[2009-03] Marzo 2009 I.S.S. Mission Log

[i]L’equipaggio ha proseguito con il proprio importante programma scientifico che ha riguardato diverse discipline.
E’ stato completato l’esperimento InSPACE-2 e sono state svolte diverse sessioni dell’esperimento SPICE (Smoke Point In Co-flow Experiment). Entrambi questi esperimenti sono stati svolti nella Microgravity Science Glovebox (MSG) situata nel laboratorio Columbus.
L’indagine SPICE determina il punto a cui dei getti di gas (simili a quelli degli accendi fiamma a butano) iniziano ad emettere il fumo nero in microgravità.

Nel Segmento Russo, Yuri Lonchakov ha svolto il monitoraggio quotidiano di un esperimento per la crescita di piantine, e, aiutato dai due colleghi americani, ha eseguito la routine regolare di esami medici per il protocollo medico russo, che è attivo fin dall’inizio delle operazioni con equipaggio permanente sull’ISS, ovvero dal Novembre 2000.
E’ proseguito un esperimento studentesco che utilizzava un contenitore con due ragni e una larva di farfalla, benché i ragni si fossero mossi al di fuori del campo visivo della telecamera di controllo, rendendo quindi incognita la loro attuale condizione.
Nel corso del proprio programma di osservazioni della Terra, l’equipaggio dell’Expedition 18 , per la metà di Febbraio aveva raccolto oltre 18000 immagini digitali di bersagli posti sulla superficie terrestre. Yuri Lonchakov, inoltre, ha svolto delle sessioni di osservazioni terrestri nell’ambito dei programmi russi Uragan e Ekon.
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L’EVA del 10 marzo
L’EVA 21A, originata dal Segmanto Russo, è stata condotta da Fincke e Lonchakov dall’airlock Pirs , indossando le tute Orlan n° 26 e 27.
Nelle settimane precedenti, i due avevano preparato le proprie tute ed avevano preso parte a delle valutazioni sulla propria condizione fisica, ed inoltre, l’8 Marzo, con l’aiuto di Magnus, avevano fatto anche una prova generale di uscita dall’airlock.

Nel corso dei preparativi, durante lo svolgimento, e appena dopo l’EVA, la capsula cargo Progress M-66, agganciata al Pirs, è stata sigillata. I due spacewalkers sono quindi usciti con solerzia nello spazio, rimanendo costantemente in anticipo sulla timeline e chiudendo alla fine il portello del Pirs alle 21:11 GMT, dopo 4 ore e 49 minuti.
Il primo compito ha visto Lonchakov montare la struttura dell’esperimento europeo EXPOSE-R sulla Portable Multipurpose WorkStation (URM-D) sulla sezione a diametro maggiore del modulo Zvezda. Dopo la riparazione di alcuni connettori elettrici, effettuata da Lonchakov all’interno dell’ISS, EXPOSE-R è stato attivato dal TsUP iniziando subito a trasmettere la propria telemetria. Nel corso della riparazione il cosmonauta ha sostituito diversi bulloni ed ha sostituito l’unità telemetrica. EXPOSE-R contiene diversi campioni biologici, come piante e semi, batteri e spore di funghi. Questi campioni vengono studiati per determinare gli effetti dell’esposizione alle radiazioni. Infine Yuri ha fotografato tutti gli elementi dell’esperimento.
Di seguito Lonchakov ha lavorato nella zona del bersaglio di docking e delle antenne AR-VKA e 2AR-VKA del modulo Pirs, per fare in modo che non vadano in contatto con le capsule Soyuz e Progress durante la fase di aggancio al modulo.

Gli altri lavori hanno riguardato la chiusura di un lembo del rivestimento Multi-Layer Insulation sul pannello PF-10 dello Zvezda, il riposizionamento di una cassetta russa SKK (N°9) verso la sua posizione nominale sul modulo Zvezda, l’ispezione e la ricognizione fotografica dell’antenna ASF1-M-VKA della Progress M-66 e l’esecuzione dell’ispezione “Panorama 2009” fotografando le condizioni di 28 aree della superficie esterna del Segmento Russo e dei suoi propulsori, per documentarne lo stato dopo dieci anni di volo orbitale.

