[2005-07] Luglio 2005 - ISS Mission Log

Libera traduzione e adattamento dell’articolo “Orbital operations” di Neville Kidger, pubblicato sui numeri dei mesi di Settembre e Ottobre 2005 Vol. 47 della rivista “Spaceflight” della BIS.

E’ stata fissata la data dell’RTF
Il primo giorno di Luglio, Krikalev e Phillips sono stati informati che il lancio dello Space Shuttle Discovery per la prima missione del Return to Flight, la STS-114, era stato programmato per le 20:51 GMT del 13 Luglio, in corrispondenza dell’apertura della finestra di lancio che si estenderà fino al 31 Luglio.
Phillips si è preparato all’arrivo del Discovery risistemando il materiale stivato a bordo, per fare più spazio alle nove persone che avrebbero popolato la Stazione nei giorni seguenti, e preparando degli equipaggiamenti da rispedire a terra con il Discovery.

Ricerca medica
Dopo aver trascorso un weekend di tre giorni, che ha incluso un giorno di vacanza per i festeggiamenti americani del 4 Luglio, Krikalev e Phillips hanno iniziato la prima settimana lavorativa di Luglio lavorando con degli esperimenti medici.
Essi hanno incluso delle sessioni con l’esperimento dell’ESA Neurocog (che studia il senso dell’equilibrio in assenza di peso, tramite un casco a realtà virtuale), la continuazione del Renal Stone experiment, ed un ciclo di tre giorni di analisi ed osservazioni dettagliate sul Comandante russo comprensivo di analisi del sangue e delle urine.
Come detto in precedenza, questa settimana ha visto il ritorno all’utilizzo del dispositivo per la misurazione della massa corporea degli astronauti. Ovviamente sono riprese anche le misurazioni del volume dei polpacci.
I due spazionauti hanno passato la maggior parte della settimana imballando e preparando il materiale da caricare nell’MPLM. I due hanno anche fatto ulteriore spazio nella camera di decompressione Quest.
Nel corso della missione dello Shuttle, sono previste tre passeggiate spaziali che verranno svolte usando la tuta americana EMU. Per migliorare l’efficienza delle batterie delle tute stesse, Phillips ha svolto una serie di cicli di carica e scarica delle stesse.
L’astronauta americano ha condotto una manutenzione di routine sul tappeto rotante TVIS, usato quotidianamente dall’equipaggio per il programma di esercizio fisico. La NASA ha voluto sottolineare che le cinture di tenuta del tappeto avevano raggiunto il termine del proprio tempo di vita e quindi dovevano essere sostituite. L’operazione di sostituzione era relativamente complessa, ed avrebbe necessitato di ben dodici ore di lavoro da parte dell’equipaggio.

Aumento di altitudine orbitale
Il 6 Luglio, alle 14:58:10, sono stati azionati i motori della Progress M-53 per 7 minuti e 45 secondi, fornendo un impulso di 1,9 m/s equivalente ad un aumento della quota di volo di 3,3 Km, e portando così il Complesso Spaziale in un’orbita di 375 x 354 Km con un periodo orbitale di 91,57 minuti.
Il secondo e finale re-boost ha posto la Stazione nella posizione corretta per le opportunità di rendezvous del Discovery, che avranno inizio nel suo terzo giorno di volo, nel corso della finestra di lancio che va dal 13 al 31 di Luglio.
Nel corso di quella che si pensava potesse essere la settimana del ritorno dello Space Shuttle nello Spazio, i due spazionauti hanno continuato ad imballare il materiale da caricare sull’Orbiter, e l’11 Luglio i due hanno potuto parlare con il Comandante dello Shuttle Eileen Collins.
Nel corso del 12 Luglio, dopo un tentativo da parte del TsUP abortito per la perdita delle comunicazioni con la stazione di terra di Shelkovo, sono stati pompati circa 155 Kg di ossidante dalla Progress M-53 nei serbatoi del modulo Zarya.
Inoltre Krikalev ha continuato con le giornate dedicate alle analisi ed ai controlli del suo stato di salute, e durante questa seconda settimana di Luglio si è occupato del suo sistema cardiovascolare ed ha utilizzato l’esperimento dell’ESA Eye Tracking Device, e l’esperimento a pressione negativa Chibis.
Il 12 Luglio Krikalev e Phillips hanno svolto le ispezioni di routine sui detectors del fumo, ed hanno effettuato i prelievi regolari dell’aria della Stazione. Sempre durante questa giornata, Krikalev ha sostituito un’altra grande batteria da 800° nel modulo Zvezda.
Il giorno seguente i due compagni di volo hanno continuato con i preparativi per la loro Rendezvous Pitch Manoeuvre (RPM) Photography; ovvero per quella fase dell’approccio, della durata di una novantina di secondi, nella quale dovranno fotografare il rivestimento di piastrelle della “pancia” dello Shuttle Discovery. Essi hanno dovuto anche effettuare delle fotografie “bianche” che serviranno agli ingegneri per identificare i pixels “corrotti”.

