[2009-11] Novembre 2009 I.S.S. Mission Log

Continua il lavoro scientifico
Tutti e sei i membri dell’Expedition 21 hanno partecipato quotidianamente ad un vasto range di esperimenti medici e biologici. Inoltre, essi hanno utilizzato le proprie sessioni di esercizi fisici per raccogliere dati al fine di valutare la propria condizione fisica.

Gli esperimenti più importanti hanno incluso il VO2max che ha documentato i cambiamenti nella richiesta massima di ossigeno da parte dei membri dell’equipaggio, al fine di ricavare un quadro generale sulla capacità aerobica di teams di persone in un ambiente chiuso.

Un Integrated Cardiovascular Experiment ha studiato gli effetti del volo spaziale a lunga durata sulle dimensioni del muscolo cardiaco e sul flusso sanguigno nel corpo di un astronauta, il quale ha effettuato regolari prelievi di sangue ed urina che sono poi stati conservati nel freezer Minus Eighty Degree Laboratory Freezer for ISS (MELFI), il freezer di costruzione europea per il congelamento dei campioni biologici da riportare sulla Terra.
I principali esperimenti americani a lunga durata che sono stati svolti da diverse expeditions sono stati Bisphosphonates, Nutrition, Repository, SOLO e Sleep.

E’ stato svolto con regolarità anche l’esperimento canadese Canadian Bodies in the Space Environment. In questo esperimento, il soggetto guarda lo schermo di un computer attraverso un cilindro che blocca tutte le altre informazioni visuali. Sullo schermo vengono presentate diverse immagini in background contenenti differenti orientamenti “su” e “giù”. In cima ad esse vi era una lettera che poteva essere indipendentemente una “p” o una “d”. I soggetti dovevano indicare la lettera che stavano vedendo per determinare il punto in cui non riuscivano più a riconoscerla.

Romanenko e Surayev hanno lavorato assieme con l’esperimento russo PILOT-M, che ha testato le capacità di pilotaggio in funzione ai fattori stressanti legati al volo spaziale a lunga durata. I due russi hanno anche partecipato ad un esperimento per lo studio della respirazione polmonare in microgravità, ed hanno continuato il vasto range di studi sull’attività cardiaca bioelettrica del cuore a riposo.
L’equipaggio ha monitorato gli esperimenti sulla crescita delle piante nei laboratori russo e giapponese. Stott ha controllato periodicamente lo stato dei topolini nell’esperimento Mice Drawer System (MDS) nel modulo Kibo, benché sia stato riferito che tre dei sei topolini sono morti per cause sconosciute.

L’equipaggio ha fotografato diversi obiettivi sulla superficie terrestre, in base alle richieste giunte dal controllo di missione. Dal Segmento Russo a tale proposito, è stato svolto l’esperimento Rusalka, nel quale sono state fatte delle osservazioni del bagliore solare tramite uno spettrometro portatile, da uno degli oblò del modulo Zvezda. L’esperimento mirava alla determinazione delle quantità del biossido di carbonio e del metano (gas serra) contenuti nell’atmosfera.
Riguardo all’esperimento Seiner, i cosmonauti hanno tentato di riconoscere le variazioni di colore degli oceani e le condizioni delle coperture nuvolose sulla regione del sud-est del Pacifico, per osservare le aree di bioriproduzione al fine di aiutare le flotte dei pescherecci.

Nel Segmento Americano è stata montata una camera digitale su di un finestrino del laboratorio Destiny. Essa è stata utilizzata per gli esperimenti EarthKAM ed AgCam.
Gli astronauti hanno impiegato parte del proprio tempo libero registrando video educativi per gli studenti, che illustravano la vita a bordo della Stazione ed alcune dimostrazioni sulla microgravità.

La NASA ha riferito che i nuovi esperimenti sull’osservazione della Terra montati sulla piattaforma esterna del laboratorio Kibo (HREP-HICO e RAIDS), stavano ottenendo un buon flusso di dati.
Riguardo al laboratorio europeo Columbus, l’esperimento Sun Monitoring on the External Payload Facility of Columbus (SOLAR), ha continuato le sue osservazioni durante i periodi favorevoli di osservazione solare.
Nella Combustion Integrated Rack (CIR) sono stati eseguiti con successo dei tests, anche se gli astronauti erano alle prese con un piccolo problema di hardware. Inoltre, sono iniziati gli esperimenti anche nella Materials Science Laboratory Rack.
Gli altri esperimenti interessanti svolti in questo mese di Novembre 2009 sono stati il BCAT-5 che studiava la separazione e la cristallizzazione di sospensioni colloidali in un solvente, con l’aggiunta di polimero, un esperimento sui rilievi acustici negli ambienti dell’ISS, ed altri esperimenti di monitoraggio delle radiazioni.
Infine sono stati condotti ulteriori tests con i mini-satelliti SPHERES e con il sistema di campionamento superficiale SWAB.