Questa EVA è stata l’ultima in carriera per le due tute Orlan-M impiegate per questa uscita; esse verranno lanciate nello spazio nell’ambito di due esperimenti radioamatoriali (RadioSkaf), nell’autunno del 2009 e nel 2010, come successo in precedenza.
Le prossime EVAs pianificate dal segmento russo vedranno l’impiego delle nuove tute Orlan-MK (N°5 e 6) che sono giunte in orbita con le Progress M-65 e M-66.

Safe haven
Il 12 Marzo, alle 16:35 GMT, l’equipaggio ha dovuto rifugiarsi nella Soyuz TMA-13 dopo che un detrito spaziale proveniente da un upper stage PAM lanciato con un vettore Delta nel 1993, è stato predetto transitare nei pressi dell’ISS per le ore 16:39:41 GMT.
Il tracking dell’oggetto (una piccola sfera con attaccato un cavo lungo circa 1 m) ha evidenziato il fatto che era possibile che esso si avvicinasse troppo alla Stazione Spaziale, e che comunque non ci sarebbe stato il tempo per pianificare una manovra di fuga Debris Avoidance Manoeuvre (DAM). Pertanto, le procedure hanno previsto l’evacuazione dei tre astronauti che si sono quindi rifugiati nella Soyuz dopo aver chiuso i portelli del Segmento Americano dell’ISS. Qui hanno atteso il passaggio del detrito.
Alla fine, il detrito è passato nei pressi della Stazione senza fare danni, e l’equipaggio, che aveva lasciato aperti i portelli della Soyuz durante l’attesa nel caso in cui fosse stata la stessa Soyuz ad essere colpita, ha potuto fare ritorno nel complesso orbitale alle 16:45 GMT ritornando all’operatività nominale. Attualmente non si ha conferma di quanto vicino all’ISS sia passato il detrito.

Il lancio dell’STS-119

Il Discovery è stato lanciato poco dopo il locale tramonto, alle 23:43:44 GMT del 15 Marzo. L’ascesa verso l’orbita è stata nominale è l’analisi seguente delle immagini del decollo ha evidenziato che lo scudo termico dello Shuttle aveva subito dei minimi danni.
Il Discovery trasportava lo Starboard 6 (S6) Truss Segment con le Solar Array Wings (SAW), ovvero la parte di traliccio con l’ultimo set di enormi pannelli solari. Con l’apporto energetico dei pannelli SAW ed il radiatore per la dissipazione del calore generato dagli apparati elettrici, l’S6 era l’ultimo componente del traliccio principale dell’ISS (Integrated Truss Structure) formato da 11 segmenti. Il quarto set di pannelli solari della Stazione Spaziale verrà attaccato al sesto segmento del traliccio principale, unito all’ISS in precedenza. L’intera spina dorsale della Stazione Spaziale Internazionale, che supporta non solo i pannelli ma anche i radiatori ed altri equipaggiamenti, raggiungerà i 102 metri di ampiezza.

Questo set di pannelli solari è l’ultimo pezzo di hardware costruito dagli USA a venire agganciato all’ISS, portando la sua massa complessiva a poco più di 300 tonnellate. “Denominato anche Photovoltaic Module (PVM) per il fatto che genera energia elettrica per la Stazione, il segmento S6 garantisce il potenziale elettrico massimo per essa.” Ha spiegato una nota della NASA.
La Stazione è ora completa ad oltre l’80 percento, e l’hardware mancante comprende gli ulteriori contributi europei: Il Nodo 3, la Cupola ed il braccio robotico europeo.

I sette uomini a bordo dello Space Shuttle Discovery per la missione STS-119/15A erano il Comandante Lee Archambault, il Pilota Tony Antonelli, ed i mission specialists Joseph Acaba, John Phillips, Steve Swanson, Richard Arnold e Koichi Wakata (dalla Japanese Aerospace Exploration Agency – JAXA). Per il fatto che i cognomi di quattro di questi astronauti incomincino con la lettera “A”, questo equipaggio è stato soprannominato “A-Team.”

I rookies di questa missione erano Antonelli e gli ex-insegnanti Acaba ed Arnold. I due “educator astronauts” sono stati selezionati dalla NASA nel 2004 per ispirare i giovani allo studio della matematica e della scienza, ed ad intraprendere carriere professionali nell’ingegneria e nelle scienze aerospaziali. Il giapponese Koichi Wakata sostituirà Sandra Magnus, che ritornerà sulla Terra con il Discovery.

