[2009-07] Luglio 2009 I.S.S. Mission Log

Il re-docking della Soyuz TMA-14
Il 2 Luglio, la Soyuz TMA-14 è stata pilotata da Padalka (con il call sign “Altair) dal suo punto di aggancio originario in coda al modulo Zvezda, al boccaporto appena liberato del modulo Pirs.
La manovra ha liberato il modulo Zvezda per l’arrivo del cargo Progress M-67 previsto per la fine di questo mese di Luglio.
Agganciate in coda al modulo Zvezda, le capsule Progress sono meglio situate per le periodiche operazioni di reboost del complesso spaziale.

Dopo una serie di preparativi per allestire la nave, e dopo aver indossato le proprie tute Sokol, Padalka, Barratt e Wakata sono entrati nella Soyuz TMA-14 per il loro breve volo.
Nel caso non fossero più riusciti a riagganciarsi all’ISS per qualsiasi motivo, i tre astronauti avrebbero dovuto rientrare sulla Terra. Romanenko, De Winne e Thirsk sono rimasti sulla Stazione durante la manovra.
L’ordine di rilasciare i chiavistelli che fissavano la Soyuz al complesso sono stati dati alle 21:26 GMT, e tre minuti più tardi il veicolo si è separato dal modulo Zvezda.
Padalka ha fatto indietreggiare la Soyuz di circa 30 metri dall’ISS, facendola volare lungo il fianco del modulo Zvezda. Dopo un periodo di station-keeping, Padalka ha riorientato la TMA-14 per l’approccio finale, agganciandosi con il modulo Pirs, mentre la Stazione stava volando nel buio orbitale, alle 21:55 GMT.

Il 6 Luglio i tre astronauti sono rientrati nella TMA-14 ed hanno eseguito un training per le fasi di rientro, per mantenersi addestrati con i sistemi e le procedure, in vista della loro partenza dall’ISS. Nel frattempo, all’interno del modulo Kibo, Barratt ha svolto un po’ di pratica con le tecniche di fotografia con le fotocamere digitali che verranno impiegate durante la manovra di avvicinamento dell’Endeavour alla Stazione, per raccogliere immagini ad alta risoluzione dello scudo termico dell’Orbiter.

Routine
Le giornate che sono seguite alle operazioni di redocking hanno visto il sestetto ritornare al normale lavoro di routine, in attesa del lancio della missione STS-127. Una parte dell’equipaggio ha preso parte ad eventi pubblici ed ha inviato a terra varie immagini.
E’ stata fatta con successo una prova di emergenza da depressurizzazione da tutti i membri dell’equipaggio. Nel malaugurato caso di una depressurizzazione degli ambienti della Stazione, gli astronauti dovranno evacuare l’ISS a bordo delle Soyuz.

Padalka ha settato ed attivato l’esperimento Plasma-Kristall 3+ nel Segmento Russo. Questo esperimento russo-tedesco è stato considerato “degno di premio Nobel” dagli scienziati che lo hanno ideato.
L’agenzia spaziale russa Roskosmos ha detto che “Questo unico esperimento devoto allo studio del plasma viene condotto in orbita da ben 11 anni, essendo iniziato con la stazione Mir. I risultati ottenuti forniscono l’opportunità di sviluppare un’ “aspirapolvere” capace di disattivare le contaminazioni atmosferiche radioattive liberate da incidenti nucleari, oltre a sviluppare dei piccoli generatori nucleari per i veicoli spaziali ed infine a favorire la crescita di diamanti sintetici.”
Presto verrà inviata sull’ISS una nuova versione dell’esperimento, la PK-4.

L’equipaggio dell’Expedition 20 ha svolto le proprie regolari osservazioni e ricognizioni fotografiche della superficie terrestre con un nuovo obbiettivo in mente: le nubi mesosferiche polari, altrimenti conosciute come le nubi nottilucenti.
La NASA ha detto che nelle passate settimane c’erano stati considerevoli avvistamenti dalla Scandinavia.

