado infatti di invertire la traiettoria della luce, grazie ad un indice di rifrazione negativo, impedendo alla luce riflessa da un oggetto di raggiungere l’osservatore.

Il risultato? Per il momento qualcosa di piuttosto distante da un dispositivo di occultamento in chiave fantascientifica. Le condizioni di successo presuppongono infatti che l’oggetto sia sufficientemente vicino alla Superlente e, soprattutto, sufficientemente piccolo, ovvero delle dimensioni di una particella di polvere. Milton e Nicorovici, inoltre, sottolineano come la Superlente sia in grado di agire solo su alcune lunghezze d’onda e non produca propriamente l’invisibilità dell’oggetto, quanto la sua non-visibilità, quindi una condizione di assenza di luce. Qualcosa di simile, in sostanza, ad un buco nero.

La ricerca dei due matematici è stata pubblicata mercoledì sulla rivista Proceedings of the Royal Society e commentata con interesse dalla comunità scientifica. Secondo John Pendry, fisico teorico dell’Imperial College di Londra, e primo ideatore del concetto di Superlente, la tecnologia, opportunamente sviluppata, potrebbe essere utile in ambito medico o militare, per occultare oggetti o, comunque, per usare strumenti elettronici in presenza di forti campi elettromagnetici. Milton e Nicorovici, attualmente giunti alla sola fase di teorizzazione del dispositivo, sostengono infatti che il principio potrà essere applicato anche ad oggetti di dimensioni maggiori.

da la stampa web

La fantascienza ci sta portando alla scienza? :smiley: