Starlink - La costellazione di satelliti di SpaceX per i servizi Internet

Sì, il dato misurato nascosto dal passaggio del satellite viene perso. La perdita scientifica dipende dal tipo di fenomeno osservato ed è alta se rapidamente variabile (es. stella variabile a periodo molto breve) o difficilmente ripetibile (es. un’occultazione stellare).

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Lo studio presentato nella conferenza stampa del 25 agosto è pubblico e disponibile all’URL https://noirlab.edu/public/media/archives/techdocs/pdf/techdoc003.pdf.

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Così dovrebbe muoversi l’antenna.

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Per i sensori degli osservatori una magnitudo anche molto bassa può significare la saturazione, che rimane “impressa” sugli strumenti per diversi minuti.

Così si inquinano i dati ben oltre il momendo del passaggio.

Per i telescopi ad ampio campo di osservazione è praticamente impossibile.

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non sapevo di questa cosa. Male.

Questo è un punto molto importante. Per esempio, anche il debole Plutone di magnitudine 14 è sufficientemente luminoso da creare saturazione e blooming in un sensore CCD collegato a un telescopio da 14" e con un’esposizione di 1 secondo.

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Per i telescopi ad ampio campo non è poi comunque possibile filtrarli in post processing? I sensori di questi ultimi non devono già essere non troppo sensibili per evitare la saturazione di altri oggetti? Insomma di altri satelliti / oggetti del sistema solare / stelle di magnitudine minore di 7 mi sembra ce ne siano non pochi.

Poi comunque i satelliti Starlink non dovrebbero essere visibili se non quando illuminati dal sole e quindi al limite nella zona di penombra. Ci dovrebbero essere comunque condizioni per determinate fasce orarie che variano con le stagioni e la posizione sulla terra dove non ci dovrebbero essere starlink che riflettono luce.

Tra flash e occultamenti, contando che dopo SpaceX e’ plausibile pensare che altri operatori si uniranno, parliamo di decine di migliaia di eventi a livello globale.

Non ho dubbi che buoni algoritmi aiutino ad alleviare il problema, ma non lo possono eliminare. Per le osservazioni astronomiche da terra la vita si fara’ difficilissma, specie per quella classe di osservazioni per cui si impiegano sensori ottici molto sensibili e/o che cercano fenomeni di durata brevissima.

È un tradeoff come tutte le cose della vita, ma con queste costellazioni in orbita l’astronomia da terra, professionale o amatoriale, davvero non sarà più la stessa e probabilmente quella professionale si dovrà muovere (con le dovute tempistiche e sempre tenendo presente le relative sfide tecnologiche) o nello spazio, o sulla Luna.

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Questo non è del tutto vero. Essendo molti e distribuiti su più orbite, una minima parte sarà visibile anche a notte fonda perché ci sarà sempre qualche satellite con un β-angle elevato (come capita alla ISS un paio di volte all’anno).
Nulla che non possa essere gestito, ma sicuramente un disturbo in più.

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Bhe ragazzi, mi pare ovvio che il problema non possa essere eliminato al 100%. L’unico modo per evitarlo sarebbe impedire ogni ogni lancio orbitale, o almeno impedire le costellazioni totalmente. Il che è un discorso molto “NIMBY”…

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Posso chiedere cos’ e’ il β-angle,?

Da come ne parli non sembra l’inclinazione dell’orbita (la hanno tutti uguale , inoltre una maggiore illuminazione alle latituidini elevate vicino al solstizio non sarebbe solo un paio di volte all’anno).

Uno dei problemi principali è quello accennato qui. Il punto è che alla comunità astronomica è stato imposto quasi da un giorno all’altro di affrontare problemi che richiedono risorse che molti osservatori e istituti, continuamente in lotta per sopravvivere e non chiudere, non potranno avere a breve e medio termine.

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No, questa sarebbe una posizione massimalista che non è la mia, ma è un fatto che decine di migliaia di oggetti siano una sfida di almeno un’ordine di grandezza rispetto ad oggi.

La diffusione globale di Internet è un’enorme possibilità, ma di fatto la deregulation di questa corsa porta un sacco di problemi ad un campo della ricerca che non è secondario per l’umanità.

Un esempio di quello che penso: in un mondo regolato meglio una delle condizioni poste alle aziende che lanciano costellazioni per avere la licenza a procedere avrebbe potuto essere quella di contribuire in maniera sostanziale a costruire missioni astronomiche orbitanti o sulla Luna.

Sennò i danni sono di tutti, i benefici di pochi.

Ma enti internazionali davvero riconosciuti e obbediti da tutti (ad es. Ufficio UNOSAA dell’ONU) non ce ne sono, e oggi ognuno fa come gli pare, alla maniera di Guzzanti

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Se è vero che l’inclinazione dell’orbita è uguale per tutti gli Starlink (almeno per ora), ogni batch ha il suo angolo di fase (sennò non si avrebbe la copertura globale).
Questo fa sì che ogni batch ha il suo β-angle che varia durante l’anno, raggiungendo il valore massimo (+ o -) ogni sei mesi.

