Per chi si fosse sintonizzato di recente: il modulo Nauka sarebbe l’unico modulo di ricerca russo a parte Rassvet and Poisk che sono molto piccoli.
Come dicevamo qui nel lontano 2016, con la riduzione dell’equipaggio russo dettata da ragioni economiche, non avrebbe molto senso lanciare Nauka ora… a meno che non mi sia perso qualche sviluppo…
Sorpresa. Un portavoce di Roscosmos ha dichiarato a RIA Novosti che non è previsto un altro rinvio:
Il lancio verso la ISS del modulo laboratorio polivalente Nauka è in programma per novembre 2020 e non è previsto il suo trasferimento ad una data successiva.
TASS aggiunge che, secondo fonti dell’industria spaziale russa, saranno utilizzati i serbatoi originali su cui sono stati finalmente risolti i problemi di contaminazione e che hanno passato tutti i test previsti. Non ci sarà bisogno di ricorrere ai meno capienti serbatoi del Fregat. Ad ogni modo i serbatoi e i propulsori di Nauka (anche se concepiti per un utilizzo ripetuto nelle operazioni di reboost) verranno utilizzati una sola volta, per l’attracco alla ISS.
Quest’ultima notizia suona in contrasto con i progetti di riutilizzo dei nuovi moduli (non si parla ovviamente di quelli vecchi) per una stazione spaziale russa indipendente dopo la fine della ISS.
Tutto ciò significa che l’epopea del laboratorio multifunzionale, iniziata nel 1995 (!) è destinata a concludersi felicemente?
Staremo a vedere.
Questo vuol dire che i russi hanno capito che devono accelerare con Nauka o la Sojuz volerà vuota
Con Nauka a bordo ed uno o due sedili liberi potrebbero ospitare continuativamente una/due persone magari anche di paesi ricchi ma volenterosi come emiratini o indiani
se gli europei voleranno anche con i cinesi la competizione sui costi dei seggiolini crescerà
Un altro segno che qualcosa si muove è che Rene Pishel, capo della Missione permanente di ESA in Russia, ha dichiarato che i prossimi equipaggi a Star City cominceranno ad allenarsi all’uso del braccio robotico europeo (ERA).
ERA, che è stato consegnato ai russi nel 2004 (! ), arriverà sulla ISS con Nauka.
Tra le righe TASS ci fa sapere anche che lo strumento non è rimasto sotto la polvere di un magazzino per 15 anni. I tecnici di Energia hanno regolarmente aggiornato il software.
E chi se lo ricordava più l’ERA?
Ha delle caratteristiche moto interessanti come la sua capacità di camminare in giro per il segmento russo della ISS in modo automatico, aggrappandosi di volta in volta su punti d’appoggio prefissati. Originariamente doveva essere lanciato con la Science Power Platform (altro fantasma del passato) e infatti fu progettato per la sua manutenzione e la sostituzione dei pannelli solari.
Immagino che, viste le sue capacità e il luuungo periodo di revisione software, potrà svolgere un ottimo lavoro anche con i cambiamenti dei piani avvenuti nel frattempo.
Naturalmente, se qualcuno capita là, vorremmo delle foto.
E’ bene precisare che in esposizione non ci sarà il “flight model” né dell’interfaccia di controllo, né del braccio, che si trovano presso SRC Energia, in attesa di partire per Bajkonur, ma il “qualification model” che, appunto, resterà ad ESTEC anche per usi futuri.
E, per essere più precisi, a fare la dimostrazione non ci sarà nemmeno tutto il braccio, che è un po’ troppo ingombrante (11,3 metri), ma una sua parte. Un “polso”, cioè questo:
Concordo nell’osservare che tutto questo tornare a parlare di ERA non può che essere un segnale positivo. Sul sito di ESA è comparsa anche questa rappresentazione artistica che mostra il braccio in azione sul dorso di Nauka (con tanto di cosmonauta che manovra l’interfaccia esterna, una peculiarità di questo dispositivo) che ripropongo con scopi augurali.