SECO e separazione del kickstage
Missione compiuta!
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Un altro bel lancio della Rocket Lab. Devo dire che è un bel razzetto l’Electron.
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Ha molto Potenziale, soprattutto con quel Kickstage con già l’avionica ed il controllo d’assetto integrato.
E i motori electric-pump-fed cycle sono una piccola rivoluzione che potrebbe avere parecchi sviuppi in futuro.
Come non essere d’accordo con questo tweet.
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Non sono molto d’accordo…
Sono “facili” da realizzare ma hanno grosse limitazioni legate alla densità delle batterie.
Finchè si tratta di progetti di questi dimensioni sono ok, ma non penso avremo mai “fratelli maggiori”.
Magari con l’evoluzione delle batterie ci potrebbero essere dei miglioramenti 
Su questo concordo, le turbopompe sfruttano propellenti che sono già a bordo del razzo perchè sono gli stessi che alimentano i motori principali, che offrono densità energetica migliore e la cui massa diminuisce fisiologicamente via via che vengono consumati (per le batterie non è così ma RocketLab ha risolto espellendo le batterie esauste). Da totale ignorante, penso che il principale vantaggio sia nella semplicità di progettazione e costruttiva.
In termini di costo/Kg non credo che Electron sia più “cost effective” di Falcon, ma sicuramente offre più flessibilità per i piccoli payload…
Diciamo non possiamo compararlo ad F9 perché vettori di classi completamente diverse. Semmai puoi farlo con il vecchio Falcon 1.
Ma nemmeno tanto, il Falcon 1 era aveva il doppio del payload (e della massa al lift-off).
Comunque eliminando le complicazioni di pre-bruciatori e turbine si riesce “facilmente” a costruire il resto del motore con tecnologia additiva permettendo di risparmiare complessità e “soldini”.
Preciso meglio il mio pensiero.
Ho scritto “piccola” rivoluzione. Pero’ non cosi’ piccola. Gia’ il fatto che un motore a razzo con turbine elettriche funzioni per un lanciatore in grado di raggiungere l’orbita, che e’ l’applicazione che richiede il maggior rapporto peso/potenza, e’ abbastanza stupefacente e per me (penso anche per voi) inaspettato. Se ce lo avessero detto qualche anno fa ci avremmo creduto?
Chiaro, per lanciatori piu’ grossi densita’ di energia ed efficienza superano per importanza la semplicita’ costruttiva. Infatti non volevo intendere lanciatori fratelli maggiori.
Io pensavo, ma mi rendo conto che non dovrei buttarmi in ipotesi a vanvera, piu’ a motori per manovre orbitali… che a naso inesperto sembrerebbe una applicazione anche piu’ adatta a motori semplici e piccoli. La riaccensione di un motore elettrico e’ infinitamente piu’ controllabile ed affidabile della riaccensione delle turbine di un motore a razzo tradizionale.
Magari dei motori di questo tipo, alimentati direttamente da pannelli solari e/o batterie da questi ricaricate, potranno in futuro contribuire a liberarci dalla schiavitu’ dei propellenti storabili ipergolici. Insieme con i motori a ioni di nuova generazione (tipo Starlink o electrospray) o i propellenti storabili “verdi”… tutte cose che trovano realizzazione pratica proprio in questo momento: ce la ricorderemo questa fase dell’astronautica.
L’idrazina e’ una schifezza, non compatibile con un aumento di volume delle attivita’ spaziali, prima ce ne liberiamo e meglio e’.
Altri utiizzi di motori di questo tipo sono difficili da prevedere al momento, tantomeno dal divano di casa.
Ovviamente sono in gran parte ipotesi e speranze mie non suffragate da letteratura.
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Bah… io lo vedo bene solo per l’applicazione attuale.
Per motori “da manovra orbitale” ipergolici (anche “green”, se davvero si dimostrano usabili) o motori ad espansione…
I motori con propellenti “green” sono molto promettenti, sono migliori dell’ idrazina in qualsiasi campo, ISP, sicurezza, densità ecc…
Speriamo che l’esperimento che era fra i carichi di Stp-2 dimostri la loro affidabilità.
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Il secondo stadio è rientrato ieri mattina al largo delle coste greche.
Chissà se qualche pugliese l’ha visto.
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