Problemi con il Beta Gimbal Assembly (BGA)
Il 10 Luglio la NASA ha riferito che nella serata precedente uno degli otto Beta Gimbal Assemblies (BGA-2B) che servono a far muovere gli enormi pannelli solari della Stazione per inseguire i raggi del Sole, era andato in blocco.
“I controllori non sono stati in grado di risolvere lo stallo, ed il sistema Fault, Detection, Isolation and Recovery (FDIR) ha spento automaticamente il motore.” Ha spiegato l’agenzia.
Il giorno seguente gli ingegneri hanno messo il BGA in modalità autotrack per testare la capacità rotatoria del giunto e “il giunto ha operato con una performance migliore di quella osservata il giorno precedente prima del blocco.” Ha concluso la NASA.

Il 14 Luglio l’agenzia spaziale americana ha annunciato che il BGA-2B stava autonomamente seguendo il Sole normalmente. I responsabili hanno spiegato che probabilmente gli elevati angoli di illuminazione del Sole hanno provocato l’espansione termica dei componenti del BGA, provocando il blocco. Ad ogni modo essi non si aspettavano ulteriori fenomeni del genere.

Allarme fumo
Sempre il 10 Luglio la NASA ha annunciato che Padalka aveva notato del fumo provenire dall’SRV-K, un dispositivo russo per la lavorazione dell’acqua situato nel modulo Zvezda. “Padalka ha immediatamente spento l’apparecchiatura, e subito il fumo ha iniziato a dissiparsi. La quantità di fumo sprigionatasi non era tale da costringere gli astronauti a prendere ulteriori misure protettive, e quindi essi non hanno dovuto indossare le maschere ad ossigeno. L’evento non ha avuto alcun impatto sulle attività di bordo.” Ha concluso l’agenzia.
Ad ogni modo il fumo aveva attivato gli allarmi di bordo della Stazione. L’incidente era accaduto circa un’ora dopo l’inizio del periodo di sonno dell’equipaggio, ma qualche astronauta sembrava essere ancora sveglio a quell’ora.

Il re-rendezvous della Progress
Lo scopo di questa operazione di re-rendezvous della Progress M-02M del 12 Luglio era di verificare l’efficienza delle nuove antenne del sistema passivo KURS-P e l’accuratezza del target per il sistema TORU, installati presso il punto di attracco di zenith del Service Module Transfer Compartment.
Dopo l’accensione dei jets della Progress per farla avvicinare alla Stazione, l’orientamento dell’ISS è stato variato leggermente in modo tale da avere il modulo Zvezda rivolto verso la Terra, piuttosto che avere il nodo Harmony in fronte al complesso spaziale.

I preparativi (come per tutte le operazioni di docking ed undocking), hanno visto la chiusura delle coperture per i finestrini dei laboratori Kibo e Destiny, e la configurazione dei computers e del sistema TV.

La NASA ha notato che la Progress M-02M aveva effettuato il suo avvicinamento “da circa 200 km di distanza, ovvero da una distanza simile a quella di un approccio standard di una Soyuz, compresa la fase di station-keeping a 130-200 m dall’ISS, per poi procedere con la manovra finale.”

Alle 17:04 GMT, con la Progress in sosta a 17 m, ed il complesso spaziale appena entrato nella zona di buio orbitale, il TsUP rosso ha dichiarato che l’operazione era avvenuta con successo, validando il lavoro degli equipaggi svolto durante le loro EVAs, quando erano state piazzate importanti quantità di cavi all’interno ed all’esterno del modulo Zvezda.
Di seguito la Progress M-02M è stata allontanata dall’ISS, che è stata riportata alla normale attitudine di volo.

Alle 15:43 GMT del 13 Luglio, i motori della Progress sono stati accesi per l’ultima volta portando il veicolo cargo al rientro distruttivo negli strati più densi dell’atmosfera terrestre. I detriti sopravvissuti al rientro sono precipitati in mare nell’Oceano Pacifico, 3000 km ad est della Nuova Zelanda.

Tredici in orbita
Lo Space Shuttle Endeavour è stato lanciato alle 22:03 GMT del 15 Luglio, dopo ben cinque rinvii, alla vigilia del quarantesimo anniversario del lancio dell’Apollo XI.
Il Comandante dell’STS-127 Mark Polansky era affiancato dal pilota Doug Hurley e dai mission specialists Chris Cassidy, Tom Marshburn, Dave Wolf, Tim Kopra e Julie Payette della Canadian Space Agency.

