Attivazione dell’American Oxygen Generation System
Anderson ha supportato le operazioni comandate da terra sull’American Oxygen Generation System (OGS) rack. Dopo l’accensione, avvenuta al terzo tentativo, il sistema ha funzionato per cinque giorni prima dell’esaurimento della sua riserva di acqua. L’OGS era stato inizialmente testato nel Luglio del 2007.
Il generatore russo di ossigeno Elektron era stato disattivato per tutta la durata dei tests sullOGS, ed era stato riportato on-line il 5 Ottobre.
I due cosmonauti stavano trascorrendo la maggior parte delle loro giornate impacchettando il materiale per il loro rientro sulla Terra sulla Soyuz TMA-10 assieme al cosmonauta malese Sheik Muszaphar Shukor Al Masrie.
Il 4 Ottobre, il cinquantesimo anniversario del lancio dello Sputnik, Yurchikhin e Kotov (che avevano registrato dei saluti commemorativi per l’occasione) erano impegnati con un test medico russo sulla loro funzionalità respiratoria, e con la preparazione del materiale da riportare sulla Terra.
Le riparazioni del TVIS
Durante il periodo di esercizio di Kotov del 6 Ottobre, il tappeto rotante TVIS del Modulo Zvezda si è grippato, e dopo una breve ripartenza si è nuovamente e definitivamente grippato. Il giorno seguente, Domenica, l’equipaggio assistito dagli specialisti di terra, ha sostituito tre cuscinetti su di un lato del dispositivo.
I tests di tenuta del serbatoio dell’acqua sporca della Progress M-61 hanno evidenziato che esso non era adatto a raccogliere i liquami della toilet, e pertanto l’equipaggio avrebbe stoccato tali liquami in un serbatoio della Stazione.
Il 10 Ottobre, l’equipaggio dell’Expedition 16 composto dal Comandante Peggy Whitson, da Yuri Malenchenko e dal malese Sheik Muszaphar Shukor Al Masrie, è stato lanciato dal cosmodromo di Baikonur dando inizio ad un febbrile periodo di rotazione di equipaggi e di lavoro di assemblaggio sull’ISS.
Alle 13:22:39 GMT la Soyuz TMA-11 è stata lanciata nello spaziodal Pad 1 del cosmodromo russo con il classico razzo Soyuz FG.
Secondo il blog tenuto da Shukor sul sito della Malaysian Space Agency, Malenchenko ha dato a lui l’onore di ripetere la famosa chiamata di Yuri Gagarin “Poyekhali” per dare inizio alla loro missione. Shukor ha anche dichiarato “Malaysiaku Gemilang” per annunciare l’ingresso della Malaysia nel “club” degli “spaziali”.
Sia Whitson che Malenchenko erano dei veterani dell’ISS avendo precedentemente partecipato rispettivamente alle Expedition 5 e 7. Inoltre Malenchenko aveva anche partecipato ad una missione a lungo durata sulla Mir.
Peggy sarà la prima donna a comandare un equipaggio dell’ISS, e durante la conferenza stampa pre-volo, le è stato donato un frustino da cavallerizza, e l’astronauta americana ha accettato il dono sorridendo e dicendo: “Nel caso dovesse servire…”.
Il lavoro scientifico sull’ISS
A bordo dell’ISS, il Comandante Fyodor Yurchikhin e l’ingegnere del volo Oleg Kotov hanno iniziato i preparativi per il loro rientro sulla Terra, intraprendendo le sessioni di un protocollo medico russo di valutazione cardiovascolare utilizzando i pantaloni Chibis a pressione negativa, e l’ergometro russo.
Yurchikhin ha completato la sua prima sessione di registrazioni elettrocardiografiche della durata di 24 ore.
Anderson ha completato la sua quarta sessione dell’esperimento American Nutrition, raccogliendo le proprie urine da congelare nel freezer MELFI. Egli ha anche svolto dei tests audiometrici.
Kotov ed Anderson hanno raccolto dei campioni di aria nei vari ambienti del Complesso Spaziale da inviare a Terra per le opportune analisi.
L’11 Ottobre, Anderson ha completato un’importante manutenzione nell’airlock Quest sostituendo una Audio Terminal Unit guasta nella Rack avionica F1. L’ingegnere del volo americano ha fatto ruotare la rack dal suo alloggiamento contro la parete della cabina dopo aver spostato le tute americane da EVA, ed i supporti associati.