Perdita di potenza
Il 3 Novembre, prima dell’inizio delle normali attività lavorative dell’equipaggio, si è verificato un guasto in una Main Bus Switching Unit (MBSU1) che ha causato lo spegnimento di circa la metà dei sistemi della Stazione. Questa situazione ha impattato sulle attività di bordo, rallentando le attività scientifiche.
Le MBSU’s sono dei componenti critici del sistema principale di alimentazione energetica dell’ISS. L’avaria ha causato un imponente black-out in quasi tutta la Stazione, e lo spegnimento di uno dei due circuiti di refrigerazione esterni.
Secondo quanto riferito dalla NASA, questa è stata la prima avaria di questo genere sull’International Space Station.

Benché l’MBSU1 sia stata recuperata quai subito, ci è voluto del tempo per far ripartire tutti i sistemi disattivatisi. L’avaria è stata alla fine descritta come “un evento random”, e poi la MBSU1 ha ripreso a lavorare normalmente.

I preparativi per Tranquillity
Williams e Thirsk hanno preparato la docking unit rivolta verso la Terra del nodo Unity per l’arrivo del Node 3 Tranquillity con la missione STS-130. I due hanno rimosso la paratia per posizionare dei cavi ed il giorno seguente De Winne e Thirsk hanno svolto dei tests sulle tenute del Pressurized Mating Adapter-3 (PMA-3) che era stato ripressurizzato per permettere agli astronauti di potervici lavorare.

Un portavoce della NASA ha spiegato che poiché il Node 3 non era originariamente destinato ll’unità di docking del nodo Unity, gli appropriati sistemi di alimentazione, di refrigerazione e di trasmissione dei dati dovevano essere veicolati attraverso il vestibolo lato Terra.
Tranquillity fornirà un nuovo punto di ormeggio oltre a dello spazio addizionale per l’equipaggio e ad una serie di sistemi di controllo del supporto ambientale. A Tranquillity verrà infine agganciata la Cupola. Una sorta di veranda con sei finestrini.

Pericolo detriti

Il 6 Novembre l’US Space Command ha tracciato un detrito spaziale sconosciuto (denominato Object 80908). Esso aveva le dimensioni di circa 5 cm in sezione trasversale ed era previsto che passasse nei pressi dell’ISS la mattina seguente.
L’equipaggio è stato immediatamente avvisato che era troppo tardi oramai, per la cosiddetta manovra evasiva “Debris Avoidance Manouvre” (DAM) utilizzando i propulsori della Stazione, quindi gli astronauti sarebbero dovuti rimanere pronti a ritirarsi nella Soyuz rimanendo in attesa di effettuare la procedura di evacuazione d’emergenza, nell’eventualità in cui il detrito avesse colpito l’ISS causandone la depressurizzazione.
E’ stato chiesto all’equipaggio di chiudere il Segmento Americano, e nel fare ciò Williams ha scoperto una piccola perdita in una connessione interna del controllo termico di una delle racks del laboratorio Destiny. Egli è riuscito a sigillare il connettore informando gli ingegneri a terra.

Alla fine, i dati di tracking del detrito avevano perfezionato le previsioni, riducendo il pericolo di collisione, quindi è stato permesso all’equipaggio di poter dormire normalmente nelle proprie cuccette. Alle 03:00 GMT essi sono stati svegliati e sono stati informati che l’allarme era cessato.

Il lancio del modulo Poisk
Alle 14:22:04 GMT del 10 Novembre i russi hanno lanciato un razzo Soyuz-U dal Pad 1 del Cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan, con in cima il veicolo spaziale Progress M-MRM2 (Mini Research Module n° 2). Questo nuovo modulo dell’ISS aveva una massa al lancio di 7105 kg che includevano 880 kg di propellente. Esso consisteva nel modulo propulsivo e strumentale della Progress, aggiunto al nuovo modulo per l’ISS vero e proprio, battezzato “Poisk” (Ricerca).