Durante i tentativi di lancio del 13 e del 17 Giugno, venne rilevata una perdita di idrogeno gassoso sulla Ground Umbilical Carrier Plate (GUPC) posta sull’External Tank (ET). La GUPC è una piastra che unisce le linee di spurgo all’ET dll’Orbiter. Delle accurate ispezioni hanno evidenziato il cattivo allineamento di essa rispetto l’ET, e ciò ha provocato la leggera perdita di idrogeno gassoso notata durante le fasi di fueling.
Nei giorni seguenti gli ingegneri hanno installato delle nuove guarnizioni ed alcune parti del sistema sono state ridisegnate rendendole più flessibili. L’1 Luglio è stata completata con successo l’operazione di riempimento dell’External Tank.
I managers di missione hanno quindi programmato il decollo per l’11 Luglio, ma la sera prima, la caduta di diversi fulmini nei pressi del pad aveva costretto al rinvio prima ancora di iniziare le operazioni di tanking. Il giorno seguente, dopo che l’equipaggio era salito sull’Endeavour, il lancio è stato postposto prima della ripresa del counting durante l’hold a T-9 minuti a causa di temporali presenti nei presi del sito di atterraggio al KSC che sarebbe stato usato nel caso di un RTLS abort. Infine, il 13 Luglio il quinto tentativo è stato abortito sempre durante l’hold a T-9 minuti, sempre per la presenza di fulmini nei pressi del pad di lancio.

E’ stato quindi ordinato un turn-around di due giorni, ed è stato concordato con la controparte russa di fare in modo che la Progress M-67 avrebbe atteso in orbita fino all’undocking dell’Endeavour se il lancio di quest’ultimo fosse avvenuto il 15 Luglio.

Al momento del decollo dell’Endeavour, l’ISS stava sorvolando l’area centrmeridionale dell’Oceano Pacifico. Ricordiamo che a bordo vi erano il Comandante Gennady Padalka e i flight engineers Michael Barratt, Koichi Wakata, Roman Romanenko, Robert Thirsk e Frank De Winne. Al momento dell’inserimento in orbita dello Shuttle, il numero degli esseri umani contemporaneamente nello spazio ha eguagliato il precedente record di 13 persone. Per la prima volta vi erano due canadesi assieme in volo; Thirsk e Payette.

Nella stiva dell’Endeavour vi erano gli ultimi componenti del laboratorio giapponese Kibo; una piattaforma esterna, la JEM Exposed Facility (JEM-EF) che sarebbe stata permanentemente agganciata al laboratorio supportando i vari esperimenti da esporre all’esterno, ed un pallet anch’esso predisposto con degli esperimenti, che verrà riportato a terra al termine della missione STS-127. Il braccio robotico di Kibo sposterà tre esperimenti dal pallet alla piattaforma. In futuro, altri esperimenti potranno venire esposti allo spazio orbitale trasferendoli dall’interno del laboratorio giapponese alla piattaforma esterna, attraverso l’airlock di cui è dotato Kibo.

Nel secondo giorno di volo, come da procedura, gli astronauti hanno utilizzato il braccio strumentato OBSS per eseguire l’ispezione dello scudo termico dell’Orbiter. Mai come in questa occasione, questa operazione ha avuto un’importanza fondamentale dopo che durante il decollo diversi pezzi di schiuma poliuretanica si sono visti staccare dall’ET.
Queste ispezioni, e le successive immagini digitali scattate dagli abitanti dell’ISS Padalka e Barratt durante la manovra RPM precedente al docking, hanno mostrato diverse piastrelle danneggiate nella zona inferiore dell’Orbiter, ma gli ingegneri hanno comunque deciso che non erano necessarie ulteriori ispezioni ravvicinate del TPS dello Shuttle dichiarandolo idoneo al rientro.

Docking
Polansky, coadiuvato dal suo equipaggio ha portato l’Endeavour al docking con il PMA-3 dell’ISS alle 17:47 GMT del 17 Luglio. Subito Kopra ha sostituito Wakata nell’equipaggio della Stazione. L’astronauta giapponese avrebbe fatto ritorno a casa con lo Shuttle dopo una permanenza di quattro mesi sull’ISS.

Uno dei principali compiti dei due equipaggi è stato lo scambio dei seggiolini della Soyuz (quello di Kopra con quello di Wakata); operazione che ha sancito il trasferimento ufficiale dell’americano sull’ISS e del giapponese sull’Endeavour.

