[2022-06-28] Electron | CAPSTONE

Comunicazione ufficiale anche della NASA
https://blogs.nasa.gov/artemis/2022/07/05/capstone-update-on-communications-issue/
Non c’è molto di più, e d’altro canto se dalla Terra non riceviamo niente, nulla ci può essere.
Sì tratta ora di capire quel several days di tolleranza che hanno menzionato quanto è concretamente.
A favore della missione gioca il fatto che l’inserzione in orbita è stata quasi perfetta, teoricamente potrebbe tollerare fino a tre mesi (esagerando) di assenza di comunicazione. A sfavore c’è da dire che più tempo passa più lontano è, quindi la comunicazione potrebbe diventare più difficile.

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Speriamo bene, la missione era partita col botto e sotto i migliori auspici.
Sarebbe un vero peccato perderla così…

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Comunicazione da chi gestisce la missione per conto di NASA, Advanced Space
https://advancedspace.com/capstone-mission-05-july-2022-update/
Le prime 11 ore dopo la separazione erano nominali, la sonda ha fatto tutto quello che doveva fare, stabilizzarsi, caricare le batterie, ecc.

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Se posso commentare con un’opinione personale, senza fonte, la missione è stata pubblicizzata troppo come precursore del Gateway, addirittura del programma Artemis. In realtà la maggior parte di quello che doveva fare l’ha già fatto, trasferire delle capacità tecnologiche all’industria privata, che era alla fine lo scopo principale del finanziamento (SBIR e STTR).
Entrando puramente nelle questioni di meccanica orbitale, e lo ripeto è solo una mia opinione, non c’è assolutamente bisogno di validare un’orbita NRHO, gli strumenti di simulazione disponibili al momento (li ho anche provati) sono accuratissimi in ambiente terrestre e lunare, riportano fedelmente le perturbazioni gravitazionali e di pressione di radiazione solare con un’accuratezza personalizzabile (addirittura si può inserire nel tool anche la gravità di Plutone per vedere come si perturba un’orbita LEO).

Quindi in caso di fallimento della missione, non ci sarà nessuna ripercussione sul Gateway Lunare e sul programma Artemis. L’unica pecca che verrà a mancare, che avrebbe potuto dare un valore aggiunto ad alcune missioni lunari nel medio termine, è il test sulla precisione del rilevamento della posizione col doppler di LRO, che di fatto era l’unico test significativo di CAPSTONE.

Quello che c’è ora come risultato, è una nuova società privata capace di competere nel settore aerospaziale, Advanced Space, che anche se la missione sarà un “fallimento” (e al momento ancora non è nemmeno detto), per anni ha investito su personale e tecnologie aerospaziali, creandosi un ottimo asset per emergere nella space economy. E non sono solo soldi a pioggia, per guadagnarsi questo finanziamento la società ha dovuto prima investire fondi propri per riuscire a competere e vincere nel bando.

Poi ricordiamo che l’ultimo stadio del razzo, il Photon, è ancora nella stessa orbita di CAPSTONE, distanziato di qualche metro. Se proprio vogliamo testare l’orbita NRHO, potrebbe farlo lui. Beck ha detto che ha in serbo una missione secondaria per il Photon (ovviamente il piano c’è già da tanto, non è che si sono svegliati ora), ma ancora non l’ha rivelata.

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Non so quanto propellente sia stato salvato quando sono stati fatti i due burn in contemporanea, ma nei piani iniziali il Photon avrebbe solamente fatto un flyby della Luna e scattato qualche foto (almeno per quanto pubblicamente rivelato da Beck).

Non è così semplice. Photon non è stato progettato per quel tipo di missione, anche se potrebbe entrare in NRHO (al posto di un “semplice” flyby) non è dotato, da quello che ho capito, del giusto apparato di antenne (soprattutto a largo guadagno).

Cerco di spiegarmi meglio: Photon poteva essere un valido backup se, fin dall’inizio, qualcuno avesse pensato ad utilizzarlo come backup…

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Rocket Lab ha dichiarato di essere in grado di intraprendere una missione secondaria, quindi un sistema di comunicazione ce l’ha.
https://twitter.com/RocketLab/status/1544235846223532032

Inoltre non usa il DSN, ma la rete di SSC, quella della compagnia svedese, non abbiamo assolutamente nessuna informazione su come comunicano.