Ad ogni modo, nel corso del periodo di passaggio di consegne fra le Expedition 15 e 16, è stato riferito che l’unità era “congelata”, e dopo diversi tentativi, essa aveva si ripreso a funzionare, ma solo ad intermittenza. Gli ingegneri di Houston si sono messi al lavoro sul problema.
Nel corso della giornata, la Soyuz TMA-11 ha svolto un’ulteriore accensione dei propri propulsori per meglio rifinire il suo approccio all’ISS.
Il Docking con l’ISS
La Soyuz TMA-11 si è agganciata dolcemente, sotto controllo automatico, al punto di attracco di nadir del Modulo Zarya alle 14:50:05 GMT, con due minuti di anticipo sul programma.
Uno dei primi lavori dell’equipaggio della Soyuz appena arrivato, è stato il trasferimento dei nuovi esperimenti nei vari freezers ed incubatori russi ed europei di bordo.
L’equipaggio dell’Expedition 16 dovrà ricevere tre missioni dello Space Shuttle con due nuovi compartimenti pressurizzati, due Progress cargo, ed anche il volo inaugurale del cargo automatico europeo ATV.
Continuerà il programma scientifico americano, mentre dal canto loro, i russi hanno in programma di condurre 216 sessioni di 48 esperimenti.
Il periodo programmato per il passaggio delle consegne, dovrebbe essere più agevole per Whitson e malenchenko, visto che entrambi sono veterani della Stazione Spaziale Internazionale essendo già stati membri di un’Expedition. Il flight plan è stato pensato appunto tenendo presente questo fattore.
La missione malese
Il primo astronauta malese, Sheik Muszaphar Shukor Al Masrie, stava volando per mezzo di un accordo intergovernativo russo-malese siglato il 29 Settembre 2005.
Shukor, un ortopedico di 35 anni impiegato presso l’University Kebangsaan Malaysian Hospital di Kuala Lumpur, è divenuto così il primo “Angkasawan” malese a volare sotto gli auspici della Malaysian National Space Agency o “Agensi Angkasa Negara”. La sua riserva, Faiz Bin Khaleed, è un medico militare delle Royal Malaysia Air Forces.
Shukor ha svolto cinque esperimenti per il programma scientifico malese, ed altri tre per conto dell’Agenzia Spaziale Europea. Durante la sua missione egli ha osservato le disposizioni religiose del mese santo musulmano.
Il cosmonauta malese ha trascorso diverso tempo scattando diverse foto ad alta definizione, e girando diversi video sulla vita di tutti i giorni sull’ISS, e testando un sistema di fissaggio personale russo.
Il 15 Ottobre Shukor ha trascorso circa due ore con Yurchikhin ed altri compagni di viaggio svolgendo delle attività commemorative, siglando e timbrando diverse dozzine di buste filateliche per l’agenzia Roskosmos ed effettuando ulteriori riprese di diversi altri articoli commemorativi.
Ritorno sulla Terra
Yurchikhin, Kotov e Shukor hanno iniziato il loro ritorno sulla Terra con l’undocking della capsula Soyuz TMA-10 dal boccaporto di coda dello Zvezda alle 07:14 GMT del 21 Ottobre 2007.
Il Comandante della Soyuz Kotov ha azionato i propulsori della capsula per dare inizio alla separazione, subito dopo il distacco.
Comunque, durante la discesa, il centro di controllo TsUP di Korolev nei pressi di Mosca, ha riferito che il computer di bordo della Soyuz aveva spostato la modalità di rientro in “balistica”, portando il veicolo ad un atterraggio “corto”, rispetto alla zona di atterraggio nominale.
Il difetto occorso al computer di bordo della capsula sembra essere simile a quello verificatosi durante il rientro della Soyuz TMA-1 con a bordo l’equipaggio dell’Expedition 6 composto da Ken Bowersox, Nikolai Budarin e Donald Pettit (4 Maggio 2003). Invece di volare secondo la traiettoria prevista per ridurre i g negativi ed il surriscaldamento, il rientro balistico si è tradotto in una traiettoria molto più ripida , in un aumento della decelerazione di 2 g (da 5 g nominali a 7 g del rientro balistico) ed in un “anticipo” della zona di atterraggio di circa 340 Km. L’equipaggio non è mai stato in pericolo, ed il personale addetto al recupero non ha impiegato del tempo in più per raggiungere la capsula.
