Il marketing è sempre un’arma a doppio taglio: ci sono situazioni in cui costruire mille esemplari può essere visto come un punto di forza (e qui secondo me c’entra tanto l’hype creato da Elon, SpaceX, il complesso di Boca Chica all’aperto, le telecamere H24 che riprendono) mentre da altre potrebbe sembrare sinonimo di poca visione del progetto e incapacità manageriale e tecnica.
La situazione che si delinea a Boca Chica è che si deve costruire un vettore mai costruito prima, che sarà contemporaneamente da secondo stadio e conterrà il payload, umano e non. Essendo, a memoria, il più recente esempio di razzo così strutturato (non me ne vogliano gli esperti, quando ha smesso di volare STS avevo 11 anni e manco sapevo che ci fossero dei satelliti in orbita) lo Shuttle, le differenze sono evidenti.
Detto questo, l’approccio di crearne uno o due potrebbe essere vantaggioso come dici tu sotto l’aspetto delle modifiche, ma secondo me, essendo già solamente Starship (e analogo discorso per SuperHeavy) un qualcosa di così diverso dal solito, avrai da apportare un sacco di modifiche nel giro di poco tempo. Se si aggiunge che il tutto veniva fabbricato all’aperto, con metodi di saldatura e leghe ancora da affinare, prototipi che esplodono, farne uno o farne 5 non cambia, anzi. Ti permette di concentrarti su un seriale “vecchio” su uno specifico punto (potrebbe essere SN7 per i serbatoi) e portare le modifiche su esemplari più avanzati.
A maggior ragione, se ti dovesse esplodere dovresti ripartire da capo a costruirne un altro, per cui avresti degli addetti ai lavori che certi giorni lavorano come matti, altri in cui possono andare a farsi un bagnetto a Boca.
Infine, c’è da considerare tutto il lavoro di analisi dei dati che ti porta via un test. Non puoi farne uno ogni altro giorno: nei momenti senza test affini le procedure che stai sviluppando, applichi le lesson learned al nuovo seriale e nel frattempo analizzi i dati. Non c’è da dimenticare poi tutti i vari permessi che devono essere richiesti: non sono un impasse importante, ma comunque porta via tempo. E hai nuovamente tempi morti.
Per darti un’idea, sono stati effettuati pochissimi test dopo i voli di Starhopper: non li ho contati, ma di sicuro non superano i 25, considerando gli static fire, hop, abort e simili. Se avessero dovuto costruire da zero SN5 dopo il collasso di SN4, probabilmente dovremmo ancora avere l’hop. All’epoca della distruzione di SN4 i due gemelli successivi erano quasi pronti, come puoi vedere dal primo post.
In conclusione, l’approccio, per quanto grezzo sia stato inizialmente si applica bene al concetto rivoluzionario che Starship vuole essere: con questo non significa che debba esserlo anche il metodo di costruzione, ma solamente che è quello che permette di ottimizzare i tempi minimizzando gli sforzi economici, di personale e soprattutto di tempo.
Ovviamente, se mai SS dovrebbe diventare operativa, si avrà un cambio nei ritmi, processi e strutture di produzione, a maggior ragione se dovrà essere un veicolo super human rated, data l’annunciata capacità di trasporto di esseri umani.