Nel corso della missione congiunta, l’equipaggio della Stazione avrebbe aiutato i colleghi appena giunti tramite il proprio lavoro robotico ed il supporto logistico proseguendo comunque con le normali routines mediche e di manutenzione.

Wolf e Kopra hanno passato la notte nella camera di decompressione Quest ad una pressione atmosferica ridotta, nell’ambito della consueta procedura detta di “campout” per preparare i propri corpi alla prima spacewalk in programma il giorno seguente.

Il 18 Luglio alle 00:35 GMT è stata eseguita una piccola accensione di reboost dell’ISS per evitare in sicurezza un detrito spaziale di origine sconosciuta. I propulsori vernieri dell’Endeavour sono stati azionati per circa 15 minuti aumentando la velocità del complesso spaziale di 0,8 m/s.

EVA-1
La prima uscita extraveicolare è stata condotta da Dave Wolf e Tim kopra il 18 Luglioed è durata cinque ore e 32 minuti. Nel corso di un’operazione complessa e coreografata, i due spacewalkers e gli equipaggi della navetta e dell’ISS hanno installato l’Exposed Facility sul laboratorio giapponese Kibo. E’ stato così raggiunto l’obiettivo principale della missione.

Nonostante le costanti interferenze statiche nelle cuffie di Kopra, egli ed il compagno Wolf hanno iniziato a preparare i meccanismi di ormeggio del laboratorio Kibo e del JEM per l’installazione.
Durante il ricollegamento dei cablaggi “Launch-to-Activations” dal JEM-EF alle false prese dello Shuttle, uno di essi non è entrato nella sua presa, ed è stato fissato con un cavetto in una configurazione accettabile.

Mentre Kopra stava lavorando nella payload bay dell’Endeavour a diversi compiti, Wolf ha rimosso le coperture termiche che rivestivano l’Active Berthing Mechanism del JEM-EF. Kopra ha anche riconfigurato i cablaggi del JEF e dell’Integrated Cargo Carrier-Vertical Light Deploy (ICC-VLD), un sistema di trasporto di carichi posto nella stiva dell’Orbiter.

I due hanno lavorato ad uno dei carrelli CETA sul traliccio principale spostando delle maniglie ed hanno preparato il punto di ormeggio del nodo Harmony per l’arrivo del cargo giapponese HTV, previsto per il mese di Settembre.
Polansky e Payette, ai comandi del Canadarm dello Shuttle e Hurley e Wakata, ai comandi del Canadarm2 della Stazione, hanno installato il JEF.
Dopo una serie di “passaggi di mano” fra i due bracci robotici, il JEF è stato affrancato al laboratorio Kibo. Il braccio robotico di Kibo è stato usato per osservare l’installazione.
Nel frattempo, Wolf e Kopra si sono spostati verso il traliccio P3 ed utilizzando un particolare attrezzo, hanno completato l’estensione di un Un-pressurised Cargo Carrier Attachment System (UCCAS) che lo scorso mese di Marzo, durante l’STS-119 aveva mancato di dispiegarsi completamente. I carrelli UCCAS verranno usati in futuro per riporre equipaggiamenti e materiale di consumo all’esterno dell’ISS.

Il 19 Luglio è stato installato l’Integrated Cargo Carrier-Vertical Light Deploy (ICC-VLD) sul Mobile Base System (MBS) del traliccio principale dai due equipaggi utilizzando entrambi i Canadarms. Il pallet conteneva tre ricambi di hardware che Wolf e Marshburn posizioneranno durante l’EVA-2.

Il braccio robotico di Kibo è stato comandato attraverso una serie di tests di calibrazione nell’arco di questa giornata, in vista dello spostamento di alcuni esperimenti da effettuarsi più tardi durante la missione.