Shukor ha scritto sul suo blog di aver pensato di avere avuto un elefante seduto sul proprio torace, durante la il picco di decelerazione della fase di rientro balistico.
La capsula è atterrata alle 10:36 a circa 10 Km dall’insediamento di Tolybai in Kazakhstan.
Shukor ha descritto il touch-down come un “grosso impatto. Ho potuto intravedere l’erba in fiamme attorno alla capsula, mentre del fumo aveva iniziato ad entrare attraverso il sistema di ventilazione, che è stato prontamente spento dal Comandante.
Fortunatamente indossavamo la nostra tuta spaziale ed il nostro casco era chiuso, così non abbiamo avuto problemi a respirare. La Soyuz è atterrata su di un lato, e mi sono ritrovato appeso sulla parete. Guardando in basso io potevo vedere i miei compagni di viaggio. Abbiamo atteso 20 minuti prima che i soccorritori aprissero il portello.”
E’ stato riferito che dopo l’estrazione dalla capsula, i membri dell’equipaggio sono stati giudicati essere in buone condizioni, ed in poco tempo sono stati in grado di effettuare una chiamata satellitare al TsUP.
La missione di Yurchikhin e Kotov è durata 196 giorni, 17 ore e cinque minuti, mentre Shukor ha volato per 10 giorni, 21 ore e 14 minuti.
Problemi al SARJ
Il 22 Ottobre, la NASA ha riferito che gli ingegneri di Houston stavano testando la performance del Solar Array Rotary Joint (SARJ) di starboard “per comprendere la causa delle vibrazioni osservate su quella struttura della Stazione quando il SARJ ruota, oltre a delle letture non nominali di alcuni suoi parametri. Dopo il test, il STBD SARJ è rimasto “congelato” ad un’angolazione di 240 gradi, fino all’arrivo dell’STS-120.
Gli ingegneri russi, stavano inoltre studiando il guasto del circuito di riscaldamento di riserva (KOB-2) e del sistema di rifornimento dell’acqua SRVK-2 del Modulo Zvezda. Il sistema primario SRVK-1 stava funzionando normalmente.
Discovery in orbita
Alle 15:38:19 del 23 Ottobre lo Space Shuttle Orbiter Discovery è stato lanciato dal Launch Pad 39A del Kennedy Space Center dando inizio alla missione STS-120 (ISS Assembly Mission 10A).
La missione è stata definita dagli addetti ai lavori come la più complessa del Programma ISS, prevedendo l’importante addizione di un nuovo modulo ed il riposizionamento di un traliccio con i pannelli solari. La missione prevede inoltre un duro ed esteso lavoro con il braccio robotico dell’ISS Canadarm2 e con quello del Discovery Canadarm, oltre che con la trave trasportata dall’Orbiter.
A bordo del Discovery c’era un equipaggio composto da 7 persone guidato dalla seconda comandante di uno Space Shuttle Pamela Melroy.Il pilota era George Zamka, ed i mission specialists erano Scott Parazynski, Doug Wheelock, Stephanie Wilson, Daniel Tani e Paolo Nespoli (l’astronauta italiano a bordo per conto dell’ESA).
L’Orbiter trasportava il Nodo-2 costruito in Italia e battezzato da un concorso studentesco “Harmony”, che verrà agganciato al boccaporto anteriore del Destinye servirà come nodo di collegamento fra il modulo europeo Columbus ed i laboratori Giapponesi.
Dan Tani sostituirà inoltre Clayton Anderson come membro dell’equipaggio dell’Expedition 16.
Inoltre a bordo, vi era una Lightsaber utilizzata da Luke Skywalker nella saga cinematografica Star Wars. La spada laser era stata fatta volare per celebrare il trentesimo anniversario del film Star Wars.
Nespoli, i quarto italiano a volare su uno Space Shuttle, stava volando nell’ambito della missione europea denominata Esperia (dal nome che gli antichi greci avevano dato all’Italia). L’astronauta italiano aveva il ruolo delicato ed importante di fare l’intravehicular activity astronaut per tre delle cinque EVAs pianificate per tutta la durata della missione. Egli parteciperà inoltre a degli esperimenti sia dell’ESA che dell’ASI sulla fisiologia umana e sulla biologia, oltre che a degli eventi educativi.
