L’atterraggio di Philae

Sempre interessanti ibtuoi articoli Elisabetta.

Avevo notato la quarta impronta… ma ritenendola impossibile avevo pensato ad un impatto secondario causato dallo spostamento di materiale della superficie. Una pietra o la polvere sollevata.

E’ possibile che sia un evento diverso. Vedremo :slight_smile:

Ecco una nostra rielaborazione 3D dell’immagine di ROLIS, con il corpo della cometa intero (lo spicchio mancante a destra è stato virtualizzato):


Full https://www.flickr.com/photos/lunexit/15230210563/sizes/o/

Ecco come si fa a martellare in assenza di gravità senza volare via :stuck_out_tongue_winking_eye:
http://www.researchgate.net/profile/Wojciech_Marczewski/publication/224987616_MUPUS__A_Thermal_and_Mechanical_Properties_Probe_for_the_Rosetta_Lander_Philae/links/00b7d52723b59d6994000000
http://yadda.icm.edu.pl/yadda/element/bwmeta1.element.baztech-article-BAT8-0005-0011/c/httpwww_itl_waw_plczasopismajtit2007150.pdf

Un condensatore, un’elettrocalamita, un pistoncino, e una massa anti-rinculo 13 volte più pesante del pistoncino.
La sonda avanza pochi mm per volta.

Bella immagine!
Peccato che ESA sia avara nel pubblicare tutte le immagini…
Si potrebbero creare tanti anaglifi… :thinking:

Oggi il team che si occupa di SD2 e dei pannelli solari di Philae ha tenuto una breve presentazione al PoliMi (BVS).
Ecco alcune considerazioni che ho trovato interessanti, spero di non commettere troppe imprecisioni nel riportarle qui:

  • Ieri Rosetta ha eseguito un’attività di mappatura della zona in cui si pensa si possa trovare Philae.
  • Le possibilità di indagare meglio l’assetto del lander per il momento sono davvero scarse.
  • Il risveglio di Philae avviene tramite uno switch hardware basato sulla carica della batteria.
  • Negli anni di progettazione della missione non si disponeva della tecnologia per poter dotare il lander di due batterie ricaricabili.
  • Ci sono due immagini di ROLIS scattate rispettivamente prima dell’uso di SD2 e dopo una rotazione del lander e l’uso di SD2. Al momento queste immagini, che sono riservate e non possono essere divulgate, sono in fase analisi per tentare di misurare la distanza del suolo (rispetto al fondo del lander) e per cercare possibili segni della perforazione del trapano, ma non è neppure certo che la seconda immagine inquadri il campo di azione della trivella.
  • Una immagine pubblicata era stata rilasciata senza gli adeguati permessi e ha creato un po’ di imbarazzo/difficoltà fra i team.
  • SD2 ha funzionato in modo regolare, ma non si sa ancora se abbia effettivamente raggiunto il suolo e prelevato campioni.
  • Il gruppo che lavora a COSAC riferisce che loro non hanno rilevato presenza di gas nel fornetto ad alta temperatura utilizzato, tuttavia non sono in grado di discriminare tra l’assenza dei campioni nel fornetto o un campione che non ha generato sufficiente materiale volatile.
  • Fino all’ultimo SD2 ha rischiato di non essere utilizzato, il team era quasi al punto di lasciare il LCC in anticipo. Pare sia stato dato il via libera a procedere anche a causa della pressione mediatica sull’importanza di acquisire dei campioni di cometa.
  • Il team di SD2 non ha potuto in alcun modo modificare le sequenze dei comandi inviate al lander, ma ha dovuto utilizzare le sequenze prestabilite in caso di regolare svolgimento della missione. Si sarebbero potute adottare delle contromisure per migliorare le operazioni nel caso di un atterraggio non regolare, ma è stato valutato troppo rischioso inviare nuove sequenze non regolarmente validate e simulate.
  • Con l’uso del fornetto a media temperatura si sarebbe potuta acquisire una fotografia dei campioni nel fornetto (COSAC avrebbe dovuto svolgere anche un’analisi ottica in quel caso), tuttavia non si sarebbe avuta la certezza di sviluppare gas in quel caso a e si sarebbe dovuto intervenire sulla procedura dei comandi.
  • Non si sa perché il razzetto a gas non abbia funzionato. È stato rilavato un valore nullo di pressione: potrebbe essere stato effettivamente un problema alla valvola o potrebbe essersi depressurizzato il serbatoio durante i 10 anni di viaggio.
  • Già un anno fa il team che si era occupato degli arpioni aveva riportato problemi nell’azionamento di una copia degli stessi tenuta per 9 anni nelle condizioni attese di funzionamento. Quindi sembra che se lo aspettassero il malfunzionamento.
  • L’'uso del razzetto senza gli arpioni avrebbe potuto far compiere un rimbalzo ancora più grande o addirittura avrebbe potuto far allontanare definitivamente Philae dalla cometa.
  • Non è stato possibile utilizzare le viti di ancoraggio presenti sulle zampe del lander.

Cosa sarebbe cambiato nell’operatività del lander se RD2 non fosse stato attivato?

Grazie dell’interessante resoconto Filippo.

Grazie per aver riportato anche a noi queste informazioni! :slight_smile:

Grazie, Filippo. tutto interessante. Certo che le pressioni ( e tensioni…) sul team devono essere state grandi, considerato l’enorme numero di incognite da affrontare in qurantott’ore.

Dicevano che inizialmente è stato eseguito un blocco di comandi che non prevedeva alcun movimento di parti meccaniche, successivamente è stata ripetuta per quattro volte una sequenza di acquisizione dati ritenuta sicura solo con alcuni strumenti. SD2 richiede parecchia energia rispetto agli altri strumenti e senza avere la conferma dell’ancoraggio avrebbe potuto far muovere il lander. A differenza di SD2, MUPUS è dinamicamente isolato dal lander. Comunque, niente SD2 → niente analisi dei campioni di nucleo.