Archambault ed il suo equipaggio hanno guidato il Discovery al docking con il boccaporto PMA-2 alle 21:19:53 GMT del 17 Marzo. Finke e Magnus hanno scattato centinaia di foto digitali dello scudo trmico dell’Orbiter, mentre Archambault collocava il Discovery al di sotto dell’ISS, un’orbita prima dell’approccio finale.
Una volta all’interno della Stazione, l’equipaggio dell’STS-119 ha ricevuto il briefing obbligatorio sulle procedure di sicurezza, mentre Wakata ha trasferito il proprio sedile IELK (Individual Equipment Liner Kit) dal Discovery alla Soyuz TMA-13/17S dove è stato installato da Lonchakov. Il sedile di Magnus è stato temporaneamente stivato nel modulo logistico al di sopra del laboratorio Kibo. A seguito dello scambio dei seggiolini IELK, Wakata è divenuto ufficialmente un flight engineer dell’Expedition 18, mentre Magnus è diventata mission specialist di STS-119.

Installazione del segmento S6
Il giorno seguente, il 18 Marzo, i bracci robotici della Stazione e dello Shuttle sono stati utilizzati in maniera massiccia, per afferrare il segmento S6 e spostarlo nei pressi del traliccio principale dell’ISS, in attesa di venire ad esso unito il giorno seguente.
Con il Canadarm2 della Stazione, Phillips e Magnus hanno preso il segmento S6, che ha una massa di oltre 14000 kg, e lo hanno sollevato dalla stiva del Discovery, passandolo quindi al braccio robotico dell’Orbiter controllato da Antonelli ed Acaba. Quindi, il Canadarm2 è stato spostato lungo il traliccio principale tramite il carrello Mobile Transporter, dal Worksite 6 al sito di installazione (WS1). A questo punto, l’S6 è stato di nuovo passato dal braccio dello Shuttle al manipolatore dell’ISS, e parcheggiato in posizione per la notte.

EVA-1

Il 19 Marzo è stato il giorno della prima EVA dell’STS-119, che è durata sei ore e sette minuti ed è stata performata da Steve Swanson e Richard Arnold, supportati da Phillips e Wakata ai comandi del Canadarm2. I due spacewalkers hanno unito il segmento S6 andando a completare il traliccio ITS, che andava così ad oltrepassare i 100 metri di lunghezza.

Una volta che Phillips e Wakata avevano spostato l’S6 nella sua posizione finale, Swanson e Arnold si sono messi subito al lavoro stringendo i fermi di fissaggio, serrando i quattro bulloni e montando quattro fasce di fissaggio al segmento S5. Infine sono stati connessi quattro cablaggi ombelicali, per il passaggio di energia e dati, fra i segmenti S5 ed S6.
Di seguito, i due hanno rilasciato i sistemi di fissaggio della Solar Array Blanket Box (SAAB), contenente le coperture per i pannelli solari e le hanno estratte per permettere l’estensione dei pannelli solari del giorno seguente. Sono state installate anche le S6 Beta Gimbal Assemblies (BGA) benché con qualche problema nei sistemi di fissaggio.
Swanson e Arnold hanno rimosso ed abbandonato nello spazio le coperture Multi-Layered delle BGAs, scagliandole nella direzione retrograda rispetto alla direzione di moto dell’ISS.
Dopo aver tolto le cinghie ed i pin di fissaggio, il Photovoltaic Radiator S6 è stato dispiegato dopo che i due astronauti si erano ritirati ad una distanza di sicurezza.

Infine, i due hanno completato il get-ahead task di rilasciare alcuni bulloni dello schermo S6 Micrometeroid/Orbital Debris.