Essenzialmente, Poisk può essere visto come un duplicato del modulo Pirs (lanciato come Progress M-SO1) che si agganciò al boccaporto di nadir del modulo Zvezda il 17 Settembre 2001.
Il modulo MRM2/Poisk vero e proprio aveva una massa al lancio di 3670 kg che includevano 751 kg di carico per l’ISS consistenti in razioni di cibo, equipaggiamenti vari, forniture mediche, documentazioni per il volo e pacchi per gli astronauti.
Con un diametro di 2,6 m ed una lunghezza di 4,6 m, Poisk fornirà all’ISS un volume interno aggiuntivo di 12,5 metri cubi. Esso sarò agganciato al docking port di zenith (quello rivolto allo spazio) del modulo Zvezda e fungerà da nuovo punto di attracco per i veicoli Soyuz e Progress e da seconda camera di decompressione per le attività extraveicolari una volta che il suo esterno verrà completato dopo l’apposita EVA russa del Gennaio 2010.
In aggiunta, Poisk fornirà anche dell’ulteriore spazio per gli esperimenti scientifici con relative prese per l’alimentazione elettrica e le interfacce per la trasmissione dei dati per due esperimenti esterni sviluppati dalla Russian Academy of Sciences.

Da un’orbita iniziale di 251,84 x 192,62 km con un periodo di 88,86 minuti ed un’inclinazione di 51,64 gradi, la Progress M-MRM2 ha performato due accensioni il primo giorno, ed una terza più grossa, l’11 Novembre, per affinare il suo percorso di avvicinamento all’ISS.
Mentre Poisk stava raggiungendo l’orbita, Romanenko, Thirsk e De Winne stavano effettuando il test di seduta con i seggiolini Kazbek all’interno della Soyuz TMA-15 agganciata al portello di nadir del modulo Zarya, in vista del loro ritorno sulla Terra previsto per l’1 Dicembre.

Docking
La Progress M-MRM2 si è agganciata al boccaporto di zenith del modulo Zvezdaalle 15:41:42 GMT del 12 Novembre con i comandi del sistema automatico di approccio, rendezvous e docking Kurs.
Romanenko e Suraev sono rimasti nel modulo Zvezda pronti ad assumere il comando manuale delle operazioni utilizzando il sistema tele-robotico russo TORU, nell’eventualità in cui il sistema Kurs avesse avuto dei problemi. Energia ha dichiarato che l’ISS, al momento del docking, stava volando ad un’altitudine di 338,5 x 356,6 km, con un periodo di 91,2 minuti. La società russa ha reso noto, inoltre, che il compartimento strumentale del veicolo verrà sganciato in Dicembre al completamento della missione STS-129.

Il giorno seguente sono stati aperti i portelli fra la Stazione e Poisk, e Surayev è entrato nel modulo stesso per effettuare dei prelievi di aria, agganciare le tubazioni per il trasporto dell’aria e per fotografare una strisciata lasciata dal meccanismo di docking sul cono di ricezione.
Di seguito i due cosmonauti russi hanno incominciato a scaricare il modulo. Scrivendo sul suo blog, Suraev ha detto che la velocità di approccio della Progress M-MRM-2 era stata: “due punti sopra il nominale. Se avessimo avuto una tale velocità durante la prova di docking manuale, ci sarebbe stato senza dubbi un problema.” Egli ha anche notato che l’equipaggiamento nel modulo era mantenuto in posizione da alcuni telai rigidi fissati con dei bulloni.
“Diversamente dagli americani o dai giapponesi, i russi fissano i propri carichi nei veicoli Progress come se dovessero affrontare una guerra nucleare.” Ha scritto Suraev nel suo blog al rientro. “I nostri partners da tempo hanno smesso di fissare i propri carichi in quel modo. Ciò rende le operazioni di scarico più agili.
Per quanto riguarda i carichi russi, ho l’impressione che nulla sia cambiato dal primo nostro volo spaziale.”
Suraev ha continuato: “In assenza di gravità, svitare un bullone stretto sulla Terra da un operatore, non è cosa facile. Questa volta io e Roman abbiamo ricevuto dei pacchi, e ho percepito che per lui la sua missione avrebbe potuto terminare prima che riuscisse ad aprirli. Del resto, i dolci di casa nostra hanno un sapore migliore quando sono sudati.”

Nel frattempo, Nicole Stott stava iniziando i preparativi finali per il suo ritorno sulla Terra a bordo dell’Orbiter Atlantis.