Beh IMHO é da vedere, sbagliando le tempistiche di accensione sicuramente si, ma adoperandolo nella maniera prevista / oppure lo avessero per diminuire il tempo del primo rimbalzo, secondo me no - poi certamente il ritardo radio da terra non avrebbe consentito ai piloti operazioni sincronizzate di precisione. Forse hanno detto “avrebbe potuto” nel senso di “magari avrebbe pure potuto far danni” ecco il senso di questa osservazione. Pure il “desperate mode” avrebbe potuto fare danni.

Cambiare il timing del l’accensione del razzetto non era possibile viato il delay nelle comunicazioni il “buco nero” di informazioni circa lo status di Philae nei pressi dell’atterraggio. L’uso nominale del razzetto avrebbe spinto Philae verso il suolo al momento del contatto con il terreno: senza arpioni e senza tasselli a trattenere il lander al suolo mi riesce facile pensare che questo avrebbe aggiunto ulteriore energia elastica al rimbalzo.

Grazie Fil0 per l’update… effettivamente le varie voci sono ora ufficiali. Direi comunque che il lavoro del team di SD2 sia stato ottimo e abbiano avuto anche una buona fortuna a riuscire a tentare una perforazione, considerando tutte le contingencies del landing.

L’ipotesi peggiore che riesco ad immaginare e’: il lander urta il terreno, gli arpioni non si attivano, si attiva il razzetto di gas freddo, il lander rimbalza e l’assetto del lander non ha piu’ la direzione del vettore di spinta orientata verso il basso, si crea una componente di velocita’ tangenziale e Philae saluta la cometa senza piu’ poterla toccare. Pero’ forse e’ troppo pessimistica.

P.S. Grazie delle informazioni!

grazie Filippo per avere postato questo resoconto, molto interessante!

l’atterraggio di Philae sulla cometa è stato veramente una sfida molto difficile e le componenti meccaniche pensate e realizzate più di dieci anni fa per effettuare l’ancoraggio semplicemente non hanno funzionato, tranne forse il sistema di smorzamento dell’impatto presente nelle zampe del lander.

certamente è una bella lezione per chi vorrà in futuro tentare di atterrare su un corpo a gravita ridottissima.

Oggi 26 novembre alle 17.00 italiane “intervista online” (AMA) su Reddit con il DLR (Agenzia Spaziale Tedesca):
https://www.google.com/calendar/render?eid=bmNmN2JwcHRqNmNzZnJyMHRzcXBpaTdvYW8gYW1hdmVyaWZ5QG0&ctz=America/New_York&pli=1&sf=true&output=xml

Il DLR gestisce il “centro controllo missione” del lander Philae ( Lander Control Center (LCC) )

In realtà, da quel che ho letto, il razzetto era sincronizzato proprio per ASSORBIRE l’energia di rimbalzo, contrastando il rinculo degli arpioni e dell’ammortizzatore.

Quello che invece mi chiedo è se avessero pensato a cosa sarebbe successo a Philae se gli arpioni, lanciati a 324 km/h da un massimo di 2 metri di distanza (i cavi sono lunghi 2,5 metri) da un lander largo un metro, invece del ghiaccio avessero colpito una parete rocciosa…

Molto interessante il resoconto… mi ha cancellato dalla lista un po’ delle domande che vorrei fare oggi al team del DLR! :slight_smile:

Dalle ultime notizie apparse sul blog della sonda Rosetta parrebbe che i dati raccolti dallo strumento ROMAP (magnetometro e analisi del plasma) a bordo di Philae indichino che, durante il primo rimbalzo subito dal lander, questo possa aver urtato osfiorato il bordo di un cratere o di una guglia rocciosa. Le evidenze di ciò risiederebbero in un brusco mutamento dell’asse di rotazione della sonda. Durante la discesa iniziale e successivamente al primo rimbalzo il lander, seppur con diverso periodo, ruotava lungo l’asse Z (asse verticale, perpendicolare al piano di appoggio delle 3 zampe, prima del contatto la rotazione era stata impartita dal dispiegamento delle zampe, successivamente al trasferimento del momento angolare della ruota di reazione da quest’ultima al lander in seguito al frenamento impartito alla ruota), tuttavia durante il “volo” improvvisamente l’asse di rotazione é mutato. La spiegazione più plausibile è attualmente quella dell’urto con qualche “sporgenza” di 67P. Il secondo rimbalzo sarebbe quindi avvenuto in due tempi, seppur molto ravvicinati, quasi un rotolamento, salvo poi riprendere il “volo”.
Per maggiori e più precisi dettagli rimando al blog di Rosetta:
http://blogs.esa.int/rosetta/2014/11/28/did-philae-graze-a-crater-rim-during-its-first-bounce/
Ps I tre diagrammi mostrati in sequenza indicano i dati raccolti per i tre assi
PPS tra i commenti al post del blog ne compare uno che rimanda a una possibile posizione di Philae. La ricostruzione si basa sull’analogia del profilo della scarpata rispesa da Philae tramite Çiva e la, presunta, stessa scarpata ripresa da Rosetta link: https://m.imgur.com/a/jbQuD

Ciao ragazzi, fil0 ha dato il via con il suo post e io sono partita con un articolo! :slight_smile:
Ecco il risultato (occhio che è lungo!):
http://aliveuniverseimages.com/speciale-missioni/missioni-nel-sistema-solare/rosetta/1057-speciale-rosetta-i-lati-oscuri-del-cometlanding

Bello!
Ma non ho capito: il fornetto si é scaldato, o é mancata l’energia e non sappiamo ancora nulla?