Un lavoro da idraulico
A bordo dell’ISS, nel frattempo, Whitson ed Anderson hanno lavorato sul tappeto rotante TVIS, mentre Malenchenko ha svolto della manutenzione sulla toilet dello Zvezda ed ha trasferito le urine dalle sacche di recupero dell’acqua potabile nelle cisterne della Progress M-61.
Il 24 Ottobre, mentre il Discovery si stava avvicinando alla Stazione, l’equipaggio ha svolto degli esperimenti medici standard russi ed ha continuato a preparare i vari sistemi del Complesso per l’arrivo dell’Orbiter.
Malenchenko è stato impegnato in un lungo, critico e complesso lavoro “da idraulico” restaurando entrambi i Thermal Control Loops (TCS) KOB-1 e KOB-2 del modulo Zvezda, e riportandoli alla parziale funzionalità. Il cosmonauta ha scambiato uno degli assemblaggi di una pompa dal KOB-2 installandolo nel KOB-1. La NASA ha poi dichiarato che il modulo Zvezda ora aveva almeno una pompa operativa per ogni circuito TCS. Più avanti, entrambi gli assemblaggi delle pompe del pannello 4SPN2 del sistema KOB-2 verranno sostituiti con le due pompe di ricambio già a bordo dell’ISS.
Nel corso delle operazioni, il generatore di ossigeno Elektron ed il soppressore di CO2 Vozdukh sono stati spenti, mentre del’ossigeno veniva pompato nella Stazione dalla Progress -61. Più tardi le due unità sono state riattivate.
Il docking
Melroy ed il suo equipaggio hanno guidato il Discovery al docking con l’unità di aggancio PMA-2 dell’ISS alle 12:40 GMT del 25 Ottobre. Prima dell’approccio finale, Melroy ha manovrato il Discovery nella manovra standard a 360 gradi, al di sotto dell’ISS (la cossidetta manovra R-bar Pitch Manouvre RPM), in modo tale da permettere all’equipaggio dell’ISS di poter scattare delle immagini digitali dell’Orbiter da inviare agli ingegneri a terra per la valutazione delle condizioni del sistema di protezione termica del Discovery.
Più tardi la NASA farà sapere che non erano più necessarie ulteriori ispezioni delle piastrelle del Discovery , autorizzandolo così al rientro.
I ganci ed i chiavistelli dell’unità di docking sono stati serrati alle 12:53 e il complesso ISS/Discovery è stato riorientato poco dopo di 180 gradi per minimizzare il rischio di impatti con le micrometeoriti o con i detriti orbitali.
I portelli sono stati aperti alle 14:40 GMT e l’equipaggio dello Shuttle è stato accolto dagli uomini dell’ISS e subito dopo si è svolto il consueto debriefing sulla sicurezza.
Più tardi, il grosso orbiter Boom Sensor System (OBSS), trasportato dal Discovery per l’ispezione del sistema di protezione termico della navetta, è stato spostato dalla payload bay dell’Orbiter tramite il Canadarm2 dell’ISS il quale lo ha passato di mano al braccio robotico dello Shuttle.
Per la seconda volta è stato attivato il Station-to-Shuttle Power transfer System, per permettere all’ISS di trasferire energia elettrica all’Orbiter consentendogli di restare agganciato più a lungo.
EVA-1
Durante il 26 Ottobre, il Nodo 2 Harmony è stato installato con successo al punto di attracco dell’Unity Node 2, e Parazynski e Wheelock hanno compiuto la prima EVA in programma.
I due americani hanno iniziato la loro EVA, durata 6 ore e 14 minuti prima sollevamento dell’Harmony dalla stiva dello Shuttle. Il loro primo lavoro è stato il ritiro e l’immagazzinamento nella stiva del Discovery di un S-band Antenna Structural Assembly (SASA) dal traliccio Z1.
Wheelock ha “cavalcaro” il Canadarm2 dal traliccio alla stiva sostenendo l’assemblaggio dell’antenna.
I due hanno quindi preparato l’Harmony per la rimozione dalla stiva della navetta, svitando quattro bulloni speciali, e rilasciando un Power and Data Grapple Fixture (PDGF) dalla stiva e collocandolo provvisoriamente sul nodo prima di rimuovere le coperture anticontaminazione e i cappucci dei connettori del modulo stesso. Essi hanno anche sconnesso dei cavi di alimentazione ed hanno chiuso la copertura termica di un finestrino che era stata notata aperta durante la manovra di RPM prima del docking.