STS-129
Questa missione di 11 giorni ha avuto inizio il 16 Novembre 2009 alle 2:28 pm EST. Nel Flight Day 2 (17 Novembre) al solito, si è proceduto a verificare l’integrità del rivestimento termico del bordo d’ala e del nose cap utilizzando il braccio robotico dello Shuttle unito al braccio strumentato OBSS, inoltre sono state controllate le tute EMU. Dopo le opportune analisi, gli ingegneri di Houston avevano dichiarato che la protezione termica dell’Orbiter era intatta non avendo subito danni durante il decollo.
Il docking è avvenuto 1 giorno e 23 ore dopo il decollo e dopo l’apertura dei portelli, il Comandante dell’ISS De Winne ha tenuto il consueto discorso di saluto ed il debriefing sulla sicurezza. Di seguito, Nicole Stott è entrata a far parte dell’equipaggio dello Shuttle terminando la sua esperienza con l’equipaggio dell’ISS.

Meno di 90 minuti dopo l’apertura dei portelli, il primo dei due Express Logistics Carriers (ELC-1) è stato sollevato dalla stiva con il braccio robotico dello Shuttle ed è stato passato di mano al braccio robotico dell’ISS, che poi lo ha installato sul lato Terra del traliccio principale dell’ISS.
Gli ELCs sono stati progettati per conservare delle parti di ricambio come i Control Moment Gyroscopes (CMGs), i serbatoi di ammoniaca e di azoto e i sistemi di gestione delle batterie.
Gli ELCs sono degli equipaggiamenti di nuova concezione forniti dal centro Goddard della NASA.
Le future missioni dello Shuttle aggiungeranno altri pezzi di ricambio all’ELC-1.

EVA-1
La prima EVA è avvenuta nel FD 4 (19 Novembre). Gli spacewalkers Mike Foreman e Bobby Satcher si sono subito messi al lavoro all’esterno dell’ISS portandosi avanti con il lavoro. Essi hanno installato un’antenna in banda S di ricambio sul segmento di traliccio Z1, hanno piazzato dei cavi per un’antenna space-to-ground, hanno spostato delle connessioni e dei corrimano in vista dell’arrivo imminente del nodo Tranquillity, ed hanno lubrificato le ganasce della mano robotica del Japanese Robotic Arm e della Mobile Base System che vengono impiegati per movimentare equipaggiamenti e payloads.

Il resto dell’EVA durata complessivamente sei ore e 37 minuti è stato dedicato a ai lavori della categoria “get-ahead-tasks”, ovvero a quei lavori da fare nel caso avanzi tempo, per portarsi avanti con il lavoro previsto per l’EVA-2. L’EVA-1 è stata la 134esima dedicata all’assemblaggio dell’ISS, la quarta della carriera di Foreman e la prima di Satcher, che è anche un ortopedico.

Nel frattempo, all’interno dell’ISS, entrambi gli equipaggi hanno continuato a trasferire materiale fra l’Atlantis e l’avamposto orbitale, oltre a continuare con le attività scientifiche e manutentive.
Nel Flight Day 6 (21 Novembre) sono avvenuti il trasferimento del secondo ELC e la seconda EVA. ELC-2è stato posizionato sul segmento S3 dal Canadarm2.
Su ELC-2 erano stati sistemati diversi pezzi di ricambio, inclusi un secondo Control Moment Gyroscope (CMG), la Nitrogen Tank Assembly (NTA), il Pump Module per il circuito esterno di raffreddamento, un Cargo Transporter Carrier (CTC), una High Pressure Oxygen Gas Tank (HPGT), un rocchetto per i cablaggi del Mobile Transporter e l’esperimento MISSE 7 per l’esposizione di diverse tipologie di materiali e di dispositivi ai rigori dello spazio orbitale.
Il programma MISSE ha una storia ricca di tests di diverse tipologie di materiali, e MISSE 7 è il primo della sua famiglia ad ricevere energia direttamente dalla Stazione, e a scaricare i propri dati sulla Terra in real time.