Il rinvio dell’STS-114
Con il rinvio a data da destinarsi del lancio della missione STS-114, il 13 Luglio (per via di un guasto ad un sensore dell’External Tank), e per via delle conseguenti relative lunghe indagini, è stato concesso un giorno di lavoro leggero all’equipaggio, per il 14 Luglio.
Venerdì 15 Luglio i due colleghi hanno testato il sistema di controllo del movimento della Soyuz TMA-6. Per via del mancato lancio dello Shuttle, la pianificata operazione di rilocazione della Soyuz dalla camera di decompressione russa Pirs al punto di docking di nadir del modulo Zarya, era stata anticipata dal 16 Agosto al 19 Luglio.
L’operazione di rilocazione renderà libero il modulo Pirs per l’esecuzione dell’EVA russa, da parte di Krikalev e Phillips.

La rilocazione della Soyuz
L’equipaggio dell’Expedition 11 composto da Sergei Krikalev e John Phillips, il 19 Luglio, è salito sulla capsula Soyuz TMA-6 per svolgere la manovra di ricollocazione della capsula da uno dei punti di attracco del Complesso ad un altro. La capsula è stata spostata dal modulo Pirs al punto di attracco inferiore del modulo Zarya, in modo tale da permettere ai due abitanti dell’ISS di svolgere l’EVA programmata per la metà di Agosto.
In preparazione a questa operazione, Krikalev e Phillips hanno dovuto predisporre la Stazione Spaziale al necessario periodo di volo automatico, disconnettendo le condotte dell’aria intermodulo e spegnendo alcune apparecchiature. Questa procedura è necessaria per far si che l’ISS possa continuare a funzionare autonomamente, nell’eventualità in cui non si riuscisse a riagganciare la capsula.
Si sono resi necessari due tentativi di chiusura dei portelli fra la Stazione e l’ISS da parte di Krikalev e Phillips, per via del malfunzionamento di un sensore. Il comandante dell’ISS e della Soyuz Krikalev ha occupato il sedile centrale del veicolo mentre Phillips era seduto alla sua sinistra, nel corso del breve volo, che è incominciato con lo sgancio dal punto di attracco del modulo Pirs alle 10:38 GMT mentre l’ISS stava sorvolando l’Atlantico e le coste meridionale del Sud America.
Krikalev ha fatto indietreggiare la Soyuz fino ad una distanza di 25 metri, e quindi ha fatto traslare lateralmente la capsula lungo la Stazione per 13 metri, prima di ruotarla di 135 gradi e di allinearla così con il boccaporto del modulo Zarya.
Dopo 14 minuti di pausa, gli astronauti hanno incominciato l’approccio finale, che è terminato con il docking con il punto di attracco inferiore dello Zarya avvenuto alle ore 11:07:59 GMT, al di sopra dell’Asia Centrale. Alcuni minuti più tardi i ganci ed i chiavistelli dei due meccanismi di docking si sono serrati saldamente l’un l’altro, unendo la Soyuz e il modulo Zarya. Dopo i consueti controlli sulle perdite di pressione, L’equipaggio è rientrato nella Stazione per riconfigurare i sistemi del Complesso per le normali operazioni di volo.

