Acqua dalla Luna e ossigeno da Marte

Quaoar ci fa notare che volendo possiamo osare di più. I filosofi dell’impossibile hanno solo dalla loro parte la filosofia, cioè nulla, un nulla che costa parecchio. Sotto il mio punto di vista in termini umani, economici ed ecologici.
Ma il mio punto di vista non conta nulla. Però non demordo.

La realtà è che avremo un mordi e fuggi, spettacolare per carità, ad un asteroide, per fare quello che potrebbe fare benissimo una sonda automatica.
I costi credo che siano un problema secondario. La volontà e quello che conta.
La miopia di non vedere il ritorno tecnologico di una base permanente (internazionale) sulla Luna è pari e grave, in proporzione, come al non finanziare la ricerca a livello nazionale.
Credo che queste interessanti e fattibili possibilità di estrarre acqua ed ossigeno in loco verranno purtroppo messe in atto solo quando l’umanità avra deciso di rimanere permanentemente su un altro corpo celeste. :disappointed:

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Ora lancio li la mia idiozia… andando anche un po’ OT… :wink:

Piü che indignarmi per la mancata base lunare o marziana a me sconvolge molto di piü pensare che non mi sembra si abbia un sistema di monitoraggio asteroidi decente, e neppure un valido piano nella remota ipotesi che ci piombi addosso qualcosa di X metri di diametro… ci godremmo una catastrofe umana in diretta alla armageddon, in prima fila e senza dover pagare il canone…

Fammi capire, quindi tu manderesti degli uomini su Marte sapendo che hanno un 10% di probabilità di non tornare indietro, solo perchè dobbiamo “osare” invece di andarci cauti e fare le cose per bene per riuscire a quasi eliminare i rischi?
Sono sinceramente abbastanza contento che il tuo punto di vista non conti nulla, perché se ti dessero ascolto avremmo già perso la ISS, l’equipaggio a bordo e (come minimo io) il lavoro…

Ciò che dici è giustissimo, ma per deviare un NEO dobbiamo prima riacquisire la capacità di muoverci oltre la LEO.

Quindi sarebbe utile studiare bene i NEO, catturarne uno e portarlo in orbita lunare, collaudando così l’attrezzatura necessaria a spostarne uno pericoloso che rischia di colpirci (e potrebbe anche essere un’ottimo motivo per chiedere finanziamenti).

Se abbiamo un asteroide in orbita lunare, allora tanto vale studiarlo e mandarci gli astronauti sopra (non serve un lander ed è mano costoso che atterrare sulla Luna). A quel punto, visto che abbiamo a disposizione un gran quantitativo di ottima massa schermante, viene da sé l’idea di scavare all’interno e metterci un piccolo habitat, completamente schermato dai raggi cosmici…

E dopo che abbiamo una splendida base in orbita lunare, dove gli astronauti possono passare lunghi periodi in piena sicurezza, perché non usarla anche come base d’appoggio per missioni sulla Luna?

La Design Reference Mission 5.0 della NASA non è la missione semi-suicida di Dennis Tito: perché pensi che le probabilità di successo siano appena il 10%?

Leggi bene quello che ho scritto, ho dato probabilità di successo 90% :wink:

E cmq non mi stavo riferendo alla Design Reference 5 della NASA ma al “volendo possiamo osare di più” di Ares Cosmos, che è quanto di più lontano ci sia dal modo di pensare di chi con le missioni spaziali ci lavora e sa quanto poco ci voglia perché vadano storte…

(EDIT: non voglio avere l’atteggiamento di quello che dice “io ne so, quindi ho ragione”. Voglio solo dire che nel passato tutte le volte che l’atteggiamento è stato “osare di più” abbiamo perso degli astronauti. Per fortuna la stragrande maggioranza delle volte l’atteggiamento è l’opposto, rallenterà un po’ le cose ma almeno manteniamo 6 persone continuativamente nello spazio in buona salute da 10 anni)