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Su questo sono d’accordo, obbligherei anche gli operatori delle costellazioni a contribuire a progetti open source per software per compensare i loro passaggi per gli osservatori che non possono permettersi di svilupparlo da soli.
Comunque più che deregulation parlerei di mancanza normativa visto che non ci sono proprio mai state regolamentazioni al riguardo.

Il problema è proprio che aziende e astronomi devono per forza di cose lavorare insieme, ma da quello che noto online:

  • C’è estrema lentezza nella collaborazione tra aziende ed astronomi
  • Non sembra ci sia reale interesse da parte di enti governativi a regolamentare al riguardo
  • SpaceX sta lavorando per limitare i danni (Darksat, Visorsat) ma non ci sono notizie per quanto riguarda le altre aziende sulle loro intenzioni per arginare il problema
  • Tanti astronomi sono fiduciosi nel fatto che riusciranno a convivere con il problema, tanti altri vorrebbero impedire totalmente i lanci di costellazioni (non sono poche le petizioni e su twitter non pochi non lo nascondono) e alcuni vorrebbero pure la testa di Musk
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Beh certo, le posizioni sono le più varie, e gli astronomi, essendo pur sempre esseri umani, ne hanno tutti i pregi e i difetti. Probabilmente un atteggiamento così di scontro deriva dal fatto non piccolo che il problema dell’inquinamento dei cieli è cascato dall’alto in testa agli astronomi, che non ne condividono in alcun modo la responsabilità.

Chiedere la testa di Musk è ovviamente un nonsense, un’iperbole da polemisti, e sono ben conscio che il progresso non si arresta (e personalmente ritengo un accesso universale ad Internet una forma di grande progresso). Anche se l’uso del mezzo è spesso molto discutibile, un servizio davvero globale di accesso alla rete Internet è un servizio fantastico dalle enormi potenzialità (anche in termini di sfuggire a regimi censori).

Capisco che se prima di lanciare Starlink Musk avesse cercato il consenso del mondo scientifico non avrebbe probabilmente lanciato mai, ma ora che ci ha messi di fronte al fatto compiuto, e che il problema è stato riconosciuto, spero davvero che il bisogno di un coordinamento internazionale renda impellente la valorizzazione di UNOSAA o di un ente simile, e la creazione di un modo per “compensare” il mondo astronomico in modo concreto e $$$ignificativo :wink:

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Io spero che il precedente costringa tutti i futuri operatori con un numero significativo di satelliti a restare in orbita molto bassa.

Mettere nugoli di satelliti a 1500km sarebbe molto piu’’ nocivo, sia per l’inquinamento luminoso (prendono luce molto piu’ a lungo) che per i detriti. A quella quota i tempi per deorbitare naturalmente sono lunghissimi ed eventuali collisioni farbbero danni molto duraturi. Capisco che a quella quota servirebbero molti meno satelliti per raggiungere una copertura globale, e che un paio di migliaia di km in piu’ non inflluirebbe troppo sul ping time… ma davvero sarebbe meglio delle orbite che se fermi tutto in qualche anno si ripuliscono da sole.

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Dato che alle costellazioni Starlinkose non ci si rinuncerà anche se non potrannoi mai essere invisibili, da astrocoso mi chiederei:

Per osservatori capaci d’interferometria il problema è minore? Di molto? Un aggeggio come il Very Large Telescope ha le ottiche abbastanza distanti le une dalle altre per oggetti in orbita così bassa come gli Starlink? Qual’è la distanza minima? Due punti di vista mi bastano o meglio tre o quattro (VTL) o…?
Gli osservatori postStarlink dovranno essere tutti fatti a gruppetti di gemelli interferometranti, magari più piccoli ma numerosi?
Si perde inevitabilmente qulcosa in qualità di acquisizione dati o in quantità di denaro speso costruendo tanti piccoli cloni al posto di un grande osservatorio unico di superfice paragonabile all’insieme dei primi?

Quest’invasione di satelliti… Qualche appaltatore da qualpche parte se la sta godendo un mondo?

News (nemmeno più di tanto) sui dati relativi alle velocità: nel secondo tweet è specificato “mbps”, cioè megabit per secondo che corrispondono a 12 MBps, ciè megabyte per secondo.

https://twitter.com/SpaceX/status/1301504941341642752?s=20

A dire la verità quell’“m” piccolo dovrebbe significare “milli”, ma credo si siano sbagliati.

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Questa domanda di @PherosNike è del 21 maggio scorso e all’epoca la risposta era “è troppo presto per saperlo”.

Due giorni fa la FCC ha invece reso pubblico lo stato attuale delle candidature: 121 soggetti hanno presentato le proprie proposte complete e 384 hanno presentato proposte al momento incomplete. SpaceX appartiene a quest’ultimo gruppo e quindi dovrà integrare la documentazione entro il 23 settembre, secondo le richieste della FCC.

Per chi volesse conoscere i candidati: l’elenco dei soggetti con proposte complete è questo, l’elenco dei soggetti con proposte incomplete è invece questo.

Fonte: FCC (https://www.fcc.gov/document/auction-904-application-status)

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