Il lavoro scientifico
Nel corso della settimana precedente al lancio dell’STS-114 i due spazionauti hanno condotto le attività scientifiche all’interno del Complesso, in aggiunta alle normali attività di manutenzione, di osservazioni della superficie terrestre e di attività fisica. Inoltre Krikalev e Phillips hanno continuato ad imballare gli equipaggiamenti da spedire a terra con il Discovery e con la missione successiva, la STS-121, pianificata per il prossimo mese di Settembre.
Phillips ha predisposto la macchina fotografica digitale a controllo remoto, che fa parte dell’esperimento studentesco EarthKAM, montandola sul finestrino del Laboratorio Destiny. Gli studenti delle scuole superiori possono scegliere degli obiettivi da riprendere, e con l’aiuto degli studenti universitari possono inviare gli opportuni comandi al laptop computer collegato alla fotocamera. Essa scatta le foto al momento opportuno e le invia a terra dove vengono caricate su delle apposite pagine web, pronte per essere visionate dagli studenti di tutto il mondo e dal grande pubblico. La sessione attuale dell’esperimento EarthKAM ha ricevuto richieste di fotografie da ben 43 scuole.
Krikalev ha trascorso alcuni giorni settando ed attivando il Plasma Crystal Experiment, che svolge autonomamente esperimenti usando frequenze radio per influenzare la formazioni dei cristalli in microgravità.
Il 26 Luglio, il giorno del lancio del Discovery, Phillips ha iniziato la sua sessione della durata di quattro giorni con l’esperimento FOOT, indossando i particolari pantaloni chiamati Lower Extremity Monitoring, e le particolari scarpe equipaggiate con 20 elettrodi sensibili ai movimenti delle gambe e dei piedi durante il normale lavoro in microgravità.
Il giorno seguente, i due hanno potuto parlare con i quattro astronauti e cosmonauti sopravvissuti che parteciparono alla storica missione Apollo Soyuz Test Project, avvenuta trenta anni prima. Thomas Stafford, Vance Brand, Aleksei Leonov e Valery Kubasov si trovavano in Russia per celebrare questo anniversario.

Arriva il Discovery
Il Comandante dell’STS-114 Eileen Collins ed il suo equipaggio hanno portato a termine con successo la manovra di docking con il punto di aggancio del PMA-2 (Pressurized Mating Adapter – 2) dell’ISS alle 11:18 GMT del 28 Luglio.
Durante l’approccio, Krikalev e Phillips hanno scattato delle spettacolari fotografie del Discovery, mentre Collins stava guidando la navetta nella manovra detta “back-flip” con l’approccio da sotto la Stazione. Queste dettagliate fotografie digitali sono state inviate a terra e sono state analizzate da degli esperti, alla ricerca di eventuali danni alle piastrelle del rivestimento termico ed ai bordi delle ali dell’Orbiter.
Alle 12:50 GMT si sono aperti i portelli fra l’ISS e il Discovery, e per la prima volto dopo oltre due anni e mezzo, è risuonata la campana della Stazione per dare il benvenuto all’equipaggio di uno Space Shuttle in visita, composto dal Comandante Eileen Collins, dal Pilota Jim “Vegas” Kelly e dai Mission Specialists Soichi Noguchi (della Japanese Aerospace Exploration Agency), Steve Robinson, Andy Thomas, Wendy Lawrence e Charlie Camarda.
Il primo compito di Krikalev, dopo i primi emozionanti momenti dedicati alle strette di mano ed ai saluti, è stato quello di impartire agli ospiti il consueto briefing sulle procedure di sicurezza della Stazione, prima della separazione dei due equipaggi per l’inizio dei lavori orbitali.
Kelly e Lawrence, aiutati da Phillips, hanno usato il Canadarm2 dell’ISS per sollevare l’Orbiter Boom Sensor System dalla stiva del Discovery e per agganciarlo al braccio robotico dello Shuttle. Camarda e Thomas hanno attivato il Canadarm dell’Orbiter, che non avrebbe potuto afferrare l’OBSS da solo, con lo Shuttle agganciato alla Stazione.