L’estensione dei pannelli solari

Il 20 Marzo, con alcune pause “built-in holds” per permettere ai raggi solari di riscaldare i pannelli, i due set di pannelli solari sono stati estesi dal segmento S6 senza problemi.
La NASA ha dichiarato: “I pannelli sono stati estesi secondo delle procedure aggiornate dopo i problemi intercorsi durante il ritiro e l’estensione di altri panelli solari che avevano manifestato la problematica denominata “stiction”, ovvero il fenomeno per cui le celle solari si “appiccicano” fra di loro fino a quando non vengono opportunamente riscaldate dal Sole.
Mike Fincke, Comandante dell’Expedition 18, ha spiegato la fase di dispiegamento dei pannelli solari lunghi 73 m: “E’ stato semplicemente stupefacente, c’è stato un urlo di trionfo fra gli astronauti a bordo del complesso una volta che le due ali della struttura erano state estese.”
Il totale set di pannelli solari produce un ammontare di 120 kilowatts di energia elettrica utile, raddoppiando il quantitativo disponibile per le operazioni scientifiche e portandolo a 30 kilowatts.

Per gli osservatori sulla Terra, l’aggiunta di questo altro enorme pannello solare ha reso l’ISS ancora più brillante nel cielo notturno. Ora essa appare come una stella molto brillante che attraversa il cielo.

EVA-2

Swanson, assieme allo spacewalk rookie Joe Acaba ha trascorso sei ore e 30 minuti lavorando all’esterno del complesso spaziale il 21 Marzo in un’EVA che ha visto solamente tre dei sei suoi obiettivi portati a termine.

Per prima cosa i due astronauti hanno predisposto il worksite sul traliccio P6 per le sei grosse batterie (il lavoro di priorità massima) stringendo due bulloni per ogni batteria. Delle nuove batterie verranno spedite con l’STS-127. Essi hanno anche installato un antenna GPS sul modulo logistico pressurizzato agganciato al laboratorio Kibo, ed hanno ripreso filmati e fotografie all’infrarosso dei Thermal Radiators S1/P1, inclusa una zona in cui nel 2008 è venuta a mancare la copertura termica.
E’ stata purtroppo abortita l’operazione di fissaggio del telaio del carrier non pressurizzato UCCAS sul fondo del traliccio P3, per il fatto che essi non sono riusciti a posizionarlo correttamente a causa di un’interferenza di tipo meccanico. L’UCCAS è stato comunque ancorato con degli opportuni cavi adattabili. Da terra è stato notato, a seguito dell’analisi della situazione, che un bullone di fissaggio era stato avvitato in maniera errata, quindi il completamento dell’attività è stato rinviato alla terza EVA.

Pericolo di collisione

Il 22 Marzo, Archambault ha manovrato lo stack ISS/Shuttle in modo tale da portare la navetta al di sotto ed in avanti (invece di volare in coda per proteggere il suo scudo termico dagli impatti delle micrometeoriti), per un periodo di circa tre ore. Questa manovra si è resa necessaria per eliminare la possibilità di una collisione con un piccolo detrito orbitale derivato da un lancio cinese che si prevedeva potesse incrociare l’orbita dell’ISS durante lo svolgimento della terza EVA.

EVA-3
La terza EVA, che è durata sei ore e 27 minuti, è stata portata a termine da Arnold e Acaba, i due astronauti-insegnanti raggiungendo cinque degli otto obiettivi prefissati. Probabilmente tutto il lavoro non svolto verrà completato durante le future escursioni dall’ISS.
Acaba si è arrampicato sul Canadarm2 per completare lo spostamento di uno dei due carrelli per gli attrezzi CETA sulle rotaie del traliccio principale in supporto al lavoro di sostituzione delle batterie P6, e alle attività per l’installazione della piattaforma esterna di Kibo durante la missione STS-127.
Entrambi gli astronauti si sono quindi impegnati per distendere il telaio del carrier UCCAS senza però riuscirvici malgrado gli sforzi profusi. Alla fine, come detto, l’UCCAS è stato fissato in posizione con di cavi.

Arnold ha eseguito una lunga operazione di manutenzione sul Canadarm2 lubrificandone le ganasce di cattura terminali (operazione già svolta sulle ganasce della terminazione opposta del braccio, durante l’STS-126), per evitarne il grippaggio o il blocco in posizione chiusa.

Distillazione

Nel frattempo Fincke e Magnus hanno attivato il nuovo componente per la distillazione DA (Distillation Assembly) dell’Urine Processor (UPA) spedito in orbita con l’STS-119 per sostituire la DA originale guastatasi durante durante la prima sessione di prova dell’UPA.
La NASA ha reso noto che, per il 24 Marzo, erano stati processati quasi 32 kg di urine, e che la DA sembrava lavorare bene, con tenori di rumore più bassi rispetto all’unità precedente. L’unità ha prodotto circa 7 kg di acqua potenzialmente potabile ed alcuni campioni di essa sono stati spediti sulla Terra con il Discovery per le opportune analisi, prima che venga dato il “GO” all’equipaggio per l’utilizzo alimentare di quast’acqua.