Dal press kit non vedo fotocamere a bordo.

Se la traiettoria è balistica, così come hanno detto, fanno la stessa traiettoria fino alla prossima accensione.

Comunque la mia l’ho detto all’inizio, è solo un’opinione, a breve vedremo qualcosa di sicuro sia per il photon che per CAPSTONE.

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Questo è fuori discussione, bisogna vedere di che tipo.

In ogni caso anche se il team Rocket Lab riuscisse nell’impresa di reindirizzare Photon verso una NHRO questo non leverebbe nulla all’eventuale fallimento di CAPSTONE.

Ovvero al netto del raggiungimento di un orbita NHRO non ripagherebbe gli obiettivi di missione mancati.

“We have re-established communications with CAPSTONE.
The spacecraft is looking happy and healthy”.

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Una buona notizia.

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Conferma anche dalla NASA:
https://blogs.nasa.gov/artemis/2022/07/06/capstone-update-communications-re-established/

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A domanda fatta sulle potenziali cause, Scott Manley risponde:

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Eric Berger offre una prima spiegazione dei problemi che hanno causato la temporanea perdita di comunicazione:

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Beh, alla fine direi che si è trattato di una bella prova di resilienza da parte del software, che ha saputo rimediare a bugs di programmazione e procedurali…
Un buon passo avanti sulla strada della “guida autonoma”

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Sicuro, a mio avviso le cose sono andate così: a causa del comando formattato male e del glitch SW la sonda CAPTSONE ha assunto un allineamento “sbagliato” non puntando più le proprie antenne verso terra.

Fortunatamente, qualcuno deve aver previsto (a livello di requisiti di sistema) una situazione del genere, con uno script che prevedeva il riallineamento automatico verso terra (dopo tot ore) in caso di perdita di comunicazione.

Evidentemente questo comando “di sicurezza” deve aver rimesso CAPSTONE nelle condizioni di comunicare con il centro di controllo una volta superato il tempo limite.

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Un comando “impropriamente formattato” è una spiegazione credibile, ma fa strano che questo comportamento non sia stato rilevato in fase di test. La validazione del sistema RF e di tutte le sue procedure, ivi comprese parametri di telemetria e telecomandi, è un’attività fondamentale della fase di preparazione di una nuova missione.

Per come la interpreto io, benissimo che la robustezza del sw di bordo abbia salvato la missione, ma sembrerebbe che ci troviamo di fronte a una falla non piccola del processo di IV&V :thinking:

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Falle di sistema accadono sempre, il problema è quando i buchi delle fette di groviera si allineano; qui c’è stato un allenamento quasi perfetto. Attendiamo i risultati dell’audit per comprendere bene cosa è davvero accaduto.

Sono d’accordo.

Ricordo però la mia esperienza presso lo ATV Control Centre dove i comandi (almeno fino allo ATV-2) venivano inviati tramite un prompt (sic!).

Cosa che, devo confessare, mi lasciò sbalordito dal momento che per la gestione di FSL noi disponevamo di comandi pre-formattati ed inviati tramite un’apposita interfaccia HMI con la pressione di un “semplice” pulsante…

Nelle missioni spaziali si usa un unico sistema operativo che si occupa di tutto o c’è un sistema supervisore che si occupa delle funzioni essenziali (assetto, comunicazioni, energia) ed un sistema secondario che si occupa degli strumenti di bordo?

Dipende dal design, che puo’ essere molto diverso da costruttore a costruttore.
Normalmente nei satelliti moderni esiste un OS di base e moduli indipendenti incaricati di gestire specifici sottosistemi, tra cui gli strumenti.
Esistono anche unita’ in grado di operare un numero limitato di comandi completamente al di fuori del controllo dell’OS, ad esempio per resettare il computer principale in caso di avaria…
Nel caso di CAPSTONE non conosco il design di base.