EVA-2
Gli spacewalkers Mike Foreman e Randy Besnik hanno svolto la seconda EVA della missione STS-129 completando in anticipo il proprio programma di lavoro ed eseguendo anche qualche lavoro della categoria get-ahead-tasks. EVA-2 è durata sei ore e otto minuti. Si è trattata della prima EVA per Besnik.
Gli obiettivi principali di questa EVA hanno incluso l’installazione di un secondo Payload Attachment System sul lato di zenith del segmento S3, e l’installazione del Grappling Adaptor to On-Orbit Railing (GATOR) all’esterno del laboratorio europeo Columbus. Il GATOR è parte di una dimostrazione di un ricevitore per astronavi denominato Automatic Identification System.
I due hanno anche spostato la Floating Potential Measurement Unit sul traliccio P1. La FPMU misura la carica elettrica generata dalle superfici della Stazione mentre interagiscono con il plasma presente nell’orbita bassa terrestre. Lo spostamento si è reso necessario per fare spazio all’installazione dell’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS) che avverrà nella penultima missione del programma Shuttle, la STS-134. Infine, essi hanno montato un assemblato per un Wireless Video System che serve a trasmettere le riprese dell’helmetcam degli spacewalker.

EVA-3
L’ultima uscita per la missione STS-129 è stata completata da Bresnik e Satcher nel FD8, il 23 Novembre 2009. Come le prime due, essa è proseguita senza problemi concludendosi in cinque ore e 42 minuti.
L’obiettivo principale era quello di spostare verso l’alto l’High Pressure Gas Tank (HPGT) piena di ossigeno dall’ELC-2, montandola all’esterno dell’airlock Quest. Questa scorta di ossigeno verrà impiegata per rifornire l’atmosfera persa quando gli spacewalkers escono e rientrano nella Stazione. Questa HPGT è andata ad unirsi ad altre quattro simili, delle dimensioni della cuccia di un cane. Due di ossigeno e due di azoto, posizionate sul bordo dell’airlock.

Tranquillity
Nel frattempo, l’ESA ha formalmente trasferito la proprietà del nodo Tranquillity alla NASA nel corso di una cerimonia ufficiale di passaggio di consegna tenutasi presso la Space Station Processing Facility (SSPF) al Kennedy Space Center, il 20 Novembre 2009.

L’ESA ha fornito il modulo, noto anche come Nodo 3, in cambio del trasporto effettuato da parte della NASA del laboratorio europeo Columbus sull’ISS, avvenuto nel 2008. La Thales Alenia Space di Torino ha costruito il modulo Tranquillity che verrà lanciato con la missione STS-130 nel Febbraio del 2010.
Inclusa nel modulo vi è anche la tanto attesa Cupola, che permetterà agli astronauti della Stazione di poter godere di una vista panoramica sulla Terra, grazie al più grande set di finestrini che abbia mai volato nello spazio.

La prima partita di scacchi fra la Terra e l’orbita è avvenuta nel corso della missione di Greg Chamitoff, l’Exp.17, e si è conclusa nel Dicembre del 2009 con la vittoria dei terrestri. L’ente spaziale americano e l’US Chess Federation (USCF) avevano organizzato il match, che era iniziato nel Settembre del 2008. Chamitoff ha concesso la partita il 16 Dicembre all’US Chess Campionship Team di terzo grado della Stevenson Elementary School di Bellevue, Washington. L’USCF aveva facilitato il match coordinando i sondaggi mondiali relativi alle varie mosse che venivano man mano proposte dai campioni K-3.
Chamitoff, che ha continuato la partita via mail dopo il termine della sua permanenza di 183 giorni sull’ISS conclusasi il 30 Novembre 2008, è stato selezionato per volare ancora sulla Stazione con la missione STS-130 dello Space Shuttle Endeavour.

Dopo sette giorni di operazioni congiunte con l’ISS, lo Shuttle Atlantis ed il suo equipaggio hanno iniziato i preparativi per fare ritorno sulla Terra.
Nel corso della missione l’astronauta dello Shuttle Randolph Bresnik è divenuto per la seconda volta padre, quando è venuta alla luce la sua seconogenita Abigail, a Houston. Ora Bresnik è il secondo astronauta americano a diventare padre durante una missione spaziale. Il quarantaduenne Marine ed i suoi compagni di volo sono stati svegliati per l’occasione dal brano musicale “Butterfly Kisses” selezionato da sua moglie Rebecca.

Allarme antincendio
Il 24 Novembre i due equipaggi sono stati svegliati alle 06:58 GM. Uno dei primi compiti della giornata è stato l’utilizzo dei motori di manovra dell’Atlantis per innalzare leggermente l’orbita dell’ISS. La manovra, durata 27 minuti, ha alzato la quota di volo di poco più di 1500 metri.
Nel corso della giornata sono proseguiti i trasferimenti di materiale. Circa 600 kg di acqua sono passati dall’Atlantis alla Stazione Spaziale. Nel corso del volo congiunto sono stati spostati circa 9500 kg di materiale vario da e per l’ISS.