Undocking

Il Discovery si è sganciato dalla Stazione alle 19:53 GMT del 25 Marzo dopo la consueta cerimonia dei saluti fra i due equipaggi. Il giorno precedente i due equipaggi si erano raccolti per un colloquio telefonico con il Presidente Obama, affiancato da alcuni scolari e da alcuni membri del Congresso.

Arriva l’Expedition 19

Alle 11:49:18 GMT del 26 Marzo 2009 i russi hanno lanciato il vettore Soyuz FG con in cima la Soyuz TMA-14 dal Pad 1 (il “Gagarin” Pad) dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan. A bordo vi erano due membri dell’equipaggio dell’Expedition 19 ed un turista spaziale americano.
I tre erano comandati da Gennadi Padalka (call sign Altair). A bordo vi erano anche due americani, l’astronauta della NASA Mike Barratt, ex medico del volo ed ora ingegnere del volo per l’International Space Station ed il turista Charles Simonyi.
Padalka è divenuto la prima persona a comandare l’ISS in due separate missioni, mentre Simonyi è entrato nella storia per essere il primo turista a volare per due volte sulla Stazione Spaziale.

La TMA-14 è entrata nella sua orbita iniziale di 199,0 x 250,9 km inclinata di 51,65gradi rispetto all’equatore, e con un periodo di 88,7 minuti, secondo quanto riferito dall’Energia. La capsula ha svolto delle accensioni dei propri propulsori durante la sua terza e quarta orbita, per dare inizio alla manovra di avvicinamento all’ISS, con un’altra manovra avvenuta il giorno seguente durante la diciassettesima orbita. Due grosse accensioni finali dei motori della Soyuz sono state fatte durante la 32esima e la 33esima orbita il 28 Marzo, per dare inizio alla fase finale dell’approccio alla Stazione, sotto il controllo del dispositivo di guida automatica Kurs. A questo punto comunque, al termine della fase nominale di approccio, Padalka ha dovuto prendere i comandi manuali della Soyuz, quando essa distava circa 200 metri dalla Stazione, a causa di un problema rilevato in un propulsore della capsula russa. La Soyuz TMA-14 è stata fatta attraccare da Padalka al boccaporto di coda del modulo Zvezda senza ulteriori inconvenienti alle 13:04:09 GMT.

L’apertura dei portelli fra la Soyuz e l’ISS è stata leggermente ritardata per dare modo all’astronauta giapponese Koichi Wakata di stivare un esperimento dell’agenzia spaziale JAXA. I nuovi arrivati sono stati formalmente accolti da Wakata e dei suoi compagni dell’Expedition 18, il Comandante Michael Fincke e l’ingegnere del volo Yuri Lonchakov nel modulo Zvezda.
Uno dei primi lavori intrapresi dai cosmonauti ha riguardato il trasferimento ed il settaggio di diversi esperimenti biotecnologici russi denominati Conjugation, Bioemulsion, Bioecology, Astrovaccine e Polygene, che verranno monitorati nel corso del periodo di volo congiunto, e i cui risultati verranno rispediti sulla Terra.
Il seggiolino di Simonyi è stato subito trasferito dalla Soyuz TMA-14 alla TMA-13 mentre quello di Wakata ha fatto il percorso inverso sancendo l’ingresso dell’astronauta giapponese a far parte dell’equipaggio dell’Expedition 19.

Fonte: Spaceflight Magazine/British Interplanetary Society

Tutte le immagini sono (C) di NASA/JSC/KSC

  1. (17 Marzo 2009) Lo Space Shuttle Discovery STS-119 si sta avvicinando all’ISS per effettuare il docking.

  2. (21 Marzo 2009) Steve Swanson, MS di STS-119, si appresta ad uscire dall’airlock Quest dell’ISS per dare inizio alla sua seconda EVA.

  3. (28 Marzo 2009) La Soyuz TMA-14 è raffigurata mentre si sta avvicinando all’ISS, con a bordo l’Equipaggio dell’Expedition 18.


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