Trasferimento di materiale
Il giorno seguente, è stato rimosso dalla payload bay dello Shuttle, il modulo italiano MPLM Raffaello, da Lawrence e Kelly, tramite il Canadarm2, ed è stato agganciato al modulo Unity. Poco dopo, i due equipaggi hanno aperto i portelli dell’MPLM e subito ha avuto inizio la fase, della durata di più giorni, di trasferimento di materiale all’ISS, e di rimozione di materiale non più utile e di rifiuto dalla Stazione al modulo, per essere quindi riportato a terra.
Il 30 Luglio, Krikalev ha oltrepassato i due anni di volo spaziale accumulati in sei missioni spaziali. La NASA ha esteso di un giorno la missione del Discovery sull’ISS, in modo tale da permettere un maggiore trasferimento di materiale di consumo all’ISS nell’eventualità che venga perduta la prossima finestra di lancio dello Shuttle, nel corso del prossimo mese di Settembre.
L’ente spaziale americano ha informato che dovevano essere trasferite all’ISS oltre 6 tonnellate di materiale vario, incluso anche il nuovo Control Moment Gyroscope (CMG), e che al contrario dovevano essere trasferite sul modulo circa 3,5 tonnellate di materiale da riportare a terra, che comprendevano ovviamente il CMG sostituito.
Fra gli articoli di ritorno sulla Terra vi era anche una liquids unit guasta proveniente dal famigerato generatore di ossigeno Elektron, circa una dozzina di dispositivi elettronici di rendezvous automatico Kurs che sono stati progressivamente smontati dalle Progress, e che verranno riutilizzati in futuro, e dei beni personali appartenenti agli equipaggi delle cinque precedenti Expeditions dell’ISS. La maggior parte del materiale da rispedire sulle Terra era stata stivata nel modulo Zarya, quindi la loro asportazione ha liberato altro spazio per dell’altro materiale.
Per il primo giorno di Agosto era stato trasferito tutto il materiale del modulo Raffaello alla Stazione Spaziale Internazionale. I materiali di consumo hanno incluso due contenitori collassabili da 10 galloni di acqua, che hanno aumentato il quantitativo di acqua disponibile. Inoltre, Collins si è occupata della raccolta dell’acqua prodotta dal sistema di produzione dell’energia del Discovery, da trasferire alla Stazione. Il report quotidiano della NASA ha riferito che il trasferimento dei materiali di consumo erano ammontati a: 788,8 litri di acqua imbottigliati in 18 CWCs, più 52,4 litri in 5 PWRs (Payload Water Reservoirs); 13,2 Kg di Azoto; e 31 cartucce di Litio Idrossido per l’assorbimento della CO2 mentre 32 cartucce usate sono state caricate sullo Shuttle.

Rack scientifici
Il più grosso articolo trasferito dagli astronauti all’ISS è stata un rack scientifico per delle ricerche sulla vita, chiamata “Human Research Facility-2”, che è stata installata in un loculo vuoto del Laboratorio Destiny.
Secondo quanto dichiarato dalla NASA, la HRF-2 fornisce un laboratorio orbitale che renderà possibile ai ricercatori nel campo delle scienze della vita di studiare e valutare i cambiamenti fisiologici, comportamentali e chimici indotti dal volo spaziale negli esseri umani.
La HRF-1 era stata lanciata l’8 Marzo 2001 mentre la nuova versione renderà possibili delle migliori ricerche biomediche sull’ISS (inclusa una centrifuga refrigerata, uno Space Linear Acceleration Mass Measurement Device, la Workstation 2, un aggiornamento della workstation della corrente HRF, un Gas Delivery System, un Photo-acoustic Analyzer Module /Pulmonary Function Module fornito dall’Agenzia Spaziale Europea.
Krikalev e Phillips hanno trasferito l’esperimento PCG-STES (Protein Crystal Growth-Single Locker Thermal Enclosure System) attivato nella modalità “survive”,dal Destiny ad un loculo del middeck dello Shuttle. Questo esperimento automatico (PCG-STES010) aveva accumulato 990 giorni di lavoro continuativo sull’ISS stabilendo un vero e proprio record per questo tipo esperimenti che fanno crescere dei delicati cristalli al proprio interno. Il record precedente, stabilito sulla Mir non aveva oltrepassato i 200 giorni.
Faranno ritorno sulla terra anche altri campioni prodotti da esperimenti scientifici a lungo termine, come i campioni biologici del Renal Stone Experiment, quelli Yeast-GAP Experiment, e dei campioni di schiuma dell’esperimento Viscous Liquid Foam-Bulk Metallic Glass, e pezzi di saldatura dell’esperimento In-Space Soldering Investigation. Sono inoltre stati spediti a terra anche dei nastri magnetici con i dati di un esperimento di flusso capillare, di un esperimento di miscibilità fra fluidi, e dell’esperimento Fluid Merging.
Infine faranno ritorno anche alcuni esperimenti studenteschi come il SEM “satchel”.

