La rete e’ per il terzo millennio quantomeno quello che e’ stato il petrolio per il dopoguerra. Ci sono immense implicazioni economiche, geopolitiche e strategiche.
Controllare questo tipo di fonti di approvigionamento, in regime monopolistico, significa poter mettere le mani nelle tasche dei cittadini, perche’ per accedere a una necessita’ primaria devono passare da te. Come gia’ scritto le telecomunicazioni fatturano globalmente oltre 2000 miliardi all’anno in rapida crescita, non sono interessi economici piccoli.
Pero’ la rete e’ molto di piu’. E’ anche quello che e’ stata la libera stampa e la televisione negli scorsi decenni. Ha una implicazione diretta sulla liberta’ politica dei cittadini. Molte nazioni importanti (Cina, Russia, paesi Arabi) dichiaratamente separano il www locale da quello globale, filtrato e loggato. Putin due mesi fa ha firmato una legge che rende l’internet Russo separato da quello globale, e sotto il controllo del Roskomnadzor. Ma dalle notizie emerge anche gli USA non sono contenti se navighiamo con dispositivi Huawei o per una volta molti milioni di persone usano un social network che non controllano, come TikTok.
Ora, dal vuoto dello spazio, si materializza un nuovo canale in grado di offrire internet a larga banda con prestazioni decenti in ogni pertugio di questo pianeta (e a sentire EM in futuro anche altri pianeti).
Ovviamente l’evidenza suggerisce che Starlink e’ fatto con il benplacito del governo USA e probabilmente con priorita’ e accessi speciali a DOD e agenzie di intelligence USA. Niente di nuovo, in mezzo mondo i canali di comunicazione sono controllati da loro da tempo, non ci cambia la vita.
Pero’ e’ ovvio che le nazioni che vogliono esercitare un controllo sui loro cittadini o non vogliono che lo esercitino gli USA non vorranno mai permettere che questi si attacchino direttamente a Starlink. E per rendere la cosa dirompente basterebbe molta meno banda di cosi’. D’altronde gia’ oggi questi cittadini hanno modi per aggirare il sistema.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, invece, e’ ancora piu’ vasta la platea degli stati che danno concessioni, per l’uso di frequenze, magari facendosi pagare profumatamente, alle telecom e agli operatori locali che a loro volta si rifanno sugli utenti in regime di oligopolio. Tra questi stati c’e’ anche il nostro, e l’UE. Una mia grande curiosita’ e’ vedere come sara’ regolata Starlink dalle nostre parti. E’ ovvio che ci sono grandi interessi economici e che ogni nazione ha il diritto di esercitare un controllo sull’assegnazione di frequenze sul proprio territorio. Pero’ e’ altrettanto vero che sta apparendo un servizio molto “distruptive” in grado di erogare servizio grazie a competitive edge tecnologiche e con barriere di ingresso elevaissime nei confronti di eventuali futuri competitor (gli UK hanno resuscitato OneWeb a suon di miliardi ma e’’ evidente che non bastano i miliardi dei contribuenti).
Quindi, si, e’ giusto che ci sia un “discreto dibattito” anche su questo. E non e’ off topic per niente, a meno che non ci vogliamo limitare agli aspetti tecnologici e alla cronaca dei lanci.