Wilson e Tani quindi hanno usato il Canadarm2 per sollevare l’Harmony dalla stiva e per unirlo con successo al modulo Unity, con circa un’ora di anticipo sul programma. Dopo l’unione dei due moduli, Malenchenko ha rimosso la telecamera centrale che è servita a guidare gli operatori del braccio robotico.
Parazynsky e Wheelock quindi si sono spostati verso il segmento P6, in cima al traliccio Z1. L’enorme struttura, completa con il suo pannello solare ripiegato, verrà spostata alla fine del traliccio sul lato verso la Terra, nel corso dei giorni seguenti. Per preparare l’operazione, i due hanno sconnesso i condotti dei fluidi rimuovendo gli Spool Positioning Devices, chiudendo delle valvole, sconnettendo dei quick disconnect fittings (QD) e ricollegandoli a dei punti ciechi.
I due spacewalkers infine, hanno dispiegato delle schermature termiche sul radiatore di coda del traliccio P6, ritirato e ripiegato, e sul resto dei dispositivi associati ai pannelli solari.
Mentre gli astronauti americani, coadiuvati dall’astronauta italiano dell’ESA Paolo Nespoli, si concentravano sulla rilocazione di Harmony e sulla EVA, Malenchenko ha supervisionato il trasferimento dell’azoto dal Discovery ai serbatoi ad alta pressione dell’airlock Quest, ha controllato i sensori dei flussi di aria fra i moduli del Complesso, ha controllato ed asciugato le tute Sokol ed ha sostituito un collettore nella toilet dello Zvezda. E’ stata inoltre prelevata dell’acqua dal sistema americano CCAA, da utilizzare nel generatore di ossigeno russo Elektron.
Anderson più tardi ha trascorso del tempo mostrando a Tani alcuni dei sensori atmosferici russi e i sistemi medicali per l’equipaggio, nell’ambito delle procedure per il passaggio delle consegne per il nuovo Ingegnere del Volo e Ufficiale Scientifico della NASA.
Nell’Harmony
Il 27 Ottobre è stato aperto il portello dell’Harmony e Whitson e Nespoli sono stati i primi a farvi il loro ingresso alle ore 12:24 GMT indossando occhiali protettivi e mascherine per il viso. Essi hanno letto una breve dichiarazione ringraziando le sei scuole con i loro studenti che avevano suggerito il nome per il modulo appena aggiunto all’ISS, prima di dare inizio ai lavori di allestimento del modulo in vista del sui prossimo utilizzo.
E’ stata campionata l’aria all’interno del modulo, e prima che si potesse tenere una conferenza stampa dal suo interno, la sua atmosfera si sarebbe dovuta rinnovare per ben cinque volte.
Nel frattempo, Malenchenko ha svolto delle osservazioni della superficie terrestre, ha raccolto le letture dei detectors per le radiazioni, ed ha svolto degli esperimenti medici russi.
EVA-2
La seconda EVA di questa missione congiunta, si è svolta il 28 di Ottobre ed è stata modificata rispetto ai suoi piani originali, per permettere un’ispezione del SARJ esterno per comprendere e tentare di isolare le cause delle vibrazioni ultimamente riscontrate nell’enorme giunto.
L’EVA-2 è stata svolta da Paazynsky e Tani ed è durata sei ore e 33 minuti. In questa EVA i due hanno sconnesso i condotti ombelicali Quick Disconnect esistenti fra lo Z1 ed il P6 ed hanno staccato il traliccio P6 in attesa che venisse afferrato dal Canadarm2.
Più tardi, il traliccio P6 è stato staccato dal Z1 e “parcheggiato” per la notte sempre tramite il braccio robotico della Stazione operato da Wilson e Wheelock.
Parazynski si è spostato verso il modulo Harmony per iniziare a preparare l’esterno del modulo con i vari corrimano ed altro equipaggiamento, mentre Tani si è spostato verso il traliccio esterno verso il SARJ.
Una volta in posizione, Tani ha rimosso la copertura termica numero 12 e ha riferito di vedere come della limatura metallica magnetizzata ed anche delle piccole scaglie attaccate all’anello principale del giunto, ai bracci ed in altre zone. Tani ha detto che l’anello principale sembrava “corroso”.
