Annunciati i piani spaziali della Cina per il 2016

Anche Hermes si basava sulla stessa ricerca effettuata da NASA, US Air Force e DARPA sui lifting bodies che hai menzionato, forse anche di più di Dream Chaser, il quale a un certo punto, ha seguito maggiormente lo sviluppo fatto all’epoca su X-38 da Scaled Composites. CNES acquisì da NASA gran parte dei dati dei decenni precedente ottenuti dai lifting bodies, ma l’errore grave fu quello di pensare che uno spazio plano in cima ad un lanciatore generasse un sistema stabile durante la fase propulsa. Quando i primi test in galleria dimostrarono le difficoltà evidenti, il programma fu ucciso, anche in considerazione che l’Europa non ci credeva abbastanza fin dall’inizio.

Resto convinto che l’Italia da sola avrebbe molto più dinamismo in ambito spaziale che nel contesto ESA, e non solo. Punto di vista strettamente personale ovviamente, mi piacerebbe che i fatti attuali e futuri smentiscano la mia idea!

Concordo pienamente, soprattutto con l’ultima frase!

Mi pare di aver letto che vi furono anche ritardi dovuti alle conseguenze dell’incidente del Challenger.
Riprogettarono la cabina pensando di farla staccare dal veicolo in caso di aborto missione,ma la cosa si rivelò ingegneristicamente complicata e costosissima.
Così ripiegarono su sedili ad eiezione tipo SR71,che con ogni probabilità non avrebbero salvato la vita agli “spazionauti” (come i Francesi all’epoca chiamavano i loro esploratori dello spazio).
Infine il programma fu cancellato a causa di costi,ritardi e una “mission” non bene definita.

Uno degli Spazionauti Francesi,Patrick Baudry anni dopo dichiarò in proposio:

“In realtà, occorre considerare Hermes come un oggetto di sviluppo puro tecnologico, un po’sul modello di Concorde. Ma da un punto di vista operativo,queste macchine non presentano un grande interesse. Sono persuaso che Hermes non sarebbe mai giunto al termine del suo sviluppo, in parte a causa dei problemi di sicurezza per l’ equipaggio a bordo. Mai un uomo politico in Europa avrebbe preso il rischio di firmare l’autorizzazione per il lancio per una macchina che non garantiva l’integrità fisica dei suoi passeggeri”.

Ed in un altra occasione:

La macchina organizzativa era sbagliata: L’ESA dirigeva le operazioni , ma dava in subappalto a sua volta al CNES, che prendeva le decisioni e dava in subappalto ad altri… In breve, un’organizzazione pensata in termini politici, in non termini di efficenza". "In realtà, nella progettazione e costruzione di una tale macchina, non è la parte spaziale la più complessa, ma la parte aereonautica. Gli americani se ne sono bene accorti durante lo sviluppo della loro navetta. In Europa, e soprattutto in Francia, il CNES sa fare razzi, è anche uno dei suoi settori d’eccellenza. Ma per quanto riguarda la parte aeronautica, è fuori delle sue competenze. Occorreva dunque ridistribuire il lavoro di concezione verso imprese come Aerospatiale e Dassault. Tuttavia, oltre a queste limitazioni, il progetto Hermès avrebbe avuto ripercussioni tecnologiche molto importanti anche se non fosse stato portato alla fine, senza contare che i gruppi che hanno lavorato su questo progetto hanno ammucchiato competenze apprezzabili. .A parer mio, Ariane-5 non avrebbe mai lanciato Hermès. Nessun potere politico avrebbe preso tale rischio”.

Uno spazioplano non può essere dotato di un LAS come se fosse una capsula e di un fairing?

In teoria,se rimane contenuto entro determinate dimensioni abbastanza piccole,si,ma non può certo compiere un rientro di emergenza balistico come una capsula,e anche se portato via dal LAS sarebbe destinato a schiantarsi.
Nè il fairing potrebbe comportarsi come una capsula protettiva perchè le dimensioni ed il peso di uno spazioplano manned sia pur molto piccino,non lo consentirebbero.
Quel che si potrebbe fare,e che è stato ipotizzato ma mai realizzato per problemi di costi e di limitazioni per il veicolo,è creare una sezione staccabile che contenga la cabina dell’equipaggio.
E’ quel che in un primo tempo,dopo il disastro del Challenger,si era pensato di fare con Hermes e che ad un certo punto venne studiato per un possibile successore dello Shuttle.
In realtà una capsula o un eventuale veicolo biconico,sono molto più versatili di uno spazioplano.
Se le capsule del futuro saranno riutilizzabili e lanciate con un sistema two stage to orbit anch’esso almeno parzialmente riusabile credo non faranno rimpiangere gli spazioplani (tranne che dai piloti,ovviamente).

Il Dream Chaser in versione manned avrebbe un sistema di fuga del tutto analogo a quello delle capsule e senza “black zones” durante il lancio, con la possibilità di atterrare in ogni momento su una pista. Il motore utilizzato sarebbe quello ibrido che in un volo nominale permette le manovre in orbita, il quale garantirebbe la necessaria accelerazione per separarsi dal lanciatore in caso di abort.

Interessante,
Ma sarebbe possibile per ogni spazioplano posto in cima al vettore,al netto delle dimensioni?

Dimensionando opportunamente il motore credo di si, se parliamo di manned solamente.

Un po’ naïve questo spazionauta, mi piacerebbe trovare un programma spaziale in Europa in cui questo non succede :stuck_out_tongue_winking_eye:

ecco il più citato Baundry che siaffaccia dall’hatch del mok-up di Hermes