Viaggio lampo a Colonia presso EAC - DLR

GIORNO 2 - venerdì 15/1 - Museo della tecnologia di Speyer
Per venerdì la sveglia è fissata alle 7.30. Non ancora ripresi dall’emozionante, incredibile, surreale primo giorno (ri-ri grazie Samantha) ci rifocilliamo con un’abbondante colazione, per poi partire verso Speyer, cittadina posta 250 km più a sud rispetto a Colonia. L’equipaggiamento in dotazione alle due auto (Maccherone 1 l’auto nostra, Maccherone 2 quella capitanata da Amoroso) è di tutto rispetto: navigatori satellitari, pilota, copilota, ingegnere di bordo addetto anche alle comunicazioni radio tra i due veicoli. Tutto assolutamente geek, ma che dico, orgogliosamente NERD, con le nostre divise ISAA sempre ben in vista.
Il viaggio scorre tranquillo e per l’ora di pranzo siamo dentro alla hall del museo, dove facciamo rifornimento di carboidrati e poi via, dentro ai capannoni del museo. Il primo è totalmente dedicato alle realizzazioni tecniche nel senso più ampio del termine: auto, aerei di ogni epoca, qualche (rarissimo) residuato bellico della Luftwaffe e della Bundeswehr risalente alla seconda guerra mondiale, locomotive, camion di ogni foggia. Imperdibile per gli amanti del genere.
Fuori dal primo capannone ci aspettano fantastici velivoli; tra i tanti un Antonov AN-22, impressionante per dimensioni del vano carico, e un Boeing 747 che decisamente è stato l’ennesimo momento da bocca aperta per lo stupore.
Dulcis in fundo la visita al capannone astronautico, dove troneggia uno dei Buran costruiti per le prove aereodinamiche (quindi non destinato a volare in orbita). Fantastica la scelta del museo di aprirne delle parti, compresa la zona motori e il cargo bay, rendendole visitabili grazie a piattaforme e protezioni in plexiglass. Ci si può letteralmente entrare! Personalmente resto ammirato e stupito da queste realizzazioni dell’ex potenza comunista, anche se permane in me una sorta di velo di tristezza, nel vedere creazioni tanto fantastiche ormai relegate ai musei. Quanti ingegneri lavorarono duro per poi veder vanificato ogni loro sforzo!
Magnifico anche un esemplare di BOR, il BOR-5, modello in scala dello shuttle sovietico (praticamente indistinguibile da quello americano) che venne fatto rientrare in atmosfera per studiare la reazione al calore della forma aerodinamica scelta per l’orbiter.
Interessantissima la ricca esposizione di cimeli, soprattutto (ma non solo) russi a tema spaziale: tutine, tute EVA, magliette, campioni di cibo, cimeli autografati.
Ultima passeggiata riservata all’erede degli U-boot, l’U-5, decommissionato nel 1993 ed ora accessibile senza limitazione alcuna dai turisti. Emozionante anche questo!
Soddisfatti e affamati, lasciamo il museo dopo le 18 e ripartiamo alla volta di Colonia, dove ci aspetta la Pizzeria Da Stefano, locale italiano dove ci siamo sbafati ottimi piatti caserecci. Eccellente scelta!
La serata si conclude con la divisione del gruppo tra galli e matusa: i primi si avviano ad una visita serale del centro di Colonia, i secondi (tra cui il sottoscritto) preferiscono una solitaria serata in albergo a rimuginare sulle cose incredibili vissute nelle ultime 48 ore.
Ecco qualche altra fotina, anche se quelle messe dai miei compagni di avventura sono molto miglori.


E vista l’ora, decisamente da pausa caffè, eccovi i sei stralunati che sorseggiano il loro caffè. E i sei stralunati siamo noi eh, non gli ASCANS.

Traduzione:

  1. Camminare fino in centro.
  2. Fare tre foto alla cattedrale.
  3. Congelare vivi a causa del vento nella piazza antistante.
  4. Saltare su un taxi e scoprire come si pronuncia la via dell’albergo.
  5. Nanna.

Volevo il video del momento in cui ve li siete trovati davanti all’improvviso… ->> :open_mouth: :open_mouth: :open_mouth: :open_mouth: :open_mouth: :open_mouth:

INVIDIA!!!

La nostra guida, Stuart, ingegnere assistente dei medici ESA che supportano gli astronauti, ci mostra il funzionamento della sua console. Avevo girato il video dall’inizio, in teoria, ma non mi ero accorto di aver dimenticato di premere “REC”. Capirete, ero sull’agitato.

Se non ricordo male era l’U-9.

Paolo Amoroso

Questa mi piacerebbe tanto da affiancare alla mia vkk-6m … Qualcuno può intercedere per farmela avere ad un prezzo ragionevole?(ragionevole per me e non per loro ovviamente …)

Mio fratello sembra entrato in una sorta di sospensione krnotonica … è presente con il corpo ma sinapsi e schemi mentali sono rimasti in un altro luogo … Più ragionevolmente si potrebbe supporre sia stato vittima di un OBE (Out of Body Experiences) …

In reparto non capiscono perchè ognitanto inizio a piangere e frignare…
poi hanno compreso…
…penso che a breve organizzaranno una colletta per pagarmi un viaggio a Colonia pur di non sentirmi…

Noi siamo in una situazione tipo pubblicità della crociera.
Piangiamo ogni volta che leggiamo ESA, o Germania. O quando qualcuno dice “crauti”.