La NASA ha detto che l’anello principale sembrava come fosse stato danneggiato “tramite lo sfregamento di parti metalliche su parti metalliche”. Tani è stato in grado di prendere un campione delle scaglie dopo aver fatto ritorno all’airlock Quest per prendere del nastro adesivo. Purtroppo non è riuscito a scattare delle fotografie digitali della zona per via dei problemi con le due fotocamere che gli uomini avevano portato con loro all’esterno. Quindi gli ingegneri sulla Terra hanno utilizzato la videocamera dell’elmetto di Tani per vedere delle immagini da vicino.
L’ente spaziale americano ha affermato di ritenere possibile il “parckeggio” del SARJ esterno, evitandogli così il movimento continuo di traccia del Sole, per evitare ulteriore erosione delle sue superfici danneggiate. Il SARJ verrà bloccato in modo tale da proteggere i pannelli solari durante gli eventi dinamici (accensioni dei motori).
Sul traliccio S1, gli spacewalkers hanno configurato i massicci pannelli dei radiatori per la riapertura degli ultimi due pannelli che sarebbe avvenuta il giorno seguente.
Il carrello degli attrezzi denominato Crew and Equipment Translation Aid del traliccio S1 è stato ispezionato per via di due sospetti impatti di detriti orbitali o di micrometeoriti.
Sull’Harmony, è stato “strutturalmente installato” il PDGF benché, per motivi di tempo, le connessioni dati ed elettriche del punto di aggrappaggio verranno installate di seguito. Il fissaggio di uno dei corrimano è stato rinviato per delle difficoltà insorte nell’avvitamento di alcuni bulloni.
Infine, anche la pianificata sostituzione di un Remote Power Controller Module (RPCM) del traliccio è stato rinviato a data da destinarsi.
Dopo l’EVA sono state scattate alcune fotografie ai guanti delle tute dei due spacewalkers. La NASA ha detto che nelle omologhe fotografie riprese dopo la prima EVA di Wheelock, si è evidenziato un eccessivo consumo del materiale Room Temperature Vulcanizing Material del guanto destro.
L’agenzia ha detto che, per la prossima EVA, Wheelock dovrà sostituire uno, o anche tutti e due i guanti della sua tuta, con quelli di backup.
Il controllo dei guanti durante le EVAs, è divenuta ora un’attività standard, dopo ogni escursione, dopo i danni riscontrati da Robert Curbeam sui suoi guanti dopo la missione STS-116.
Delle coperture extra per i guanti sono anche disponibili per gli spacewalkers per proteggere ulteriormente il tessuto.
Il dispiegamento dei radiatori
All’inizio del 29 Ottobre, i controllori di Houston hanno comandato il dispiegamento degli ultimi due pannelli dei radiatori S1. Benchè fosse tempo di riposo per gli equipaggi, gli astronauti non hanno voluto perdersi questo spettacolo.
Nel corso della giornata, il traliccio P6, che era rimasto attaccato al Canadarm2 a seguito delle attività del giorno precedente, è stato passato al braccio manipolatore del Discovery. Il braccio dell’ISS, posizionato sul carrello Mobile Transporter che scorre sui binari del traliccio principale della Stazione, è stato quindi spostato nella zona in cui il braccio del Discovery ha potuto ritornare il P6 al Canadarm2 dell’ISS.
Questo complesso lavoro robotica è stato eseguito da Zamka, Wilson, Anderson e Tani.
All’interno dell’Harmony, Whitson e Tani hanno lavorato per preparare le quattro racks avioniche del modulo, per il loro funzionamento che durerà fino alla fine della vita utile dell’ISS. Il giorno seguente, ha visto la rimozione dei bulloni di fissaggio impiegati durante la fase di lancio da alcuni pannelli, e la configurazione di una delle due Re-supply Stowage Racks.
Malenchenko ha lavorato con il sistema informatico russo ed ha svolto delle manutenzioni sugli analizzatori russi dei gas, come parte delle sue attività quotidiane nel Segmento Russo. Altri lavori hanno incluso la pulizia dei fans e delle griglie del modulo Zarya.