La Stazione a supporto delle EVAs
Durante la fase di volo congiunto con il Discovery, gli astronauti Steven Robinson e il giapponese Soichi Noguchi hanno svolto tre EVAs. L’attenzione dei media mondiali era focalizzata sui tests sull’equipaggiamento ideato per le eventuali operazioni orbitali di riparazione delle piastrelle del rivestimento termico, tests svoltisi con successo nella stiva del Discovery, nel corso della prima EVA di Robinson, che fra l’altro è riuscito, durante la terza EVA, a rimuovere due TPS o “tile gap fillers”, ovvero due di quelli spessori che vengono posti fra le varie piastrelle dell’Orbiter. Questi TPS sembrava sporgessero troppo dal profilo della “pancia” dello Shuttle, e ciò è stato ritenuto pericoloso per la fase del rientro. I due spazionauti, fra l’altro, hanno sostituito un giroscopio guasto dell’ISS, hanno montato una piattaforma logistica esterna ed hanno sostituito degli esperimenti posizionati all’esterno del Complesso.

EVA-1
La prima EVA, del 30 Luglio, è iniziata con circa un’ora di ritardo perché alcune operazioni, fra cui quella della vestizione, sono durate più del previsto. Una volta giunti all’esterno Robinson e Noguchi nella loro EVA durata alla fine sei ore e cinquanta minuti, hanno per prima cosa aperto il portello della camera di decompressione Quest dell’ISS, nel caso in cui non fossero più stati in grado di riaprire il portello della camera di decompressione dello Shuttle.
Durante lo svolgimento dell’EVA, la camera di decompressione dello Shuttle è stata ripressurizzata in modo tale da permettere all’equipaggio rimasto all’interno del Complesso di continuare a trasferire il materiale fra la Stazione e l’Orbiter, al fine di massimizzare il tempo a disposizione.
Krikalev e Phillips hanno supportato l’EVA con il braccio robotico della Stazione Space Station Remote Manipulator System (SSRMS) Canadarm2. La NASA ha detto che prima i due hanno fatto uscire il braccio robotico dal punto di aggrappaggio MBS PDGF-1 (Mobile Service System Power & Data Grapple Fixture 1) riportandolo al punto di aggrappaggio posto all’esterno del Laboratorio Destiny, detto Lab PDGF. Dopo aver rilasciato la presa del MBS, l’adesso libera parte terminale del braccio è stata manovrata in una posizione in cui i due spacewalkers hanno potuto legarsi al SSRMS LEE (Latching End Effector), a circa mezzo metro di distanza dalla soglia dell’Orbiter. Più tardi il braccio robotico è stato spostato in coda all’Orbiter.
Noguchi e Robinson hanno completato il proprio lavoro con i tests sui kits da riparazione TPS su una work station in fondo alla stiva del Discovery.
Diretti dal collega Andrew Thomas posto all’interno del Discovery, i due quindi hanno installato una base ed hanno steso dei cavi per il riscaldamento e l’alimentazione per la piattaforma di stoccaggio (la ESP2 o External Stowage Platform 2) nei pressi del portello dell’airlock Quest. Il pilota del Discovery Jim Kelly ed il mission specialist Wendy Lawrence hanno manovrato il Canadarm2, aiutando gli spacewalkers ad installare la piattaforma di stoccaggio.
La medesima piattaforma ESP2 ed il suo rifornimento di pezzi di ricambio dovevano essere spostati dalla postazione di stoccaggio all’interno della stiva dell’Orbiter al modulo Quest, nel corso della terza EVA. Di seguito Robinson ha ridisteso i cablaggi per l’alimentazione del CMG-2 (Control Moment Gyroscope-2) sul traliccio Z1.
La NASA ha riferito che nello scorso mese di Marzo, un guasto ad un interruttore aveva interrotto l’alimentazione elettrica del CMG-2, che comunque godeva di buona salute, e che da quel momento l’attitudine di volo della Stazione era mantenuta solamente da due CMGs su quattro.
A seguito della riconfigurazione dei cablaggi, il Controllo di Missione ha comunicato agli astronauti di avere osservato ancora lo scorrimento di energia nel CMG-2. Esso quindi, è stato fatto ruotare a alla velocità operativa di 6600 rpm per le ore seguenti, infine è stato reimmesso nella sequenza di controllo attitudinale con gli altri due CMGs operativi.
Nel frattempo Noguchi ha completato la rimozione e la sostituzione di un’antenna del Global Positioning System (AA2), sulla parte terminale del traliccio S0.
Robinson e Noguchi, sul finire della loro prima uscita, si sono portati avanti nel lavoro con delle attività previste per le EVAs successive. Essi hanno recuperato e riposto nella stiva dell’Orbiter due esperimenti denominati MISSE 1 e MISSE 2 (Materials International Space Station Experiment) che contenevano campioni di materiali montati su una piattaforma delle dimensioni di una valigetta chiamata Passive Experiment Containers (PECs), che era stata montata sull’esterno dell’airlock Quest ed era rimasta esposta allo spazio per quasi quattro anni. Noguchi ha anche fotografato una parte dell’isolamento sul lato Terra della cabina del Discovery.