Alle 12:00 GMT circa si è attivato per cinque minuti l’allarme antincendio nel laboratorio giapponese Kibo. Il Mission Control di Houston ha concluso che probabilmente delle particelle di polvere mossesi durante gli spostamenti di materiale avevano causato l’allarme, che è stato il terzo della missione STS-129. I primi due erano avvenuti nel nuovo modulo russo Poisk.

I due equipaggi si sono raccolti poi, per la tradizionale conferenza stampa durante la quale Robert Thirsk ha dichiarato che la Stazione Spaziale era completa all’86 %.
A bordo del laboratorio Destiny, alle 15:00 GMT, poco dopo il termine dell’ultima sessione congiunta di fotografie, Frank De Winne, il primo astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea a comandare l’ISS, ha passato il comando dell’avamposto spaziale al collega americano Jeffrey Williams, giunto in orbita con la Soyuz TMA-16 lanciata il 30 Settembre 2009. La cerimonia del cambio di comando è stata la prima del genere, ad avvenire durante una missione dello Shuttle.

Dopo l’evento, l’equipaggio dell’Atlantis ha potuto godere di un paio di ore di riposo, quindi, alle 17:43 GMT, nel nodo Harmony, gli astronauti della navetta hanno dato il loro saluto ai colleghi della Stazione Spaziale, ed hanno fatto il loro rientro definitivo nello Shuttle… Alle 20:12 GMT sono stati chiusi i portelli fra i due veicoli portando a termine il periodo di attività congiunte fra i due equipaggi che è durato 5 giorni, 23 ore e 44 minuti.
L’equipaggio dell’Atlantis ha impiegato la prima ora separato da quello dell’ISS preparandosi all’undocking. Essi hanno controllato le attrezzature per il rendezvous, hanno preparato le videocamere ed hanno verificato la tenuta stagna dell’Orbiter Docking System (ODS).

L’equipaggio dello Shuttle si è svegliato alle 06:29 GMT del 25 Novembre, giorno dell’undocking. L’Atlantis si è staccato dall’ISS alle 09:53 GMT, sommando un tempo totale di volo congiunto pari a 6 giorni, 17 ore e 2 minuti. Wilmore ha pilotato l’Atlantis ad una distanza di circa 150 metri davanti alla Stazione per la consueta manovra di flyaround. Una volta completata quest’ultima, l’Atlantis ha performato le varie accensioni di separazione per incrementare la distanza fra i due veicoli spaziali alle ore 10:36 GMT.

Nel corso dell’operazione di routine di espulsione all’esterno dei liquami di rifiuto dello Shuttle, gli astronauti hanno avuto un problema. Il Mission Control di Houston ha osservato una riduzione nel flusso proveniente dall’ugello che serve appunto all’operazione. Il serbatoio può contenere fino a 65 kg di liquami di rifiuto, e l’equipaggio aveva programmato di ridurre questa quantità fino a circa 35 kg. Durante la giornata gli astronauti hanno utilizzato l’Orbital Boom Sensor System (OBSS) per eseguire una ricognizione dell’ugello. Non essendo stato notato ghiaccio, i controllori del volo hanno dedotto che l’anomalia era causato da un’ostruzione nella linea.
L’ultimo giorno completo di volo dell’equipaggio è iniziato alle 06:28 GMT, e l’STS-129 è diventata l’ottava missione Shuttle della storia a trascorrere il Tanksgiving Day nello spazio. E’ stata anche la seconda volta per l’Atlantis. La prima volta è successa nel 1985 con l’STS-61-B.

L’Atlantis è atterrato sulla Runway 33 del KSC il 27 Novembre. Questo è stato il 72esimo atterraggio di uno Space Shuttle in Florida, la sua missione è durata 10 giorni, 19 ore, 16 minuti e 13 secondi. L’Atlantis ha compiuto 171 orbite della Terra coprendo una distanza di oltre 7 milioni e 200 mila km.

Fonte: Spaceflight Magazine/British Interplanetary Society

Tutte le immagini sono (C) di NASA/JSC/KSC

  1. (3 Novembre 2009) L’astronauta canadese Robert Thirsk posa con alcuni attrezzi nel nodo Unity.

  2. (18 Novembre 2009) Lo Shuttle Atlantis in arrivo sull’ISS, fotografato dall’equipaggio dell’Exp. 21.

  3. (21 Novembre 2009) Randy Bresnik al lavoro all’esterno del laboratorio europeo Columbus durante la seconda EVA dell’STS-129.


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