Il 30 Ottobre la NASA ha annunciato che la missione STS-120 verrà estesa di un giorno, per permettere l’inserimento di un giorno di riposo fra l’EVA-4 e l’EVA-5, per via della ripianificazione delle attività di queste due escursioni. L’EVA-4 originariamente pianificata per 4 ore e 45 minuti, ora sarebbe durata 6.5 ore, e sarebbe stata interamente dedicata all’ispezione del SARJ esterno. Questa EVA avrebbe originariamente dovuto servire a dimostrare la funzionalità del Tile Repair Ablator Dispenser nella stiva dell’Orbiter. Il sistema progettato per la riparazione in orbita TPS dello Shuttle verrà quindi testato in un’altra missione.
L’EVA-5, che vedrà Whitson e Malenchenko svolgere ulteriori lavori all’esterno del modulo Harmony, per ora rimane in programma così.
EVA-3
La terza EVA della missione congiunta, svoltasi il 30 Ottobre, ha visto il traliccio P6 venire permanentemente attaccato alla parte terminale del segmento P5.
Dopo lo svolgimento delle varie manovre da parte del Canadarm2, per unire i due tralicci, Parazynski e Wheelock hanno connesso tutti gli ombelicali senza alcun problema.
I due spazionauti hanno anche rimosso le coperture termiche dalle derivazioni montate durante l’EVA-1, ed hanno rilasciato le cinghie del radiatore esterno del traliccio P6.
Spostandosi lungo il SARJ interno, che per il momento non stava dando segni di alcuna vibrazione, i due uomini hanno ispezionato il giunto escludendo la presenza di scaglie di metallo visibili.
Con il braccio dello Shuttle è stata presa dalla payload bay del Discovery una Main Bus Switching Unit di scorta ed è stata collocata su una piattaforma esterna di stoccaggio.
Le Squib Firing Units del tralicci P1 e S1 sono quindi state riconfigurate a seguito del loro utilizzo il giorno precedente nel dispiegamento del radiatore.
L’EVA è durata sette ore ed otto minuti.
Lo strappo nel pannello fa cambiare la missione
Mentre gli uomini stavano terminando la loro EVA, è stato comandato il dispiegamento dei pannelli del traliccio P6 (2B). Per la gioia di tutti, la dolce estensione dei massicci pannelli solari è stata veloce e nominale.
Comunque, il dispiegamento del secondo set di pannelli, il 4B (due pannelli fotovoltaici, ognuno composto da 31 segmenti o “baie” individuali) è stato improvvisamente abortito quando una delle baie ha evidenziato un importante strappo in un angolo.
Il 31 Ottobre il mission management ha ufficialmente rinviato la EVA-4 di un giorno, per studiare la possibilità di riparare il pannello solare. Infine, il team ha ulteriormente rinviato di un altro giorno l’EVA per orgnizzare meglio i preparativi e le procedure.
La NASA ha detto che la priorità, per il bilancio definitivo dell’STS-120, sarebbe stata la riparazione del pannello solare. Le EVAs dedicate al problema del SARJ sono state rinviate ad altre missioni dello Shuttle, mentre la quinta escursione pianificata si sarebbe tenuta dopo la partenza del Discovery (diventando quello che la NASA definisce una “Stage EVA”).
Nel frattempo sono stati formati quattro teams speciali (Damage/root cause, EVA Assesment, Solar Array constraints, Stage ops assessment) per studiare il problema del pannello solare.
L’ente spaziale americano ha dichiarato che anche con questa lacerazione, il massiccio pannello solare dovrebbe rimanere stabile, nell’immediato. Comunque il pannello, a medio termine, non sarebbe più stato in grado di sostenere i carichi dei vari movimenti.
“Attualmente è esteso per una lunghezza di 15 piedi, e ciò dovrebbe servire a distribuire carichi fino a 70 libbre. La perdita di circa tre piedi di estensione porterà ad una concentrazione dei carichi. “ Ha dichiarato la NASA. Ciò ha aumentato la preoccupazione sul fatto che, nel tempo, il pannello potrebbe ulteriormente lacerarsi, rendendo necessario il suo distacco, e privando così la Stazione di 20 Kw di potenza.
L’apporto energetico è necessario per assicurare il pieno funzionamento dei laboratori Columbus e Kibo, e la NASA ha dichiarato che la riparazione del pannello è “la priorità numero uno per il proseguo della missione”. Il SARJ esterno, intanto, sarebbe stato bloccato in posizione fissa, limitando così la traccia del Sole.
Fonte: Spaceflight Magazine/British Interplanetary Society