Problemi con la toilet
Sempre il 19 Luglio gli ingegneri hanno scovato un problema con la toilet americana (la Waste and Hygiene Compartment; WHC) situata nel laboratorio Destiny. La pompa di dosaggio del sistema si è guastata dopo aver funzionato per 15 minuti. Questa pompa introduce una corretta quantità di agenti chimici nel sistema per aiutare a separare i rifiuti liquidi da quelli solidi. Circa sei litri di di acqua pretrattata potrebbero essere finiti nel separatore ed in altre zone dove non dovrebbe esserci, allagando tutto il separatore.
I sei membri dell’equipaggio sono stati avvisati di utilizzare la toilet russa dello Zvezda mentre i sette astronauti dello Shuttle sono stati indirizzati all’utilizzo del wc dell’Orbiter. Inizialmente era previsto che quattro membri dell’equipaggio dello Shuttle avrebbero utilizzato il WHC del Destiny piuttosto della toilet della navetta, per evitare la necessità di effettuare uno spurgo di liquidi all’esterno mentre lo Shuttle era ancora agganciato all’ISS. In sostanza si temeva che lo spurgo dei liquami potesse finire sul JEF contaminandolo, così l’Orbiter effettuerà lo spurgo dopo l’undocking.

Il 20 Luglio, Padalka e De Winne hanno sostituito alcuni componenti nel WHC, inclusa la pompa di dosaggio guasta. Quindi, dopo la sostituzione della pompa, del pannello di controllo e del COT (un contenitore che contiene il liquido), il sistema è stato riattivato ed ha ripreso a funzionare normalmente.
Inoltre, Wakata ha riparato l’Advanced Resistive Exercise Device (ARED) della Stazione sostituendo uno shock absorber, conosciuto come “dashpot”, che impedisce alle vibrazioni generate dal sistema di interferire con gli esperimenti scientifici più sensibili della Stazione.

EVA-2
Il 20 Luglio, il giorno del quarantesimo anniversario dell’allunaggio di Apollo XI, David Wolf e Tom Marshburn hanno svolto la seconda EVA in programma per l’STS-127. L’EVA, durata 6 ore e 53 minuti ha visto i due completare l’installazione di hardware sull’ISS.

Wolf ha rimosso dall’ICC-VLD un’antenna Ku-Band Space-to-Ground, un Pump Module ed una Linear Drive Unit. Trasportando questi pezzi a mano, Wolf, cavalcando il Canadarm2 guidato da Payette e Hurley, è stato spostato verso il segmento P3 dove ha posizionato l’hardware con l’aiuto di Marshburn, su di una piattaforma di stoccaggio, dove resterà per lungo tempo.
Marshburn ha montato una barra su di un’ Ammonia Tank Assembly in modo tale da permettere all’equipaggio dell’STS-128 di poterlo afferrare con il braccio robotico.
Marshburn ha anche attaccato due manicotti isolanti per i connettori esterni di alimentazione allo Station to Shuttle Power Transfer System.

Si sono avuti momenti di preoccupazione ad un tratto quando Marshburn ha perso il suo cavo di sicurezza lungo quasi 26 metri. Egli ha ritirato quindi il cavo mentre si era attaccato in sicurezza al traliccio tramite un cavetto piu’ corto, ed inoltre ha smarrito nel vuoto obitale il pack del sistema di spostamento di sicurezza SAFER.
A causa del ritardo accumulato, l’installazione di una telecamera per la piattaforma JEM-EF è stata rinviata.

Il 21 Luglio la sezione del Japanse Logistics Module Exposed è stata attaccata al JEM-EF in una sequenza di operazioni robotiche durante le quali Polansky e Payette utilizzando il Canadarm dello Shuttle hanno passato la sezione al Canadarm2 operato da Waketa e ed Hurley.

EVA-3

Il 22 Lugli, Wolf e Cris Cassidy hanno svolto la terza EVA della loro missione con l’obiettivo di sostituire quattro delle sei batterie da 170 kg del segmento P6. Le batterie originali erano in uso fin dal momento del lancio del primo segmento di traliccio unito alla Stazione, avvenuto nel Novembre del 2000.

Prima dell’EVA, Hurley e Payette hanno usato il Canadarm2 per muovere l’Integrated Cargo Carrier contenente le nuove batterie in prossimità del traliccio P6.
La NASA ha detto che il carrello cargo era stato mantenuto a debita distanza durante la notte per evitare interferenze con la rotazione dei pannelli solari nel loro inseguimento della luce solare.
Nei giorni precedenti i controllori del volo avevano provveduto a scaricare le vecchie batterie per evitare la possibilità che eventuali scosse elettriche potessero colpire gli spacewalkers.