Riguardo a quello che hai scritto tu invece, io non sono molto d’accordo. È vero che conosciamo delle tecnologie che potrebbero essere usate per missioni su Marte, ma il loro TRL non è ancora assolutamente al livello da poter essere usato per missioni umane.
E in aggiunta, ci sono anche altri aspetti non necessariamente legati alla teconlogia e la scienza che non abbiamo ancora risolto: primo tra tutti l’aspetto psicologico di un equipaggio isolato dal resto del mondo da 40 minuti di tempo per le trasmissioni.
Poi ci metterei l’aspetto delle missioni di lunga durata, con effeti psicologici e fisiologici ancora tutt’altro che compresi (avremo missioni di un anno sulla ISS dall’anno prossimo proprio per questo).
E ancora aggiungerei l’aspetto delle operazioni di tali missioni, cosa che troppo spesso ci si dimentica di considerare. Tutte le tecnologie che usiamo sulla ISS sono basate sul fatto che da terra abbiamo contatto quasi continuo. Durante la loro giornata gli astronauti mandano comandi estremamente raramente (direi che gli astronauti USOS possibilmente non mandano neanche un singolo comando in tutto il giorno), perché ci siamo noi da terra che lo facciamo per loro, che monitoriamo i sistemi, che aggiustiamo le piccole anomalie che succedono tutti i giorni… tutto ciò per le missioni su Marte non sarà possibile, il che significa che con lo stato attuale della tecnologia probabilmente gli astronauti dovrebbero passare tutta la loro giornata ad aggiustare piccole cose invece di fare scienza

E qui siamo andati un po’ tanto OT dal discorso dell’ISRU che aveva aperto il topic…

Questa è una cosa che viene detta troppo spesso e a cui voglio ribattere una volta tanto. Studia con un po’ di attenzione la complessità di una missione come la ISS, e ti accorgerai che siamo tutt’altro che andati indietro. Un conto è mandare 2 astronauti all’avventura in una mini-navicella sulla Luna (perdona l’eufemismo), un altro conto è sviluppare un’infrastruttura immensa e complessa come la ISS su cui svolgere regolarmente centinaia di esperimenti di tutti i tipi. Dai tempo dell’Apollo al giorno d’oggi abbiamo fatto enormi passi avanti, ed è anche grazie a quei passi avanti che oggi non vogliamo mandare altri astronauti sulla Luna come fu fatto con Apollo, ma prima di mandarli vogliamo essere sicuri che le cose siano fatte in maniera sostenibile e sicura

Grazie Buzz, post da applausi :clap:
era quello che pensavo anche io ma stavolta volevo leggerlo scritto da qualcun altro visto che ultimamente mi sto trovando un po’ troppe volte controcorrente su questo tema e non volevo essere ripetitivo.
(non che questo sia stato causa di malumori, almeno per me e spero e credo nemmeno per gli altri)

Anch’io la penso come Buzz! :clap:
E detto da un nome così… :wink:

Scusa per il 10% :flushed:
Sull’atterraggio lunare possiamo dire che hanno osato, ma siccome hanno fatto le cose bene nessun’uomo è mai morto sulla Luna. Semmai è quando hanno deciso di tornare indietro con lo Shuttle che sono cominciati gli incidenti.

I razzi li sappiamo fare, gli habitat pure. Si tratta di progettare e collaudare un veicolo. Richiederà qualche tempo, ma non è infattibile.

40 minuti di latenza non sono la fine del mondo. Cosa avrebbero dovuto dire i marinai di Colombo, che la radio neanche ce l’avevano. Una missione per le Americhe coi velieri tra andata e ritorno durava più di una missione su Marte e gli equipaggi non avevano alcun modo per comunicare coi parenti in Spagna, eppure gli aspetti psicologici evidentemente erano capaci di superarli. Se ci riuscivano i marinai del XV secolo, perché non dovrebbero riuscirci gli astronauti del XXI?

Un piccolo habitat di superficie è sicuramente un sistema meno complesso dell’ISS e richiederà complessivamente meno manutenzione. Basta studiarlo bene. Poi non è che su Marte non si possono fare interventi da Terra: si possono fare con una certa latenza e come risolviamo i problemi dei rover possiamo risolvere un po’ di piccoli problemi dell’habitat sgravando gli astronauti.