EVA-2
La seconda incursione all’esterno è avvenuta l’1 Agosto ed è stata principalmente dedicata alla sostituzione del CMG-1 sul traliccio Z1.
L’EVA, durata complessivamente sette ore e quattordici minuti è iniziata con circa 27 minuti di ritardo, quando Robinson e Noguchi sono usciti ancora una volta dalla camera di decompressione dello Shuttle, tenendo sempre aperto il portello del modulo Quest come punto di rientro di backup.
Essi hanno rimosso il CMG-1 guasto dal traliccio Z1 e, cavalcando il Canadarm2 controllato ancora da Kelly e Lawrence, Noguchi ha trasportato l’unità in avaria lontano dal traliccio. Essa è stata temporaneamente posta nella stiva di carico del Discovery.
Il nuovo CMG è stato installato con successo sullo Z1, mentre il CMG-1 è stato fissato saldamente della stiva dello Shuttle.

Le procedure iniziali di attivazione e di avvio della rotazione del giroscopio hanno avuto successo, benché Noguchi avesse avuto qualche problema con la connessione di un cavo. Il raggiungimento della piena velocità operativa è avvenuto circa sette ore prima che il giroscopio venisse dichiarato idoneo all’entrata in servizio nel sistema di gestione dell’attitudine del veicolo. Questo fatto ha portato il numero dei CMGs attivi da 2 a 3. Il quarto CMG è stato aggiunto al terzetto dopo la partenza dello Shuttle.
In aggiunta alla sostituzione del CMG-1, i due hanno completato diverse attività previste per l’EVA seguente, portandosi avanti nel loro lavoro.

