La Space Force: di cosa si tratta in realtà

La prima operazione concreta della Space Force, dopo il reclutamento e le cerimonie di passaggio dei vari membri dall’USAF?

Molti vettori partono da Cape, ma almeno io ci ho messo un po’ a capire (e forse mi è servito un articolo de Il Post o di Astrospace per capirlo) che in realtà il sito di lancio non è gestito solo da un’agenzia, ma da due: prendendo per esempio la situazione di fine agosto, il Delta IV Heavy con NROL-44 e il Falcon 9 con GPS III SV04 erano nella parte di competenza dell’Air Force, gestita dalla 45 Squadrone della Space Force, mentre Starlink 11 era nel lato di NASA, al LC-39A del Kennedy Space Center.

Come ci ha ricordato @PherosNike in AstronautiCAST 14x01, il payload del NRO aveva la precedenza su tutti gli altri, ma a causa di uno scrub stava creando un collo di bottiglia. Per questo, dopo che i 60 satelliti sono partiti, probabilmente la Space Force si è chiesta se ci sia un modo migliore per gestire i sempre più presenti vettori commerciali che partono. Il generale Jay Raymond, il chief of Space Operations della Space Force, sta portando avanti l’idea di unire le strutture di Cape Canaveral con quelle del KSC sotto un’unica autorità.

Lo scorso mese, durante un meeting del Commercial Space Transportation Advisory Committee, il direttore delle operazioni e della comunicazione della Space Force, il generale maggiore DeAnna Burt ha affermato che è intenzione di presentare una lettera formale per preparare la strada ad un dibattito tra agenzie per creare una autorità nazionale in fatto di spazioporti.

Ci sono un paio di fattori da considerare: prima di tutto, la Space Force è conscia delle spese che sta sostenendo per infrastrutture e strade a Cape Canaveral e a Vandenberg, i due principali spazioporti. Sebbene abbia anche gestito i contratti in leasing per i pad a varie aziende, tra cui ULA, SpaceX, Blue Origin, Firefly Aerospace e Relativity Space con altre che si aggiungeranno, questa prerogativa non sembra essere tra quelle fondamentali per la Space Force. Allo stesso tempo però la SF è sempre più interessata alle dinamiche del settore commerciale, sottolineando come la SF stessa sia contenta e sorpresa dell’arrivo dei booster al porto e del loro riutilizzo, sia dal punto di vista tecnico ma anche economico. Proprio per la continua evoluzione del mondo commerciale, la Space Force vuole facilitare l’accesso allo spazio alle aziende private.

Un’analogia presentata è stata il trasferimento del National and Dulles Airport dalla FAA alla Metropolitan Washington Airports Authority, nel 1984, che ha trovato, dopo essere stata nazionalizzata, investimenti privati per modernizzare gli aeroporti in previsione di una domanda commerciale sempre maggiore. Rimangono aperte molte domande su come gestire uno spazioporto combinato in Florida, determinando per esempio quali missioni debbano avere la priorità. Queste domande verranno gestite nella fase di discussione del progetto.

Uno degli scopi della Space Force è fornire un accesso rapido e sicuro allo spazio e se per portare avanti questa missione si dovranno tenere separati l’ambiente militare e commerciale, si proseguirà su questa strada, ma se ci sarà la possibilità di avere un metodo più efficace e migliore, l’agenzia non starà con le mani in mano. E non lo farà nemmeno NASA, secondo le parole di Jim Bridenstine, che sottolinea però come un lavoro così importante di unione richiederà non poco lavoro e sforzo. Nel frattempo, NASA continuerà come ha sempre fatto, cercando di migliorare le infrastrutture per scopi civili e commerciali.
L’ultimo attore, anch’esso favorevole all’unione dei due complessi, è l’agenzia di Stato per lo sviluppo economico, Space Florida, invitando ad iniziare i dialoghi il prima possibile per guadagnare il massimo possibile da questa richiesta.

Fonte: Ars Tecnica - Space Force plans to merge KSC and Cape Canaveral.

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