Poi, se non si vuole andare su Marte, andiamo sulla Luna (adesso non dirmi che non si può fare perché l’abbiamo già fatto) o sugli asteroidi. Per me va benissimo, basta ci muoviamo.

Via Buzz, non è che non apprezziamo l’ISS, solo che dev’essere il punto di partenza, non di arrivo.

E’ sicuramente più onesto dire che non hanno più fatto missioni lunari per motivi di bilancio, non di sicurezza. Se avessero avuto a cuore la sicurezza degli astronauti non li avrebbero mandati su con gli Shuttle che si perdevano regolarmente le piastrelle dello scudo temico ad ogni decollo.

Scusami, ma il vero Buzz forse la pensa in modo leggermente diverso sull’esplorazione spaziale umana: dai un’occhiata al suo sito

http://buzzaldrin.com/

Quaoar, rispondo ora e poi la smetto, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Continuare a tirar fuori il paragone con i navigatori del '500 non è altro che un troll. E siccome non mi va di farmi trollare, la smetto dopo questo post.

Sono dieci anni che lavoro nell’esplorazione umana nello spazio, di cui gli ultimi 6 in prima linea nelle operazioni. Un pelino di esperienza me la sono fatta. E la mia impressione è questa: al giorno d’oggi non siamo assolutamente in grado di mandare uomini su Marte. Ci sono tantissimi punti aperti, non li voglio neanche stare ad elencare, ho messo qualche esempio sopra e mi son visto rispondere che 40 minuti di latenza non sono la fine del mondo (studiati tutte le Flight Rules, i FDIR e le malfunction procedures della ISS, prova a pensare a come dovrebbero essere se avessimo 40 minuti di latenza e poi riscrivimi che ne discutiamo in maniera seria, non a livello di chiacchiere da bar).

Puoi tirare fuori tutti i mille papers che vuoi, che per carità sono molto interessanti per indicare la via da seguire. Ma la realtà dei fatti è che abbiamo tantissimi concept, tante belle tecnologie sotto studio, ma nessuna è stata ancora portata a un TRL decente. Non ho mai detto che sia infattibile, ho solo detto che c’è molto molto molto lavoro da fare.

Quanto tempo ci mettiamo a farlo? Semplicemente dipende da quanta gente ci mettiamo a lavorarci, da quanto investiamo in questa ricerca. Se fermiamo l’NBA (detto da un giocatore di basket pluridecennale) e dirottiamo quei miliardi di dollari annui nello sviluppo di una missione marziana, forse in una decina d’anni ce la facciamo. Ma al ritmo attuale non ce la faremo neanche nei prossimi 50 anni…

Il vero Buzz fa il proprio lavoro, cerca di tirare su soldi, e benvenga quello che fa! Ma un conto è la propaganda, un altro conto è la realtà

Non mi puoi dare del troll così :spank:: se stiamo parlando di problematiche psicologiche relative all’isolamento e alla mancanza di comunicazione nei viaggi di lunga durata, i marinai dei velieri sono l’unico modello di riferimento che abbiamo, e quindi il paragone non è fuori luogo.

Visto che la velocità non la possiamo accelerare, il tempo di latenza ci sarà sempre. Quindi o accettiamo che ci saranno alcuni momenti in cui gli astronauti dovranno arrangiarsi da soli, oppure su Marte non ci andremo mai.

Su questo non c’è dubbio, ma se mai si comincia, mai si arriva.

Ti quoto in pieno: il problema è soprattutto economico. Ma lo vedi che siamo d’accordo su tutto? :beer:

La realtà è che mancano i dinderi. Questo purtroppo lo sappiamo tutti. :badmood:

E infatti i marinai erano tenuti al lavoro con la frusta, e la pena per la ribellione era l’impiccagione, e nonostante ciò quanti erano gli ammutinamenti?
Pensi davvero di voler riproporre le stesse condizioni per gli astronauti?