EVA-3
Il 3 Agosto la terza EVA di Robinson e Noguchi ha visto i due spacewlkers completare il montaggio del WSP-2 sul lato dell’airlock Quest, e come detto in precedenza, rimuovere alcuni spessori (gap fillers) sporgenti dal rivestimento termico dell’Orbiter, operazione svolta da Robinson.
L’ente spaziale americano ha confermato che prima dell’inizio dell’EVA, Krikalev aveva spostato l’apparecchio ARISS (Amateur Radio ISS) Sputnik-SM Kenwood D700 dalla modalità ripetitore settandolo nella modalità “packet”, per evitare possibili conflitti di frequenze con il payload MISSE 5 che Noguchi avrebbe dovuto installare in cima al traliccio P6.
Ancora una volta l’EVA è iniziata in ritardo, questa volta di 38 minuti. Durante la loro EVA durata sei ore e un minuto, Robinson e Noguchi hanno completato l’installazione della grossa piattaforma ESP-2 (External Stowage Platform 2) sul modulo Quest, dopo che essa era stata portata in posizione dal Canadarm2. I due spazionauti hanno anche supervisionato la sua attivazione elettrica, la rimozione ed il ritorno di una presa da parte del braccio robotico sull’hardware appena montato.
Quindi, mentre Robinson si occupava della rimozione dei gap filler (spessori) TPS dalla pancia dello Shuttle, Noguchi ha scalato la porzione di traliccio P6 lunga 20 metri, fino alla sua cima. Qui ha aperto il PEC contenente il materiale scientifico dell’esperimento MISSE 5.

Questa EVA è stata la 61esima dedicata alle operazioni di assemblaggio dell’ISS, e la 28esima originata dallo Shuttle (33 dall’ISS A/L e dal Pirs DC-1), dando ai 53 spacewalkers un tempo cumulativo di attività extraveicolare di 368 ore e 20 minuti.

Delle quattro tute spaziali da EVA americane (incluse le due usate da Robinson e Noguchi) due sono state lasciate sull’ISS e due, la n° 3006 e la n°3011, (ovvero quelle già presenti sulla Stazione Spaziale che erano state riparate dagli equipaggi precedenti) sono state caricate sullo Shuttle.

Il distacco
Il 5 Agosto, il modulo MPLM Raffaello è stato staccato dal modulo Unity ed è stato riposto nella stiva del Discovery da Lawrence e Kelly, tramite il Canadarm2. Questa stessa sera i due equipaggi hanno potuto godersi un’ultima cena assieme prima che l’equipaggio del Discovery iniziasse il suo viaggio verso la Terra.
Il Discovery si è staccato dalla Stazione Spaziale alle 07:24 GMT del 6 Agosto, ed è stato fatto volare attorno all’ISS per permettere al suo equipaggio di scattare delle fotografie dell’Avamposto Orbitale. Di seguito, il pilota Jim Kelly ha acceso i motori del Discovery per separare definitivamente i due veicoli.
Più tardi la NASA faceva notare che benché non fossero stati utilizzati i motori dello Shuttle per innalzare l’altitudine del Complesso, e poiché l’Orbiter stesso fosse “dietro” l’ISS, mentre i due veicoli stavano orbitando assieme, e non di fronte al Complesso come di solito, l’uso dei jets del Discovery per il mantenimento del controllo attitudinale ha innalzato l’altitudine della Stazione Spaziale di circa 1,22 Km. Questo incremento di altitudine di volo è stato notato per prima dagli osservatori amatoriali di satelliti, e questo argomento è stato inserito in un gruppo di discussione in Internet mentre la missione si stava ancora svolgendo.

Il Discovery ha eseguito un rientro da manuale atterrando poco prima dell’alba sulla pista del Dryden Flight Research Centre in California, il 9 Agosto, dopo che per ben due volte il maltempo presente al Kennedy Space Centre aveva costretto il Mission Control a rinviare l’atterraggio al giorno seguente.

Ancora da soli
Krikalev e Phillips sono di nuovo rimasti da soli sull’Avamposto Orbitale, con ancora due mesi di missione davanti a loro, prima di ricevere il cambio dei due dell’Expedition 12, William McArthur e Valeri Tokarev (accompagnati dal turista spaziale Greg Olsen che ritornerà a terra con Krikalev e Phillips).
L’ISS era comunque in buone condizioni dopo i rifornimenti portati dal Discovery per affrontare un altro lungo periodo di lavoro senza il supporto di un Orbiter, mentre i problemi con il programma dello Space Shuttle riguardavano ancora l’aumento della sicurezza del veicolo.