A proposito di scarse conoscenze… lo so è stato un lavoro inutile, ma gli interessati lo apprezzeranno e per questo li ringrazio… leggete cosa sono arrivato a pensare:
18 Maggio 1961: gli JC hanno udito e registrato conversazioni in lingua russa in seguito tradotte da Rosemarie Doring, l’interprete di lingua russa che insegnava alla Berlitz School of Languages di Torino.
Uomo: “l’altezza è la prevista…”, per fare foto, presumo, “le condizioni sono le migliori…”, riferendosi, con molta probabilità, alle condimeteo relative alle aree sorvolate sgombre da ammassi nuvolosi che potevano compromettere l’esecuzione di riprese fotografiche.
Donna: “sarò capace di tenere la mano destra, lo ritengo necessario…”, escludendo che in orbita terrestre, nel 1961, potesse prendere posto una carreggiata a doppio senso di marcia, credo che la cosmonauta fosse intenta a mantenere immobile la mano destra aiutandosi con la sinistra al fine di effettuare fotografie nitide limitando ogni forma di movimento trasmesso dagli arti superiori della cosmonauta all’apparecchio fotografico.
23 Maggio 1961:
Uomo: “sono nel punto prestabilito. Ascoltatemi per favore: 2-4-13… sì va bene !!”, in questo caso il cosmonauta si dimostra molto eloquente, facendo facilmente intendere che stava sorvolando un’area di particolare interesse geostrategico da fotografare.
Donna: “comincio ?? …Pronto ?? …Prima di iniziare tutto è necessario avere una risposta !!”, eh sì, prima di poter cominciare ad effettuare le riprese fotografiche, la cosmonauta doveva essere autorizzata dal controllo missione.
Il 23 maggio 1961, ancora una comunicazione trasmessa dal cosmonauta che conferma ulteriormente l’ipotesi del sorvolo di aree geostrategiche da fotografare:
Uomo: “sì, sì ti dò subito i dati: 2-11-80… sì un attimo… condizioni pessime ?? …Rallentiamo ??”, anche in questo caso è abbastanza semplice intuire che il controllo missione, accertate le cattive condimeteo del territorio da sorvolare e fotografare, abbia comunicato al cosmonauta di rallentare il veicolo spaziale per ottimizzare i successivi transiti.
Ci furono diversi problemi durante le varie fasi di messa a punto delle Zenit.
Per riuscire a fotografare aree di particolare interesse geostrategico era necessario ottenere una risoluzione di 10-15 metri da un’altitudine compresa fra 200 e 400 km con una velocità di 8,000 m/s. Fu necessario introdurre un sistema di compensazione del moto accompagnato dalla prima piattaforma giroscopica sovietica e da alcuni sensori di assetto ad infrarossi.
Mentre le Vostok necessitavano di controllo dell’orientamento esclusivamente durante la fase di rientro, le missioni fotografiche delle Zenit necessitavano di un costante alto grado di precisione per controllare il veicolo spaziale sui tre assi. Inoltre era necessario controllare continuamente la posizione del veicolo in orbita per effettuare riprese fotografiche soddisfacenti.
Ecco perchè i cosmonauti, durante le conversazioni captate dagli JC, fornivano sempre valori numerici !!!
A questo punto, desidero porre fine (momentaneamente, s’intende) a questa mia lunga serie di considerazioni ed opinioni circa il programma parallelo Zenit con un finale raccapricciante ed inquietante.
Tutte le Zenit erano equipaggiate con un sistema di autodistruzione denominato APO-2. Questo sistema poteva operare in maniera autonoma oppure essere azionato dagli operatori del centro di controllo se, dopo accurate analisi balistiche, la traiettoria della capsula di rientro pregiudicava le operazioni di recupero degli apparati fotografici specie se da effettuarsi in territorio ostile.
…Adin, tva, tri, citirie, piat… aloa, aloa, aloa…
Ricordate ?? Ludmila Serakovna: “Occorre trasmettere ??.. Sì, sì, sì !!.. La nostra trasmissione inizia ora… la nostra trasmissione inizia ora… 41… come ??..E’ tutto… è tutto.”
E’ scritto anche su Astronautix, a proposito delle Zenit: le elettroniche di bordo includevano sistemi radio che erano in grado di trasmettere e ricevere informazioni soltanto quando il veicolo spaziale era in procinto di sorvolare i territori dell’Unione Sovietica. Queste informazioni includevano la trasmissione di immagini foto-televisive.
Probabilmente Ludmila prendeva posto su una Zenit e trasmise immagini foto-televisive al centro di controllo basato a terra.
Ancora lei: "…Ho caldo… ho caldo… ho caldo… ascoltate… ascoltate… vedo una fiamma… come ?? …Vedo una fiamma… ho caldo… 32, 32, 41, 41… ma precipiterò ?? …Sì sì… ho caldo… ho caldo… rientrerò ?? …Io ascolto… ho caldo…
Silenzio radio.
Probabilmente, il sistema APO-2 rilevò una qualsiasi anomalia nella traiettoria della capsula che ne pregiudicava il rientro sicuro in territorio USSR e attivò la metodologia di autodistruzione del veicolo di rientro neutralizzando la possibilità che le pellicole e gli apparati fotografici in esso contenuti potessero cadere in mani straniere.
Questa è la mia personale opinione sulla vicenda di Ludmila.