Certo che dobbiamo accettarlo, ma dobbiamo anche sviluppare dei concetti operazionali che ci permettano di eseguire la missione. E questo manca ancora totalmente: va studiato e risolto, e al momento non abbiamo idea di come si debba fare…

Giusto per darti un termine di paragone: per analizzare in che configurazione mettere la ISS e che impatti avrebbe avuto lasciarla senza equipaggio per qualche settimana, quando ci fu il problema delle Soyuz un paio d’anni fa, ci hanno dovuto lavorare cento persone per più di un mese (compreso il sottoscritto). Giusto per dire che le operazioni sono concepite in base alle condizioni al contorno, se cambi le condizioni (e il fatto di non avere telemetria e capacità di comando in real time è un cambio estremamente drastico) devi ripensare tutto daccapo.

E la ISS non è cominciare? Oltre che essere una fonte di esperimenti, la ISS è il più grande testbed per le future missioni interplanetarie.
E l’SLS? E Orion? E i sistemi commerciali? Non è questione di cominciare, perché non si è mai smesso. Ma la velocità a cui si procede dipende da quante persone sono pagate per lavorarci… e se tagliando i fondi fai sì che le persone con esperienza rimangano a casa e siano costrette a cambiare settore (vedi cosa succederà al MARS a fine anno) di sicuro non aiuta :frowning:

Però non vuol dire che abbiamo fatto un passo indietro come hai scritto tu, semmai abbiamo rallentato nel nostro avanzamento, la cosa è ben diversa! :wink:

I marinai erano gente con scarsa istruzione, reclutata a forza nelle osterie o che si imbarcava per non morire di fame. Gli ufficiali invece erano gente selezionata e motivata e che pure avrà sofferto per i problemi dell’isolamento, della lontanaza da casa e della mancanza di comunicazione, però tenevano duro. Anche gli astronauti saranno gente fortemente motivata, addestrata e superselezionata. Quindi saranno capacissimi di superare questa prova.

Come si sviluppiamo nuovi veicoli, si sviluppano anche nuovi concetti operazionali. Bisogna appunto lavorarci sopra.

Va bene, ma poi bisogna anche cominciare a pensare a veicoli BEO.

Speriamo di vederli operativi prima possibile. Il dramma è sempre la scarsità dei fondi.

Non è una questione di tecnica: è chiaro che la tecnologia di adesso è più sviluppata di quella del 1969: è una questione di spirito.
Ai tempi del programma Apollo c’era un clima di entusiamo e di fiducia nelle proprie capacità che adesso non c’è più. La gente era fiera del grande traguardo che il genere umano raggiunto, mentre adesso è sprofondata nel pessimismo e considera l’astroanutica soldi buttati. O siamo capaci di ritrovare quello spirito e allora arriveranno anche i fondi. O non siamo capaci e i fondi si contrarranno sempre più e ci areneremo del tutto.

Stai dicendo quello che ho detto io, sono due situazioni diverse e non paragonabili. E cmq quando c’era un ammutinamento erano spesso degli ufficiali a farlo scattare, altro che selezionati e tenere duro (leggi la storia del Bounty)

Mi fa piacere che dici quello che ho detto io: non c’è niente di pronto, c’è da lavorarci sopra. :slight_smile:

Anche quotare solo parte delle frasi è considerato troll. Non ho forse parlato di SLS e di Orion? E non sono forse BEO?

Non mi piace mai parlare de “la gente”.
Ai tempi dell’apollo c’era più attenzione mediatica, ma non sono così sicuro che la maggior parte “della gente” lo seguisse e fosse così fiera di cosa si stava facendo (specialmente fuori dagli USA).
E allo stesso modo non sono cosí sicuro che la gente ora pensi che siano soldi sprecati. Mi capita tutti i giorni di parlare con persone che sono entusiaste del mio lavoro e chiedono informazioni per saperne di più (incluso in questo forum :wink: )

S proposito di Colombo della caravelle e relativo equipaggio ne ritorno una sola e relativo equipaggio. Oggi 2014 Credi che ci sia una agenzia disposta ad accettare questa percentuale di perdite in vite e in mezzi?

La NASA: hanno perso due Shuttle su cinque.

Io argomento educatamente e tu continui a darmi del Troll. Sai che ti dico: il mio interesse a proseguire è zero. Continua a discutere da solo.

Infatti il programma è stato ridimensionato prima e chiuso poi.