All’esterno, Wolf e Cassidy hanno scaricato tre coperture isolanti multistrato per la piattaforma JEM-EF prelevandone una quarta da riportare nella Stazione per un utilizzo futuro, ed hanno preparato tre payloads esterni da trasferire sulla JEM-EF.
Il lavoro di sostituzione delle batterie è stato interrotto dopo la sostituzione di soli due elementi a causa delle elevate letture di CO2 nella tuta di Cassidy. Il portavoce della NASA ha spiegato che non c’era immediato pericolo per l’astronauta, ma che le procedure imponevano il termine immediato dell’escursione extraveicolare. Si è trattata della prima EVA per Cassidy, ed è durata 5 ore e 59 minuti.

Il 23 Luglio il braccio robotico di Kibo è stato impiegato per installare i primi esperimenti ed il primo hardware sulla piattaforma esterna JEM-EF. Le operazioni sono state condotte da Wakata, Kopra, Polansky, Hurley e Payette.
La NASA ha riferito che il braccio robotico era stato controllato in precedenza, ma quando esso è stato utilizzato alla sua velocità nominale regolata automaticamente, il suo movimento iniziale è avvenuto in maniera troppo brusca, costringendo quindi gli astronauti ad utilizzarlo in velocità manuale, rallentando pertanto le operazioni.

Tutti e tre gli esperimenti della JAXA; il Monitor of All-sky X-ray Image, l’Inter-orbit Communication System e lo Space Environment Data Acquisition Equipment Attached Payload, sono comunque stati installati sulla Exposed Facility di Kibo.

Il lancio della Progress M-67
Alle 10:56:56 GMT del 24 Luglio, i russi hanno lanciato il cargo spaziale Progress M-67 dal Pad 1 del Cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan, per il suo viaggio di cinque giorni verso l’ISS. Meno di nove minuti dopo, il veicolo automatico aveva raggiunto l’orbita ed aveva dispiegato i pannelli solari e le antenne di navigazione. Alla terza e alla quarta orbita sono stati accesi i propulsori del veicolo per dare inizio alla lunga procedura di rendezvous, ed un’altra accensione è avvenuta più tardi.
Il cargo aveva una massa complessiva di 7258 kg con un carico utile di 2549 kg che comprendeva cibo, carburante, aria, esperimenti scientifici e ricambi.

EVA-4
Sempre il 24 Luglio, Cassidy e Marshburn hanno portato a termine un’ EVA di 7 ore e 12 minuti per completare con successo la sostituzione delle rimanenti batterie del traliccio P6. Nella tuta di Cassidy è stata impiegata un’altra cartuccia per la rimozione del biossido di carbonio, per evitare l’insorgere dello stesso tipo di problema avuto durante la precedente EVA.
I due hanno sistemato le quattro vecchie batterie sull’Integrated Cargo Carrier (assieme a quelle sostituite il 22 Luglio), per il loro ritorno sulla Terra.

Wakata e Payette hanno usato il Canadarm2 per afferrare l’ICC con le vecchie batterie e passarlo di mano al Canadarm dello Shuttle. Hurley e Polanski hanno quindi fissato il carrier nella stiva dell’Endeavour.

Il 26 di Luglio sono stati ancora usati i due bracci da Polanski, Hurley Payette e Kopra, che hanno ricollocato nella stiva dell’Endeavour la Japanese Exposed Section che aveva alloggiato gli esperimenti scientifici giapponesi.

EVA-5
Nel corso di un’attività extraveicolare durata quattro ore e 54 minuti, avvenuta il 27 Luglio, Cassidy e Marshburn hanno completato il lavoro all’esterno del laboratorio giapponese Kibo. I due hanno installato delle videocamere di fronte e sul retro della piattaforma JEM-EF, che saranno utili nelle operazioni di rendezvous e ormeggio del veicolo giapponese H-II Transfer Vehicle (HTV), il cui volo inaugurale dovrebbe avvenire il prossimo mese di Settembre.
Essi hanno inoltre completato una serie di lavori lungo tutta la Stazione Spaziale. Hanno assicurato una copertura isolante multistrato attorno al manipolatore robotico DEXTRE, hanno splittato dei canali di alimentazione per due Control Moment Gyroscopes, hanno fissato alcuni cablaggi ed hanno installato dei corrimano ed una piattaforma per i piedi da utilizzare nelle future spacewalks.
L’estensione di un Payload Attach System sul traliccio S3 è stata rinviata ad una EVA futura.
Questa quinta ed ultima EVA della missione STS-127 ha portato il tempo totale di EVA per il suo equipaggio a 30 ore e 30 minuti; mentre si è trattata della 130esima attività extraveicolare in supporto all’assemblaggio e alla manutenzione dell’ISS. In totale, nella storia dell’ISS le EVAs hanno totalizzato una durata di 810 ore e 36 minuti.