Buuaaaahahaha :cry: :cry:
Non dirlo più!

Domanda: possibile che il viaggio a Colonia vi abbia emozionato più di quello al KSC???

E’ una vita che mi propongo un pellegrinaggio presso il Kennedy, come ogni buon osservante dovrebbe fare, e per vari motivi rinvio sempre…

Devo confessare che il mio primo impatto, nell’ormai lontano ottobre 2001, con l’EAC non fu proprio… entusiasmante. Sicuramente il posto allora era più “spoglio” di cose rispetto ad ora, e sicuramente pesava il fatto che andai per lavoro e non semplicemente in visita.

All’epoca ebbi la disturbante senszaione di una “incompiuta”, forse perché si annusava ancora nell’aria il vuoto, in tutti i sensi, lasciato dall’Hermes. Pensate che la grande sala che ospita i vari mock-up e simulatori della ISS doveva essere, in realtà, la Clean Room dove avveniva l’addestramento astronauti per gli Hermes.

Col tempo le cose sono migliorate, ma devo dire che (in senso strettamente spaziale) sono sempre rimasto più colpito da ESTEC, ed ultimamente dal CNES di Tolosa che non dall’EAC. In ogni caso il centro di Colonia rappresenta l’unica possibilità, per noi europei, di poter “respirare” la stessa aria degli astronauti, il che non è poco…

Beh, Peppe…
Sul piano delle cose da vedere, probabilmente oltre a KSC e EAC dovrei vedere ESTEC e CNES, per avere un quadro simile al tuo.

Ma al di là delle esperienze fatte e delle “reliquie” osservate io ho un ricordo più piacevole di questo viaggio, perché ero in mezzo a persone a cui mi lega una forte amicizia.
Al KSC ero completamente solo. E per quanto attaccassi bottone anche ai sassi, è difficile condividere delle emozioni con degli annoiati Americani sovrappeso che non apprezzano quello che stanno osservando…

Tutta lì la differenza.

Certo Mike hai ragione, io pero’ mi riferivo alla trasferta organizzata nel 2008 da Marco, ed altri appartenenti al nostro Forum. In quel caso lo spirito di gruppo c’era, anche se non tutti i partecipanti sono gli stessi.

Dunque, io sono stato nel 2007 al KSC ed ho visto anche ESTEC: sebbene fossi a Noordwijk per un workshop ho avuto modo di visitare il centro dell’ESA.

Per quanto riguarda il viaggio al KSC, posso dire che è stata un’esperienza diversa, molto più grande ed emozionante per altri aspetti ma con persone che si iniziavano a conoscere, mentre settimana scorsa siamo andati da amici a trovare un’amica. EAC e Speyer hanno fatto da splendido contorno all’affiatamento che cominciamo a sentire quando ci incontriamo, leggasi AstronautiCon…

Per quanto riguarda ESTEC, è fuor di luogo che in esso ci sia la vera ricerca, i veri laboratori. E’ certamente più emozionante dell’EAC perchè si può toccare con mano il mondo di oggetti che andrà nello spazio… ma siccome all’EAC abbiamo parlato con delle “persone”,… beh è forse in questo che risiede la nostra grande emozione…

Dunque, nel 2007 al KSC abbiamo avuto più tempo per metabolizzare gli eventi man mano che succedevano. Ed abbiamo avuto anche più tempo per affiatarci fra di noi, anche se eravamo parecchio lontano da casa ed in terra straniera…

A Colonia è stato un mordi e fuggi intensissimo e per certi versi insperato, e soprattutto, grazie all’ospitalità di Samantha e all’organizzazione dei miei compagni di viaggio, io mi sono sentito sempre a casa mia, in mezzo ad amici. Del resto all’EAC è davvero facile sentire parlare italiano, a dimostrazione che le professionalità italiane sono spessisimo riconosciute all’estero.

In sostanza KSC e EAC sono state due emozioni intense e meravigliose, ma fondamentalmente diverse.

senza dubbio dal 2001 ad oggi ci sono stati dei miglioramenti all’ EAC

Senz’ombra di dubbio.

La mia ultima trasferta li risale ad agosto del 2007, quando abbiamo ufficialmente “deliverato” le lezioni per gli astronauti coinvolti con gli esperimenti “FASES” e “GeoFlow” che poi hanno volato a bordo dell’FSL.

Nel lasso di tempo tra il 2001 ed il 2007 il centro si era senz’altro arricchito in infrastrutture e competenze, sopratutto (e lo dico con una punta di orgoglio) italiane. Senza considerare gli splendidi mock-up dello Zvezda e dell’ATV (ricavato dall’engineering model) realizzati dalla straordinaria equipe di Thales Alenia Spazio guidati da Mario Cardano. Inoltre sono comparsi i simulatori dei payload destinati a volare sul Columbus ecc.

Nella foto il sottoscritto con il Training Model di FSL nel 2005.


Avevo capito, io rispondevo per quanto riguarda me :slight_smile:
E volevo sottolineare l’aspetto umano.

Credo che non ci sia come un tavolo in cui si parlano 5 lingue contemporaneamente per far perdere rapidamente significato alla parola “estero”.
Saro’ un sognatore idealista, ma ho viaggiato un po’ in Europa negli ultimi anni, e comincio a pensare che la mia bandiera, e quella di tutti noi, sia azzurra, non tricolore.
Prima ce ne rendiamo tutti conto e meglio è.