Viaggio lampo a Colonia presso EAC - DLR

Grandissimo Peppe!!!

Cari ragazzi!
Mi congratulo con voi tutti per la bellissima esperienza e per aver reso disponibili le vostre foto, i vostri video, ma soprattutto le vostre testimonianze!
E’ un po’ come se ci fossi stato anch’io!
Grazie di cuore! :clap:

Hai detto niente… :slight_smile:

Paolo Amoroso

La cabina di pilotaggio del Boeing 747 al museo della tecnica di Speyer:

Paolo Amoroso

Una cuccetta personale nel mockup del Node-2 Harmony di ISS all’ESA EAC:

Paolo Amoroso

Ragazzi, mi avete fatto emozionare. Mi ricordo la prima volta che sono andato a visitare il KSC dopo il diploma, sono rimasto senza parole. Fortunatamente la mia vita mi ha riportato li a lavorare, anche se andandoci per lavoro l’emozione è diversa. Non ho mai visitato centri ESA in Europa. Le cose più emozionanti che ho visto negli anni sono tutte in America presso qualche centro NASA. In ordine di emozioni:

  1. Lancio dello Shuttle da Cape Canaveral.
  2. Visita all’Orbiter Processing Facility Bay accompagnato da un amico del Kennedy senza dirlo al mio professore perchè sennò eravamo in troppi (ovviamente c’era uno Shuttle in preparazione per il volo :slight_smile: )
  3. Visita alla Training Pool Facility del Johnson accompagnati dal nostro amico Christer Fuglesang (Astronauta ESA). Ho assistito al training da bordo vasca… spettacolare.
  4. Test di ALTEA al Kennedy, vicino alla Cupola e ad altri elementi futuri dell’ISS.
  5. Training e misure sugli astronauti con ALTEA (dove conosciuto un po di astronauti)
    Non vedo l’ora di visitare qualche centro ESA ora che ALTEA dovrebbe passare sotto il loro controllo con ALTEA-Shield.

quando si lavora con passione è umanamente logico essere orgogliosi dei propri risultati.

Ultimi scatti sparsi…

  1. All’ingresso del museo fa bella mostra di sé un addestratore della PAN.

  2. e 3) Il sommergibile U9.


  1. La zona di prua, con i tubi di lancio dei siluri.

  2. e 3) Un tubo di lancio visto da vicino.


L’Antonov 22.


Ancora.

  1. La stiva verso poppa (con AJ e Michael).

  2. La stiva verso prua.

  3. Vista frontale.


Stupendo! :clap:

La zona di prua era strettissima e mi chiedo: dove li tenevano i siluri? Al di fuori dei tubi di lancio non c’è spazio nemmeno per un solo siluro.

Paolo Amoroso

Anch’io ho pensato a questa cosa!
Soprattutto ripensando a certi film in cui i sottomarini lanciano siluri uno dopo l’altro come confetti…dove cavolo li tengono?

Dunque, dai miei ricordi di militare intanto i tubi lanciasiluri venivano già caricati in porto e quelli erano pronti per essere lanciati. Poi ci dovrebbero essere dei vani deposito sotto i paglioli, ed infine un certo numero erano direttamente appesi davanti alle imboccature dei tubi lanciasiluri. Infine c’era una scorta “esterna” (sul ponte) ma quella ovviamente era accessibile lontano dalla battaglia ed in emersione.
Riguardo alla velocità di lancio, i tempi di ricarica erano dell’ordine di 10-15 minuti (ovviamente molto dipendeva dal personale), e il risultato dell’attacco in realtà dipendeva molto dal risultato del primo lancio, che era fatto di norma a coppiola divergente o addirittura a quartetto opportunamente angolato. Se andava a segno allora non c’erano problemi, ma se si mancava il bersaglio…

Quando gli u-boat della II guerra mondiale erano in pattugliamento si caicavano talmente tanti siluri che li mettevano anche nei locali adibiti alle cuccette, al punto che ci dormivano letteralmente sopra (al che gli scherzi goliardici e le battutacce si sprecavano ) in più mettevano persino i viveri appesi ovunque, quindi si aveva un bel prosciuttone appeso nei posti più impensati :slight_smile:

C’è da dire che l’U9 mostrato è piuttosto piccolo. Normalmente i siluri erano stivati in appositi scaffali a prua e in appositi vani sotto al ponte di coperta. Per questi ovviamente il trasporto NEL sommergibile andava eseguito in emersione. Solo una volta lanciati i siluri l’equipaggio poteva usare gli scaffali dei siluri come cuccette, perché nei sommergibili gli alloggi equipaggio erano solo quelli per gli ufficiali. In altre marine invece si preferiva costruire sommergibili più grandi, dotati di locali per l’equipaggio. Si racconta che per i sommergibilisti tedeschi, quelli italiani vivevano nel lusso!
L’umidità regnava sovrana in un sommergibile e se era in emersione con mare mosso c’era un onda che si muoveva sui pavimenti da prua a poppa composta di acqua marina e vomito. I gabinetti erano due, ma di solito prima di partire erano usati come dispensa supplementare, quindi i bisogni si espletavano in mare fin quasi al termine della missione oppure, se c’era l’onda di vomito, non escludo che qualcuno ne approfittasse…
Gli uboat erano mezzi molto spartani perchè tutto era sacrificato all’efficienza ed i sommergibilisti tedeschi, e non, se ne facevano un vanto di passare tanto tempo in condizioni così deprecabili.

Ho vistato il museo questa estate; il sottomarino è davvero piccolo; i varchi, i pertugi e i corridoi sono molto stetti, al punto che a volte lo spazio è sufficiente per una sola persona.
Ad Agosto faceva molto caldo, il sottomarino è esposto all’aria aperta; l’esterno scottava, stare all’interno per lunghi periodi era impossibile perchè c’era un’afa incredibile e anche un forte e pungente odore di grasso; nella sala macchine si sentiva fortissimo il tipico odore che emanano gli ingranaggi e le componenti meccaniche, non so se avete presente.
Contando che vi era parecchia gente intenta a visitare il sottomarino era come fare una sauna… :stuck_out_tongue_winking_eye:
A volte è difficile capire come l’equipaggio riuscisse a vivere e lavorare lì dentro, doveva essere davvero dura.

Vi allego la fotografia della scaletta di entrata.


da cui si dimostra che il sottomarino è quanto di più vicino ad un’astronave possa esistere.

Lo stesso odore si percepiva con il freddo, ma forse era piu’ tollerabile.
Invidio il sole che si intuisce nella tua foto, ma non invidio il caldo e soprattutto il dover condividere la visita con mille altri turisti. Noi eravamo pacificamente soli a goderci la maggior parte delle cose esposte.