L’STS-127 è stata la seconda missione di assemblaggio dell’STS-127 ad effettuare cinque spacewalks; la prima è stata l’STS-123 nel Marzo del 2008, che totalizzò 33 ore e 29 minuti di lavoro esterno.

Undocking e rientro
I 13 uomini e donne dell’ISS e dell’Endeavour si sono salutati sotto gli obiettivi delle telecamere il 28 Luglio, prima dell’undocking avvenuto alle 17:26 GMT.
Koichi Wakata ha trascorso 133 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, e prima di atterrare ha rivelato di avere addosso da un mese la stessa biancheria intima sperimentale high-tech odour-free, nell’ambito di un esperimento tecnologico.

Dopo l’undocking, Hurley ha condotto l’Endeavour per il consueto giro attorno all’ISS, alla distanza di circa 120 metri, dopodiché ha eseguito l’accensione finale di separazione, che ha collocato l’Orbiter su di un’altra orbita indipendente.

Il 30 Luglio l’equipaggio ha lanciato due paia di piccoli satelliti da alcuni contenitori situati nella stiva dello Shuttle. Il primo, chiamato Dual RF Astrodynamic GPS Orbital Navigator Satellite (DRAGONSat) era un esperimento studentesco per lo studio delle tecniche di rendezvous indipendente di veicoli spaziali in orbita utilizzando il dati dei Global Positioning Satellite.
Il secondo paio di satelliti, chiamato Atmpspheric Neutral Density Experiment-2 (ANDE-2), misurerà la densità e la composizione dell’atmosfera rarefatta alla quota di 320 km. ANDE-2 ha rappresentato anche l’ultimo lancio di un satellite da un Orbiter del programma Space Shuttle che dovrebbe terminare nel 2010, ma che potrebbe venire esteso sulla base delle raccomandazioni della Commissione Augustine.

L’Endeavour è atterrato al Kennedy Space Center alla prima opportunità pianificata, alle 14:48 GMTdel 31 Luglio, terminando la sua ottima missione durata 15 giorni, 16 ore, 44 minuti e 58 secondi.

L’aggancio della Progress
La Progress M-67 è stata fatta agganciare al docking port di coda del modulo Zvezda in modalità manuale da Padalka alle 11:12:10 GMT del 29 Luglio, meno di 24 ore dopo l’undocking dell’Endeavour.
L’approccio automatico standard era andato nominalmente fino alla distanza di 170 metri, quando il Russian Control Centre aveva comunicato a Padalka che si stava manifestando una discrepanza fra i dati previsti e quelli rilevati in riferimento alle misurazioni effettuate dal sistema automatico Kurs. Inoltre, al completamento della consueta manovra di flyaround della Stazione, il vascello automatico era sfasato di 90 gradi rispetto all’orientamento previsto, con il veicolo allineato con il lato terra dello Zvezda anziché con la coda di quest’ultimo.
A questo punto il TsUP ha chiesto a Padalka di prendere il controllo manuale della manovra tramite il sistema TORU situato nel modulo Zvezda. Tutti gli equipaggi della Stazione si esercitano con il TORU per questa evenienza.
Padalka ha quindi guidato il cargo unmanned ad un perfetto aggancio con lo Zvezda. Presto, l’equipaggio ha aperto i portelli fra il cargo e il modulo per dare inizio alla procedura di scarico dei beni appena giunti in orbita.

Fonte: Spaceflight Magazine/British Interplanetary Society

Tutte le immagini sono (C) di NASA/JSC/KSC

  1. (17 Luglio 2009) Lo Space Shuttle Endeavour in arrivo sull’ISS con l’equipaggio dell’STS-127.

  2. (27 Luglio 2009) Tom Marshburn durante la quinta ed ultima EVA dell’STS-127.

  3. (29 Luglio 2009) Tim Kopra al lavoro con la Protein Crystallization Research Facility nel laboratorio giapponese Kibo.


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