N1-L3: ovvero come i russi pensavano di andare sulla Luna

Anche il rientro in atmosfera con “rimbalzo” mi giunge nuovo: sapevo che è stato studiato per Orion molti anni dopo. Serviva per stressare meno lo scudo termico o per raggiungere più facilmente il sito di atterraggio?

Si tratta del fairing del Block-D che veniva espulso per risparmiare peso prima della fase di de-orbit e discesa verso la superficie lunare.
Il Block-D aveva essenzialmente due scopi:

  1. effettuare il de-orbit
  2. eliminare (il grosso) della componente orizzontale di moto dell’LK lasciando al Bloc-Ye il compito di eliminare il residuo più quella verticale.

Il cosidetto “double-skip re-entry” lungi dall’essere un’invenzione recente, era stato messo a punto sia dagli americani per le missioni Apollo sia dai russi per i voli circumlunari (L1) sia per quelli lunari (L3).

Per ricostruire il profilo di volo della missione N1-L3 mi sono basato su diverse fonti originali russe, in particolare le memorie di Boris Chertok “Rockets and People” Volume III (tradotte e pubblicate in Occidente dalla NASA e disponibili anche in pdf - gratis).

Grazie Isa.

Bentornato Peppe, anche da parte mia.

Ottimo. Argomento di gran interesse

Grazie per le tavole Peppe, sempre molto apprezzate :ok_hand:

Grazie!

Se non mi sbaglio Apollo 8 rientrò proprio in quel modo dalla Luna.

Grazie Peppe! Come sempre un gran bel lavoro!
Più riguardo questo profilo di missione e più sono convinto che fosse quasi ‘suicida’… :fearful:

Ho trovato il link:

https://www.nasa.gov/pdf/621513main_RocketsPeopleVolume4-ebook.pdf

Ecco tutti i link completi:

https://www.nasa.gov/connect/ebooks/rockets_people_vol4_detail.html

Ho iniziato la lettura.
Certo,l’autore è un pò sciovinista ma possiamo perdonarglielo.
Quando scrive che dal 1957 al 1967 l’URSS era sempre stata avanti agli USA nel programma spaziale non è esatto.
L’ultimo stunt Russo fu la passeggiata di Leonov ad inizio 65 (che poteva finire in tragedia),ma almeno da Gemini 5 gli USA passarono decisamente in testa (voli di lunga durata, rendez vous e docking, EVA effettuati,record di altezza).

Beh, Chertok era uno dei principali aiuti di Korolev, possiamo permetterglielo. Amo quei libri, e leggendoli si percepisce un’amarezza infinita sulla sorte dell’N1.

Ad integrazione di quanto scrive Chertok (e magari anche un pò meno “di parte”) consiglio l’ottimo articolo di Chris Petty apparso tempo fa su The High Frontier:

Grazie Maxi anche per me è bello ritrovarti qui,
Per quanto riguarda la missione N1-L3 può sembrare “suicida” ma, paradossalmente, aveva più margini di sicurezza rispetto all’Apollo, a cominciare dalla presenza in situ di un secondo LK “di riserva” di uno (alcune fonti riportano due) Lunokhod che avrebbero avuto tre distinte funzioni:

  1. Fungere da beacon radio per l’allunaggio di entrambe gli LK
  2. Effettuare una ricognizione preventiva del sito di allunaggio
  3. Consentire una certa mobilità al cosmonauta nel caso in cui si fosse spostato dall’LK a quello di riserva

Dulcis in fundo il Lunakhod avrebbe potuto riprendere e trasmettere in diretta le fasi di allunaggio e decollo dall’esterno (cosa che gli americani potranno fare solo per il decollo grazie alle telecamere montate su LRV nel corso delle tre J-Missions).
Non era chiaro se il modulo LK era in grado di condurre un decollo automatico in caso di malore del singolo cosmonauta, e questo poteva essere un difetto grave.
Non ho trovato nessun riferimento ne in un senso ne nell’altro, ma conoscendo bene la cosmonautica russa mi sorprenderebbe non poco scoprire che non avessero previsto ad un modo per portare almeno in orbita in maniera autonoma l’LK.

Giusto per agevolare il discorso pubblico la vista in sezione del modulo LK realizzata appositamente per il mio libro:
(https://www.forumastronautico.it/index.php?topic=27365.0)


Peppe,sei talmente tanto discreto che non sapevo nulla del tuo libro…che ovviamente non potrà mancare nella mia libreria (a proposito,dove trovarlo?).
Ti ringrazio ancora per la segnalazione dei PDF dei libri di Chertok.
Il suo approccio di lanci multipli per la missione lunare sarebbe stato il migliore,come la sua intuizione che piuttosto che tentare di battere gli Americani sarebbe stato più opportuno superarli con voli lunari a più lunga permanenza e con equipaggi più numerosi.
Se questo approccio fosse stato scelto,credo propio che gli USA avrebbero ripreso presto il loro programma lunare,ed oggi avremmo una base lassù.

Ciao a tutti,

fantastico. Davvero. Ma toglietemi una curiosità: di che libro si parla?

Ciao
Joe

Carmelo (ed anche joeskop) si tratta del seguente libro:

Spacecraft: 100 Iconic Rockets, Shuttles, and Satellites That Put Us in Space

Realizzato a quattro mani dal sottoscritto e dal Micheal H. Gorn, mio caro amico e storico presso il DFRC della NASA.
Sarà pubblicato dalla Voyageur Press (parte del colosso editoriale mondiale Quarto) il prossimo settembre,
lo puoi trovare su Amazon.com già adesso in pre-ordine.

https://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0760354189/creativepubco-20

Sul Forum nella sezione “pubblicazioni” è presente un appostio thread.

Una curiosità, visti i disegni: la il cosmonauta avrebbe dovuto sempre indossare la tuta, oppure il LK era pressurizzato come i LM? Ed ancora, era previsto una toccata e fuga oppure una eventuale permanenza lunare di più giorni?